- Sommario
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- Prefazione,
Oscar Baruffi, Maria Luisa
Beck-Peccoz, Massimiliano Badiali,
Antonella
Bianculli, Marco
Bini, Franca Bossi, Andreina Bracci,
Clara Cafaro
Caimi, Franco Cagnoli, Rosanna Cazzin,
Paola Ceci, Lorenzo
Civinelli, Edgar ettore Contesini, Giuliano
Corsi, Monica
D'Alessandro, Giuseppe d'Onofrio,
Nicoletta Di
Gironimo, Felice
Espro, Gianni Ferrara, Donatella
Ferrini, Francesco Fonzari, Maria Fumarolo,
Elisabetta Ghiglieri, Fabrizio Gravina, Michela
Imbrunito, Maria Filomena
Incarnato, Nunzia
Latini, Gianmario Lazzaroni, Ives
L. Makaò, Igor
Liberti, Chiara
Longo, Elisa
Macadan, Pasquale Manti, Graziella Moi
Agos, Dino Valentino Moro, Eugenio Mosconi,
Mario Nurchis,
Tiziana Pannunzio, Pietro Peligra, Giovanna Pezzi,
Liliana
Picchianti, Cristina Pitto, Sonia
Quintavalla, Paolo Ripamonti, Annunziata Romeo,
Idelfonso Rossi Urtoler, Christian Saladin,
Piero Saldari,
Monique Sartor, Adriana Scandalitta, Sonia Scandella,
Silvia Scrivani, Barbara Serdakowski, Daniela
Tabanelli, Piero Trapani, Luca Maria Vicamini, Mara
Vitale Santoni, Giovanni Zappalà, Antonio
Zocchi.
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- Prefazione
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- Cosa possiamo ricercare in una poesia? O per
meglio dire: come possiamo usufruire di un testo
poetico quando abbiamo la
- fortuna di leggerlo?
- Un'antica poesia degli Indiani del Sudovest "Il
canto del vento" recita così: 'Ora il vento
comincia a cantare'. Ripetendo: 'Ora il vento comincia
a cantare'. Poi prosegue: 'La terra si stende davanti
a me/ davanti a me si stende lontana
'. I suoi
versi, come un tam-tam di tamburi lontani, crea la
magia del vento che aumenta ritmicamente poi torna a
defluire fino ad estinguersi: 'fra le bianche foglie
dei cactus/ Io vengo correndo a quel
luogo
'.
- Nelle poesie che leggerete in quest'antologia
del Premio Letterario 'Marguerite Yourcenar 1999', vi
capiterà d'incontrare il senso del poetico
relativo 'fatalismo' di un'epoca, di un popolo, come
quello espresso nella poesia degli Indiani. Forse
perché siamo alla fine del secondo millennio?
La fragilità umana assume spesso degli aspetti
sorprendenti e ripetitivi che è solo
perché siamo indaffarati a rincorrerci da mane
a sera, che non ci è facile
riconoscerli.
- Ancora una volta, mi sorprendo nel leggere
questi versi che giungono da diverse regioni italiane
e che sembrano avere una radice esoterica dove il
conscio incontra l'inconscio. Per questo è
logico prevedere che l'Uomo di domani sarà
più umano fintanto che i poeti sapranno
evidenziarne i limiti, valorizzarne i meriti.
- Quanto la poesia sia 'voce interiore' lo si
comprende leggendo i testi di questa settima edizione
del Premio Yourcenar dove troviamo "L'alito del
tempo", "La mente nuda", "Attimi di liquefazione
volontaria" oppure "Dell'essere e della differenza" ma
potrei citarne molti altri ed è facile capire
la 'svolta' importante che i poeti sentono imminente
alla trasformazione dell'uomo protagonista
perché la poesia è una voce: "La voce
interiore, cioè muta, dell'Uomo che ricorda le
sue origini".
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- La Presidente della Giuria Sezione
Poesia
- Maria
Organtini
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- TORNA ALL'INIZIO
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- MARIA LUISA BECK-PECCOZ
SPANÒ
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- A mia figlia
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- Ti ha creata
- la luce.
- Da un paradiso trasparente
- ti hanno plasmata
- mille dita di angeli
- nevicando
- sulla tua pelle
- natali di bellezza,
- trasportando la grazia
- nella tua mente
- e sul tuo cuore.
- La luce
- che ti ha creata
- ha illuminato
- il riflesso
- della mia ombra
- sulla terra,
- che ha imparato da te
- statura e proporzioni
- senza inganni.
- Vorrei tenerti
- sempre
- a un passo da me
- per non restare
- mai
- al buio.
-
- TORNA ALL'INIZIO
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- ANTONELLA BIANCULLI
- Felicità
-
- Nella calma piatta del giorno appena
nato,
- nel silenzi dell'alba sulla piccola antica
piazzetta,
- il mio sguardo scruta l'azzurro del
mare,
- il bianco delle lontane montagne,
- e vaga, su oceani infiniti,
- volando al di sopra della terra.
- Niente affanni, né rumori,
- nè dolori, nè
sofferenze.
- Vivere,
- galleggiando all'infinito.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
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-
- MARCO BINI
- Assolo
-
- Fermiamoci un attimo
- e abbassiamo i vetri di quest'auto
opaca.
-
- Come fosse una sola stanza
- contiene solo cose nostre
- e anche i nostri fiati.
-
- Arie di parole
- che tutte insieme
- appannano il parabrezza
- togliendoci dal mondo
- almeno per un momento.
-
- Rigira intorno questa tua risata
- rimbalza sul sedile ed il cruscotto.
- Arriva quasi stereo
- come un bellissimo assolo.
-
- E dopo questa volta
- (non vorrei mi riprendesse il panico)
- se potessi
ti bacerei
- ma già vuoi ripartire
- ed anche il motore
- ora
- canta.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 4° classificata
- CLARA CAFARO CAIMI
- PARALLELE CONVERGENTI
-
- Questa notte, pensiero per pensiero,
- smonterò ogni contrasto tra paure e
sogni,
- mentre si snoderanno rotaie mai
percorse;
- e anche se la luna all'alba sembrerà
tramontare,
- gli ultimi fuochi aspetteranno il
giorno,
- perché l'ombra possa scambiarsi col
sole.
-
- Voglio aprire con te nuove strade
- per osservare passaggi di cielo riflessi nei
vetri,
- momenti di luce tra le gallerie,
- e avere un orizzonte da inseguire.
- Oltre quest'attimo, progetti paralleli
- riuniranno frammenti di sguardi e di
parole
-
- in un discorso lungo e silenzioso
- che saprà aiutarmi ad
affrontare
- lo smorzarsi del giorno e l'accendersi della
notte
- sopra un groviglio inestricabile di
passi,
- che avranno bisogno di camminarti
nell'anima
- per riuscire a sciogliersi e avanzare.
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- E mentre viaggiamo sotto la città, il
battito delle emozioni
- non chiede altro che di potersi
annullare,
-
- per poi riaffiorare tra le luci della
sera,
- percorrendo in equilibrio, insieme a te,
- sagome di abbaini appese alla luna,
- che illuminano il cielo di questa notte di
aprile.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- LORENZO CIVINELLI
- La sorgente della
vita
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- Nella moltitudine dei popoli io sono
- presente,
- ma se riesco solo un istante entrare
- all'interno del mio essere,
- sono il solo che rappresento
l'universo,
- tramite Colui che mi alimenta.
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-
-
-
- Una tappa della
vita
-
- Nel percorrere la vita le diverse fasi ci
appartengono:
- l'età degli amori è un punto
base
- dove l'essere si sente manifestare
- nella mente e nel corpo un bene da
donare,
- questo richiamo vien spontaneo
- ed è così prezioso che ti porta
ansia e gioia.
- Quegli occhi che tu incontrerai
- e quella carezza che s'avvicina
- è la vita che tu doni e dall'altro tu
ricevi.
- Questi amori quando sono veri risanano ogni
cuore
- e il sorriso si rivela in quegli occhi
luminosi
- infondendo dentro al cuore tanto amore e tanto
affetto.
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- Questi due pieni d'amore
- diventano un sole di calore e una luna di
passione.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 10° classificata
- MONICA D'ALESSANDRO
- X
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- Calde le tue parole nella sera
- come un vociare sommesso
- di ruscello sereno.
- Tenere le tue parole nella sera
- come lo sguardo di un bimbo
- appena nato.
- Serene come il cielo azzurro
- e terso.
- Bagnate come le mie lacrime disperate
- delicate come il profumo della vira
- bugiarde come la ferita del dolore.
- Inquietanti come l'attesa
- come l'odio sferzante o l'amore come
grido.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- NICOLETTA DI
GIRONIMO
- L'urlo del
silenzio
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- Violacei colori
- di labirintiche onde
- coprono l'oscura alcova graffiante
- da cui urla
- il poema della lacerazione
- e dell'ossessionante enigma
- l'immagine di Munch.
- Nell'originario nucleo
- di umana inconsistenza
- dove larve mostruose senza pace
- nel baratro spingono all'infinito;
- a volte, sfavillanti antiche ombre
- trasognate balenano.
- Del magma silente il profondo incavo
- sullo sfondo ondulante
- incontra l'umano.
- Si materializza.
- E volti occhi interroganti
- svelano carichi
- d'accecante angoscia.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- FELICE ESPRO
- Morte
cruenta
-
- L'aria è assai fresca sfrecciando
veloce
- rimango in agguato, zitta e mordace
- il pilota ha sfiorato il pulsante
rossastro:
- ho lasciato l'aereo, sono luce di
astro
- Cavalco un destriero assai
intelligente,
- colpisce soltanto ciò che vuole la
mente
- che comanda dagli Usa e dispone da
Aviano
- osserva da Londra e uccide dal cielo
- Le schegge impazzite non hanno
controllo;
- con loro io godo e succhio il midollo
- ai militi esempi di cupa lealtà
- Il capo li guida, non hanno
pietà
- Li osservo dall'alto, li vedo
scappare,
- formiche impaurite, mi stanno a
guardare
- Mi gusto la danza, mi viene la fame
- Il destriero ora è stanco, va verso le
tane
- Espando il mio manto, spalanco le
braccia
- Esplode la bomba, comincio la caccia
- raccolgo le anime, le strappo dai
corpi
- non distinguo l'età e il sesso nei
volti
- I loro occhi mi parlano: uomini
spenti,
- aliti di vita strappati dai venti
-
- Guerra dolcissima, guerra soave
- ti attendo ogni ora, non sono mai
sazia
- Dell'orgasmo divino tu celi la chiave
- al dolente mortale porti mestizia
- Siedo nell'ombra, avvolgo i soldati
- illumino la mira di cecchini esaltati,
- guido i proiettili sparati da terra,
- sui corpi bruciati mantengo la fiamma
- Mi annido tra i profughi stremati da
stenti,
- diffido da chi sparge pacifici intenti
- Il mio mondo è tangibile, coloro rosso
sangue
- S'immolano in tanti sull'altare acre e
pingue
- Non regalo speranza, chi mi attende si
penta
- Bramo tutti senz'ansia, sono la morte
cruenta
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- DONATELLA FERRINI
- Il viandante
-
- Mi sono vista
- stanotte
- attraverso l'acqua
- diafana,
- e
- ho ascoltato il mio cuore
- parlare,
- sussurrare in silenzio il messaggio
- dell'anima.
-
- Mi sono persa,
- oltre la ragione
- eremita in cerca di me stessa
- dondolando nel tempo
- sospeso al ricordo.
-
- Resto appesa a mille coscienze
- che mi attraversano il respiro
- frammenti di vite che questa notte
- svela al silenzio.
-
- Sono il viandante che
- nell'oblio
- violerà i segreti dell'essenza
- e sbattuto dalle onde
- supererà i labirinti del cuore.
-
- E così danzando con le stelle
- ritroverà l'incanto di un
sorriso.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- MARIA FILOMENA
INCARNATO
- Ri-torna
-
- Dove sono mentre
- sogno
-
- non volendo mi abbandono
- lego i mie pensieri e quel tempo
- passato
- nella mia coscienza
- diviene ricordo che sogna
-
- sento il dolore che cresce e rivendico
- ciò che fu
- ma tu non hai più memoria
- qualcosa si è perso
- volevi l'amore senza emorragie sono
- naufragata alla fine del mondo
-
- tu
- consumasti tutto i resto dei resti
- ma
- se tu ri-tornassi sorprenderesti
- ancora
- il mio corpo
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- 1° classificata
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- NUNZIA LATINI
- Verso la
morte
-
- Hanno abbassato la luce.
- Penombra accompagna la vita
- ora.
- Non più rumore
- nei giorni che la polvere ignora
- e ancora non mangia.
- Non canta il cuore
- non piange
- non urla
- né si dispera.
- Ascolta i grilli
- che consumano a morsi
- gli ultimi lampi di sera.
- Fruscio d'ali
- poi niente, nessuna parola.
- Il buio avvolge le siepi
- ora.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- IVES L. MAKAÒ
- Il cacciatore e la
preda
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- Il cacciatore festante
- sull'imbrunire della sera
- lustra l'arma con nobil cera.
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- All'albeggiar dell'aurorale
- mentre incurante dorme il sole,
- già lesto scruta la brughiera
- l'auspicale battitore.
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- D'un tratto, guizza la selvaggina
- spaurita dalla bronzea carabina;
- con pronto slancio
- s'accoscia il cacciatore,
- infierendo il colpo dritto a ferire.
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- Nella fitta nebbia bruma,
- scatta lesto lo Spinone
- che balzando di zolla in zolla,
- addenta la preda in fin d'azione.
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- Austero riporta il fedel cagnone
- l'ancor tremolante cacciagione;
- rientra celere al casolare
- l'incosciente cacciatore,
- per a tutti, fier mostrare
- l'infausta preda, agonizzante.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- IGOR LIBERTI
- Grotta
gotica
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- Tra coste mediterranee
- nelle calde terre a meridione
- si erge a picco sul mare
- un'alta parete di scogliera
-
- Da basso, nelle fenditure tra le rocce
- negli anfratti scavati
- dalla furia ondosa di mille inverni
- si arriva all'enorme bocca
- a un oscuro portale, che ci
introduce
- alla grotta gotica
- nel cuore della scogliera
- nel silenzio bluastro di sciacquii
echeggianti
- di gocciolii e stalattiti spezzate
-
- Antichi pensieri mi si presentano
- scuotendomi interiormente
- che penso a mitologie elleniche
- a una nave romana qui approdata
- forse, millenni orsono
-
- In questa buia volta gotica
- ognuno di noi è preso da timore
- il mare ha sigillato l'entrata
- Quando riemergo nel suo interno
- l'occhio si deve abituare
- a questa oscurità
- a questo arcano timore
- di proseguire
- nelle viscere del tempo.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- CHIARA LONGO
- Violenza carnale
-
- Pugni serrati
- ad afferrare lo spazio,
- occhi sbarrati
- a fissare che compare
- dei capelli oscuri.
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- Trafitta nel profondo
- da un fioretto
- condotto con prepotente
- impulso alla
- perfida violenza
- piango lacrime di ghiaccio
- che cristallizzano il momento.
-
- La resa,
- la surreale calma
- che sovrasta dopo
- la penetrante ingiuria
- è una difesa estrema
- alla rottura in pezzi
- di una esistenza
- vinta dall'orrido coltello
- della maschia crudeltà.
-
- A leccare le ferite
- resto in fredda compagnia
- di un'avvolgente
- forma di ribrezzo
- che vomita dal petto
- il seme acido e travolgente
- di un contatto carpito
- con cruenta strategia
- da un uomo non sospetto
- eppure assai vicino:
- mio marito.
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- TORNA ALL'INIZIO
-
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-
- ELISA MACADAN
-
- Aspetto le mie rughe
- per farmi felice
- di sera
- riposerò
- su una di loro
- d'avanti agli specchi di Venezia
- infranti in mille pezzi
- vedrò il mare
- nel verde dei miei occhi
- stanchi tutti e due
- come dopo una notte d'amore
- con uno sconosciuto
- nell'andar via chiuderò
- la porta dietro di me
-
- lancerò la chiave in su
- l'ultima follia che mi
concederò
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
- MARIO NURCHIS
- Incoerenze
-
- Mutiamo parvenza e sostanza
- per timore di perdere
- qualcosa di noi
-
- Turiamo facili orecchie
- al reclamare giustizia
- e non parliamo d'amore
- se ci costa
-
- ridiamo forte a pranzo
- per chi viene preso in giro
- e pur se il gozzo è pieno
- ingurgitare ancora.
- Paghiamo sempre al bar
- per chi ne ha di più
- e per culto di massa
- facciamo maggioranza
- con chi ha più potere
-
- Ignoriamo con professionale rigore
- zingaro e mendicante
- come pure il chiaro rosso
- del semaforo
-
- e alla fine del giorno
- ci troviamo all'ovile
- così, senza pastore
- prendendoci a cornate
- per la reazione inconscia grande
frustrazione
- per non aver accolto
- l'amore e la ragione.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
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-
- LILIANA PICCHIANTI
- Liturgia della natura
-
- Ancestrale liturgia
- della natura morente
- abbellita dai colori
- magici dell'Autunno
- Le foglie cadono
- volteggiando con le ali
- invisibile del vento
- lasciano albero madre
- per tornare alla terra.
- Foglie creature indifese
- si staccano ingiallite
- vissute una sola stagione
- Gemme toni di verde
- stupendo sbocciate
- nella dolce Primavera
- fra nidi di alate
- creature fiori frutti.
- Liturgia della natura
- che tutto crea
- sempre nuovo
- e tutto distrugge
- Perpetua nei secoli
- la vita e la morte.
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- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
- PIERO SALDARI
- Al mio amore che a sera
-
- Al mio amore che a sera immagino
- in casa seduto sul bordo
- del divano, al mio amore con sembianze
- di Luna non piace o non vuole amare,
- piuttosto
- seguire con i suoi occhi belli
- le fusa ruffiane del gatto
- fino all'ultima luce del giorno,
- e in quelle zampine che vanno e
vengono,
- senza una apparente riposo,
- lei vede
- racchiuso tutto il mistero del mondo.
- Si gratta la testa e parla di sé con il
gatto
- quasi come un gatto
- pensando alla bottega del salumiere,
- e in un silenzio rosa solo suo ride
- con il suo corpo ben fatto piegato in
due
- e parla di sé in terza persona.
-
- Amore mio, soli si muore
- se si ha paura di amare.
- Gli occhi si abituano a distillare
- lacrime,
- ed in due occhi belli come i tuoi
- più non vi sarebbe musica,
raggi
- di luce né
- la tua anima pulita di fanciulla
- in due occhi belli.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
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-
- ANTONIO ZOCCHI
- Piccolo fiore
-
- Piccolo fiore,
- inutile cogliere
- quel tuo tenero stelo.
- Dolce fiore,
- d'odore sublime
- che ubriachi il mio cuore
- nel letargo d'amore.
- Dolce fiore,
- che impari a parlare,
- con la voce del cuore.
- Fiore, che segui
- ogni raggio di sole,
- resta ben saldo
- e non farti strappare.
-
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-
- Alla natura
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- 27/2/99
-
- Fiore,
colore,
- dona amore
- al mio cuore.
- Terra, materna
- dona pace
- al mio inverno;
- riscalda condensa,
- il mio corpo
- che chiama:
- impossibile, eterna,
- pennellata
- al mio cuore.
-
- TORNA ALL'INIZIO
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