Concorso
Letterario
Age Bassi
1998
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- Classifica
concorso Age Bassi 1998:
- Per leggere i testi cliccare sul nome della
poesia
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- 1° classificato Silvestro De Simone di
Terracina (Lt) con Ricordi;
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- 2° classificata Daniela Raimondi di Londra
con Canto
latino;
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- 3° classificato Simone Cialdi di Grosseto con
Senza
titolo;
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- 4° classificato Marco Sandre di Gorgo al
Monticano (Tv) con Monologo;
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- 5° classificato Giancarlo Frainer di Gardolo
(Tn) con Il
confine;
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- 6° classificato Andrea Di Felice di Chieti
con Nell'ultimo
gioco;
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- 7° classificato Moreno Veronese di Bolzano
con Nuovi
sconosciuti;
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- 8° classificato Massimo Seriacopi di Firenze
con Senza
titolo;
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- 9° classificato Antonio Favruzzo di Concordia
Sagittaria (Ve) con Momenti
di blu;
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- 10° classificata Adriana Scarpa di Treviso
con La
badia.
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La premiazione avverrà, Sabato 17
ottobre 1998 alle ore 20,30 presso la Sala Civica del Comune
di Castiraga Vidardo (LO)
Per Informazioni contattare il seguente numero:
0371/90404, chiedere della Sig.ra Fiorella Morelli
I TESTI DELLE OPERE CLASSIFICATE:
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- 1°
classificato
- Silvestro De Simone di Terracina (Lt)
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- Ricordi
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- Nella penombra dei ricordi
- il tramonto consuma
- i suoi ultimi bagliori.
- I ricordi, lievi come dolci
- parole d'amore fuggite
- dalla gabbia del cuore,
- grevi come la grandine
- che in primavera si abbatte
- sui fiori rosa del pesco.
- Parole della solitudine,
- malinconici frammenti
- del tempo che più non
sarà,
- chi era e non è più.
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- I miei giorni, mille gocce
- di pioggia disperse dal vento.
- La giovinezza, un fremito d'ali
- nel profumo delle ginestre.
- L'amore, lacrime di miele
- sulla foglia di limone.
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- Fuori dai vetri scende la nebbia
- sul giardino di rose appassite.
- La notte chiuderà gli occhi
- ormai stanchi di sognare.
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- Motivazione:
- Questa composizione poetica, pervasa di
struggente malinconia, è giocata su di un
armonioso fluire di metafore e similitudini in cui
nostalgia, rimpianto, amara consapevolezza e tenera
memoria si intrecciano.
- Molte sono le poesie dedicate al tema del
ricordo cui è legato il sentimento
profondamente umano del tempo che scorre, ma questa
(in particolare) si segnala per l'equilibrio
compositivo e la capacità di sfruttare a pieno
il magico potere della prole riuscendo così ad
essere coinvolgente senza diventare melensa, pacata e
mai banale.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 2° classificata
- Daniela Raimondi di Londra
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- Canto Latino
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- Conosci tutto quello che importa nel
mondo:
- tutti i nomi dei pesci, le correnti che portano
a riva
- e dove i venti vanno a morire.
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- Sfidi il destino giocando alle carte nel bar
della piazza,
- con il vino e il caffè,
- imprecando contro tutti i partiti e le mosche
insolenti.
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- Di donne ne hai avute una sola:
- l'hai sposata che era quasi bambina.
- Nella prima notte d'amore tu intrecciavi le
dita
- fra capelli che sapevano a sole, e a
conchiglie.
- Lei rideva
- e i suoi occhi brillavano, accecandoti il
cuore.
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- Dal suo corpo nacquero figli, latte tiepido e
pianto
- e ai tuoi figli insegnasti i segreti del
mare,
- il timore di Dio, e l'onore severo della povera
gente.
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- Insegnasti a sfidare la morte, e ad amare la
vita:
- il sapore del pane appena sfornato.
- I colori del mare
- e la brezza leggera nelle notti di
maggio.
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- Poi un giorno lascerai questo mondo
- scivolando lontano, come i pesci nel
mare.
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- I tuoi figli piangeranno in silenzio
- guidando le barche nel buio e nel
vento.
- Ma in inverno canteranno il tuo nome ai
bambini
- ricucendo le reti nel porto,
- aspettando di nuovo l'estate.
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- Motivazione:
- Ciò che contraddistingue questa poesia
dal sapore vagamente "verghiano" è la piena
concordanza di contenuto ed espressione nel segno di
una comune semplicità. Fra le righe del "canto"
possiamo scoprire l'invito a riassaporare le piccole
gioie quotidiane imparando a percepire di nuovo il
piacere di esistere e l'autenticità di antichi
valori.
- La consapevolezza che l'esistenza dell'uomo e
il dolore della morte appartengono alla natura e sono
condivisi da tutti gli esseri viventi, pervade questa
composizione conferendole una pacata armonia.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 3° classificato
- Simone Cialdi di Grosseto:
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- Malinconica e stordita
- la pallida luna era salita in cielo
- e stanca per il lungo viaggio
- restava immobile sognando la notte,
- poi, distrattamente,
- i suoi raggi bianchi illuminarono la
spiaggia
- e sulla sabbia bagnate dal mare
- scoprirono distese le tue gambe
- e risalendo lungo i fianchi
- sfiorarono poi il tuo viso e le tue
labbra
- mentre ancora tra i sogni
- rimanevi altrove.
- Fu così che la luna,
- senza più indugiare,
- si tuffò dalle nuvole del mondo
- e felice, svanì nel buio.
- Cosa fece negli abissi
- è un suo segreto,
- ma quando riemerse
- piena di luce inondò il cielo di
colori
- ed una lieve brezza
- mosse gentile i tuoi capelli,
- a quel tocco
- lentamente
- si aprirono i tuoi occhi
- e con un dolce sorriso
- ti svegliasti insieme all'alba.
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- Motivazione:
- L'autore sa far trasparire fin dalle prime
parole una dolce e trasognata malinconia attraverso
l'immagine della luna distaccata e fredda che illumina
la figura di una donna abbandonata e assente.
- Ma la luce ritorna e con questa i colori della
natura: la contemplazione lascia spazio al
riaccendersi del sentimento.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 4° classificato
- Marco Sandre di Gorgo al Monticano
(Tv)
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- Monologo
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- Sorprendimi, luna.
- L'uomo è malato.
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- Ritrovassi pure un compagno
- lungo il sentiero offeso...
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- Ma troppa è la lontananza
- e breve il presente
- scavato nell'astuta voce
- delle mie notti.
- Fatto d'inganni il proseguire
- che consuma nomi
- nell'eterna solitudine.
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- Anche il vento cesserà.
- E non potrò mai conoscere
- un eco di lume:
- la memoria è già qui...
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 5° classificato
- Giancarlo Frainer di Gardolo (Tn)
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- Il confine
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- Se tendo le mani
- il tuo corpo scompare
- e nel silenzio scende
- dove la speranza
- non ha più uscite.
- Sospesi i desideri
- si spezza il recinto,
- il confine provvisorio
- dove, con l'ultima luce,
- la penna batte, qui
- dove fa male.
- Chissà,
- forse domani vedrò
- una vela gonfiarsi,
- aprirsi al mare
- tesa, come foglia avida
- a bere l'aria,
- senza che niente
- la separi dal vento.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 6° classificato
- Andrea Di Felice di Chieti
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- Nell'ultimo
gioco
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- Quando la mia voce ha suonato
- alla porta della sua (...era ottobre?)
Lei
- l'ha spalancata per l'abbraccio di
parole.
- Non ha preceduto di domande
- la gioia di accogliermi
- con tutti i sorrisi che aveva a portata degli
occhi.
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- Quando ho cercato il suo ritorno
- il buio occupava da ore il parcheggio
- (era dicembre?...). Abbiamo poi
festeggiato
- - un cioccolatino e un fiore rosso
- dalle dita alle dita - la vittoria di quattro
cifre
- per le duemila pagine studiate. Lei
era
- troppo allegra per ritrarre la mano
- dal calore di quelle dell'amico
- dagli occhi troppo grandi e chiari
- per non essere innocente...
-
- Quando dalla mia strada ho guardato
- dentro la sua finestra
- Lei non si è nascosta
- nella zona buia della stanza. Dalla presenza
nuova
- che per amore escludeva di amare
- (era febbraio) Lei si è lasciata
leggere
- più pagine di quante sapesse
- di avere già scritto
- tra la fronte e le labbra. Riflesso
- io la ricordo lettrice a sua volta
- del libro aperto che l'appassionava.
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- Quando non ho suonato alla sua porta
- (in primavera, in estate,...) Lei era
convinta
- di non dover aprire la sua casa
- al chiasso al pianto alla carezza al
pugno
- dell'amico-bambino
- in castigo
- - lui dagli occhi colore dell'aria -
- per avere sbagliato a giocare
- nell'ultimo gioco.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 7° classificato
- Moreno Veronese di Bolzano
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- Nuovi
sconosciuti
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- Pensare agli sguardi,
- Ai modi e al sorriso.
- È impensabile giungere
- Al senso degli atti.
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- Ciò che curo si
dissolverà
- In meno di un ricordo.
- Ciò che curo servirà
- In meno di una farsa.
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- Eppure amo
- In soli giardini o in locali
affollati,
- A volte giocare con gli stessi
sguardi,
- Con in mente nient'altro
- Che assuefarmi, ridere,
- Mentire e poi spostarmi.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 8° classificato
- Massimo Seriacopi di Firenze
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- Se sono il vento caldo di scirocco,
- sarà su te che volgerò la
rotta;
- t'investirò sciogliendo il tuo
respiro
- brinato come un nordico arabesco
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- E non berrò sorgenti troppo
fredde,
- né bagnerò le carni in mari
tiepidi
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- M'immergerò nei fanghi
rilucenti
- di cave di creta, rubati al tornio:
- saranno scintillanti, incandescenti,
- plasmati dalle mani d'un artista:
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- né più potrà fermarmi
nessun muro
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 9° classificato
- Antonio Favruzzo
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- Momenti di blu
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- Ho udito il bianco spumeggiare,
- una brezza lieve sulle onde del mare,
- come un lento anelito vago e breve.
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- Nel cielo, fumoso e grigio,
- s'allontana nell'ombra
- del bel sole il naufragio,
-
- La deserta rada è ingombra
- di luci cupe e delicate, come un'onda.
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- Piccoli sguardi sognati,
- astri confusi e vagheggiati,
-
- Nel colore notturno calante,
- si perde l'occhio mio errante.
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- Ecco, la tenebra tacitamente affonda,
- sembra che il mondo si nasconda
- e mentre s'illumina una duna
- vedo comparire la bianca luna.
-
- Ho udito il mare spumeggiare,
- ed una brezza lieve,
- soltanto vaga e breve.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 10° classificata
- Adriana Scarpa di Treviso
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- La badia
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- Il sole si diverte sui colori
- della vetrata gotica
- risveglia dal letargo la lucertola
- impiombata tra tessere di cielo.
- Dopo l'intrico dei rami
- dopo l'occhiuto silenzio/disvela
- lo spazio quasi
- un colore di pula ma i contadini
- tutti svaniti nell'aria.
- Afona si dibatte la cicala
- tra il seccume; liquida
- è solo la pupilla
- e un grumo di resine che brilla.
-
- Non mi hanno invetriata
- così resto libera di andare
- tra il liuto delle bifore
- minima, colorata,
- come un'innocua farfalla
- o un arcangelo
- sperduto.
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- TORNA ALL'INIZIO
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