Risultati di
concorsi
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Concorso
Letterario
Città di
Melegnano 1998
sez.
poesia
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- Classifica
concorso letterario Città di Melegnano 1998 sez.
poesia:
- Per leggere i testi cliccare sul nome della
poesia
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- 1° classificato Antonio Zocchi di Bologna
con Oltre il
confine;
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- 2° classificata Elena Ruvidi di Pozzuoli
(Na) con La statua
ritrovata;
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- 3° classificata Anna Lucia Di Nauta di
Apricena (Pg) con Sono per
te;
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- 4° classificata Roberta Degl'Innocenti di
Firenze con Prendi le
mie parole;
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- 5° classificata Adriana Scarpa di Treviso
con Questo è il
tempo;
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- 6° classificata Loriana Capecchi di
Quarrata (Pt) con Fanciulli;
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- 7° classificato Paolo Padoan di Crocetta
del Montello (Tv) con Anelli
per te;
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- 8° classificato Antonio Capriotti di Porto
d'Ascoli (Ap) con Terremoto;
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- 9° classificato Luca Bosco di Gassino
Torinese (To) con 22 giugno
1998;
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- 10° classificato Alessandro Maderna di
Opera (Mi) con A
Carola.
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- SEGNALATI:
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- Maria Teresa Kindjansky di Cava dei Tirreni
(Sa) con Attendo;
- Daniela Raimondi di Londra con Party;
- Rosalba Santoni di Pecetto (Al) con
Figlia.
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- I TESTI DELLE OPERE
CLASSIFICATE
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- 1° classificato
- Antonio Zocchi
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- Oltre il
confine
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- Un pozzo nell'anima,
- pieno di parole,
- in cui la mente a volte cala,
- un secchio che riemerge di ricordi.
- E non importa se non hanno tempo,
- basta che ci siano e che volino al
vento.
- Ed a volte cerco,
- oltre l'orizzonte il confine,
- che mi mostri la soglia,
- che mi sveli ogni ragione
- che la vita nega,
- che la frenesia affoga.
- E allora mi perdo,
- ad occhio nudo guardo,
- per scoprire il colore delle ali dei
sogni,
- e vedere se planano in vortici strani sulla
terra nuda.
- Ed a volte ho udito il soffio,
- di anime straniere che cantavano di
luoghi,
- oltre le colline, oltre il conosciuto.
- Ma se la ragione tornasse a bussare
- aprirei la porta per sentire amore,
- e la porterei alla fine,
- oltre quel confine,
- dove si respira per non soffocare,
- dove si respira tra il mio cielo e il mare.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 2° classificata
- Elena Ruvidi
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- La statua
ritrovata
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- Per la tua casa
- dai tripodi di bronzo
- ho intrecciato con giunchi
- rami di mirto e bacche di corallo;
- per la tua fronte alloro
- che così ti si possa ricordare
- incoronata,
- quando ti troveranno,
- bianca di marmo
- tra i mosaici spezzati
- e le tronche colonne.
- Della fontana del satiro
- che scroscia fresca nel peristilio
roseo,
- come tua giovinezza,
- degli altari dei Lari,
- dei nostri grandi Dei affrescati
- di rosso cupo di murice e nero
- non rimarrà più nulla.
- Ma tu rinascerai alta nel sole,
- il peplo e il manto scolpiti dal
vento.
- Ti sfioreranno le mani stupite
- di genti nuove di mille e mille anni,
- eppure antiche anche di noi,
- che di te sanno;
- mentre giammai tu sapesti di loro.
- Non tremare
- potrebbero capire che sei viva.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 3° classificata
- Anna Lucia Di
Nauta
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- Sono per te
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- Sono per te l'aspro
- odore dell'erba calpestata
- dalla pietra più sincera,
- talora l'albero cavo
- che intana la notte.
- Sono, amico mio,
- il valico d'amore in perpetuo
- interdetto alla tua voce,
- quella china dove il freno
- si rompe e ci vogliono
- occhi fermi per andare dritti
- avanti fino al proprio batticuore
- per ancora respirare pleniluni
- indivisi dai tuoi passi.
- Sono per te la tempesta
- di neve che liquefa la mente
- al profumare delle braci
- e tu sei eco, sorgente e foce
- che svolta in lontananza.
- Del lago sono la nebbia
- e il fondo dell'acqua mite
- come sguardo di puledro
- dove specchio alla tua ombra
- dormono i vecchi mari miei
- e tu ritorni nel brivido
- che credi la mia vertigine
- e non è che la tua speranza
- di stupore infinita.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 4° classificata
- Roberta
Degl'Innocenti
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- Prendi le mie
parole
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- Prendi le mie parole,
- che la brezza sussurra
- e l'uragano grida,
- ed intrecciale al ritmo,
- incalzante,
- di chitarre gitane
- dove il rumore del vento
- raccoglie
- l'odore aspro e pungente
- del mirto.
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- Prendi le mie parole,
- colorate di porpora e oro,
- spezzate e ricomposte
- in versi
- all'ombra della siepe
- che infiora l'orizzonte.
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- Raccoglile, con cura,
- nelle note d'un violino
- che rompe il silenzio,
- nell'incanto della sera
- che stupisce e scolora
- il giorno,
- sopra altari pagani
- brucia la ragione
- e disperde
- le ceneri nel vento.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 5° classificata
- Adriana Scarpa
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- Questo è il
tempo
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- Questo è il tempo,
- questa la lunga treccia
- che ci annoda all'ormeggio.
- Noi timonieri-arcangeli
- ciarliamo delle storie
- che la risacca getta sulla riva
- sotto una luna piena
- tutta bianca.
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- E immaginiamo
- la fioritura d'alghe al nostro corpo,
- un erbario prezioso
- che gonfia il soffio lieve
- sulla nuca.
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- Imparammo dal librarsi dei gabbiani
- ad intingere piume nel cobalto
- così
- si fascia di pre-luce
- il nostro corpo vagheggiando l'alba.
- Questo è il tempo
- sotto un cielo altissimo
- quando il luccichio dell'acqua
- ci ruba dai frammenti di memorie.
- Questa notte di giugno
- che mette allo scoperto
- silenziosamente
- l'altra parte del cuore.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 6° classificata
- Loriana Capecchi
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- Fanciulli
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- E ci rideva l'erba, l'aria, il fondo
- di un cielo capovolto nelle fosse
- azzurro una stagione. Forse neanche.
- E verde un gracidare ci chiamava
- da specchi quasi in secca oltre le
canne.
- Soli
- nei pomeriggi magici d'estate.
- Il calabrone perso in cerchi d'oro.
- Bianca
- la strada vuota di parole.
- Pareti non aveva la campagna.
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- E il vento ci prendeva fra le braccia
- sciogliendoci ogni fiocco dai capelli
- rapiti uccelli
- foglie vagabonde
- in fuga verso poggi di lavanda.
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- Perdute le ali
- resta solo il sogno
- che ancora pesca al fondo nostalgie
- versando a riva guizzi di rimpianto.
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- Ma il fiume adesso ha sponde di
cemento
- le stesse allora ariose di fanciulli
- già letto di ranuncoli e
verbene.
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- Scivola l'acqua senza una memoria.
- Il vento passa muto e non rammenta.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 7° classificato
- Paolo Padoan
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- Anelli per te
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- Amore chiami parole laccate dalla
primavera
- figlie dei tuoi silenzi d'edera
- che ripongo sulle mensole della poesia
- che tu scorri con la saggia lentezza della
lumaca.
- Sono come lucertole che si nascondono
d'autunno
- bianche betulle sorridenti al bosco ormai
giallo
- campanili fiabeschi emersi dai cascami di
nebbia
- viaggi, abbracciato a te sulla carrozza
inesistente
- cigolii dell'anima a perdere nella
notte
- stracci intrisi d'ossido lucidato dagli
ottoni
- belle come la ragione di bagnarsi sotto la
pioggia
- fischi dell'innamorato per i labirinti del
paese
- quel fischio insolente modula le tue parole
d'amore
- ho dipinto tutte le case con le nostre
lacrime
- e tu riconosci quel sale azzurro sui muri
brillati
- le parole salgono lente dai camini come
arcobaleni
- li vedi solo tu perché hai il sangue
variopinto
- sarai sporca per sempre di quel seme
d'arlecchino
- che colora anche il relitto della bicicletta
brunita
- non sarò mai vedovo di te perché
ho anelli d'amore
- posso ormai scrivere solo virgole sui fogli
bianchi:
- le parole della tua poesia cadranno come
foglie
- che si leggeranno da sole in un canto
d'amore.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 8° classificato
- Antonio
Capriotti
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- Terremoto
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- Or è vento cieco d'abissi
- - bramito e onda - che in danza
- percuote e furente frantuma
- le case; inuma coi muri le cene
- incompiute, l'odore avito
- e l'intima luce, il sudore
- lungo dei giorni, le voci
- e il sangue nel silenzio di detriti.
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- Lassù nel borgo stanotte
- fredde ammiccano stelle
- a strade di passi svaniti, ulula
- il cane rimasto nell'orto
- alla catena, e nel buio
- si perde inascoltato il pianto
- di vecchia pervicace
- intirizzita all'uscio che non tiene.
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- Cadute sono anche le chiese
- nate d'antico fervore, le pietre
- col volto dei Santi, e ti chiedi
- il tutto a chi piaccia, a che giovi.
- Ritorna assillante, e sgomenta
- «sublunaria curatne Deus?»
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 9° classificato
- Luca Bosco
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- 22 giugno 1998
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- Se solo fossi ciò che è il melo
d'autunno
- e avessi baci come accenti d'edera
avviluppati
- saprei il tuono
- saprei il silenzio e l'abbandono.
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- E avrei tempo, senza temere sete,
- e frutterei,
- prestando i piedi nudi alla nuda
terra,
- come al cielo.
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- (Già sui rami s'attempa il grembo dei
nidi,
- s'insinua la piega del sonno
- fra l'erba assolutrice).
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- E tu, lontana, aspetti me?
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- Tu, che sei l'ombra di meridiana
- e colmi la crepa che ho nel cuore,
- quante croci hai contato
- tra queste troppo solide mura,
- sotto questo cielo da cattedrale?
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- Io resto qui a fissare queste porte,
- a nutrire queste fessure d'ombra,
- a disconoscere l'occhio che offro alla
paura.
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- (Non ho labbra per altro...)
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- E apprendo solo ora a camminare,
- curvo, sotto nubi troppo strette,
- e ti vorrei domandare:
- «Quante sono le stelle?».
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 10° classificato
- Alessandro Maderna
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- A Carola
-
- Se osservi il Sole che si concede al
cielo,
- se in questi giorni lo guardi attentamente
grazie a Galileo
- lo vedi partorire
- fra lacrime che son lingue di fuoco,
- lo senti che d'amore avvampa
- i rocciosi tetti;
- se tendi l'orecchio nel silenzio del
buio
- cogli dall'altra parte del mondo
- il canto-vagito della Fenice che
rinasce,
- ha smesso gli abiti lisi
- di tizzoni ormai spenti
- per indossare un'armatura d'amore
incandescente
- forgiata da divini fabbri omerici.
- Se chiudendo gli occhi per dormire
- vedrai il mio volto
- io ti bacerò sulle labbra
- perché ci stiamo nutrendo dello stesso
sogno,
- emergerò dal Tutto per un
attimo
- e con quel bacio ci ritufferemo
insieme,
- così il nostro sentimento sarà
una vivace foresta,
- un'immensa distesa d'erba fresca
- dove si moltiplica la vita;
- avvolti nello sguardo vasto del Gipeto, che
sovrasta,
- saremo i suoni e i rumori,
- colori i nostri pensieri
- leggeri sul nostro respiro che è Padre
dei Venti;
- la Terra tutta ci farà da
rifugio,
- di verde vestiremo i nostri corpi
- che un giorno metteranno profonde radici e
teneri germogli,
- di luce nutriremo i nostri bisogni
- per dimorare nella passione.
- Se osservi il Sole nel cielo,
- se in questi giorni lo guardi
attentamente
- lo vedi realizzare l'utopia:
- illumina ogni cosa, tingendo anche
l'ombra,
- è l'Amore Perfetto.
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