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Testi vincitori del concorso Ottavio Nipoti ed.1996 - 1° classificato Marco Ferraresi di Borgolavezzaro (No)
- (un pensiero sulla "cultura")
- Metamorfosi
- Da roride fonti
- e anelanti sorgenti
- ho bevuto le più nobili acque:
- ho scoperto legami ancestrali
- con mondi infiniti,
- mai nati e imperituri,
- retaggio di un cosmo impensato.
- Ho gustato le acque più fresche,
- come la loro memoria infinita,
- l'acqua delle vette più alte,
- come alto è il loro dominio;
- le ho cercate per vani secreti,
- coma Parola che schiuda ogni porta.
- Dopo aver scalato ogni cima,
- e sudato gocce di nettare divino,
- ho assaggiato autentiche nevi
- disciolte dal sole più puro:
- d'un tratto apparvi a me stesso
- una singola cosa
- con quell'umide fonti
- con quell'acque agognate
- con la stessa corrente
- che scende ogni volta alla valle
- per ivi mirar l'Assoluto.
- Luna
- Una scia di luce
- trascinata sull'acqua
- persa all'orizzonte
- confuso nel buio
- del cielo notturno:
- ignota strada
- della Speranza.
- 2° classificato Paolo Arnaud di Villa d'Adda (Bg)
- Nessuno
- è sceso mai
- due gradini
- più
- in basso.
- Mi avrebbe
- trovato.
- Disperato
- incatenato
- alla
- mia
- vita.
- 3°classificato Ivan Nossa di Brignano (Bg)
- Patente
- Chi mi ha dato la patente,
- per viaggiare in questi giorni?
- Eppure viaggio.
- Caos, traffico, urla, morti.
- Molto più semplice guidare nella nebbia
- della nostra Pianura Padana.
- Devo proseguire. Ora.
- Chi mi insegna la paziente attesa
- di un semaforo verde,
- quando la vita va così di fretta?
- Tutti corrono.
- Come potrò non schiacciare l'amico
- che attraversa onesto sulle strisce?
- Mi spingono.
- Come posso non andare contromano
- quando quella è l'unica corsia libera?
- Mi investono?
- Cercasi:
- qualcuno
- che dia la patente per guidare la vita,
- qualcun altro
- che abbia voglia e saggezza per imparare.
- 4° classificata Maria Clara Quinale di Lomello (Pv)
- Tra le pagine d'un libro
- Briciole di pane
- ho ritrovato tra le pagine
- d'un vecchio libro di latino.
- Briciole di pane scuro
- che ritornano
- come figlie di Eolo
- per alitare il fascino
- degli anni in erba,
- per ricordare la ricchezza
- d'un pasto povero
- sulle ginocchia.
- Briciole di casa mia
- che echeggiano certezze
- e confermano solide intuizioni
- nella vivacità di un'anima
- in esplorazione.
- Briciole calde di gioventù
- sono rimaste tra le pagine
- d'un libro amico
- per ritornare come stelle
- in un attimo di nostalgia.
- 5° classificata
Gabriella Giordano Marabotto di San Remo (Im)- Ho visto spegnersi
- Ho visto spegnersi
- le luci della strada,
- nell'ora ormai bianca
- della prima mattina.
- E nello spazio
- tornato bruno per un momento
- s'è trattenuto il Sogno,
- che già si stava allontanando.
- 6° classificata
- Maria Luisa Castelli Ferraris di Domodossola (Vb)
- La meta
- La piega amara del labbro
- che più non ride giulivo,
- la mano del tempo
- che incurvare ti fa
- le spalle ormai stanche
- e i laghi profondi di neri pensieri,
- che liquidi rendono
- gli occhi lontani,
- ti fanno sentire,
- tra i radi capelli, il soffio del tempo,
- che sempre giovane e forte
- ti spinge incurante
- alla meta che speri lontana.
- 7° classificato
- Carlo Buffolino di Piantonia (Pr)
- Dolci vecchietti
- Il vino scuro, rosso, denso;
- Dell'ultimo bicchiere.
- Mentre bottiglie vuote son sparse in giro,
- Vecchietti dalle teste chine,
- Si aggrappano con stanchezza al tavolo da gioco,
- Come ultimo baluardi di una stanza in movimento.
- La giornata è finita.
- Il sole vermiglio bagna le finestre.
- Pensieri senza logica,
- Come nuvole di fumo, viziano l'ambiente.
- Le carte da briscola ormai inutili,
- Son come foglie sparse al vento.
- 8° classificata
- Maria Teresa Zanafredi
- di Casalbellotto (Cr)
- È tempo di cercarti
- S'è affievolita
- la forza
- di dissodare una terra di pietra;
- è svanita la voglia di sognare.
- È tempo di capire
- il tuo silenzio,
- l'indifferenza
- a tutto ciò che ci annienta.
- È tempo di cercarti
- nelle grandezze sconfinate,
- nella vertigine dei cieli
- e già
- la tua assenza mi invade.
- L'ignoto mi spaventa
- ma la tua eco
- mi giunge onnipotente.
- Forse vuoi riprenderti
- i frammenti della mia vita
- e già avverto la tua presenza.
- Un giorno forse,
- quando varcherò
- la soglia del tuo regno,
- capirò perché ti ho amato,
- saprò perché ho vissuto.
- 9° classificata
- Maria Luisa Beck Peccoz Spanò di Kuehbach
- Vorrei
- Vorrei
- che ogni tanto
- le tue parole
- diventassero così lievi
- da infilarsi ovunque
- per raggiungermi.
- Vorrei che le tue parole,
- quelle più vere,
- acquistassero
- dimensioni minuscole,
- aeree,
- per volare
- col vento di questa primavera
- con il polline e le foglie,
- per toccare,
- impercettibili agli altri,
- il mio sentire più remoto.
- Come una carezza inaspettata,
- inusuale,
- traguardo
- di mille desideri,
- simbolo
- di un'unica gioia.
- Vorrei che le tue parole,
- le rare parole
- nate solo per me,
- imparassero a scavalcare
- il muro che ci separa
- e accettassero
- orgogliosamente,
- incondizionatamente
- di essere mie.
- 10° classificato
- Matteo Gubellini di Dalmine (Bg)
- Crepa crepaccio
- mi straccio poco a poco,
- mi faccio trasparente e fioco,
- il lamento si fa roco.
- Infine taccio.
- 11° classificata
- Anna Maria Bonfiglio di Palermo
- Un'altra luce
- La luce di un'altra estate illumina
- quell'angolo dove i tuoi passi padre
- erano il fumo della sigaretta
- che tu rubavi al sorvegliato assillo
- Le nostre solitudini assediate
- da quel dolore giunto ancora prima
- che si verificasse la partenza
- E questo nodo che mi artiglia il petto
- nel ricordo della tua sofferenza
- che fui impaziente di veder cessare
- è un'altra solitudine &endash; più amara &endash;
- una catena d'infiniti anelli
- da cui non salva nessun'amnistia
- Ora la stessa luce è un'altra luce
- e un altro suono ha lo stesso riso
- e niente è più perverso
- di questa luce che avvelena gli occhi
- di questo riso che arde nella gola.
- 12° classificato
- Sergio Barbieri di Voghera (Pv)
- Il veliero del tempo
- Sono ormeggiato al molo della vecchiaia:
- dove antichi sogni corsari rammendano reti
- su spiagge assolate&endash;
- e illusioni bambine dondolano come barche
- dalle vele di pizzo ricamato&endash;
- dove ricordi giovinetti passeggiano scalzi
- nei labirinti dei primi amori&endash;
- e le gioie e le delusioni danzano abbracciate
- languidi slows&endash;
- ma logore nostalgie camminano lente
- appoggiandosi ai bastoni dei rimpianti.
- Il Veliero del Tempo è alla fonda
- &endash; tra le rocce più riparate del porto &endash;
- e già un nocchiero unge d'olio di sansa
- l'argano di recupero dell'ancora.
- E poi sarà il mare aperto: l'Infinita Eternità.
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