-
- IL CASO
SABATTINI
-
- A proposito del problema del
dissenso politico sottoposto attualmente in Italia a
persecuzione psichiatrica riferirò del caso,
già accennato, Carlo Sabattini, di cui mi sono
occupato come perito della difesa.
- Nell'estate del 1985, quando
Carlo Sabattini era internato nel manicomio giudiziario
di Castiglione dello Stiviere, in seguito a denuncia
pretestuosa del sindaco di Modena e per ordine del
pretore Persico, appoggiato dalla perizia di tre
psichiatri, che avevano dichiarato Sabattini malato di
mente pericoloso, in qualità di perito della
difesa andai più volte a trovarlo, con lo scopo di
conoscerlo e preparare con lui gli strumenti della
difesa.
- In quel periodo la stampa
nazionale italiana parlava molto del caso Sacharov e poco
o nulla di Sabattini, capolista dei Verdi nel Comune di
Modena, una persona che godeva la fiducia dei cittadini,
oltre che degli amici e collaboratori, tanto che era
stato eletto con il maggior numero di preferenze. Le sue
iniziative per denunciare le condizioni ecologiche e
altri aspetti della vita modenese, erano molto ponderate
e precise, frutto di convinzioni profonde. Sabattini era
diventato un punto di riferimento non solo per i Verdi ma
per chi voleva cambiare le cose. Così l'hanno
fatto passare per matto, sono andati a prenderlo a casa e
l'hanno internato in un manicomio.
- Sono andato a trovarlo, ho
parlato con lui e l'ho trovato persona estremamente
consapevole e cosciente di quello che era accaduto. Con
serenità mi ha detto: "Non guardate chi è
Sabattini. Stando qui dentro al manicomio giudiziario
potrebbe anche innervosirsi. Guardate piuttosto i
documenti delle vertenze giuridiche di cui mi sono
occupato". Così mi ha fatto vedere i documenti con
i quali ha formato un "libro bianco", mandato alla
Federazione provinciale del Partito Socialista di Modena,
che a sua volta lo ha trasmesso al presidente Pertini
perché lo sottoponesse all'esame del Consiglio
Superiore della Magistratura.
- Sabattini ha infine
ribadito: "Guardate i documenti e decidete, invece di
mettere da parte me con dei pretesti."
- Non è una
novità che la psichiatria si serva dei suoi
strumenti per eliminare i cittadini che dissentono: tutti
lo sappiamo bene perché si parla molto in Italia,
e in tutto l'Occidente, della psichiatria come
repressione in Unione Sovietica e in altri Paesi a
socialismo reale, giustamente criticando quello che vi
accade. Ma la verità è che queste cose
accadono anche da noi. Anzi storicamente è proprio
in Italia che è nata la psichiatria come strumento
repressivo del dissenso. Si deve a Lombroso
l'elaborazione di queste teorie, che in Unione Sovietica
vengono usate magari con qualche
perfezionamento.
- Chi conosce la storia del
movimento anarchico italiano sa che in Italia molti
dissidenti sono stati eliminati grazie alle teorie
sociologiche e psichiatriche lombrosiane. Così
Sabattini non è un caso nuovo. Per non dire di
tutti quelli che vengono eliminati giorno dopo giorno,
senza che se ne abbia notizia, perché non hanno
rilievo presso l'opinione pubblica. (...) Se per ipotesi
Sabattini fosse stato uno che diceva sciocchezze, forse
non sarebbe stato internato, perché non ci voleva
molto a smentirlo. Ma proprio perché era difficile
smentirlo, l'unico modo era internarlo in manicomio e
farlo dichiarare pazzo dagli psichiatri che svolgono
appunto questo compito al servizio del
potere.
- Quelli che mi conoscono, o
che conoscono il mio lavoro, sanno che ho sempre
sostenuto e sostengo che la psichiatria non è una
scienza. Secondo me la psichiatria è stata
costruita apposta per eliminare le persone scomode: la
persona scomoda può essere il dissidente il cui
pensiero è in conflitto con le autorità, ma
anche il disoccupato o il mendicante.
- Dicono che Sabattini
avrebbe, per usare le loro parole, un "delirio
rivendicazionista". Questo significherebbe che una
persona che come il Sabattini fa delle precise,
documentate rivendicazioni, non è un cittadino che
difende i suoi diritti, come penso io e come pensano i
suoi elettori, ma è uno che ha il difetto di
protestare: così si vede che per i periti
psichiatri del giudice il protestare contro le
autorità è un difetto, che finisce per
diventare una malattia.
- Dicono ancora i periti del
giudice che Sabattini soffrirebbe di "altruismo morboso":
sfiderei chiunque a spiegare il contenuto di questo
concetto. Anche la capacità di Sabattini a
formarsi una cultura giuridica da autodidatta sarebbe
secondo loro un sintomo di malattia. Infine lo accusano
di proselitismo: vale a dire di farsi dei proseliti, come
fa ogni politico e ogni cittadino che si occupa dei
diritti collettivi.
- Come si vede, ogni
caratteristica positiva viene trasformata in un carattere
negativo. Ma non basta: i caratteri negativi così
arbitrariamente ottenuti vengono raccolti in un concetto
immaginario di malattia.
- In ogni modo anche se
Sabattini si sbagliasse nelle sue critiche e nelle sue
denunzie, sarebbe un cittadino che fa degli errori nel
difendere i diritti della collettività, non certo
uno da definire matto e da mettere in manicomio
giudiziario. (...) Sabattini è stato liberato dopo
circa tre mesi d'internamento, con una modifica, da parte
del tribunale, della formula con cui era stato internato.
Ma ha dovuto aspettare più a lungo per essere
liberato dal marchio che gli hanno applicato gli
psichiatri.
-
- Tratto da
"Il
pregiudizio
psichiatrico" di
Giorgio
Antonucci, ed.
Eléuthera
-
- Testo scelto e composto dal Comitato
di base contro la psichiatria di Messina
|