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Recensioni
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Englaro
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- RAJIVA
WIJESINHA, SERVI, MILANO, G.TRANCHIDA
ED., 2002
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È
del singalese Rajiva Wijesinha il
romanzo Servi pubblicato in Sri
Lanka nel 1995 e tradotto nel 2002 per
i tipi di Giovanni Tranchida. Il libro
ha tutte le carte in regola per essere
definito un romanzo storico:
occidentale nella solida struttura e
ricerca espressiva derivante dagli
studi classici compiuti da Wijesinha
all'università di Oxford,
è singalese nell'immaginario
culturale, a cui l'autore copiosamente
attinge per dar vita e colore ai
numerosi rapporti fra le persone e alle
loro intime vicende.
- Le
vicissitudini di una famiglia singalese
altolocata e benestante che viene
coinvolta, suo malgrado, dai
cambiamenti epocali che travolsero il
paese con un sistema sociale rimasto
feudale fino agli inizi degli anni
Sessanta e che pareva immutabile nel
tempo, sono viste attraverso le figure
dei servi che si succedono nella casa
padronale. La voce dell'io narrante,
che è poi quella dell'autore,
affida loro un ruolo specifico di
rilievo - tra l'altro, alcuni di loro
hanno avuto un'influenza notevole nella
sua formazione - rivendicando la loro
personalità e identità,
negata socialmente e spesso non
considerata. Il narratore sin da
bambino interagisce positivamente con
il mondo dei domestici, l'altra
metà della casa, e scopre che
sono esseri umani dotati di
virtù e sottili
ambiguità, mossi da passioni e
desideri, fedeli ai loro padroni ma
capaci anche di tradirli. Entra con
viva partecipazione nelle dinamiche
complesse dei rapporti, infrangendo le
forti barriere esistenti fra padroni e
servi e sapendo soprattutto evitare,
quando scrive, l'elemento
melodrammatico spesso in
agguato.
- Le tre
generazioni di servi che si succedono
come in un carosello a Shalimar, la
grande casa coloniale di Colombo, fatta
costruire nel 1936 dalla nonna
dell'autore, e dove aleggia ancora
un'atmosfera da impero in declino,
diventano l'emblema dei cambiamenti
radicali avvenuti nello Sri Lanka nel
XX secolo. Con la fine del periodo
coloniale britannico il governo,
impegnato in un vasto processo di
democratizzazione, attua la rivoluzione
nel sistema della proprietà
terriera e introduce l'istruzione di
massa. Il processo implica, al tempo
stesso, una maggiore mobilità
sociale, un caos nei valori
tradizionali e l'appropriazione della
lingua singalese e tamil, contemporanea
a una messa al bando dell'inglese.
Inevitabilmente i legami tra le due
parti, tra i padroni e i servi,
cambiano a conferma di questa radicale
trasformazione socio-politica. Se un
tempo la famiglia era responsabile
della vita dei domestici (balie,
cuochi, giardinieri, camerieri,
autisti) che trascorrevano tutta
l'esistenza con i padroni, negli anni
Sessanta la famiglia padronale non
è più per loro una
realtà stabilizzante. Durante
questa fase il rapporto muta e il
lavoro domestico è considerato
dai servi solo un momento di passaggio
per ottenere, con la collaborazione
della famiglia che li avvia a una
professione, un lavoro all'altezza
della posizione sociale della famiglia.
L'autore osserva con l'atteggiamento
liberal che lo contraddistingue
e per cui si è visto rifiutare
in patria agli inizi della sua carriera
letteraria la pubblicazione dei suoi
libri - attualmente è
rappresentante del comitato Liberale
Internazionale di Diritti Umani dello
Sri Lanka e redattore di "Liberal
Review" - che i rapporti diventano
più vivi e collaborativi a
Shalimar e che molti ex servi, pur
lavorando altrove, continuano a vivere
in casa e a dare una mano
all'occorrenza. Solo con la terza
generazione, di fatto, i servi smettono
di esistere come classe: spesso a
Shalimar, negli anni Ottanta, la madre
è costretta a rimboccarsi le
mani e assumere servitori tamil, ben
consapevoli che l'esercizio del potere
è cambiato a loro favore. In
casa e all'esterno si respira il vento
destabilizzante della storia per cui
all'antico modello del patronato, sul
quale era imperniata la vita nei
villaggi, è subentrato un
modello di dipendenza totale dal
governo centrale con la perdita dei
valori e delle relazioni
umane.
- Il pregio di
Wijesinha è di essere non solo
uno storico lungimirante - è
autore di alcuni libri di storia:
Sri Lanka in Crises e Civil
Strife in Sri Lanka - ma anche un
romanziere. Rimescola con grande
sapienza narrativa le vicende che
sceglie di raccontare, creando un
movimento continuo, quasi ciclico, e
alternando a toni realistici toni
fiabeschi. Prendono forma figure
indimenticabili di servi e padroni,
come Sella, l'anziana ayah che
raccontava ai bambini le storie delle
precedenti reincarnazioni di Buddha o
Thottam, il vecchio giardiniere indiano
tamil, o il buddista Gunapala
estremamente devoto e riservato che
lavorava con l'abito tradizionale
bianco; oppure anche Ella, la sorella
più giovane del nonno, la pecora
nera della famiglia, fuggita con un
cocchiere e mai del tutto riabilitata
dai familiari o l'intransigente Nanda,
uccisa nella sua casa rurale nel 1985
dal Fronte di Liberazione Popolare o la
cattolicissima zia Marie, che una volta
venuta ad abitare a Colombo, aveva
assunto senza saperlo due sostenitori
dei gruppi armati tamil, che durante
una sua assenza avevano trasformato la
casa in un arsenale.
- Una lettura
curiosa ed affascinante, che dischiude
al lettore la realtà quotidiana
e storica dello Sri Lanka, un paese
alla ricerca di un volto più
moderno e democratico e di una sua
identità. Wijesinha sembra
suggerire che tra padroni e servi, tra
grandi e piccoli mutamenti non vi
è differenza perché, in
fondo, il cambiamento è il
meccanismo alla base della vita e della
storia con il suo rincorrersi di causa
ed effetto.
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