Recettori sigma Recentemente è stata
evidenziata la presenza di recettori sigma in elevate concentrazioni nella
ghiandola pineale di ratto. Infatti, benché fosse stata già descritta la presenza dei
recettori sigma nel cervello, prima d'ora non era stata ancora studiata la loro
distribuzione nella ghiandola pineale. Studi autoradiografici hanno rivelato che tali
recettori sono distribuiti sulla ghiandola pineale ad una concentrazione molto più
elevata che in altre aree del sistema nervoso centrale (Jansen ed al., 1990).
Inizialmente i recettori sigma furono ritenuti sottotipi della famiglia dei
recettori oppiacei, ma studi successivi dimostrarono che essi rappresentano siti
indipendenti per l'azione di ligandi endogeni non ancora identificati. Difatti numerose
caratteristiche farmacologiche servono a differenziarli dai recettori degli oppiati,
mentre i recettori oppiacei sono enantioselettivi per gli isomeri (-) dei farmaci
narcotici derivati dell'oppio e dei loro congeneri, i recettori sigma sono
enantioselettivi per gli isomeri (+). Inoltre il naloxone è inattivo sia in vivo che in
vitro nell'antagonizzare gli effetti dei ligandi sigma (Brady ed al., 1982;
Iwamoto, 1981; Katz ed al., 1985). Perciò, è chiaro che il recettore sigma non è
un tipo di recettore oppiaceo.
Successivamente i siti sigma furono identificati con i siti di binding della
fenciclidina all'interno del canale ionico del recettore del glutammato del tipo
N-metil-D-aspartato dal momento che la +N-allylnormetazocina (+SKF10,047), prototipo dei
liganti sigma, era in grado di spiazzare la 3HPCP dal suo sito di legame
(Mendelsohn ed al., 1985; Zukin ed al., 1984).
D'altra parte, l' [3H] (+)-SKF 10047 esibisce una selettività differente da quella
della [3H] PCP , il che conferma che queste due sostanze si legano a recettori differenti.
Per esempio, l'aloperidolo è in grado di spiazzare potentemente l' [3H] (+)-SKF 10047 dal
suo sito di legame, mentre ha un'azione estremamente debole nel rimuovere la [3H] PCP dal
suo sito di binding (Tam 1983). Alla stessa maniera la PCP esibisce una molto debole
attività agonista nei confronti del binding dell'aloperidolo (Tam e Cook 1994).
In aggiunta i recettori sigma possono essere differenziati dai siti della
fenciclidina anche in base alla loro differente distribuzione anatomica nel sistema
nervoso centrale.
Tali studi hanno consentito concludere che l'[3H] (+)-SKF 10047 si può legare a due
differenti siti: un sito ad alta affinità, sigma e un sito a bassa affinità,
quello della fenciclidina.
In seguito studi di binding hanno rivelato che molti farmaci antipsicotici si legano
con alta affinità ai siti sigma. L'aloperidolo è, tra gli antipsicotici, quello
che esibisce la più alta affinità per i siti sigma inibendo il legame del
SKF10047 con una Ki di 4mM (Itzhak 1988), cioè con una potenza almeno dieci volte
maggiore rispetto a quella esibita nei confronti del D2 recettore dopaminergico. Sulla
base di queste evidenze i siti sigma sono definiti aloperidolo sensibili e naloxone
insensibili.
Ulteriori studi poi hanno dimostrato che l'agonista dell'autorecettore dopaminergico
[3H](4)-3-(3idrossifenil)N-1propilpiperidina (3PPP) è in grado di legarsi a siti identici
a quelli dell'SKF-10047, in esperimenti nei quali il sito della fenciclidina viene
preventivamente bloccato (Largent 1986). Successivamente è stata individuata un'altra
sostanza, il DTG (1,3di-o-tolilguanidina) con struttura chimica molto differente sia dal
SKF10047 che dal 3PPP, capace di legarsi con alta affinità e con spiccata selettività ai
siti sigma. Per quanto dapprincipio si è sostenuto la identità dei siti di
binding del DTG, del 3PPP e dell'SKF10047 (Weber 1986), più tardi è stato chiaro che
essi legano siti differenti. Difatti mentre il (+)3-PPP e l'aloperidolo esibiscono una
affinità almeno 30 volte maggiore nello spiazzare il [3H]3-PPP dal suo sito di legame
rispetto a quella esibita nello spiazzare il DTG, l'(+)SKF10047 esibisce una affinità
nanomolare nei confronti del sito del [3H]3-PPP e micromolare nei confronti di quelli del
[3H]DTG (Itzhak 1991).
Qusti risultati nel loro insieme suggeriscono l'esistenza di siti multipli di
legame: il sito di legame del +3PPP, caratterizzato da marcata stereospecificità per gli
(+) isomeri del benzomorfano indicato come s1 mentre il sito di legame del DTG, che
esibisce ridotta o nessuna stereospecificità viene indicato come s2. La tavola 1 riporta
le caratteristiche farmacologiche delle due popolazioni recettoriali, mentre nella tavola
2 sono riportate le aree di distribuzione nel sistema nervoso centrale del ratto dei
recettori sigma 1 e 2.
Numerosi studi hanno tentato di identificare la localizzazione intracellulare dei
siti sigma. Per esempio gli esperimenti condotti dal gruppo di McCann (1989) hanno
indicato una sostanziale presenza di [3H](+)SKF10047 nella frazione microsomiale del
cervello di ratto. Ulteriori tentativi tesi a differenziare la distribuzione subcellulare
dei siti sigma1 e sigma2 e hanno portato a concludere che mentre la più alta
distribuzione era nella frazione microsomiale per entrambi, pur tuttavia nella frazione
mitocondriale, la concentrazione dei sigma1 era almeno doppia rispetto a quella dei sigma2
(Itzhak et al 1991b)
La relativamente alta densità dei siti sigma nella frazione microsomiale del
cervello di varie specie ha spinto molti ricercatori ad ipotizzare una possibile
associazione fra i siti sigma e citocromo P450 (Klein 1991; Ross 1991). Tuttavia va
notato che contrariamente alla distribuzione a livello epatico, il contenuto del citocromo
P450 nei microsomi rappresenta solo l'8% rispetto a quello presente nella frazione
mitocondriale nel sistema nervoso (Min 1991). Pertanto appare molto improbabile che l'alta
distribuzione di siti sigma a livello microsomiale nel sistema nervoso centrale
possa avere un significato funzionale di associazione con il citocromo P450. Appare
probabile che i siti sigma microsomiali possano rappresentare recettori
neo-sintetizzati in viaggio verso la membrana cellulare, o al contrario recettori
internalizzati a causa di fenomeni di endocitosi che portano a rimuovere le strutture
alterate nell'ambito di un fisiologico processo di ricambio. Precisi studi sull'ontogenesi
di tali recettori possono contribuire a chiarire tale problematica. Per i siti sigma
presenti della frazione sinaptosomiale è possibile ipotizzare un coinvolgimento nella
regolazione della sintesi di secondi messaggeri. Per i siti sigma presenti nella
frazione microsomiale i dati al momento suggeriscono una funzione modulatoria nella
regolazione dell'attività monoamino ossidasica (Y. Itzhak 1994).
Nonostante i numerosi studi condotti a tutt'oggi non è stato ancora possibile
identificare una sicura funzione biologica per i siti sigma. La significativa
concentrazione di siti sigma1 nelle vie mesolimbiche lascia ipotozzare un ruolo di tali
siti di legame nella regolazione di alcuni comportamenti nell'uomo e nell'animale da
esperimento e una loro disfunzione in alcune patologie psichiatriche.
Al contrario l'alta densità di sigma2 nelle aree preposte al controllo dei
movimenti (cervelletto, nuclei del tronco, gangli della base) suggerisce un loro possibile
ruolo funzionale nella modulazione dei movimenti e un loro coinvolgimento in alcuni
disturbi motori. Purtroppo però, a tutt'oggi non è stata ancora identificata alcuna
risposta biologica specifica derivata dalla stimolazione dei recettori sigma nelle
aree cerebrali dove essi sono densamente distribuiti.
L'elevata densità di recettori sigma nella ghiandola pineale, superiore a
qualsiasi altra area del sistema nervoso centrale, lascia ipotizzare un loro ruolo
importante nella fisiologica regolazione dell'attività della ghiandola e suggerisce che
tale struttura possa fornire un utile modello per lo studio di tali recettori. Pertanto
nel presente studio, si è voluto investigare gli eventuali effetti prodotti dalla
stimolazione in vivo del recettore sigma, attraverso l'utilizzazione dell'isomero
(+) del benzomorfano N-allylnormetazocina cloridrato [(+)-N-allylnormetazocina]
(SKF10047), un agonista con una specificità relativamente elevata per il sottotipo s1
(Walker, 1990).