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FORUM SCUOLA
Da
un articolo di Mario Tortello apparso
su La Stampa il 2 Novembre 1999
«La scuola trascura lalunno con handicap»
Meno docenti di sostegno. La scuola italiana ha un handicap: le ultime leggi
Finanziarie stanno creando non pochi problemi allintegrazione nelle classi comuni di
ogni ordine e grado degli allievi con difficoltà di apprendimento. Così, una esperienza
quasi trentennale, giudicata in tutto il mondo come una delle «perle» del nostro
sistema formativo, rischia di compiere gravi passi indietro, come ricorda Pietro Barbieri,
presidente della Fish, la federazione che raggruppa oltre venti associazioni di tutela dei
diritti dei più deboli.
- Mai come questanno linserimento degli alunni in situazione di
handicap nelle scuole normali mostra tutti i suoi limiti, nonostante la positività
di molte delle esperienze realizzate a partire dai primi Anni 70 e la piena integrazione
sociale di tante persone con deficit fisici, intellettivi o sensoriali. Sono oltre 118
mila, oggi, gli allievi che frequentano le scuole statali normali, insieme ai
coetanei «normodotati». Dalle materne alle superiori, dove gli iscritti certificati come
«in situazione di handicap» sono oltre 18 mila.
- Sono almeno centomila le classi coinvolte da esperienze di
integrazione (quasi sempre, con grande beneficio anche per leducazione e
listruzione dei compagni di banco); quasi sessantamila i docenti di sostegno,
assegnati alle scuole comuni.Integrazione piena come scelta irrevocabile. Ma, da tutta
Italia, arrivano proteste di famiglie, associazioni, insegnanti, scuole. Perché i
vincoli legislativi, conseguenti alle manovre economiche degli ultimi anni, impongono
tagli drastici che metterebbero a rischio la qualità dellintegrazione scolastica e,
in alcune situazioni, la possibilità stessa di realizzarla. Il malessere ha, perlomeno,
tre volti, come osserva Nicola Quirico, presidente nazionale FADIS, la Federazione
degli insegnanti per lintegrazione scolastica: tornano le classi molto numerose;
diminuiscono i docenti per il sostegno; aumenta il numero di insegnanti non specializzati.
Sino a due anni fa, le classi in cui veniva inserito un allievo con handicap non potevano
essere costituite con più di 20 alunni. Poi, la Finanziaria 98 ha cancellato la
norma, con pesanti conseguenze sulla formazione delle classi. La manovra 99 ha
cercato di correggere il tiro, ma il decreto applicativo è stato registrato dalla Corte
dei Conti quando le operazioni burocratiche erano state ormai espletate. Risultato: nel
presente anno scolastico sarebbero notevolmente cresciute le classi numerose in cui pure
sono iscritti allievi con handicap (in alcuni casi, anche più di uno per classe).
Inoltre, il numero complessivo di insegnanti per il sostegno non sarebbe in grado di
coprire lintero fabbisogno nazionale. Specie nella secondaria superiore, dove - in
seguito allapprovazione della legge che innalza ai 15 anni lobbligo di
istruzione - sono arrivati molti allievi portatori di deficit, per i quali la norma
prevede piani educativi individualizzati e percorsi anche fortemente differenziati da
quelli dei loro compagni. Cè di più: Ministero e Provveditorati agli studi sono
costretti a ricorrere a personale docente di sostegno senza specializzazione alcuna.
- In assenza di corsi di formazione, le graduatorie degli insegnanti doc sono
esaurite e, in alcune realtà provinciali, le scuole si sarebbero viste assegnare
supplenti precari che non solo non avrebbero mai visto un ragazzo in situazione di
handicap, ma non sarebbero mai entrati precedentemente in una classe. In parole povere:
docenti che non conoscono il Braille assegnati per lintegrazione di un alunno cieco;
insegnanti a digiuno della lingua dei segni o di altre metodologie specifiche affiancati a
allievi sordi; personale senza preparazione alcuna «a sostegno» di bambini con handicap
intellettivo, Down, autistici. Certo, non si tratta di grandi numeri; ma il trend resta
preoccupante e sollecita interventi drastici e urgenti da parte di governo, Parlamento e
altre istituzioni. «Sarebbe ingiusto e fuorviante, comunque, descrivere la realtà
italiana solo in termini negativi - sostiene Marisa Faloppa, presidente del torinese
Comitato per lintegrazione scolastica e redattrice della rivista Handicap
& Scuola -. Certo, i problemi sul tappeto debbono essere affrontati con decisione, a
partire dallesigenza di un maggiore impegno degli enti locali e dalla modifica dei
criteri che prevedono lassegnazione dei docenti per il sostegno in ragione di 1 ogni
138 alunni complessivamente frequentanti la scuola comune.
- Poiché gli handicappati aumentano e gli alunni totali diminuiscono, la coperta
diventa sempre più stretta e non permette di coprire tutti i posti necessari. Ma la
scuola italiana può documentare tante esperienze entusiasmanti e positive di
integrazione, che è bene conoscere e diffondere per incoraggiarne altre».
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