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Un figlio autistico e tanta voglia
di parlarne
- Carissimi,
- il nostro unico figlio è nato quattro anni fa e dall'età di
18 mesi ha cominciato il viaggio che ben conoscete e che in pochi mesi lo ha portato da
un'apparente normalità ad una patologia che, dapprima variamente e vagamente etichettata,
è' stata infine riportata sulla sua cartella clinica come "ritardo con tratti
autistici". Questa conclusione, che ci è stata comunicata in modo talmente
"soft" da non essere mai esplicita, risale al marzo di quest'anno.
- Come dicevo, a circa 18 mesi il nostro bambino cominciò a
perdere il suo vocabolario (10-15 parole), a mostrarsi irritabile, stranamente assente.
Fui io a dover insistere e forzare l'ottimismo "difensivo" di mia moglie, per
farlo visitare da uno specialista. La prima diagnosi fu di iperattività (30 mesi), poi
corretta di lì a poco in "sindrome disgregativa della prima infanzia".
- Dopodiché sentimmo un altro specialista il quale sostenne che
si trattava di una semplice depressione infantile, dovuta ad un insieme di concause, che
si sarebbe risolta spontaneamente in tre o quattro mesi, ma i progressi del bambino, pure
evidenti, non sono stati della misura auspicata.
- Ora nostro figlio ha poco più di quattro anni, é un bambino
bellissimo e dolcissimo, allegro e affettuoso, quest'anno, grazie anche alla sua
bravissima insegnante di sostegno alla scuola materna, é migliorato molto, giungendo
quasi alle soglie dell'amicizia con alcuni compagni di scuola, tra i quali é
popolarissimo. Il suo linguaggio continua ad essere "idiosincratico ed
ecolalico", ma é molto più tranquillo.
- Difficilmente chi lo incontra, quando é con noi a passeggio,
al supermercato o al ristorante, si accorge dei suoi problemi anche perché il bambino
presenta solo una parte dei sintomi dell'autismo. Quanti? Non so, direi un 50%, almeno
secondo la "Guida all'autismo" di Michael D.Powers.
- Ecco, questo é il punto, i medici si mostrano ottimisti
(addirittura lo é diventato quello inizialmente catastrofista, che si é spinto fino a
tempificare l'evoluzione del linguaggio); d'altra parte ormai sono calato in questa sorta
di "dimensione parallela" che é la realtà di un figlio autistico, e non so
più se mi conviene sperare e fingere piuttosto che indagare e cercare di capire.
- L'unica consapevolezza che ho raggiunto é quella di avere una
grande voglia di parlare e proprio il desiderio di dialogo l'unica mia sofferta conquista.
- Carissimi,
- la storia di vostro figlio purtroppo ricalca le storie di tutti
i bambini con difficoltà neurologiche ma le possibilità in realtà sono tre: si possono
incontrare specialisti che negano qualsiasi tipo di patologia o quelli che non vedono via
d'uscita ma i più pericolosi per i nostri figli sono quelli che invitano all'attesa!
- Credete non bisogna aspettare proprio nulla altrimenti si
rischia di raggiungere punti di non ritorno.
- Non vogliamo mettere paura a nessuno ma desideriamo solo
valutare con i piedi ben piantati in terra e questo ce l'ha insegnato proprio l'esperienza
con nostra figlia. Il ragionamento è questo: se il nostro bambino è destinato a
recuperare naturalmente i suoi problemi, prevenire con un buon lavoro non potrà comunque
fargli male. Non stiamo mica somministrando medicine o praticando terapie dannose
(checché se ne dica). Ma se invece questo recupero non è destinato a presentarsi, poi
che facciamo, torniamo indietro nel tempo?
- O cominciamo a strapparci i capelli al pensiero "se avessi
cercato ... se avessi fatto..."?
- Noi crediamo che nessuno possa permettersi di dirci di
aspettare, noi abbiamo il diritto ed il dovere di aiutare nostro figlio, subito!
- Scusate la veemenza ma certe cose ci fanno proprio
"incavolare". A noi è capitato che lo stesso medico l'8 luglio del 1989 ci
dicesse che nostra figlia non aveva assolutamente nulla e che era bene che ci dessimo una
calmata. Tre giorni dopo, 11 Luglio, a detta dello stesso medico Letizia era assolutamente
irrecuperabile. Il 10 Luglio Letizia aveva fatto la TAC al cervello!
- Noi abbiamo pensato: se ti sei sbagliata (era una donna) tre
giorni fa puoi sbagliarti anche ora e abbiamo cominciato a cercare .... Noi crediamo che
abbiate fatto benissimo ad informarvi a leggere, questo è l'inizio della vittoria sui
problemi del vostro bambino ma non contentatevi, non vi fermate. Le brave insegnanti di
sostegno sono preziose, cosi come tutte le persone positive che avrete modo di incontrare
ma non bastano!
- Come prima cosa noi vogliamo consigliarvi un libro, se non
l'avete già letto, "Alla scoperta del bambino autistico" di Carl Delacato (lo
specialista che segue Letizia). L'approccio è assolutamente originale rispetto a quanto
generalmente si fa, ma funziona. L'abbiamo visto con i nostri occhi.
- Se volete possiamo mettervi in contatto con altre famiglie che
stanno lavorando in questo senso con i propri figli.
- Per noi è importante precisare che noi non intendiamo
sponsorizzare nessuno e se abbiamo realizzato Il Club di Letizia su Internet è
perché in altri ambienti venivamo censurati senza pietà e non riuscivamo a metterci a
disposizione con la nostra storia, la nostra esperienza. A noi è mancato il contatto, il
dialogo con chi sa quello che passi, quello che provi. Ecco perché siamo qui, perché ad
altri venga risparmiata almeno una parte del nostro calvario.
- Detto questo ci fermiamo qui altrimenti scriviamo fino
all'alba. Fateci avere vostre notizie e date un bacino al vostra bambino da parte nostra e
da parte di Letizia che, tra l'altro, con i maschietti è molto "civetta".
- A presto
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