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Nato spastico ora sono medico
- Carissimi,
- ho letto un po' in fretta le vostre pene per questa vostra
figlia. Io ho avuto una emiparesi spastica da piccolo, e per due anni non ho camminato.
Poi ho cominciato appoggiando il piede sinistro regolarmente e il destro solo sulla punta.
Ero un mancino obbligato. A scuola (era il lontano 1955) non riuscivo a scrivere, perché
allora obbligavano il bambino a usare la mano destra.
- Ma piano piano tutto questo si è risolto: ho cominiciato ad
appoggiare il piede destro ed imparato a scrivere con la destra. Mi sono quindi introdotto
nella vita normale: unico problema, un'andatura un poco caracollante. Sono medico da 23
anni. Quello che in passato poteva sembrare non risolversi positivamente, ha avuto un
esito brillante. Certo il mio caso non sembra grave rispetto ai vostri bambina ma io sono
convinto che i bambini cerebrolesi abbiano comunque una grande capacità di evoluzione,
non bisogna mai disperare ma avere grande fiducia in loro. I miei genitori avevano pensato
di internarmi in un istituto: ma infine non l'hanno fatto. La famiglia, l'affetto, le
giuste strategie possono fare miracoli.
- Ci tengo a precisare che parlo più come ex-paziente che come
medico. Se volete pubblicate pure il mio messaggio e la mia e-mail. Ho anche una pagina
web in cui tratto soprattutto problemi medici. Questo è l'indirizzo:
- http://members.xoom.com/ensenis/homepage.htm
- Come potete vedere, mi sono occupato anche di lebbra: voglio
dire che mi interessa la medicina per i più deboli. Mio padre pensava che una volta
laureato, mi sarei interessato prevalentemente di spasticità. Così non è stato, anche
perché il destino ci porta per le sue vie. Ma non è poi così importante la strada che
si percorre, l'unico aspetto basilare è che la volontà resti forte.
- Un caro saluto.
- Enrico e.Mail: joelma@fol.it
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- Caro Enrico,
- ti ringraziamo molto per la tua testimonianza in particolar
modo perché ci giunge da un professionista oltre che da una persona direttamente
interessata al problema.
- E' importante che un medico riconosca l'insondabilità di certi
misteri del corpo umano, è così difficile trovarne! Ovviamente la tua esperienza diretta
ti ha permesso di acquisire questa particolare apertura mentale ma, purtroppo, molto più
spesso di quanto si creda, le cose non vanno così. Inoltre noi abbiamo imparato, e non
solo attraverso l'esperienza vissuta con Letizia, che raramente le possibilità di
recupero sono direttamente collegate alla profondità della lesione cerebrale.
- Ogni bambino è un'incognita e un bambino cerebroleso lo è
ancora di più. Inoltre, se hai tempo, perché non racconti qualcosa in più specialmente
sul discorso del "destrismo" obbligato che tanti danni ha fatto nel passato? E
magari anche sul tuo desiderio di "non mollare" perché siamo certi che questa
è stata la "molla" che ti ha permesso di raggiungere quanto hai ottenuto da te
stesso.
- Per il momento ti ringraziamo veramente tanto per la tua
disponibilità e per l'impegno che stai dedicando alle cose in cui credi.
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