Il nostro bambino Nicolas ha tre anni e nel giugno 1998 presso un Centro
convenzionato della nostra Regione è stata fatta la seguente diagnosi: "Quadro
autistico".
La stessa diagnosi c'è stata confermata in ottobre anche dalla Neuropsichiatra
dell'Asl d'appartenenza: "Bambino affetto da sindrome autistica con assenza del
linguaggio verbale".
Un simile corredo d'informazioni, per noi assolutamente incomprensibile, ha avuto
come principale effetto quello di generare in noi una notevole preoccupazione per il
futuro di Nicolas; ma grazie ad un'indicazione del tutto casuale, io e mia moglie abbiamo
avuto la possibilità di contattare l'Associazione Delacato.
Durante il primo colloquio telefonico, dove abbiamo fornito alcune informazioni sul
nostro bambino, c'è stato indicato un libro da acquistare e da leggere in modo da
compiere, direttamente noi genitori, delle osservazioni sul bambino con lo scopo di
conoscere e precisare le difficoltà senso percettive di Nicolas.
Dopo avere superato l'iniziale sorpresa, incuriositi, abbiamo acquistato il libro
intitolato "Alla scoperta del bambino autistico" di Carl. H. Delacato e la sua
lettura ci ha fatto scoprire la possibilità di osservare Nicolas in un modo completamente
nuovo.
Negli esempi presentati dal libro, abbiamo trovato la spiegazione di molti
atteggiamenti strani di Nico che per noi rappresentavano dei misteri incomprensibili.
Con la guida del libro, il nostro bambino non ci appariva più come uno straniero ma
le sue manifestazioni comportamentali trovavano una spiegazione, un'interpretazione e
quindi un indirizzo d'intervento terapeutico.
Ma le sorprese non erano finite, infatti, alla nostra seconda telefonata, io e mia
moglie senza Nicolas, fummo invitati a partecipare ad un incontro che si sarebbe svolto
con la partecipazione dell'équipe dell'Associazione e d'altri genitori di bambini affetti
da disturbi neurologici.
Ora, è proprio di quest'incontro che vogliamo parlare.
Ha iniziato, raccontando la propria esperienza, un genitore di soggetto autistico
che ha seguito il Metodo Delacato nella riabilitazione della propria figlia e che facendo
riferimento al libro sull'autismo scritto dal Dott. Delacato, ha illustrato le origini
dell'Associazione e i suoi scopi.
L'Associazione opera da quindici anni e i genitori di soggetti in difficoltà sono
presenti a tutti i livelli della struttura. Essa è impegnata a diffondere ed applicare le
tecniche d'intervento, che derivano dalle ricerche del Dott. Delacato nei casi di disturbi
del comportamento, dell'attività motoria e dell'apprendimento ed è l'unica, in Italia,
che può avvalersi della consulenza del Dott. C. H. Delacato e del Dott. David F.
Delacato.
E' quindi seguito l'intervento del Dott. Antonio Parisi, neurologo e della Dott.ssa
Anna Lisa Buonomo, direttrice dei programmi riabilitativi.
I due tecnici, hanno spiegato con parole semplici e perfettamente comprensibili
tutto il complesso funzionamento del cervello e del come la sua organizzazione si possa
alterare nei soggetti autistici. E' stato questo modo di esporre gli argomenti trattati
che ci ha colpito maggiormente: la loro preparazione, la grand'umiltà nell'esporre delle
informazioni così importanti per noi genitori, il loro evidente desiderio a che tutti i
partecipanti comprendessero per intero il messaggio da loro trasmesso.
Il neurologo ha spiegato le probabili cause che ci possono essere alla base delle
difficoltà delle persone con problemi motori o senso-percettivi, e di come si è formato
e funziona il Sistema Nervoso Centrale. La Dott.ssa Buonomo ha illustrato come sono
collegati i vari organi di senso al cervello, e come, utilizzando tali collegamenti, si
procede nella riabilitazione applicando il metodo Delacato d'Organizzazione Neurologica.
Quello che segue è un riassunto di quanto si è detto e capito da parte nostra,
anche in base alle nostre ridotte informazioni al riguardo.
Partendo dal presupposto che sono cinque i sensi che permettono all'uomo d'essere
cosciente e di mettersi in relazione con il mondo (Vista - Tatto - Udito - Olfatto -
Gusto) si può facilmente riconoscere come, privato della funzione di questi organi,
l'uomo non sarebbe nulla: un pezzo di carne inanimato senza coscienza; è, infatti,
tramite i sensi che l'uomo percepisce e si relaziona con l'ambiente esterno, e quindi
apprende.
Dietro i sensi c'è il gran motore del nostro cervello, che trasforma le sensazioni
in percezioni; senza di esso noi non potremmo esistere.
Quindi riepilogando, possiamo affermare che il nostro cervello è il motore che ci
permette di esistere (in quanto invia i comandi a tutto il corpo: per esempio è il
cervello che comanda al cuore di battere attraverso un impulso nervoso automatico) e gli
organi di senso sono gli strumenti che ci permettono di relazionarci con il mondo che ci
circonda.
Gli organi di senso sono collegati con il cervello attraverso le vie nervose,
costituite da cellule nervose altamente specializzate, dette neuroni, per trasmettere
l'impulso nervoso. Esattamente in una parte specifica del cervello, che è detta corteccia
cerebrale o sostanza grigia formata da miliardi di cellule nervose, si formano le
attività cognitive (sensoriali - percettive) e le attività intellettive quali il
riconoscimento, il pensiero, il giudizio che ci permettono di avere una coscienza.
La corteccia è divisa in varie aree, (dette aree corticali) (qualche esempio: area
uditiva, area visiva primaria, area associativa visiva secondaria, area motoria, se ne
possono contare 52 anche se le ricerche sono ancora in corso) inoltre ogni area è
collegata in modo molto complesso ad altre aree integrandosi tra loro, permettendo così
le associazioni sensoriali e di pensiero.
Per esempio: il vedere una pizza, e sentire attraverso il tatto il calore e la
morbidezza della pasta, odorare il suo profumo, gustare il suo sapore, e udire il rumore
della legna che scoppietta nel forno che cuoce la pizza, ci permette di elaborare il
pensiero "MA COM'E' BUONA QUESTA PIZZA"). Cosa è avvenuto? - Attraverso le
terminazioni nervose, i nostri organi di senso hanno comunicato alle varie aree del
cervello le sensazioni provate, la corteccia cerebrale tramite, i collegamenti tra le
varie aree ha elaborato queste sensazioni, le ha trasformate in pensiero e attraverso
l'area motoria ha ordinato alla lingua di trasformare il pensiero in parola.
Abbiamo visto come tutto parte, dal collegamento degli organi di senso al cervello,
e come tramite il collegamento di neuroni c'è l'elaborazione del segnale e la sua
interpretazione.
Il Dott. Delacato afferma che è in questo collegamento che si genera il problema
del comportamento autistico, cioè dalle disfunzioni neuronali si determina un disordine
nell'organizzazione dei collegamenti tra le varie aree. In pratica il segnale nervoso può
giungere alla corteccia in maniera alterata; quest'alterazione può essere di tipo iper,
ipo o rumore bianco, come spiegato nel libro "Alla scoperta del bambino
autistico".
Le cause di tali disfunzioni possono essere varie, e sono da ricercare in vari
periodi della vita prenatale, perinatale e postnatale (basti pensare che anche con una
semplice influenza nelle prime tre settimane di gestazione, quando praticamente la futura
mamma non sa ancora di essere in attesa, il virus influenzale può provocare un danno alle
strutture cerebrali dell'embrione). Una teoria interessante è quella che ipotizza che il
bambino, pur se è arrivato alla fine della gestazione, non partecipa ai movimenti
d'espulsione dall'utero in quanto il suo cervello, a causa di una noxa patogena avvenuta
durante la gravidanza, non è ancora del tutto maturo per generare i movimenti necessari
per nascere. Questa inerzia da parte del neonato, se non prevista, può essere causa di un
parto difficoltoso.
Queste alterazioni neurali, comparabili a microlesioni cerebrali o disfunzioni
metaboliche della complessa chimica del cervello, possono determinare un cattivo
funzionamento del segnale.
Stimolando, attraverso gli organi di senso con determinate tecniche proposte dal
metodo Delacato, le aree della corteccia si possono riorganizzare, riportandole alla
normalità. Una volta che dette aree si sono riorganizzate, si può avviare il soggetto
trattato (attraverso vari stadi di apprendimento) alla conduzione di una propria autonomia
e di una vita normale.
Dopo la spiegazione dell'équipe, durante l'intero pomeriggio, si sono susseguite
unicamente domande dei genitori presenti e risposte dei membri dell'équipe. Noi abbiamo
avuto la possibilità di fare le domande che ci premevano di più.
Questa identità di domande con altri genitori è stata causa di grande sorpresa da
parte nostra; infatti, ci avevano spiegato che non esistono due soggetti autistici uguali,
ma noi abbiamo potuto avere la conferma che molti dei bambini dei genitori che abbiamo
conosciuto all'incontro per la prima volta, avevano problemi simili a quelli del nostro
Nicolas.
Questo ha contribuito a tranquillizzarci ancora di più in quanto fino a quel giorno
avevamo pensato che Nico fosse un bambino speciale con problemi suoi particolari; il fatto
di averne trovati altri con gli stessi problemi ci ha permesso di capire che il
comportamento di Nicolas è la conseguenza di una disfunzione neurologica. Abbiamo
iniziato il programma di riabilitazione, dopo che l'équipe ha visitato Nicolas e quindi
ci ha potuto dare delle ulteriori spiegazioni più precise sulle sue difficoltà. Ora
speriamo di ottenere lo stesso successo avuto da altri genitori e contiamo di poterlo
comunicare a tutti tramite il Club di Letizia.
- Per chi vuole, può contattarci al seguente indirizzo e-mail BVALLEFUOCO@na.cybernet.it
- Saluti di cuore Biagio e Anna Vallefuoco