LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiHome page di Alberto Caramella
- L'angelo della luce
- ha preso l'anima
- l'abita di sé.
- Tollera il dubbio ammette la ragione
- nega ribelle l'incredulità.
- *
- Non è domandato
- che il tempo passi, né la ragione.
- La stagione
- si assorbe eguale muta dolcemente.
- Che bellissimo mese, arioso e solenne,
- ora finisce, il candido novembre!
- La dedica s'immerge
- nella memoria. Là
- convenientemente
- ardeva la vita.
- *
- Banalità riprova scoperta della fisica
- sale la lunga curva a Bellosguardo
- come la freccia del tempo ai filosofi
- e sempre sembra non finita e s'apre
- che svolta nota alle speranze nuove
- al panorama alla curiosità
- a ciò che or ora forse stupirà.
- *
- Così forte vorrebbe un paralume
- al tepore della brezza inquinata
- che sale dal Valdarno. Quando scrivo
- rimorde feroce il dolore:
- non ronzano zanzare... meno male...
- La notte è un guscio tenero sereno:
- marmoreo volto scarno luminoso,
- ti raccolgo al seno.
- *
- Voltandomi svegliato
- la donna nello specchio
- vidi, appena alzata,
- proprio mentre in vestaglia ruzzolava
- ed io alto gridai nel sonno o desto
- un tuffo al cuore, Mamma!
- Protagonista l'io: sempre, e nel sogno.
- Come non disperare?
- Calmo, sii calmo, se ti attende il niente.
- La fanciullesca sete della gloria
- finisce qui.
- *
- L'intelligenza mimano
- stimano
- la radice impietosa.
- Là siede il verbo l'oscura ragione
- che fonte pone:
- che se non svelli ogni virtù cancelli.
- Col bastone una volta mansuete
- in casa a ribollire chiuse quete.
- Si può stringere l'aria col respiro?
- Ha l'universo nel ventre
- così onnipotente
- prepotente
- così disordinato
- bisognoso
- dubbioso agitato
- non sa ma sa
- vuole e disvuole vanitosamente...
- l'interpretazione
- preferita annoia
- orribilmente.
- Bevendo ho spillolato aperto il bagno
- e guardo sperso.
- Cimentato con tutte le minuzie
- sommesso il cicaleccio del mattino
- al letto riconduce
- invano dissodato poco fa.
- *
- Suonava a volte verso mezzanotte.
- Al suono mi destavo, se indugiavo,
- lugubre e triste del cessato allarme.
- Un senso di incertezza
- mi seguiva nel sonno non turbato
- fatalista.
- Stanotte il brindisi d'inizio avvenne
- tra i fogli il letto e gli auguri da leggere.
- Soltanto il sonno partiti gli amici,
- ed era l'alba, ha sciolto
- l'inquietitudine.
- L'allarme perdura permanente.
- *
- Col genitivo e col dativo i casi.
- Quando la piccola Emmina alzerà
- la gonnellina, primissima volta
- - assai meglio che faticar coi jeans -
- vorrei narrarlo io da qualche parte
- genitore e datore di notìzia
- originalcollaudata. Così:
- eccola qui fianchi smilzi
- e faccia larga dove
- occhi scocciati albumi non cagliati
- tra le macchie dorate sobbollono: e così
- guarda in tralice col corpo la madre
- e l'illusione induce
- a seguirla dov'è saggia vestale:
- in preghiera mezz'ora e poi cucina:
- lo sguardo alzato allucinato al cielo.
- E così: con tre giacche bianca rossa
- nera (per colazione pranzo e cena)
- s'aggira il cameriere con premura.
- *
- Oh giornate trascorse nel vento
- gioioso dei colli tra i tuoi capelli...
- Su per le strade ombrose cinti,
- da terrazze deserte
- come tolde improvvise
- al fiume biondo alle mura interrotte
- ai campanili scuri nell'azzurro
- s'espandeva il respiro
- a cogliere i colori degli ulivi
- e il verde tenero
- dei primissimi campi.
- Oh come limpido brillava il tempo
- petulante carezza
- che fresco ci stornava estatici
- d'ogni pensiero.
- Oh come vivi stretti
- nel passo incerto
- l'ebbrezza libera innalzava l'anima
- e come tornavamo
- tristi; smarrita
- la qualità arcana: ma
- nell'ombra dei colli ritrovata
- all'indomani!
- Né sapevamo persa
- l'ineguagliata stagione.
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Ins. 23-08-2006