LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

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Nella sua poetica spiritica, lo sciamano Alex vi conduce nel più profondo ed intimo lato scuro della sua coscienza trasmettendo nella mente degli altri un panico sensuale deliberatamente evocato attraverso inni, danze, alcool, etc. Conduce se stesso al trance esprimendo parole alterate, aggettivi pesanti e frasi convulse. Alex compone i suoi poemi come un folle posseduto. Egli media tra l'uomo e il mondo degli spiriti. La sua poetica personale è una sfida al comune buonsenso. Alessandro Adamo è nato a Napoli il 1° gennaio 1971, si è diplomato al liceo artistico nel 1988, ed ha frequentato l'Accademia di Belle Arti. Attualmente è uno dei più noti "Tatuatori" Napoletani.   l poema dello sciamano   Viviamo tutti nella città del male coppie morbose in alberghi da poco conto con i vermi nelle bare della mente la vita delle insoddisfazioni, nell'ombra di un doppio wischy Avvoltoio metropolitano raggiungi le cose più lontane, nel profondo della mia mente, nel mio intimo... Malefica visione Erezione cerebrale Teschio gonfio di sangue Spettatori vampiri Muti e maldestri persi nell'infinito giro di fumo Padre, Madre, Parenti ed Amici, moltiplicano l'orrore degli spazi vuoti in fondo alla mia coscienza La puttana che prega La suora che fuma Trance dello sciamano Infinite mutazioni Profonde psicoreazioni Funesto destino Tristi commedie Bisogna aver cura della noia Ripulire gli occhi della congiunzione infantili Eliminare il flusso materno nello sviluppo dello sperma Organismo radioattivo Sono un curioso cercatore, cacciatore di allodole perdute Emozioni da soffocare quando non ci sono ragioni valide Cerco sempre l'oggetto invisibile, mio capro espiatorio per dipingere l'umano suffragio sotto forma di un tatuaggio Eppure una zingara mi disse: "I tuoi occhi sono sempre tristi e li ho già visti..." Era la morte! In quell'istante Nella sua rapida ombra...     Tempo di solitudine   Tempo, tempo che passi correndo sull'autostrada dei miei pensieri, sotto gallerie di rimpianti, e stupidi autogrill dove la solitudine ti porta a bere l'ennesima birra... Tempo, maledetto tempo, che trafughi nei miei sogni, sottrai le mie speranze, rapini le mie gioie, carpisci i miei sentimenti, arraffi le mie emozioni, ti appropri delle mie passioni, e porti via la mia giovinezza estorcendo le mie ultime forze, le mie energie, la mia vitalità, la mia virilità. Tempo maledetto tempo... Caldo, caldo che serpeggi nella mia mente, nel mio cuore, nell'anima insoddisfatta, negli occhi spenti di fronte alla luce raggiante dell'estate, estate di un momento lontano, perduto, distante, separato, discosto da qualcosa, diviso da qualcuno, staccato dal fato... Tempo di solitudine, di depressione, voglia di romitaggio, strano senso d'isolamento, fragile stato di abbandono. Tempo d'estate, tempo di esami, di analisi, considerazioni, osservazioni, riflessioni, tempo di verifiche, di controlli, di ricerche, di strane tristezze, di ansiolitici, di psicofarmaci, di tranquillanti, tempo di sonniferi, per non pensare, per non guardare, per non desiderare, tempo stupido tempo... Vorrei non aver più paure, per questo e per quello, vorrei tirare sassi contro la malasorte... Vorrei il suono di un sassofono in fondo all'anima, vorrei avere più autostrade su cui volare, ma resto da solo a sognare la vita che vorrei, maledetti vorrei ma non posso... Maledetto tempo, maledetta solitudine che anche oggi mi tieni recinto in una gabbia senza sbarre e senza speranze, per i giorni che verranno, per la vita che passerà, così senza stimoli, senza luce, senza fuoco, senza passione... Tempo, ora so quello che volevo dalla vita, e anche se mi perdo nel niente che mi hai dato, oggi scrivo, scrivo per distruggerti, per superarti, per violentarti, perché ti odio, ti odio e basta!     I pensieri della notte   Ascolto musica classica alla radio Bevo birra corretta a gin, fumo, scrivo, sogno, corro, mi alzo in volo, cado giù dal letto, e la radio continua a suonare nel silenzio della notte... Il mio sogno piumato sta volando troppo vicino al sole, mentre cerco una scusa per fuggire Questa è una città di fango e di piombo, di serpenti e di leoni, di fogne e di castelli, di smog e di hascisc, di traffico e di solitudine... Forse sto' diventando matto... E penso ai ricordi dei bei tempi trascorsi, mentre mi preparo un drink per la notte... E scrivo, scrivo pensando. La televisione è ancora accesa, ma non trasmette immagini, nelle strade parallele della mente i rimorsi viaggiano nel buio a fari spenti, dopo le gallerie ritorna sempre la luce... Domani ci sveglieremo quasi tutti per andare a lavorare cavalcando i nostri serpenti d'acciaio, succhiando sogni come vampiri, stanchi e anemici, o gonfi di cirrosi, e per una manciata di denaro schiacceremo la nostra libertà, noi viscidi servi, voi superbi padroni... E anche stanotte mi sono perso nei miei pensieri, belli, brutti, banali, profondi, misteriosi, o semplicemente ansiosi... Aspettando, bramando, tramando, creando, nell'oscurità della notte, nell'eremo della vita, un ghigno, un semplice sorriso...

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