Home Page di Alessandro Morandini
Alessandro Morandini, nato a Tortona (AL) l'11-06-70. Scrivo da quando avevo sedici anni. Non ho mai pubblicato le mie poesie, se non in qualche giornale locale. Ho la passione del disegno e della fotografia. Iscritto alla facoltà di scienze politiche dell'Università del Piemonte Orientale di Alessandria non riesco a terminare gli studi perché, puntualmente, mi perdo in studi che non c'entrano nulla con gli esami che dovrei sostenere.- Ho cambiato molti lavori. Attualmente sono impiegato in un Centro di riabilitazione per adolescenti con disagi psico-sociali. Ho sempre cercato impieghi che mi consentissero di avere quanto più tempo libero a disposizione possibile, per lo studio e per coltivare i miei interessi culturali.
- Anima in pezzi
- Il groppo in gola e lo stomaco asciutto
- la testa che scoppia ed un fiume di lacrime
- del cuore che resta?
- Le gambe gracili e tremanti
- i muscoli del collo tesi
- le mani che sudano e gli occhi gonfi.
- Singhiozzi e gemiti.
- Urla di dolore che nessuno sente.
- Che fatica il sangue che scorre!
- Ora anche le braccia fanno male
- ora sento che il tormento
- sale su per la colonna vertebrale.
La notte- Riempi il cielo di stelle e la notte non parrà più buia.
- Perdersi là dentro o là di fuori
- perdere le gioie ed i dolori
- perdersi in mezzo all'universo
- di un ciel che pur già buio
- lo immaginiamo irrevocabilmente terso.
- Riempi la notte di latte e di miele
- spargi le luci come zucchero filato
- naviga nel buio che non è mai nato
- affronta il mistero e la quiete
- di un ciel che pur già buio
- ti dona l'acqua e non avrai più sete.
- Riempi la notte di quello che pensi
- Riempi il vuoto giocando coi sensi
- Riempi il bianco di chiarissime parole
- Riempi l'oscurità, che ha nascosto il sole.
- Magicamente superficiale
- Ho abbandonato qualsiasi risoluzione
- gettato responsabilità alle ortiche
- fatto a pezzi
- la determinazione:
- le cicale ho preferito alle formiche.
- Mi sono liberato del fardello e scrivo
- ruzzolando con l'anima nel tempo
- già arrivato mentre ancor
- partivo:
- soddisfatto di trovarmi senza scampo.
- Ho deposto le parole più arrendevoli
- così che chi le legge le ricordi
- perché fin d'ora so
- che i tempi son mutevoli,
- che si è già fatto tardi.
- E' tardi, in me è tornata a farsi avanti
- la cognizione che poc'anzi persi
- e scioglierò in un secondo
- quegl'incanti;
- forse ancor prima d'aver chiuso questi versi.
- Come in un acquario
- Spicchi un salto per tornare indietro
- e ti trovi imbrigliato nel presente
- accerchiato da uno stretto cilindro di vetro
- salti in alto ma non ti muovi niente.
- guardi avanti e ci vorresti stare
- ma il presente ti ha ordinato: fermo!
- giri su te stesso ed il timore cresce
- lo stretto acquario che costringe il pesce.
- Il presente non ti lascia andare
- sei il giocattolo del tempo che passa
- tu immobile fisso ad osservare
- che lentamente si scioglie la matassa.
- Mi ha preso per mano, la Morte
- La morte mi ha preso per mano
- docile e paziente
- come le dolci note di un piano
- che infondon nell'aria
- un seducente sapore di niente.
- mi disse quieta la morte
- solida e scura
- come la porta che si apre alla sorte
- "Che fai, hai forse paura?
- C'ero prima, sarò e sono anche ora."
- Mi strinse la mano la morte
- con ferma presa
- le braccia sue lunghe e mie corte
- mi condussero in chiesa
- dove una salma già arresa.
- Inerme e disillusa
- la salma non badava alla morte
- e la morte non badava alla salma
- di entrambe nessuna più forte
- il nulla, la fine e la calma.
- Supercattivo
- Vi odio tutti, v'ammazzo come cani
- luridi stracci disumani
- merde puzzolenti
- statemi lontani
- o vi strangolo con le mie sporche mani.
- Non mi fate paura
- e non mi fate pena
- vi vorrei già morti
- deboli o forti
- vi incastrerei in una morsa
- e vi spaccherei la schiena.
- E a chi mi vuol incondizionatamente bene
- in prima allevierei le pene:
- anch'io ho un cuor
- che batte e riconosce il male.
- Or che men soffrite
- pecore obbedienti
- io rido e poi v'uccido uguale
- mentre voi riconoscenti
- mi guardavate disperati con ammirazione
- proprio come un cane abbandonato
- stupido languisce al suo padrone.
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Ins. 02-05-2005