- Carezza
marina
-
- Trema il
segreto sospiro
- carezzato
dalle acque notturne,
- ancelle
fedeli,
- virginee
ammaliatrici
- tacitamente
distese
- nel fremito
marino.
- Non
lontano
- le voci del
mondo
- bisbigliano
inquiete,
- ma neppure
sfiorano l'incanto,
- quasi non
s'odono,
- e le
membra
- libere,
- tremanti di
vita,
- si
abbandonano
- alla tenera
forza
- che i sensi
confonde.
-
-
- Segreto
-
- Segreto
profondo del cuore
- ogni istante
mi tieni la mano
- e
instancabile per ore ed ore
- mi impedisce
di andare lontano.
- Nel dolore
del tuo silenzio
- gridi ogni
giorno più forte
- gridi, gridi
e senti la morte
- più
vicina, nemica, oscura
- impallidisci,
- hai
paura,
- tremi e
continui a gridare,
- ma nessuno ti
sente,
- nessuno,
- solo quel
cuore tua casa,
- solo quel
tenero amore
- che tu
nascondi,
- proteggi,
- assicuri
- come madre il
suo piccolo,
- come lacrima
un dolore,
- segreto
profondo del cuore
- rimani con
me
- ora,
sempre.
-
-
-
- Ogni
giorno
-
- Ogni
giorno
- ascolterò
il silenzio della tua assenza,
- rumorosa ed
ingombrante.
- Ubriaca,
- la mia mente
canterà di tenere illusioni.
- Mi
dirà che tornerai
- e che ci
sarai ancora
- e sarai come
acqua fresca
- che scorre
dove tutto è arido,
- dove tutto
è morte.
- Ma non
sarà così,
- no, non
sarà così.
-
- Ogni
giorno
- sentirò
sul corpo tremante
- il freddo di
un sole che non scalda più,
- il soffio
gelido di un vento
- che non muove
più foglie né polvere.
- Eppure la mia
mente canterà di tenere
illusioni,
- mi
dirà che tornerai
- che ci sarai
ancora,
- ma non
sarà così,
- no, non
sarà così.
-
- Ogni giorno
- avrà
il sapore di un veleno mortale,
- ultimo dono
di un incanto svanito,
- ma io non ne
berrò
- e la mia
mente,
- seppure
inebriata di tenere illusioni,
- non
crederà più che
tornerai
- e che ci
sarai ancora
- e
nell'amarezza di un addio
- imparerà
ad amare ogni istante senza te.
-
-
- L'approdo
-
- Ho
navigato
- su mari scuri
e impetuosi,
- la voce del
vento
- rompeva
- l'assordante
silenzio notturno.
- Ogni
sera,
- la mia stella
polare
- si accendeva
puntuale;
- ogni
sera
- l'ho
cercata,
- guardata,
- seguita,
- ed
oggi
- ho toccato
terra.
-
-
-
- Attesa
-
- Ti
aspetterò,
- ti
aspetterò dove insieme
- scoprimmo il
cielo baciar le verdi cime,
- dove il
silenzio di uno sguardo
- svelava il
più intimo dei segreti,
- dove aveva
vita il più grande dei sogni
- e moriva il
più orrido dei peccati.
-
- Ti
aspetterò,
- non sai
quanto ti aspetterò,
- nei giorni in
cui tardivo il sole rincasa,
- quando
intrigante la calura abbraccia le
membra
- e il manto
stellato si stende su cuori lontani.
- Io
sarò lì, ad aspettare,
- ad
aspettare.
-
- E anche
quando l'attesa
- graffierà
i miei nervi,
- e
stremerà le forze
- e
distruggerà la speranza,
- io
sarò lì, ad
aspettarti,
- ad aspettare
l'ultimo folle attimo
- di
un'infinità senza volto.
-
-
- Ricordo
-
- Pensieri di
mille giorni
- come nubi
disperse senza tregua.
- Il tuo
vento
- inesorabilmente
- li
confonde,
- e diffonde
nell'aria stanca
- il profumo
amaro
- di ciò
che non c'è più.
- Tutto
cambia.
- Il cuore
tace.
- Non gemono i
miei silenzi
- né
piangono gli occhi.
- Sola
- la mente si
allontana.
- Non lascia
traccia,
- non si volta
a guardare.
- Sparisce,
- perdendosi
nella quiete di un ricordo lontano.
-
-
- La voce degli
angeli
-
- Pensavo che
il sole fosse tramontato per sempre.
- Quella notte
sembrava non voler finire.
- Era
spaventata,
- le membra
tremanti,
- lo sguardo
perso nel buio,
- sentivo il
cuore nel petto scandire il tempo
- eppure
immobile.
- Mi fermai in
un angolo,
- raggomitolai
il corpo
- e
ascoltai,
- ascoltai il
silenzio.
- La sua voce
pacata, serena,
- non l'avevo
mai sentita prima.
- La voce degli
angeli
- nient'altro
poteva essere!
- Soave
melodia
- tacitamente
- rubava i
sensi
- e rasserenava
l'anima.
- D'improvviso
un tenue calore sulle membra
stanche.
- E il sole di
nuovo tornò a splendere.
-
-
- Fermati
guerra!
-
- Eri
già passata di lì,
- vile creatura
dell'umana follia
- lasciandoti
alle spalle
- l'assordante
silenzio della quiete funebre.
- Ho
riconosciuto i tuoi segni,
- inconfondibili
gesti di morte e strazio.
-
- Un bimbo si
affanna tra le macerie.
- Le mani
piccine rovistano
- in quel
cumulo di massi e rovine.
- Cercano
qualcosa
- briciole di
vita, forse
- cercano
l'innocenza che tu hai rubato.
- Chi mai
gliela potrà restituire?
-
- E a quel
soldato che giace esanime sul campo
- stringando
nel pugno blando una foto sbiadita
- in cui
c'erano il suo sogno e la sua vita,
- chi mai
glieli potrà ridare?
- E a quella
madre a cui hai strappato il cuore
- chi mai
restituirà il fiore suo più
bello?
-
- Questa voce
sola oggi vuole gridare,
- grida per
l'innocenza perduta
- e per un
sogno rubato
- e per un
cuore straziato
- e ti implora,
fermati o guerra!
- fermati,
cruenta ammaliatrice
- che conquisti
e uccidi
- e trasformi
l'amore in odio
- e il fratello
in nemico,
- e accechi gli
occhi di coloro che
- seppur figli
di uno stesso padre
- e vite di una
stessa terra
- e anime di
uno stesso cielo
- più
non vivono per la vita
- né
sanno cosa sia la pace.
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