LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

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Dr. Aldo Catèrina, nato a Barletta il 28 maggio 1942. Coniugato con un figlio. Congedato come Sottotenente Artiglieria pesante. Maturità Classica, laurea in Economia e commercio, laurea in Scienze politiche. Ha visitato 51 paesi in quattro continenti. Parla e scrive in inglese, francese, tedesco, spagnolo. Ha lavorato in Francia per cinque anni e in Germania per due anni. La sua professionalità lavorativa si è espressa nel settore del Commercio int.le al servizio di Multinazionali. Attualmente frequenta l'Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano ed ha realizzato pitture in acrilico, olio, acquerelli, incisioni su zinco. Ha scritto su riviste tecniche e nell'ottobre 2003 non si è classificato tra i primi tre posti ma solo fra i finalisti partecipando al premio Panunzio di Torino con il suo romanzo Tre Clessidre per l'eternità. Tra i suoi hobbies ricordiamo: la fotografia, la regia cinematografica, lo sci, il nuoto, ed ascolta con molto gusto la musica classica. Rimpianto: non aver contribuito a procreare un maggior numero di figli!

Il mio sguardo sull'Universo, rimira te, il mio cuore palpitante, nella terra intera, sente te, le mie braccia di luce lieve, cingono te, i vortici del mio sangue, ribollenti, anelano alla matrice vitale in te.   Due cadenti comete si scontrano, rimbalzano effervescenti di luce, germinano raggi di vita.   In un prato azzurro, illuminato da rossi astri vibranti, sulla spira di una galassia di latte, mi inabisso in te, schiuma di mare selenico, magnetico fluido di corpo gravitante.   Il magma irrefrenabile, rompe il margine vulcanico, impetuoso, riversa la colata d'incandescente vermiglio, sul limpido candore dei torpidi ghiacci polari.   Dalla lastra spezzata, fonde la vena di una cascata scrosciante, il suo umore liquido si riversa, attratto, su miriadi di granuli d'oro roventi, nel deserto, avvolto dal calore azimutale del miraggio.   Un baio nero si rizza sui garetti posteriori, la giumenta bianca rincula, risuona il nitrito violento dell'istinto vitale.   Il destriero fende i fianchi della possente fucina, un gemito, il bagliore, e la sagoma di un pezzato grigio, galoppa a spiegare la criniera al vento.   Nella vergine foresta, in fondo all'oceano, protetto dalla piuma variegata di un'aquila, un fiore di corallo, dischiude la corolla trepida, ché l'ape venga a succhiarne il nettare.

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