Claudio Michelazzi
è nato nel 1976 e risiede a Costalta di Cadore in
provincia di Belluno. Dopo gli studi all'Istituto di Alta
Formazione Artistica - Conservatorio Statale di Udine, si
dedica alla ricerca in campo letterario, teatrale e
musicale. Nel 2002 pubblica, per la Casa Editrice
Campanotto la raccolta poetica "Le giornate della corte
di Avignone". Nel 2004 esce, pubblicata dalla Casa
Editrice Montedit, la raccolta di poesie "Bosco di
betulle d'inverno sotto la neve che preme". Riceve
riconoscimenti e premi in svariati concorsi letterari.
È membro di diverse Fondazioni ed Associazioni
letterarie e culturali, legate in special modo allo
studio dell'estetica contemporanea e delle scienze umane.
Alterna ai percorsi professionali di teatro e musica ed
alla creazione in campo poetico, anche l'approfondimento
della filosofia.
Claudio Michelazzi nel mese di aprile 2006 ha pubblicato
con Montedit "Appunti
per una breve teologia
mistica" -
Collana Koiné (filosofia) - 12x17 - pp. 40 - Euro
4,20 - ISBN 88-6037-113-9
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- Claudio Michelazzi,
nel mese di settembre 2004 ha pubblicato con Montedit
"Bosco
di betulle d'inverno sotto la neve che preme - Poesia
del mio romantico
soggiorno" -
Collana I gigli (poesia) 14x20,5 - pp. 130 - Euro
11,60 - ISBN 88-8356-691-2
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- Mi
avvio presto la sera
- per
tornare a casa,
- nella
piccola casa,
- domestica,
innanzitutto,
- di
fresco apparire.
- Il
polline che vaga
- nell'aria
insana
- dimentica
l'etimologia
- della
morale / ARCAICA /
- lungo
l'orizzonte
- precristiano
- serbavo
il ricordo
- lievi
fili di fumo,
- pensieri
dissociati;
- Mentre
i pescatori
- ricamano
malamente
- il
mio nome
- sul
fazzoletto.
-
-
- Tutte
le faccende
- che
hai in testa
- ti
impegnano indubbiamente
- assieme
alla tua famiglia.
- Specialmente
quando parli,
- dopo
cena,
- di
ricordi,
- di
quando camminavi
- vicino
a me,
- nella
sera,
- sotto
la pioggia,
- stancamente,
- per
ogni bugia,
- novelle
perdute
- della
malattia
- sociale.
- Ma
sarà pur vero
- che
mi amavi
- o
erano solo
- le
icone
- ed
il fiume
- di
vino,
- bicchiere
a bicchiere,
- dei
nostri baci.
- Così
si risolve
- del
mare
- e
dell'esistenza:
- Qualche
verso
- nella
pianura.
- passi
addolciti
- dalla
pioggia.
-
-
- Sono
gli elfi
- della
notte
- radiosa,
- coloro
ai quali preme,
- spassionati
spazi
- la
lunga ambivalenza
- della
vita terrena
- nel
marasma del vulcano
- e
nell'esistenza.
- Me
ne vado,
- cantando
all'amore,
- durante
questa stagione,
- primaverile,
- che
tarda
- ad
affossare,
- il
becco
- negli
organi vitali,
- del
pensiero.
- Sì,
sei ebbra,
- poco
a poco,
- mentre
sfiorisci,
- arca
del passato,
- e
sui praticelli
- nascono
i fiori
- della
malinconia.
- Ah,
questa miseria
- senza
fine:
- ecco,
ecco gli elfi,
- della
notte!
-
-
- Non
voglio crede
- più
alla caducità
- dell'essere
e delle cose.
- L'incessante
volo
- della
vertigine ideale
- mi
riprende con sé
- e
con le foglie morte,
- gitane
della provincia;
- Strappate
i rami secchi
- del
nevoso grano.
- Ricordo
quando si andava
- per
montagne,
- nel
torrido agosto,
- ascoltando
per caso
- il
vento disperso,
- e
la divagazione,
- delle
idee sulla morte
- di
quei mattini,
- ora
che sono
- nella
tormenta.
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