LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiHome page di Donato Cerullo
- E' nato a Venosa (Pz) il 18 giugno 1979, dove ha trascorso serenamente l'infanzia e la prima adolescenza, legandosi profondamente alla Lucania.
- All'età di quattordicianni si trasferisce con la famiglia nel Varesotto per cause lavorative, dove risiede tuttora. Quest'esperienza lo segna più di ogni altra, indirizzando il suo percorso esistenziale verso la scoperta e il costante interesse per la letteratura, in particolare per la poesia nella quale si cimenta fin da subito. In questi anni accompagna ad una continua ricerca stilistica e tematica della poesia, un'intensa attività di lettura di diversi autori. Nel 1998 si diploma in ragioneria e riceve il primo riconoscimento ufficiale, giungendo finalista al concorso nazionale di poesia indetto da Rete 55 di Varese. Nel 1999 partecipa ad un altro concorso poetico indetto dal Club degli Autori: "Le più belle poesie della Città di Monza 1999" nel quale è tra i selezionati per la pubblicazione di un'antologia con il brano: "Padre perché mi hai abbandonato?".
- Per leggere l'opera 5° classificata Concorso Letterario Premio Poesia a Chiaromonte 2001 sez. poesia in lingua
- Per leggere l'opera inserita nell'antologia del premio letterario Città di Monza 1999
- 16 dicembre 2000
- Solo improvvisamente
- nella muta vuota vastità della notte,
- si dimenano lo sguardo e la mente
- dissolvendosi sulle sterminate pareti del buio.
- E l'alba ancora sarà l'immancabile esordio
- della prevista marcia d'ognuno;
- nell'oscuro, miserabili illusioni, scacciati pensieri
- s'affollano: come scardinare
- quest'incalzante e inesorabile meccanicità?
- Tornare liberi
- come il tempo dei bambini
- indiviso tra ieri e domani.
- Agosto 1998
- La fuga di un'autostrada,
- un'eloquente immensità che scorre,
- cieli divenuti come palcoscenici
- a narrare l'epopea
- di un disperato tragitto.
- Luccicanti città si susseguono nella notte,
- meste spettatrici di un esule,
- il buffo rammarico di uno sguardo
- che non può arrestarsi.
- Inappellati passeggeri
- lanciati, fin dalla nascita,
- in un'inintelligibile corsa.
- Quando mere, neonate, pupille in viaggio
- contemplavano il ciglio della strada,
- persuase che alberi e monti
- scappassero con le automobili.
- Pensiero del duemila
- Clamori inverosimili
- cerimonie immani
- il tramonto di un millennio;
- pago tripudio dell'uomo
- a ciò che lo lascia.
- Folle riverse per le strade
- fobiche, trepidanti, attese
- lo scoppio di una nuova era?
- Agognato duemila che da anni viviamo
- spasimo di un approdo fittizio
- ad un'epoca giunta e dilapidata.
- Cospirata meta
- di opulenti animi essiccati,
- illusorio orizzonte
- di spenti occhi;
- anelito, misera speranza,
- di rigenerazione
- di menti inghiottite dal tedio.
- Corridori auto proclamati,
- gareggianti del progresso
- nell'itinerario dei secoli,
- esultanti a cavallo
- di un ingordo treno allo sbaraglio;
- soffermiamoci,
- voltiamoci intorno.
- Signora eroina
- (esperienza di un obiettore in comunità)
- 6 agosto 2000
- Un nido chiassoso
- dove riaffiorano irrise speranze,
- un focolare confuso
- dove riprendono archiviate battaglie;
- facce travolte dalla vergogna
- impartita dal comun pudore
- trovano il coraggio di riscoprirsi.
- L'iniziatico scetticismo
- di cani feriti, perenni randagi;
- l'innocua superbia di chi non vuole
- ancora apparir meno.
- Il rancore di una dignità
- come uno straccio calpestata
- dai piedi della sana normalità.
- Timori e diffidenze che sfumarono
- quando i miei cancelli vi ho aperto;
- non l'alieno ambasciatore
- del mondo accanto,
- ma qualcuno che inaspettatamente
- - diversamente -
- solca le stesse acque.
- Notti e meriggi memorabili
- spesi nell'unione corale
- dei nostri sogni infranti,
- ma irriducibili.
- La disarmante consapevolezza
- di una inscrollabile caducità,
- una solitudine ineludibile;
- quella solitudine che noi stessi,
- il sangue del nostro spirito.
- Non intravvedere l'alba
- serrando le finestre al mattino che sorge;
- sostare con gli occhi sbarrati
- e le intelligenze stordire,
- salire ripetutamente
- sulla giostra della fabbricata incoscienza.
- "Signora eroina"... il suo sballo?
- non è questo che si vuole:
- assistere ininfluenti;
- dormire ai bordi di un tempo
- che non si tocca,
- fantasmi di una realtà
- che non si cambia.
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