LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Emanuela Arcangeli Ha pubblicato il libro
Regalami - Emanuela Arcangeli       Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi)   12x17 - pp. 40 - Euro 4,50   ISBN 88-6037-002-7   Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l'autore è finalista nel concorso letterario «J. Prévert» 2005   Prefazione Poesie
Prefazione   Tutti noi, come abili artigiani, viviamo e lavoriamo per cercare qualcosa o qualcuno che ci permetta di oltrepassare quella soglia che separa la realtà quotidiana dal sogno, la limitante finitudine dell'essere umano dalla dimensione ultraterrena. Quello slancio coraggioso che desidera aprire il varco, per aiutarci ad evadere dal soffocante labirinto di pensieri, nasce tra le "crepe" della vita: e capita, a volte, di sentirsi evaporare come acqua, dissolversi come nuvola soffice, farsi rugiada che accoglie la prima luce e talvolta di sentirsi come polvere depositata tra le fessure dell'esistenza, impalpabile e destinata al silenzio. Vaghiamo come errabondi fantasmi, invisibili a noi stessi, come scrive Emanuela Arcangeli, dispersi in un luogo silente, senza guida, nudi come in uno stato primordiale, senza un valido sostegno, circondati da un mondo che vede prevalere il falso sorriso dell'ipocrisia, imperare l'egoismo e le false apparenze. Eppure le parole oltrepassano il silenzio, il luogo del pianto, la pietra dell'urlo, il lago del dolore, e quella ricerca di contatti cauti, di nuovi confini di vita non è nient'altro che una rivolta, una ribellione interiore pervasa da un profondo senso religioso che "dentro di lei/fuori dal corpo" fa sgorgare linfa vitale che rigenera, finalmente rende possibile l'apertura delle grate, la rottura dei sigilli, il superamento delle consuetudini, e permette di scorticare la corteccia, sgusciare i gherigli dell'anima per dare luce alla propria vita e gustare i giorni della verità, attingere da essa le forze per non cadere inesorabilmente nel dimenticatoio o peggio ancora sprofondare in un baratro senza fine. Ed è una tempesta dell'anima, un vortice emotivo, un oceano di sensazioni indescrivibili: la carne brucia, gli amori si perdono, i ricordi sono seccati, anzi erosi, dal dolore, la mente, assediata da devastanti pensieri, pare immersa nelle sabbie mobili e Lei si percepisce come un lampo fugace, un vento mutevole, l'ombra della sua identità. E infine l'interrogativo che sconquassa: "essere così o solo sentirsi così"? Non rimane che spazzare via la paura, il dubbio e la tristezza, ritrovare un personale sguardo sulle cose per gustare la semplicità della vita, riscoprire la gioia e sorridere guardando gli occhi dell'"altro". Un bisogno di sconfinare oltre gli ostacoli e le false apparenze di questo umano vivere che incatenano alle attese, alle pretese, alle aspettative che impongono già di per sé dei limiti: alla costante ricerca del fiore dell'essere, e non importa se occorre andar controcorrente per scoprire nuove delizie. L'imperativo di Emanuela Arcangeli è "avere il coraggio di cambiare", fino alle viscere, di affrontare quel terremoto che scuote nel profondo e, senza più remore, mollare le funi della mongolfiera della paura che conduce sempre nel falso rifugio. Emanuela Arcangeli libera, parola dopo parola, il cuore prigioniero, annienta il timore di un tuffo nel vuoto o di un volo disastroso fino a giungere all'esplosione dell'anima, a danzare sul taglio lucente del proprio essere, per nutrirsi di quell'armonia divina tra ritmo e respiro di vita rigenerata. D'altronde, come scrive Emanuela, tutti noi emettiamo / segnali incompresi /spie d'allarme / per ricerca d'amore: purtroppo la sensibilità nel captare tali segnali ormai è "dono e privilegio" di pochi. Questo è il dramma umano. Per me non chiedo altro, al pari di Emanuela Arcangeli, di rinascere, risollevarmi, volare in alto e perdermi nell'azzurro. Massimo Barile
regalami   Regalami     Signore dove sei?   Sei nascosto nel sorriso che non ho dato, nel saluto che ho trattenuto, nella visita che non ho fatto. Se solo nascondessi le mie paure e ti aprissi la porta del mio cuore! Se solo in silenzio, ascoltassi la tua voce! Mi vuoi parlare ed io fuggo nell'affanno dei giorni nella corsa senza senso.   Voglio veder aprire i tuoi fiori. Sono anch'io nel tuo mazzo.   Regalami!     Con te cresce la mia vita     Ho chiesto senza aspettarmi niente, come quando si chiede l'acqua dal cielo. Ho aspettato, senza ricevere niente. Ho pianto sulla mia terra prosciugata.   Mi sono data da fare, da sola.   È spuntato il germoglio del coraggio fra le crepe aride. Talmente tenero, da rischiare di spezzarsi al soffio crudele del vento dell'incostanza, ma Tu, sei il mio riparo. Serra calda, le tue mani su di me. Fresco ristoro, le tue acque nel profondo dove le mie radici scavano a cercare.     Hai bisogno di me     Vorrei uscire dal labirinto dei miei pensieri, evaporare come acqua al sole e ascendere in alto, invisibilmente. Tornare, rugiada di mattino che filtra la prima luce del risveglio.   Vorrei essere impalpabile polvere che brilla al raggio filtrato da strette fessure e allora, danzo sul taglio lucente al centro della stanza del mio essere che Tu illumini ogni giorno.   Vorrei essere nuvola soffice e bianca, lenzuolo scherzoso del sole che Tu copri e scopri a tuo piacimento. Vorrei essere tuo strumento.   Corda che vibra tra le tue mani. archetto che oscilla al tuo comando, clavicembalo percosso dal tuo ritmo, flauto soffiato dal tuo soave respiro.   Vorrei essere parte del tuo tutto. Sono niente, innanzi a Te, e... Tu mi chiami... ...hai bisogno di me.     L'altrove     L'altrove sono perle di parole oltre il nudo del silenzio, il prato del pianto oltre la staccionata del sorriso, la pietra dell'urlo, lanciata nel lago fermo del dolore. L'altrove è qui, dentro di me e vuol venir fuori, sgorgare come acqua di sorgente che abbevera i giorni assetati di verità.     Isola bagnata     Lampo fugace, mutevole vento, mi sento. Pianta indolente d'inverno. Vivo d'attesa. Con il ciclo infinito dei giorni, sento l'intesa. Agli ammicchi lunari, maree allungate inseguo. Con raggi gagliardi di sguardi, bacio l'aurora. Meraviglia si ripete dopo ogni passaggio. E morte, il calice pieno cede alla vita nascente. Sul capo ricordo carezze lente di bimba che fui, protetta ed amata ora, solo da un mare di perché, isola bagnata.     La mongolfiera della paura     Oltre il sassoso sentiero del dubbio, il verde prato della semplicità, vedo. Sciolgo, e in alto vola, lontana, la gonfia mongolfiera della mia paura.   Cattura e disperde la sconfinata griglia del cielo. Venti nuovi spazzano ogni cosa, sciolgono i legami della mente, liberano le schiavitù costruite.   Troppo spesso, quella mongolfiera mi ha trascinato, lontano da ciò che amo, da ciò che sento, da ciò che voglio.   Ho pensato a volte di volare. Non potevo. Imbrigliata nel falso rifugio di un cesto appeso nel vuoto dello scrupolo.   A piedi scalzi, ora, sul prato, margherite da cogliere cerco.     Gherigli nascosti     Tu sgusci i segreti, i gherigli nascosti dell'anima, Schiacci i miei duri contorni, mi vuoi senza limiti, oltre gli ostacoli della mia scorza. Tu, scruti l'alimento celato, sono polpa per te da offrire, ma io, mi nascondo. Apri le mie grate, forza i miei sigilli, riduci in frammenti i miei gusci. Scortica la mia corteccia ispessita. Tu solo, trovi la linfa vitale. Ti apro uno spiraglio, per dar luce alla mia vita.
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