Home Page di Emilio Gallina
Emilio Gallina è nato nel 1934 a Treviso dove risiede. Libraio e rappresentante editoriale ha iniziato scrivere versi in lingua e nella parlata trevigiana verso la metà degli anni '70. Fa parte del Circolo dei Poeti Dialettali Trevigiani Amissi de la Poesia e altri circoli ed Associazioni culturali locali con i quali collabora. Nel 1998 esce Galaverna, una raccolta a di poesie in lingua, vincitrice del premio internazionale Agenda dei Poeti (Milano, 1998). Nel 2000 pubblica Canpàne par do, silloge poetica in trevisàn, dedicata a momenti di vita di coppia, ristampata nel 2006. Nel 2002 segue 'A me tèra, 'a me zènte, poesie nella parlata trevigiana e nel 2004, Scondicùco; silloge che chiude un ideale trittico poetico dedicato alla terra trevigiana, alla sua gente e alla sua armoniosa parlata. Ha recensito e presentato opere di vari poeti. Sue poesie in lingua e in dialetto sono presenti in antologie e riviste e hanno conseguito premi e riconoscimenti in ambito locale e nazionale.
- SITIBONDA TERRA
- Sono i fiumi
- sterili d'acqua
- in questa lunga
- sete estiva.
- Biancore di sassi
- ai greti
- implora il cielo.
- Sitibonda terra.
- Avida,
- ha colto dai greti
- l'ultimo rivo
- e spera.
- Occhi,
- al cielo impazzito,
- scrutano trepidi,
- sparse nubi:
- gregge senza pastore.
- Sbandano e fuggono
- a invisibili lupi.
- L'uomo
- non ha orazioni
- a farle gravide
- e partorire
- attesa pioggia.
- MADRE TERRA
- Ho profondo amore
- per la terra.
- Mi è amica
- e madre.
- È entrata in me
- nello scalzo tempo fanciullo,
- nel condurre i docili buoi
- all'aratro.
- Quel tepore di terra grassa
- aperta al vomere,
- mi saliva,
- materna carezza,
- oltre il cuore.
- Giungerà il tempo
- in cui, amorevole madre,
- mi accoglierà nel suo grembo.
- Mi custodirà paziente
- in attesa di resurrezione.
- BORGO DI PESCATORI
- Quieta sera marina;
- nel biancore di muri
- scolora in parvenza
- di enrosadìra.
- Sale dal mare
- una brezza a me ignota.
- Si intrufola per portici e vicoli;
- porta fragranza salsa di alghe,
- di parche mense
- e sperduti frammenti di vita.
- La risacca
- è un lamento alle rive
- continuo,
- come al succedersi dell'onda
- i giorni
- Lontana eco di voci
- e di cante
- rimbalza flebile
- lungo oscure calli.
- Il piccolo borgo
- si dona alla notte
- e battiti d'ali ai nidi.
- BERRÒ ALLE PIOGGE NUOVE
- Berrò alle piogge nuove
- del bizzarro aprile
- di gemme ed erba sazio,
- sapide gocciole d'acqua.
- Berrò alle mie mani
- dischiuse a conchiglia;
- docile,
- mi lascerò bagnare.
- Dai capelli perle di pioggia
- scendere su viso,
- spalle, braccia e mani,
- purificante lavacro
- da uggioso tempo invernale.
- Nei giorni nuovi
- di Resurrezione
- sulla mia umanità ferita
- stille d'amore e perdono
- copiose scenderanno.
- Sarò mondo.
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Ins. 21-10-2006