LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiHome Page di Gabriella Kuferzin
È nata a Trieste nel 1964, si è trasferita nel Veneto con la famiglia all'età di sei anni. Di madrelingua slovena, ha appreso altre lingue (italiano, inglese, francese e tedesco) senza difficoltà, laureandosi a Venezia in Letteratura Anglo-americana nel 1990. Ha lavorato negli uffici commerciali di due importanti ditte del Padovano e del Trevigiano, continuando a studiare per entrare nel mondo dell'insegnamento, suo sogno di sempre. Vinti i concorsi, è stata insegnante elementare di lingua inglese per otto anni, e ora insegna in una scuola media della provincia di Padova con grande impegno ed entusiasmo. Sposata e madre di due bambini, coltiva molti interessi e passioni, come quelle per la musica, l'opera, il teatro, la lettura, e qualche anno fa ha trovato il coraggio di iniziare a scrivere poesie, per sondare il suo animo intricato e per superare momenti difficili. Ha partecipato solo ad un paio di concorsi letterari, vincendone uno, per la riluttanza a rendere noti i suoi scritti, ma ora sente il bisogno di confrontarsi anche con questo mondo che l'ha sempre affascinata.
- Londra
- Incessante leggera
- pioggia autunnale
- terge
- pensieri
- che colano sull'asfalto lucido
- di sogni dimenticati.
- Stanchi passi silenti
- tornano lentamente
- sulle stesse foglie rosse
- volate nell'imbrunire incerto
- di un tempo lontano.
- Nel frastuono insonne
- dell'immensa città
- mi nascondo
- in una stanza vuota
- di un anonimo albergo
- da affollare di solitudine
- di ricordi e di lacrime
- per voler sentire di nuovo
- la vita
- riprendersi il corpo
- per cercare un ordine
- nella mente scardinata
- per dissolversi ancora
- e ancora sperare di ritrovarsi
- nello spazio cieco
- di un'altra interminabile notte.
- E al mattino
- un dettaglio,
- un particolare profumo di tè
- come un balsamo
- per il cuore malato
- sorprende la memoria
- e lenisce il dolore.
- E solo nel lasso di questo breve attimo
- di pace assoluta
- collimano i mille frantumi
- dell'anima
- che appare fulgida
- di nobile grazia
- in una fugace ricompensa
- per gli infiniti affanni
- del mio travagliato errare.
- Perla
Voglio rallentare rallentare il tempo fino a fermare il momento in cui quella lacrima si stacca dalle tue gote e sospesa nel vuoto si lascia guardare da ogni parte sfera perfetta di lucida superficie iridescente palese scrigno dell'amarezza racchiusa nel tuo corpo distillata dalla tua mente e in quel momento perla di trascendente bellezza che più splende quanto più ha ferito l'anima... trasparente sostanza di umane sofferenze ha la stessa forma del mondo e la stessa silenziosa durata di un alito di vento e come dentro di te ha inciso tracce indelebili così svanirà al primo calore della mano indulgente che la raccoglierà.
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Ins. 17-12-2003