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Appunto sulla situazione L'opulenza non soddisfa. Recide nettamente Il primitivo dischiudersi dei germogli dell'essenzialità; Che oramai orfana di veridici valori, annega nei mari nauseabondi della superficialità. La verità implora aiuto, sorella naufraga, nel lento inabissarsi della barbarica e civilissima società del benessere. Impressioni d'aprile 22/04/2004   Logorroico nelle malinconie e nelle debolezze appese a queste fronde, accolgo l'acidulo succo, quasi di limoni guasti, della mia inestricabile riflessione. Estinto il gusto rotondo del buon vino, detonatore di risa, miccia alle rabbie di vuoti calici; cristalli soccorritori che si rincorrono inesauribili, nei baleni di tregue concordate, in nome della salvezza dei precari equilibri del cuore. Musiche soavi si inerpicano alle tue spalle, baciando lo stupore più sù, nel gorgo profondo e infestato di un cervello spiazzato. Le verdi natiche delle colline arrossate dalla porpora degli agognati e convincenti primi soli. Ti seducono come occhi socchiusi di gatto o fanciulla, feritoie sulla soglia degli scorci catturati, di affascinante mistero e magnanima bellezza della vita. MALATTIA Balconi fioriti che ridono, a picco su strade di desolata solitudine; in un gomitolo di vicoli si confondono gli omicidi e i suicidi, le gioie troppo brevi e le palpebre gonfie di pianti, i sussurri e le urla di decine di esistenze. Acquari di umani muti, zoo di bestie umane, comuni di esseri persi. Galleggianti dolori, tangibili, sulle onde mai quiete, sporadicamente dolci per fortuna, dell'alcol: che quasi obbligatoriamente costretto, corre fra il sangue più pesto delle nostre vene. Le escoriazioni e le cicatrici del nostro mondo, non troveranno mai guarigione al sole malato delle nostre città. Aprile2004 LUNA Due lacrime di stelle scivolano beffarde, dalla faccia liscia e luminosa di una luna piena. Ogni notte più malinconica nell'osservare il troppo o il troppo poco amore che segna il nostro insicuro cammino. Amica luna,che risplendi nonostante tutto, su ogni anelito di dolcezza che scorgi di lassù. Il tuo argento si intreccia pericolosamente, ai miei sussulti di fanciullo e alle chiome scure di chi mi emoziona, a cui vorrei donare un volo; planare bisbigliando, tra il mistero e la bellezza dei firmamenti in cui ti stagli. Perla purissima,incastonata in un mare di accecanti diamanti. Aggiungere torrenti di anime fiorite, tinte di giada, e i nostri preziosi cuori, a coricarsi su questi tappeti di stelle. Il creato nasconde ogni orrore, lasciando illuminare la vista da cuscini ed arazzi dalla fattura perfetta. Inaudite cascate di meraviglie, spettacoli interminabili, vie di fuga eterne, all'eterna stasi delle nostre esistenze; fili che corrono da millenni su minutissime lame affilate. ...e la luna ogni notte a sorridere, magnanima e paziente. 02/04/2004   lo spettacolo   Il mio pensiero è trascinato fra onde spumeggianti di dilatati oceani, dal tocco morbido e appassionato di magiche dita. Sono corde che vibrano struggenti e nervose, ali di falena silenziosa nella notte, ad intonare impercettibili canti. Non ogni orecchio umano può captare. E tu ti muovi a passi sinuosi, in vortici cullanti passioni e nidi di tenerezza. Il sudore imperla fronte e seni, vistoso succo di un cuore in fermento. Languida e felina, vestita d'azzurro sbocci da fiordi in zampillante festa e da fuochi scoppiettanti. I veli della tristezza strappati dai miei occhi. Il tintinnante pulsare del cuore segue la danza, ne vorrebbe carpire i segreti, cristallizzare le pose più soavi e suadenti. Tu sei roccia, forte e inscalfibile nella tua arte; sei rosa rossa, fragile e fremente nel tuo amore; sei mare,placido e piatto, tutt'un tratto furente e burrascoso, nell'alternarsi dei passi che ammantano di magia le tavole di legno dell'anonimo palco; su cui ti muovi, vezzosa e leggiadra. Sono tuo e della musica che t'accompagna. Tuo schiavo e prigioniero, amante folle e passionale, marito devoto e fedele. Vorrei che il sogno di questa comunione perfetta ed inebriante, mi accompagnasse oltre la lenta agonia del tuo ballo e delle note. Per catturare la meraviglia. Per assoggettare il tempo, al benessere voglioso di bimbo. 05/07/2004 Pensieri notturni in un pub Rotta la notte da rantoli cantilenanti e privi di grazia, inutili ed altezzose parole cariche d'ebrezza. Il rullio di tamburi lontani, tra rocce millenarie, mi scuote. L'incombenza di uno stacco, necessaria oscurità ad occhi stanchi, di macinare come nuove vecchie visioni, foriere di malinconici passaggi a vuoto. Quadri d'inestinguibile bellezza narrano i loro parti travagliati e stupefacenti, al mio orecchio. E il mio occhio brilla ancora, in qualche suo recondito angolo. C'è la noia, nel riciclarsi di situazioni di disperata solitudine, parate come sempre, davanti il tuo sguardo vigile. La bellezza nascosta ed abbandonata, senza voglia alcuna di riemergere; eppure galleggia in piccoli gesti, forse impercettibili, ma luminosi. Rette d'infinito spezzate dai succubi vortici del denaro; a branchi vi annegano spegnendosi in lamenti tormentosi. Dell'essere disarmato e fuori posto, bottiglia vuota, schiacciata tra cumoli di rifiuti, templi immensi ed altissimi al deserto dei valori delle coscienze; ora solo rivoluzionate dai timori di un'inutilità senza spiegazioni. E' la voglia pazza di essere al di fuori di questa merda, che non ci piace, a spingere gli spiriti più sensibili, allo smembramento più vile; al crogiulo delle nostre sofferenze. 08/05/2004

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