LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Gianfranco Longo
Gianfranco Longo (Bari, 19 novembre 1965) ha trascorso vari anni per studi e per ricerche in Germania, Uruguay e Brasile. Ricercatore di Diritto costituzionale nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bari, è docente di Diritto costituzionale comparato avanzato al biennio specialistico in Relazioni Internazionali presso la medesima facoltà. È autore del romanzo Natura morta (Palomar, Bari 1995), di alcuni racconti e saggi letterari pubblicati sulla rivista La Porta d'Oriente, diretta da Franco Cardini e del poema Forma continua ed elementi discreto (Giuseppe Laterza, Bari 2004).
ETERE (Eternità)
- Passaggio
- Rosa mistica
- Il fiato del pane è divenuto calice di luce:
- Madre, sono in attesa che il vento del sacrificio
- ricomponga le morte ossa di ogni elemento
- nella forma che traccia marmorea
- lo spazio del silenzio e del Verbo la presenza.
- Madre, non lasciare inattese le speranze
- di colui che salpò solcando le onde del tempo,
- Ma rendi speranza ogni attimo del suo cammino;
- Noi tutti percorriamo con lo sguardo e con l'udito
- il soffice mantice del Primo Mobile
- che tutto muove, non moto,
- solo nella Tua offerta.
- Candida rosa, del soffio divenisti
- Madre del Figlio del Padre
- per essere spirito dell'eterna Sua presenza...
- Rosa che dall'universo
- ardi nel fuoco al batter d'ali della colomba
- ecco che quel pulsar di vita
- di sussistenza e di conoscenza romba.
- Ora che accogli della luce l'eterno Tuo moto
- donami senza posa il sospiro di vita
- per la mia rinnovata coscienza,
- ché ogni forma nel Tuo Figlio si trasforma
- nel movimento lento degli universi incrocio
- del Verbo Tuo mio bere
- per il mio umano miserere.
- A mio figlio
- Ascolta il cuore della notte
- quando al correr vano
- rende quieto il quotidiano,
- Allo stesso modo
- lascia alla dottrina dei superbi i consigli
- Dal dolore nascerà la forza della gioia,
- Così cogli il distacco dal successo e dalla gloria
- perché solo il tuo legame di filiazione
- non sarà mai a termine.
- Il mondo che ti attende non ha luogo
- non ha spazio in questo mondo che percorri
- confuso, sordo, rumoroso.
- Lascia pure che l'evento segua la sua forma
- l'elemento d'inciampo è parte della stessa forma
- nel governo dell'amore e della vita.
- Giungerai oltre la costanza
- dove tutto si squaderna
- accidente e sostanza,
- per essere soltanto soffio che ti aveva atteso
- soffio che ti aveva formato
- a cui tutti noi ritorniamo.
- Ti disse tua madre:
- "Quando la vita dipanerà i suoi giorni
- l'infanzia le sue attese
- l'adolescenza i suoi smarrimenti
- e la giovinezza le sue ambizioni,
- ti verrà chiaro come ogni attimo dei tuoi anni
- fosse stato raccolto
- già prima di ogni giorno
- in un sospiro di Amore,
- per essere a te dato facendone buon uso
- nella limitatezza e nella scarsità delle umane sorti
- così diverse, così asimmetriche,
- affinché tu sia
- ciò per cui cominci ad essere:
- presenza in questo mondo,
- battito di speranza,
- carità umana".
- Inno a Te
- Tu sai tutto, tu sai che io ti amo
- Ti amerò nella gioia e nel legame dell'assenza
- nel tormento e nell'affanno cercherò la tua presenza,
- E non ci sarà mai fine
- all'intimo sussurro che tu desti alla mia vita
- alito di speranza, carezza di fede e di amore,
- Oltre l'oceano ti amerò
- Oltre i venti mormorati tra le stelle,
- Ti amerò nei passi incerti verso di te
- anche quando i miei occhi stanchi
- solo distinguere possono e potranno
- opachi contorni della tua voce
- ma il tuo sogno sarà la dolce dimora dei miei sonni,
- Ti amerò quando i morsi dei desideri
- avranno dilaniato la pelle della mia anima,
- Oltre il disordine delle necessità
- Ti amerò
- Nel mondo così prosaico in cui mi volesti
- Nei porti ignoti in cui crocicchiano
- sguardi bui e bocche torve, ossessioni del passato
- In bastimenti dove vite disperse
- si riuniscono per tessere vele straziate da mare e da venti
- Lì ti amerò, perché la sofferenza della carne
- sia felicità e mai scandalo...
- Ti amerò ancora nei legami interrotti dell'amore
- perché il tuo Amore
- consolerà il ricordo dei giorni di lutto, angoscia del presente
- Ti amerò quando le tue labbra soffieranno
- l'oblio del tempo
- quando la memoria sprofonderà
- nell'insolenza della storia e nell'inganno dei dotti,
- Ti amerò ad ogni pianto del mio bimbo..., affanno del futuro
- L'anima di queste note
- cantate dal fagotto
- congiungeranno la nostra vita,
- Tu assoluto
- all'incrocio tra eterno ed universo
- tra aquila e colomba,
- nel lamento si rivela la nostra filiazione
- per rinascere battito di presenza
- in foramine petrae.
Febbraio - Novembre 1998
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Agg. 30-11-2005