LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiHome page di Giuseppe Gullotta
Giuseppe Gullotta è nato 44 anni fa a Gaggi un piccolo paese della valle dell'Alcantara. Dopo aver vissuto in vari luoghi, grazie al lavoro di suo padre (impiegato delle ferrovie) approdano definitivamente a Brolo in prov. di Messina, paese adottivo visto che vive qui da quasi trent'anni, dove si è sposato e lavora. E' impiegato presso il comune, dove svolge l'attività di letturista dei contatori idrici oltre che controllare eventuali anomalie, il tutto presso l'ufficio Tributi servizio acquedotto. Si è diplomato presso l'Istituto professionale di Stato per l'agricoltura e l'ambiente di Capo D'Orlando. Gli piace scrivere, lo fa da quando era bambino. Ha iniziato con le poesie, poi dopo ha scoperto il gusto per scrivere delle novelle fantasiose per sua sorella, già all'età di dieci anni. Il tutto è andato perso nei continui spostamenti. Frequenta un corso professionale di lingua inglese ed un corso di giornalismo indetto da una associazione culturale formata da giornalisti e da un editore.
- Le ragazze di Saigon
- Erano li... sedute dentro un bar
- davanti ad una tazza fumante di the.
- Risatine che scintillano come monete d'oro.
- Visi truccati di dolce euforia e chiome nere
- che scendono lungo le spalle strette.
- L'ho viste sedute sopra un sedile mentre
- aspettavano il sole d'estate e il bus.
- L'ho viste di nascosto portare
- fiori e poi fuggire via...
- con i capelli bagnati di pioggia
- raccolti in un foulard.
- Miagolare dietro i gatti e giocare a far le fusa
- con i compagni di scuola.
- io l'ho viste fumare di nascosto
- per la prima volta, tossire e diventare
- rosse dalla vergogna.
- L'ho viste stringere un sogno che non torna più.
- Fare la fila dinnanzi a una gelateria.
- Eccitate e sudate di felicità
- Nella sala di un albergo dove si balla l'allegria.
- ere di tutto e poi ridere ancora e ballare...
- Così innamorate della vita e dell'amore!
- L'ho viste di notte, quando le fabbriche
- sono chiuse e le vie sempre aperte...
- L'ho viste nude distese sui letti, corpi esili, ad
- aspettare per poi buttarsi via.
- Alitare sui vetri freddi e scrivere fantasie...
- e sulle labbra rari ma dolci sorrisi...
- Povere, tenere, belle, le ragazze di Saigon.
- PICCOLO JORDA
- Introduzione :
- In questo freddo giorno d'autunno,
- tanto da gelare anche il cuore...
- Non trovo di meglio che passeggiare
- per le vie di Budapest.
- Un bambino, non più di otto anni,
- se ne sta accovacciato in un
- cantuccio di una grande via.
- Non ha più nessuno...
- Mamma l'ha affidato alle cure
- di un destino da crearsi da se.
- Augurandosi prima di chiuder
- gli occhi per sempre,
- che fosse migliore del suo.
- Il bambino con una fame di sorrisi e d'amore
- che gli invade gli
- occhi stanchi e tristi,
- soffia nelle piccole mani
- gli ultimi aliti dai
- polmoni ammalati.
- Che freddo questo autunno ungherese,
- sembra voler gelare anche il cuore!
- Il piccolo Jorda
- dalle mani intirizzite
- ferma un ragazzo
- tirandogli un lembo
- dei pantaloni di velluto
- spessi un dito:
- -Cosa vuoi? Risponde il ragazzo.
- -Ho fame e tanto freddo...
- -Non posso aiutarti! Devo andare, ho fretta!
- Una vecchia signora dalle
- mani forti da contadina
- tiene l'ultimo filo di speranza legato
- al fragile destino del piccolo Jorda...
- -Cosa hai bel bambino? Stai forse male?
- -Voglio andare da mamma, la prego mi accompagni...
- -Ma io non so dove sia la tua mamma!
- Aspettami qui, solo il tempo che io vada dai miei nipotini
- a portar loro dei canditi
- e dopo troveremo insieme la tua mamma...
- E' morto un bambino!
- Ha gridato qualcuno...
- Presto venite!
- Una piccola tragedia
- s'è consumata in un istante
- sopra un marciapiede freddo
- di una grande via di Budapest.
- Chissà quante altre al mondo ...
- Ho visto gli occhi spenti
- del piccolo Jorda,
- e mi sono rivisto in lui
- bambino ed ho pianto a lungo
- in silenzio il mio dolore,
- stringendo forte a me
- il suo corpo senza vita.
- G. G. CLASSE 1924
- Mio padre una storia comune
- condivisa dalla sua generazione,
- nascosto nei suoi silenzi
- se ne sta un pò distaccato dalla realtà.
- Un veliero che naviga in acque
- straniere, ma chissà dove ...
- Mio padre infanzia difficile
- senza scarpe, giovinezza smarrita
- nella paura di un' atroce guerra.
- Vecchio soldato mancato,
- militare riformato
- per un figlio appena nato.
- Mio padre amori veloci
- lasciati a metà
- ed affetti esasperati.
- Sacrifici di una vita piena
- dipinti sul volto.
- Musicista per gioco
- e per un po' di soldi.
- Venditore ambulante di tessuti
- nelle valli impervie del
- Trentino dimenticate da Dio.
- Emigrato malato eterno di nostalgia.
- Ferroviere girovago
- a trent' anni, occupazione
- stabile sino all'età pensionistica.
- Un mucchio d'idee
- senza iniziativa in testa
- ed un pugno di mosche in tasca!
- Buon cittadino capace
- di adempire ai suoi doveri
- con fin troppa onestà.
- Mio padre figlio di una famiglia
- numerosa e padre di numerosi figli.
- Prigioniero dei suoi anni
- e del suo vino dove affoga
- problemi, ansie e paure.
- Polmoni bruciati dal fumo
- e tosse che non va più via.
- Mio padre impotente
- di fronte ai problemi di oggi.
- Piccolo genio della matematica,
- diplomato con un attestato
- conseguito in soli sei mesi.
- Una schedina nelle mani
- e centinaia di milioni in testa!
- Con un' isola tropicale alle spalle
- senza più voglia di andarci.
- Mio padre mani tremanti
- di fronte al caffè mattutino.
- Insoddisfatto e critico,
- ed un mondo a modo suo.
- Un mio buon amico
- dal sorriso a metà e di poche parole,
- a volte una cascata di lunghe storie...
- Mio padre un pò burbero,
- incapace di mostrare i suoi sentimenti.
- Introverso e timido,
- riesce a commuovere
- il bambino che c'e' in lui,
- che gli fa sbattere le palpebre
- pensanti lentamente.
- Ottantenne fuori
- e millenario dentro!
- Amico della morte
- anche se gli fa paura,
- ma che spesso invoca.
- Mio padre una delle tante
- "persone inutili"
- col trofeo della bontà
- e della comprensione nascoste nel cuore.
- Uno di quegli uomini che passano
- silenziosi e fugaci
- sul palcoscenico della vita.
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- Se ha una casella Email gliela inoltreremo.
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- ©2006 Il club degli autori, Giuseppe Gullotta
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Ins. 28-08-2006