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Giuseppe Sansone nato a Vallo della Lucania il
23/09/71 e residente a Milano. Nel 1990 ho conseguito
il Diploma Magistrale, quindi, nel 1996 la Laurea in
Scienze Politiche presso l'Università di
Salerno con votazione 110/110 e lode, infine nel 2000
ho conseguito il Master MBA alla Luiss Guido Carli di
Roma. Dal luglio del 2000 lavoro alla Direzione di
Milano di Winterthur Ass.ni. Ho partecipato fino al
1992 ad un gruppo teatrale "Amici di Eduardo" e
rappresentato le principali opere di Eduardo Di
Filippo. Scrivo poesie da circa 17 anni, ma anche
racconti e testi di canzoni. Ho un mio libro nel
cassetto dal titolo "Fanciulla in Fiore &endash;
Poesie D'Amore", che ho recentemente depositato c/o la
SIAE e sottoposto ad alcuni editori, che hanno
espresso giudizio positivo; confido di poter
pubblicarle a breve. Due mie poesie: "Esile dolce
creatura" e "Già ti perdo" saranno pubblicate
nell'Antologia "Fonopoli &endash; Parole in movimento
2003".
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- Piccolo
cerbiatto
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- Piccolo
cerbiatto
- corri lungo
la verde prateria
- della mia
anima
- e mai
vorresti fermarti.
- A
sorreggerti è il ricordo
- di quei
limpidi cieli
- e la fierezza
d'un popolo lontano
- e gli
infiniti spazi d'Africa.
- Neppure
t'accorgi
- d'una poggia
leggera
- che ti
sorprende intenta
- a ripensare
alle rime d'una poesia.
- Non puoi
trattenere una lacrima
- pensando che
sei stata tu la musa
- socchiudi gli
occhi
- e mi stringi
forte
- sei ritornata
su quell'altopiano
- non
più sola
- ed insieme
scrutiamo l'orizzonte.
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- Ricordo di chi ci
ama
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- L'eleganza
del ballo dei delfini
- che giocano
tra le onde dell'oceano
- e si lasciano
osservare dai fanciulli
- e da te che
vi intravedi chi ti manca.
- Il profumo
intenso dei fiori sparsi
- sulla
spiaggia ed i tuoi occhi
- che vogliono
essere il davanzale
- per chi dal
cielo assiste lieta.
- È
trascorso solo un anno
- e la magia si
ripete
- ed ora sei tu
sull'altare
- pronta a
pronunciare il candido assenso.
- Avrebbe
voluto essere qui
- e credo lo
sia nei gabbiani
- che
volteggiano sul porto,
- nella
medesima danza dei delfini.
- Il suo
sorriso squarcia il cielo
- e, come il
sole d'aprile,
- rallegra e
commuove
- la primavera
della nostra vita.
- La tua
infanzia
- Un giorno per
caso scopro una tua foto
lo sguardo fisso a
sfidare il mondo
ed allora mi sembra
di ritornare
alla tua infanzia e
rivederti.
- Le ginocchia
rosee e segnate
dall'erba del
giardino,
la tua bici
appoggiata allo steccato
in una quiete solo
momentanea
e tu seduta
sull'uscio di casa.
- I suoni della
foresta si odono in lontananza
e si confondono con
il delizioso profumo
che emana un cesto
colmo di manghi e papaie
che di tanto in
tanto furtiva saccheggi.
- Il sole tiepido
volge oramai al tramonto
ed una leggera
brezza, giunta
dal lontano golfo
indiano, accarezza le tue gote,
mentre tu attendi
paziente il ritorno del tuo eroe,
che infatti scorgi
all'orizzonte con il suo trofeo.
- La tua gentile
figura
- La tua gentile
figura
in un viale ho
scorto un mattino
agile e ad un tempo
fragile
tra i fiori e
l'erba ed il cielo confusa.
- Il mio sguardo
rapito
ed il mio animo in
disordine
per un Amore ancora
acerbo,
come un marmo in
attesa d'esser scolpito.
- Da quel giorno
nulla più è stato
consueto
gli odori, i
colori, le voci, le pietre hanno un senso
nulla mi spaventa,
neppure il siderale universo
la cui voce ho
imparato ad ascoltare mansueto!
- Avevi
- Avevi nei
capelli corvino
i fili d'erba dei
prati di Ravello,
come una fanciulla
che s'adorna nei
suoi giochi.
- Avevi negli
occhi castani
lo stesso luccichio
del mare
che innanzi a noi
immenso
s'estendeva fino a
sfiorare il cielo.
- Avevi nel viso
sognante
la
luminosità di quel mattino
d'aprile ed io di
te
m'innamorai ed
ancora t'amo.
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