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Joseph Selin

Joseph Selin è nato a Napoli il 12/12/1974 da una famiglia lavoratrice di confessione prima cattolica poi evangelica. Nel 1979 si trasferisce con la famiglia a Caserta. Diplomatosi in ragioneria nel 1993, presta il servizio di leva militare a Livorno. Una volta congedato s'iscrive presso la facoltà di economia della "Seconda Università degli studi" di Capua alternando gli studi a lavori vari e corsi di formazione finanziati dal F.S.E..
Dal 1996 inizia a studiare a fondo l'origine fisica e chimica della natura e del mondo, lo sviluppo biologico della vita e l'evoluzione storica, economica e sociale dell'Umanità. Ha contatti epistolari e personali con numerosi movimenti religiosi e politici che lo aiuteranno a rapportarsi con disparati modi di pensare e di vedere il mondo carpendone le variopinte sfumature. Scrive le sue prime poesie di natura introspettiva.
Nel 2002 comincia ad interessarsi al mondo letterario. Sviluppa molti dei temi precedentemente accantonati e scrive i primi saggi storici e sociali. Scrive altre poesie di natura più paesaggistica e contemplativa le quali, riunite con tutte le precedenti, confluiscono nella raccolta "Aurora, aspettando l'alba di un nuovo mondo".
 
L'amico del cavolo
 
Disperato t'affanni
a cercar compagnia,
languido strisci sulla mia via,
qualcosa ti serve che chiedi vorace
ma a concederla sei ben più restio!
Quando ti serve,
d'amore e d'accordo,
allora ti mostri pacato ed accorto!
Ma nel momento in cui ti fa impiccio
la mia presenza o la mia compagnia
a stento rivolgi la tua favella
e vedi come liberarti da ogni incombenza!
Che bell'amico,
l'amico del cavolo!
A chieder favori o a perdere tempo
sei lesto e solerte
ed affronti il cimento,
ma se ti chiedo un piacere d'amico,
avanzano scuse e presto ti scordi!
Che bell'amico,
l'amico del cavolo!
Non t'interessa cosa io penso,
di cosa ho bisogno, cosa vorrei,
mai ti chiedi cosa io faccia,
dei miei interessi sempre si taccia!
Che bell'amico,
l'amico del cavolo!
Tutto curioso eri all'inizio
gentile ed accorto ad ogni mio vizio,
chiedevi impavido di cosa ero foriero
volevi conoscere il mio arcano pensiero!
Ora mi sbrighi in tutta gran fretta,
hai sulla faccia un'aria sospetta,
quando io parlo distogli lo sguardo
quello che pensi non me lo dici
non per rispetto ma perchè sei codardo!
Ma che bell'amico,
l'amico del cavolo!
Pari noi andiamo lungo la via
sei un gran pidocchioso:
piangi miseria ma la tua borsa
è più piena della mia!
 
 
Ombra
 
Come uno spettro
t'aggiri furtiva
nell'anima mia,
come ombra sfuggente
spesso riemergi,
e mi riporti il dolore!
Ancora ogni tanto
schizzi ribelle
dagli archivi della memoria
e vaghi nella mia mente
portando amarezza,
scivoli fuori
dai ricordi
e vaghi nel cuore
svuotato che troppo monotonamente
adesso batte,
penetri ancora nell'anima
che malinconica assapora
i giorni che scorrono!
C'è un'ombra nella mia mente,
nell'anima e nelle ossa!
Quante opportunità ci sfuggono via
come petali di fiori che si sperdono all'aria
inaridendo la vita!
Credevo che il vento del tempo
t'avesse dispersa per sempre,
ma sempre ritorni a turbinare nei pensieri
e nell'animo svuotato di te!
 
 
Fulmine
 
Lampo che squarci le tenebre,
dalle nuvole oscure
ferisci le retini
e fai sobbalzare la mente!
Tuono che scuoti i vetri e i polmoni,
fai sussultare lo spirito
che spaventato grida
come in preda a moderne
ed infernali musiche!
Fulmine che nell'animo penetri
come frammento d'ispirazione,
illumini e spaventi come verità rivelata,
ed una cosa l'animo ispirato comprende:
ch'è meglio portare un ombrello!
 
 
Piccole frasi
 
Piccole frasi
che librano nell'infinito spazio
del pensiero,
poche parole
ricche di sentimento
e cariche di vita!
 
 
Folla
 
Passi svelti e a rilento,
respiri caldi,
variopinti colori,
tante espressioni,
volti dispersi in cerca di vita,
qui non son solo,
ma in compagnia!
 
 
Due anni
 
Due anni son passati
da un periodo di gioia,
due anni che inondano
di un oceano di ricordi
la mia linea del tempo!
Due anni che gettano un mare
le cui gocce sono i giorni
una distanza che pare immensa
dalla vita!
Due anni dalla vita all'apatia!
Sere incantate,
magiche musiche,
dolci melodie,
terse atmosfere,
questo due anni fa!
 
 
Speranza
 
Sotto tonnellate di macerie
di cupo sconforto,
sotto la pioggia fitta
di oscuri presagi,
di fronte al vento impazzito
che schizza negli occhi
schegge di odio e di morte,
avanza tenace strisciando latente,
scavando la via con fatica
con l'energia della forza vitale
della voglia di vita!
Speranza, amata speranza,
avanza a fatica col passo felpato!
Speranza, agognata speranza,
speranza sanguinolenta
che scava un canale,
tra possenti pietre
di un mondo in macello!
Speranza, nostra amica e compagna,
mai ci abbandona,
dal primo vaggito
all'ultimo rantolo,
ci spinge ad amare,
ci guida alla vita!
Speranza, indefessa speranza,
nostra eroica inquilina
che ci anima il cuore,
forse spesso c'illude,
ma grande e preziosa è questa magica
e perseverante presenza!
 
 
Neve
 
Bianco mantello
ricopre suolo e terrazzi,
giardini e tetti,
miriadi di minuscoli cristalli,
ognuno a sé, ognuno diverso,
geometriche forme
son quelle che alcuni
ritengono sia
la firma di dio!
 
 
Paria
 
Solitario erro nel mondo, vagabondo,
prigioniero nella gabbia dorata
del gretto consumo,
rinchiuso come tanti
nello spietato giogo della solitudine,
sono un essere che va errando nel mondo
senza più razza né terra né patria!
Sul suolo natio la mia indifferenza, sopra ci sputo,
nulla ho avuto, nulla mi è permesso di dare!
Senza razza ormai disgregata e distrutta,
senza patria ormai dissolta e asservita
come ogni patria e sogno di gloria,
senza terra, espropriato ed escluso!
Senza amici né compagna vago desolato.
Ogni valore vecchio declina,
lasciando un vuoto da colmare
e il mondo dei pochi e della massa asservita
mi indica e punta il suo sasso
pronti a seppellire sotto un oceano di pietre
la carcassa che trascino per il deserto del mondo!
M'indica la folla dei prodotti di serie
sputandomi in faccia il marchio affibbiatomi,
dietro falsi sorrisi e salamelecchi,
mi dice col suo brandello di mente
quel che io sono e fiero confermo:
sono un paria!
 
 
Sconforto
 
Sconforto, amaro sconforto,
abisso di fredda e buia sorte
di un desiderio che nasce già morto,
di un bieco presagio che di fa forte!
Sconforto, piccolo grande sconforto,
freno di vita e d'ogni genuina pulsione
nave che avanza senza né vento né corrente,
ma con l'alito freddo della disillusione
che nel baratro oscuro inabissa ogni passione!
Sconforto, dolce e nudo sconforto,
sicario spietato della speranza,
ogni miraggio vasto si fa corto
e tormenta l'anima che senza respiro arranca!
Sconforto, caro sconforto,
momento di pausa e riflessione
che ferma il lavoro di spirito e mente
si sforza l'anima in questa lezione
affina lo sguardo e il suo respiro si fa potente
e passa sconfitto, abbattuto e ritorto
ogni amaro sconforto!
 
 
Aliseo
 
Mi soffi il tuo sibilo
nel mio orecchio
che ascolta il silenzio
portando materia e notizie
da posti lontani!
 
 
Silenzio
 
L'aria preme agli orecchi
e sento la voce di alisei
che da lontano portano nuove!
 
 
La sala del silenzio
 
Allegra e festosa è la compagnia,
parlano, danzano e giocano,
tutti contenti o che si sforzano
di essere o apparire tali!
Qui, in una sala contigua alla festa,
dove arriva il sottofondo di suoni, musica e voci,
io sto nel mio ambiente ottimale,
qui io mi sento al mio agio,
sono padrone e signore,
mi godo i libri e le opere d'arte,
l'aria che fruscia al mio passaggio fendente!
Qui io sento le voci,
la luce che filtra,
non sono del tutto isolato e sperduto nel buio,
sto solo nella mia sala del silenzio!
Qui io penso, rifletto, leggo e medito,
fantastico e immagino che qualcuno
di tanto in tanto mi noti
e venga generoso ad offrirmi la sua compagnia!
In qualsiasi momento potrei entrare
e gettarmi nella festa furiosa e turbinante,
ma so che mai lo farò,
perché troppo rapide scorrono le parole,
che spesso divergono dai pensieri,
troppo ingannevoli i sorrisi benevoli,
che spesso a stento ti notano,
troppo rumorose ed insulse le musiche,
che impediscono la tua riflessione,
troppo frenetici i ritmi,
che fiacchiscono la tua voglia di vivere,
troppo cocenti le scottature,
quando a volte ho parlato e comunicato
con qualche festante!
Ma so che mai mi verrà negato l'accesso,
in qualsiasi istante e momento io voglia
posso entrare glorioso, trionfante ed inosservato,
e questo mi rende sereno,
questo mi basta a non disperare!
Mi affaccio di tanto in tanto,
ad una finestra protetto dai vetri,
e sbircio la folla festante
mi chiedo se è reale la festa che vedo
o se invece sia solo parvenza e illusione,
se in realtà ognuno di loro non ha di per sé
una propria sala del silenzio
e sbirciando tra i vetri veda me stesso tra la folla
come io vedo gli altri!
E se non tutti almeno molti di essi,
ognuno in una sala isolato a pensare!
Io sono del mondo,
ma vivo fuori dal mondo,
e aspetto l'attimo della resa,
quando giunge una vera compagnia,
una compagnia non solo di presenza e di uscita,
compagnia che ti penetra
fin dentro le ossa e il cervello,
abbattendo, senza smanie
quell'inespugnabile fortezza,
sciogliendoci tutti in un abbraccio vitale!
Poi torno di nuovo a godermi la semiombra e la quiete
di questa splendida, dorata e tranquilla
mia sala del silenzio!
 
 
 

da "Aurora, aspettando l'alba di un nuovo mondo"

di Joseph Selin, 2002

 
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 Ins. 27-11-2002