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- LA
LINCE E IL PASSEROTTO
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- Un piccolo
passerotto stava tranquillamente dormendo nel suo
nido, quando alcuni fuscelli cedettero e il passerotto
precipitò improvvisamente al suolo.
- Era evidente che
i suoi genitori non avevano costruito il nido come
avrebbero dovuto.
- Svegliatosi di
soprassalto, il passerotto, che non sapeva ancora
volare, si mise a correre quanto più
velocemente poteva, per trovare al più presto
un riparo.
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- Giunse
così nei pressi di una stalla con dieci
mucche.
- Quando le mucche
videro il piccolo passerotto tutto solo, gli chiesero
dov'era il suo nido e lui rispose che purtroppo si era
perduto.
- Essendo
già autunno inoltrato, cominciava a fare
freddo, così una delle dieci mucche
pensò di coprire il passerotto col suo sterco
bello caldo.
- I vermiciattoli
della campagna circostante vedevano il fumo dello
sterco caldo e facevano a gara per raggiungerlo,
così il passerotto aveva cibo in abbondanza
tutti i giorni.
- E quando lo
sterco progressivamente scivolava via e si seccava, le
dieci mucche a turno provvedevano a ricoprire di nuovo
il passerotto che poteva così usufruire sempre
di una "nuova casa".
- Chi stava meglio
del piccolo passerotto?
- Aveva tutto
ciò che era necessario: una casa calda e il
cibo quotidiano!
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- Arrivò
l'inverno, stagione fredda dove il cibo scarseggia, ma
il passerotto era protetto nella nuova condizione in
cui si trovava grazie alle dieci mucche.
- Passarono nei
pressi della stalla diversi animali in cerca di un
riparo e di buon cibo.
- La prima fu una
donnola, che chiese alle mucche se potevano ospitarla
per l'inverno, ma queste fecero notare che il loro
cibo è composto solo da vegetali, e la donnola
sarebbe morta di fame.
- Il passerotto se
ne stava ben coperto nella sua dimora, così che
la donnola non lo vide e se ne
andò.
- Passò poi
un ermellino e avanzò le stesse richieste della
donnola, ma la risposta delle mucche non cambiò
e l'ermellino, non vedendo il passerotto,
lasciò la stalla.
- Successivamente
toccò ad una faina, quindi a un furetto poi ad
una volpe che aveva una splendida coda, ma tutti e tre
ricevettero dalle mucche la stessa risposta, e nessuno
di questi animali vide il passerotto.
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- L'inverno
volgeva ormai al termine ed il passerotto era
cresciuto e forse sarebbe stato già in grado di
volare, ma gli dispiaceva lasciare la sua "casa" e le
sue "amiche".
- Giunse alla
stalla una lince che chiese alle mucche se poteva bere
l'acqua dei loro abbeveratoi, e visto che ne avevano
in abbondanza, le mucche accolsero di buon grado la
sua richiesta; ma mentre si stava dissetando, la
lince, che ha una vista acutissima, scorse il
passerotto immerso nello sterco.
- Subito si
rivolse alle mucche dicendo loro che era un peccato
ricoprire di sterco un così bel uccellino,
perché in questo modo non si potevano
apprezzare i colori delle sue "pregiate"
piume...
- Invitò il
passerotto al fiume vicino dicendogli che l'acqua
corrente lo avrebbe ben ripulito e il suo piumaggio
sarebbe stato in questo modo ben visibile in tutto il
suo splendore!
- Il passerotto,
molto lusingato dall'invito della lince, iniziò
a considerare in modo completamente diverso ciò
che le mucche avevano fatto per lui.
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- Inveì
duramente contro le dieci mucche, accusandole di
"averlo tenuto" nello sterco per tanti mesi; ma visto
che adesso aveva trovato un "vero amico" che lo
apprezzava come avrebbe meritato, non sarebbe rimasto
un minuto di più in quella "stalla
puzzolente"!
- Le sue dieci
"vecchie amiche", si limitarono a metterlo in guardia
dicendogli che non tutto ciò che è
sterco si deve sempre disprezzare, e non tutto
ciò che ci sembra buono, alla fine risulta poi
esserlo veramente.
- Comunque il
passerotto non le stava più ascoltando,
perché aveva preso già la via del fiume
col "nuovo amico".
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- La lince
afferrò il passerotto e lo immerse nell'acqua
del fiume così che la corrente lo ripulì
per bene.
- Mentre era
nell'acqua il passerotto era un po' timoroso,
perché sarebbe bastato un attimo di distrazione
da parte della lince e la corrente lo avrebbe
trascinato via.
- Ma le forti
zampe della lince lo tenevano ben saldo e la sua
fiducia nel "nuovo amico" crebbe
notevolmente.
- Una volta
ripulito per bene, la lince posò delicatamente
il passerotto sopra un masso di roccia perché
si asciugasse e potesse rimirare le sue splendide
piume.
- Il passerotto si
mise però a tremare perché la stagione
era ancora fredda, quindi la lince pensò al
modo migliore per poterlo riscaldare.
- Cominciò
ad alitare il suo fiato caldo sul passerotto che si
sentì subito meglio, e pensava che aveva fatto
proprio la scelta giusta seguendo la lince e lasciando
le mucche.
- Ma il passerotto
era tutto inzuppato d'acqua, e dopo il primo tepore,
riprese a tremare.
- La lince quindi
tirò fuori la lingua e vi mise sopra il "suo
amico", dicendogli che in questo modo avrebbe ricevuto
un maggior calore.
- Il passerotto,
che aveva ormai cieca fiducia nella lince,
accettò di buon grado questa ulteriore
premura.
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- Passarono
soltanto pochi minuti e il passerotto sentì di
nuovo freddo.
- A questo punto
la lince gli disse che aveva la soluzione "definitiva"
al suo problema: lo mise tutto dentro la
bocca!
- Finalmente il
passerotto era al caldo!
- Disse alla lince
che stava proprio bene, pero' c'era un po' troppo
buio...
- La lince,
articolando a malapena le parole perché aveva
la bocca completamente occupata dal passerotto,
rispose che non avrebbe più avuto nessun
problema, e se lo mangiò.
- Passò
quindi di nuovo davanti alla stalla leccandosi i baffi
e se ne andò soddisfatta.
- Le dieci mucche,
intuendo ciò che era accaduto al loro piccolo
amico, si guardarono mestamente e scossero tristi la
testa.
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