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Nata a Benevento il 16 febbraio 1947, ha trascorso
l'adolescenza tra la propria città natale e
Saint Marcel, in Valle d'Aosta, a cui è rimasta
molto legata.
- Risiede a
Benevento, dove insegna italiano e storia in un
istituto tecnico.
- Ha iniziato a
scrivere fin dall'età giovanile, ma solo da
qualche anno ha intensificato l'attività di
scrittura.
- Tutta la sua
produzione poetica è inedita.
- E' risultata
finalista al concorso di poesia "J. Prévert
2002" , e "J. Prévert 2003", rispettivamente
con la silloge" Silenzi" e " Frammenti".
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- Puoi
anche non rispondere.
- A
me basta che tu sia,
- una
fantasia, un pensiero
- steso
al ramo a sventolare,
- la
bandiera issata a festa.
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- Ombra
fra le ombre,
- nebbia
nella nebbia
- cammino.
- Fiati,
scie di fumo denso
- scandiscono
il tempo.
- Non
è né giorno né
notte.
- Nessun
sole è mai sorto o
tramontato.
- La
tristezza è un orizzonte perso.
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- Mi
dici che mi vuoi,
- un
colpo da maestro il tuo,
- ma
io ho campanelli che suonano,
- antenne
che vibrano,
- ho
l'olfatto dei gatti,
- gli
occhi del falco.
- E
il mio sistema d'allarme
- rosseggia
vistosamente, intermittente.
- E
non è teatro.
- Inadeguamento
disturbo
da teatro?
- Io
avevo chiesto solo un sorriso.
- Perché
mi trovo in una fiction a puntate?
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- Mi
hai invaso la casa,
- come
un ladro matricolato,
- e
ora allunghi la mano
- per
frugare, scovare
- la
piega, la ruga,
- la
maglia che non tiene.
- Hai
occhi acuminati, artigli affilati.
- Vuoi
strapparmi l'anima,
- come
un avido rapace.
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- Come
frange lacerate volano
- le
parole nell'aria, non si combinano
- a
tessere tele, ricami, orditi.
- Solo
brandelli vaganti, coriandoli
colorati.
- Recisi
i fili, annullati i connettivi,
- Ma
io cerco nel cuore
- della
matassa ingarbugliata
- cerco
il bandolo, il senso che riallinei
- i
soldatini di latta sul campo di
battaglia.
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- Vagano
sulla soglia le parole,
- non
s'accordano a svelare il responso.
- Un
vento pungente, dolente
- in
un turbine di foglie le disperde.
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- Sei
fuggito,
- come
un pirata,
- con
la nave carica.
- Ma
neanche il ladro più scaltro
- scappa
senza lasciare traccia.
- Qualcosa
del tuo gioco
- è
rimasto impigliato
- qui,
a scorrere come un fluido
- denso,
fluorescente.
- La
roccia, gelida, granitica,
- ora
brilla della tua luce.
- Si
è riaccesa la luna,
- ha
ritrovato il cielo.
- Sei
fuggito,
- ma
nessuna fuga è indenne.
- E'
rimasta qui
- la
tua parte migliore,
- a
resuscitarmi, come un Lazzaro.
- I
gerani stanno fiorendo nei vasi.
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- Rimbomba
da anni
- lo
stridio delle rotaie
- tra
le vecchie mura
- della
casa sulla ferrovia.
- Tremano
- i
fantasmi del passato.
- Un
volto ridente si srotola
- dal
gomitolo della memoria.
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- Ho
capovolto la clessidra.
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- Ma
la sabbia,
- consunta,
- non
scorre
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- E
quel volto si fa nebbia,
- fantasma
evanescente
- e
muto.
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- Rimbomba
lo stridio delle rotaie
- tra
le vecchie mura
- della
casa sulla ferrovia.
- Sussultano
- i
fantasmi del passato.
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- Ma
io non so più chi sono.
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- Si
frantuma
- il
volto riflesso
- nello
specchio d'acqua.
- Occhi
sgomenti
- come
naufraghi morenti
- brancolano
nel cerchio d'acqua.
- Bocche
serrate
- come
porte per sempre inchiodate
- invano
- s'agitano
- a
rompere il silenzio.
- In
baia dell'onda
- vanno,
- alla
deriva,
- senza
più bussola.
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- Come
belve in gabbia
- ombre
impazzite
- urlano
- parole
senza senso.
- Contro
10 100 1000
- ombre
impazzite
- ingorde
- si
slanciano
- Assetate
del proprio sangue,
- affamate
della propria carne
- si
sbranano.
- Un
vortice convulso
- le
schiaccia
- contro
sbarre di acciaio.
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