- È nato il 5
marzo 1970 a Castellammare di Stabia (Na), dove ha
vissuto fino all'età di sette anni.
Nell'ottobre del 1977 si è trasferito a Foggia
dove ha frequentato gli studi fino al conseguimento
della maturità scientifica nel 1988. Oggi vive
a Montesilvano (Pe), dove lavora in qualità di
impiegato; è sposato ed ha una bimba di nome
Chiara. Le sue passioni principali sono sempre state
la lettura dei classici della letteratura italiana,
inglese e tedesca ed il comporre poesie, riflessioni e
aforismi su vari temi, fra i quali: l'amore, la vita e
l'uomo. Queste composizioni sono state da lui riunite
in tre piccole raccolte di poesie, fino ad ora mai
pubblicate. Continua tuttora a scrivere con grande
passione. Ha partecipato alla prima edizione del
concorso letterario Olympia Città di
Montegrotto Terme ed al concorso Marguerite
Yourcenar 2001 meritando di essere segnalato dalla
giuria rispettivamente per le poesie Sogno e
Come Odisseo.
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- Sogno
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- Parla in
silenzio dal tuo cuore, o donna,
- leggerò
per sempre quelle risonanti parole
- mentre dalle tue
labbra piano si leveranno,
- come soffio
vitale di un'accorata speranza.
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- O foss'io come
quel vento d'autunno
- quando dolce
scuote i rami degli aceri,
- come le piccole
foglie lievi e ondeggianti,
- descrivendo
nell'aria le loro note più
belle.
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- E invece posso
solo a lungo mirarti,
- seguendo coi
miei occhi il tuo libero sguardo,
- aspettando da te
sola un pallido sorriso,
- calda luce per
il mio debole cuore.
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- Così, in
sogno, le mie mani dischiuse
- vanno in cerca
di quei tuoi semi sparsi in ogni dove,
- da quel tuo
intimo senso di candore,
- come agognate
melodie di una dolce sinfonia,
- eterea fragranza
del divino infinito:
- l'amore.
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- Come
Odisseo
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- O suadenti voci,
accese di brama,
- che assalite i
miei orecchi nei sogni notturni,
- quando le
stelle, in silenzio, brillano in cielo
- e spedite,
v'aggirate come venti minacciosi,
- o impetuosi
vortici di ardente passione!
- Come le antiche
sirene di Odisseo,
- vi accostate a
me nell'ora della prova,
- e pronte ad
adescare con eterne promesse
- il fragile cuore
struggente in pianto.
- O divine ali
della notte,
- che dall'alto
scrutate coi vostri acuti occhi,
- senza indugio
intente a tesser l'inganno
- nel profondo
torpore dei miei sopiti sensi.
- Rivelatemi o
voci arcane
- il nome di chi
un tempo vi ordinò messaggere
- e concedetemi di
svelar questo dolce mistero
- a chi ne appare
succube e sventurato,
- prima che
l'estremo anelito possa uscir dalle mie
labbra.
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