- Il Beffardo Gitano
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- Massimiliano Romanelli ha ventotto anni a da
qualche mese vive a Buenos Aires.
- È nato a Como e vissuto sempre in una
zona di frontiera che involontariamente ha
condizionato la sua personalità contraddittoria
e vagabonda, sempre in costante affanno di conoscenza,
innovazione ed erudizione.
- Lo scorso novembre è stato pubblicato da
una piccola casa editrice siciliana la sua prima
raccolta di poesie e racconti "Fotogrammi
alterati".
- A Buenos Aires sta terminando la stesura di
nuovi racconti mentre è di prossima
pubblicazione, sempre in Argentina, una raccolta di
suoi racconti e poesie alcuni dei quali sono
già stati inseriti in due antologie.
- Ha ricevuto una menzione d'onore per la poesia
internazionale ad un concorso al quale ha partecipato
e nel corso del corrente anno uscirà in Italia
una sua raccolta di racconti "Estasi permanente" edita
da C.G.T. di Chivasso.
- In Argentina ha anche partecipato come attore
ad una pellicola indipendente a basso costo, una
bellissima esperienza che ha arricchito ulteriormente
il suo spirito di beffardo gitano.
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- Desiderio
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- A Stanley e Blanche
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- Il mio viso ciondola verso destra
- mentre tu con la tua mano sinistra
- punzecchi il mio alito
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- ... Sospiriamo...
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- La tua schiena produce acqua
- gelida
- la vedo scorrere
- e
- i miei palmi accolgono il suo
brivido
-
- Blu la mia bocca
- del tuo sguardo
- in frantumi
- delicatamente sparsi
- li raccolgo
- e benedico
- la tua bocca in cocci
-
- "Spengo la luce"
- mi dissi
- e
- il tuo pianto sbraitò in una lava di
sangue.
- Subito
- mi inchinai a raccoglierne
l'essenza.
- Incosciente.
- Svenni.
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- La luce dallo specchio filtrava
- immagini edulcorate
- niente affatto fragili
- solo ciocche di capelli sparse per
terra
- e
- una scopa che le raccattava
- e
- uno sguardo cannibale che le
tritava
- e laggiù
- un corpo esanime
- bianco candido
- dal profilo incerto
- ignorato dalla nebbia mattutina.
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- Morbio Inferiore, agosto
1999
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- Ballo di
Società
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- Contrazioni feroci
- Spasimi allo stomaco
- ...ecco i primi sintomi della nausea che
provo
- per Voi,
- equilibrati ospiti della gaudente parata di
lustrini
- e paillettes.
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- Volete forse un sorriso,
- un cioccolatino,
- un compiaciuto disprezzo?
-
- Circondato da risibili sguardi,
- mani mendichevoli di manierata
complicità
- mi accarezzano.
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- - Dio, che disgusto! -
-
- Devo forse inchinarmi alle tue rigide
regole,
- O mia Devota Signora?
- Accondiscendente alle tue nevrosi di bassa
lega
- o
- ai tuoi balli colmi di armonioso
artificio?
-
- Ebbene, mi arrendo!
-
- Butto la testa nel cesso.
- Tiro l'acqua.
- - che puro sollievo sulla mia pelle
-
- Conati di lacrime tratteggiano il mio
volto
-
- I miei occhi fiammeggianti,
- gonfi
- macchiati di esasperato ardore.
- Fisso allo specchio
- la bellezza di questo sfogo
disperato.
-
- Coprono le mie mani
- i segni scarlatti della rabbia che
graffia,
- invisibile,
- i tessuti del tuo lindo vestito.
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- Già pronti per il ballo,
siete
- e
- io,
- vigliaccamente,
- vi parteciperò.
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- Ma non chiedetemi,
- per favore,
- un brindisi.
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- Vi sputerei addosso.
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- Morbio Inf., dicembre 1998
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