- La
Fabbrica di Carne
-
- Ero arrivato in
un'altra città, ma nemmeno questa sembrava
essere quella giusta. La mia era una ricerca
complessa. Avevo trovato a casa qualche informazione,
ma poi avevo dovuto muovermi. E possibilmente non
troppo lentamente. Il tempo a mia disposizione non
è certo eterno. Ad ogni modo quella era la
terza città che giravo. Nel senso letterale del
termine. Arrivavo in città e mi mettevo a
camminare per tutte le strade, cercando di sentire,
farmi dire, intuire qualcosa. Finora niente.
Percorrevo vie, corsi, piazze, slarghi, viali, aiuole,
giardini, parchi, cortili, accessi privati, senza
scoprire un accidente. C'era anche da
preoccuparsi.
- La fortuna
però un giorno mi venne incontro. Stavo girando
in un quartiere tutto di casette basse, di piccole
palazzine, di cani nei giardini e di quattro gatti per
strada, quando notai improvvisamente una torretta di
mattoni. La cosa strana è che era già da
un po' che stavo girando lì intorno e non
l'avevo affatto notata. Era una costruzione senz'ombra
di dubbio particolare. Una via di mezzo tra un
campanile di una chiesa, un minareto di una moschea,
una torre medievale ed una ciminiera di una fabbrica.
Non avevo mai visto niente del genere. Da un suo lato
pendeva anche una banderuola orizzontale. Era
scivolata in quella posizione o ce l'avevano messa?
Non mi era dato di sapere, così decisi di
raggiungerla.
- In pochi minuti mi
ritrovai sotto la torretta di mattoni. Ad occhio e
croce sembrava una costruzione di fine ottocento. Era
anche piuttosto alta. Ai suoi piedi si trovava un
basso edificio, anch'esso di mattoni e senza il tetto.
Avevo dunque trovato qualcosa, così mi sedetti
lì sotto ad aspettare. Dopo un paio d'ore
uscì un uomo dalla torre.
-
- - Buongiorno,
è da molto che è qui?-
- - No... neppure un
paio d'ore...-
- - Sì,
è poco davvero! Lei è una persona
fortunata!-
- - L'ha messa lei
quella banderuola di traverso?-
- - No, non so chi
l'abbia fatto. A parte tutto, ci vuole venire oppure
no?-
- - Penso proprio di
sì, dopo tanto peregrinare sono
curioso...-
- - Ci mancherebbe,
vedrà... si troverà
benone...-
- - Si va
subito?-
- - Sì,
è la regola!-
- - Okay, per me si
può fare...-
- - Andiamo
allora...-
-
- Entrammo nella
torre. Vi erano cunicoli tortuosi al suo
interno.
-
- - E' da molto che
ci vuole arrivare?-
- - Stavo cercando un
modo... che mi do alla ricerca in modo
pressoché totale... sarà da circa due
anni...-
- - Lei è uno
che sa il fatto suo! E le ripeto che mi sembra anche
piuttosto fortunato!-
- -
Già...-
- - Mi segua ora, si
trovano in un posto piuttosto
appartato...-
- - Possiamo prima
salire sulla torre?-
- - E perché
mai?-
- - Per la
banderuola... per capire come mai si trova in
posizione orizzontale piuttosto che in
verticale...-
- - Assolutamente no,
dobbiamo farle il biglietto...-
- - Il
biglietto?-
- - Sì, per
prendere un treno ci vuole il biglietto
giusto?-
- - Giusto, non
pensavo di andarci col treno!-
- - Sono tante le
cose che lei non pensa!-
- - Ad
esempio?-
- - Ad esempio non
conosce la storia della banderuola!-
- - Lei me la
può spiegare?-
- -
Vedremo...-
- - E da là si
può tornare indietro?-
- - Sì, tutto
è possibile...-
-
- Dopo aver sceso
alcune rampe di scale, ci fermammo ad una specie di
stazione sotterranea della metropolitana.
-
- - Eccoci arrivati,
il mio compito finisce qui...-
- - Pensavo mi
accompagnasse...-
- - Non è
compito mio, io la devo condurre fino al treno, ora
tocca a lei fare il resto... in ogni caso non ci
rincontreremo più... almeno penso,
addio...-
-
- L'uomo scomparve in
una galleria sotto l'ultima rampa di scale. Rimasi da
solo ad aspettare il treno. Dopo circa un quarto d'ora
arrivò un convoglio arancione e bianco. Non
c'erano i finestrini. Assomigliava più ad un
treno merci che ad uno per il trasporto dei
passeggeri.
- Ero il solo a
salire a quella stazione. Appena sopra notai che ero
il solo anche a viaggiare su quel vagone. Attraverso
un piccolo vetro vidi altre persone nella carrozza
davanti alla mia. Non potevo però raggiungerle,
non vi era alcuna porta. Rimasi così seduto
sulle panchette di legno, a guardare il pavimento, le
luci al neon e le pareti bianche.
- Il percorso
durò alcune ore, dopodiché il convoglio
si fermò ed una voce avvisò i signori
viaggiatori di scendere dal treno. Alla stazione vidi
che oltre a me erano scesi dal vagone precedente altre
cinque persone. Feci per andargli incontro, volevo
parlare con loro. Improvvisamente un uomo in uniforme
sbucato da chissà dove mi bloccò,
ordinandomi di seguirlo. I cinque li vidi muoversi in
gruppo, guidati anch'essi da un tizio simile al mio.
Andavamo verso due direzioni opposte.
- Seguii la mia guida
per alcuni corridoi ed ascensori. Arrivammo poi in
superficie. Sbucammo in un piccolo caseggiato
all'interno di un gigantesco spazio aperto. Che notai
essere l'immenso cortile di un'altrettanto immensa
fabbrica. Tutta in mattoni rossi. Ci dirigemmo con
passo svelto verso una palazzina che sembrava essere
la direzione.
-
- - Chi devo
incontrare?-
- - Lo vedrà a
suo tempo, il mio compito è solo
accompagnarla!-
-
- Non feci più
altre domande. Arrivammo ad una porta dove la mia
guida bussò e mi fece entrare. Dentro, ad
aspettarmi, si trovava un uomo alto, con la barba,
sulla quarantina e dall'aspetto
rassicurante.
-
- - Siediti, avrai
fatto un lungo viaggio, vuoi qualche cosa da
bere?-
- - Molto
volentieri...-
-
- Fece portare
dell'acqua.
-
- - Veniamo a noi,
veniamo al dunque, non posso però dedicarti
molto tempo, sono il solo a dirigere questa
fabbrica... -
-
- Squillò il
telefono. L'uomo annuì più volte, poi
riattaccò.
-
- - Senti, ho in
questo momento un impegno urgente con una delle mie
impiegate, ti chiamo la guida... ti farà
visitare la fabbrica, poi avremo tempo di
parlare!-
-
- L'uomo in uniforme,
che mi aveva precedentemente accompagnato,
tornò a recuperarmi e mi condusse nuovamente
nel cortile.
-
- - Ti mostro ora le
linee di produzione...-
- - Ma... io non
pensavo che ci fosse della produzione...-
- - Eccome se
c'è, nonostante la linea commerciale sia
diventata l'attività principale, qui ci
difendiamo ancora bene...-
-
- Aprì una
grossa porta. C'era un rumore assordante. Migliaia di
addetti seguivano l'inscatolamento, in barattoli di
metallo, di una particolare poltiglia. La guida mi
informò trattarsi di carne. Lì si
produceva carne in scatola. E la si spediva ovunque
nel mondo.
- Usciti dalla linea
di produzione mi vennero mostrati i caseggiati adibiti
ad abitazione per il personale. Si produceva senza
sosta ventiquattro ore su ventiquattro, 365 giorni
l'anno. Su due turni di dodici ore ciascuno. Mi
riportò poi dal precedente direttore con la
barba.
-
- - Spero che non ti
sia spaventato!-
- - Beh, sorpreso
sono rimasto...-
- - Prima di dire
ogni cosa ti premetto che sei libero di andartene
quando meglio credi...-
- - Va bene, mi
dica...-
- - Okay, come hai
potuto vedere qui si prepara carne in scatola, spedita
poi in tutto il mondo. Siamo gli unici del settore su
tutta la Terra. Tu verresti inserito nelle linee
produttive. Il lavoro, totalmente volontario, si
articola , come ti avranno spiegato, su due turni di
dodici ore ciascuno...-
- - E questo sarebbe
quanto?-
- - Sì, se tu
lo vuoi. La selezione è stata dura, ma tu l'hai
superata. Costruisci i tuoi simili, ne verrai
ricompensato. Non sarai carne in
scatola...-
- - Sarò forse
molto peggio...-
-
- Prese il telefono e
chiamò la mia guida in uniforme.
-
- - Lo rispedisca da
dove è venuto, grazie!-
-
- Cercavo dove si
nascondessero le leve dell'umano agire. Adesso che ne
avevo trovata una mi veniva da vomitare. Sapevo che
non ci sarebbe stato più molto da fare.
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