LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Pietro Tagliabue
- Pietro Tagliabue. Nasce a Cesano Maderno (MI) il 22 maggio 1964, laureato in Filosofia presso l'Università Statale di Milano, ha partecipato a diversi concorsi letterari tra cui quello organizzato dal comune di Stella (SV) nel 1994 ove ha conseguito la menzione di merito e il premio internazionale di poesia "Il Gallaratese" di Milano ove ha ottenuto nel 1991 il terzo premio.
- Ha collaborato inoltre per alcuni anni alla rivista letteraria "La mosca" di Milano e alla rivista "La bottega di poesia" di Sesto San Giovanni.
- Attualmente lavora come impiegato bancario soffrendo e agognando una meta più alta, più duratura: la poesia.
- Nel vento del tuo ventre
- Aggraziato, scompigliato,
- nel vento del tuo ventre
- nel momento del nostro mentre,
- avanzo su una linea dura
- schermo di una rottura,
- avara meta di uno schema,
- pensieri su pensieri
- circoli di mattini e sere,
- impossibili da aprire
- queste galere.
- Gioco all'alba
- Al tavolo blu delle mie notti,
- dal mazzo truccato delle carte,
- una donna di cuori
- lega le mie sorti
- al paradiso del suo viso,
- ma un soffio di vento,
- improvviso,
- e quella carta aurorale
- distratta cade.
- Presagi di primavera
- Presagi di primavera,
- fuori dal gelo,
- annuso la vita che rinasce e muore
- in un battito d'ali,
- questa primavera
- che sembra non finire
- si conclude nell'inverno:
- come la mia vita
- nasce e si spegne ogni giorno
- mentre i fiori alla finestra
- a uno a uno appassiscono
- prima di sbocciare
- e come la forza che scorre
- nei neri e lucenti alberi
- immobili tra la nebbia
- anche la mia
- è costretta nelle stanze del cervello
- dai chiavi-stalli del cuore,
- e questa primavera incatenata
- non ha nessuno che la liberi.
- Ho fucilato i miei sogni
- Ho fucilato i miei sogni,
- lapidato i sussurri dell'anima
- sfracellata su scogliere di dubbi,
- ho tessuto file immense
- di fili intricati,
- i miei nervi,
- srotolati da ragni
- lungo tele di bytes,
- assurda vita
- come un sorriso che invita
- a rompere le lacrime
- dal cesto degli obblighi.
- Ho strangolato le vene
- per atroci conati di soldi,
- venuto in due
- il bottino impazzito del cuore,
- perché questi ragazzi,
- inabili al piacere,
- dentro voci trasmesse
- dalla radio che cresce e striscia
- e nessun ascolta nessuno.
- Un anno
- Un anno di nebbie
- e soli rigati di pianto,
- piogge incatenate
- a sedie affannate,
- un anno di entrate-uscite
- dalla vita a qualcosa d'altro,
- un anno e un anno
- e poi un altro,
- piovono gli anni come fiori
- sulla tomba delle mie aspirazioni.
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