LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

Raimondo Rocchetti

È nato il 26 gennaio 1937 a Bagnone (Ms) nella verde Lunigiana che lascia adolescente per trasferirsi, nel dopoguerra, vicino a Biella in Piemonte, qui completa gli studi diplomandosi geometra ed esercita la professione. Come tutti gli emigranti rimane legato alla terra natia. Da sempre appassionato di poesia, compone sin da ragazzo senza mai portarle fuori dalla cerchia di amici. Dopo una lunghissima pausa durata decenni riprende la vecchia passione componendo liriche e canzoni, partecipa a numerosi concorsi ottenendo numerosissimi riconoscimenti con premi e pubblicazioni in varie raccolte antologiche e riviste letterarie. Raimondo Rocchetti con Dalla pietrosa biafora è risultato 7° classificato al Premio Age Bassi Castiraga Vidardo 2003 Con la poesia Così ogni sera è risultato 7° class. al Premio Il Club degli autori 2002/2003 Con la poesia "D'ogni vita madre" 2° class. al Premio M° Raffaele Burchi - Biblioteca di Tromello 2004.

Luna   Nell'ovattato chiarore lontani firmamenti pallida luna guardi illuminando - compiacente al gioco d'amorosi sguardi - occhi miranti. Montagna   Sussultano a gruppi, leggere, minute farfalle colorate su fluttuanti fiori amaranto.   Rigagnoli lontani scorrono, precipitando biancheggiano: hanno una voce e me la porta il vento.   Brillano ghiacciai al sole. Marina di Massa   Apua madre nell'ardente sole sfregio veloce sulla salamastra piana tra l'intermittente canna e l'oleandro in fiore che m'accompagna. Il volto della natura (Urania) 3° premio ex-aequo   Autunno   Nell'irto sentiero pietre vestite di foglie ormai morte   con la seguente motivazione: "Efficace immagine della condizione esistenziale e della fugacità del tempo" Chi sono?   Nella volta serena l'ultimo bagliore nitida disegna la corona dei monti a vaghi volti, a seni.   Una scia lontana avanza, dirada e scompare. Nella terra ormai scura s'accendono luci così le stelle.   Lucciole su campi di grano; umane cose in pace.   Al palpito del firmamento lo sguardo levo e ho pensieri di eternità ma io CHI SONO? Notte   Dammi la mano, portami lontano; nell'aer nero non vedo il sentiero, il volo festoso, il ciel luminoso del campo e i suoi fiori non vedo i colori. La tenebra stanca su tutto s'ammanta col suo velo scuro cancella il futuro. Oscurità profonda tutto circonda svanisce l'altura e il cuor si spaura; mi sento ormai muto in un mondo perduto, ma con te vicino riprendo il cammino. Più non mi perdo se alzo lo sguardo: punti lucenti di luci pulsanti, mondi lontani e già penso al domani col sole l'aurora lo spirto rincuora, nella volta infinita riprende la vita. Del campo e i suoi fiori rivedo i colori.

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