LA PIÚ GRANDE ANTOLOGIA VIRTUALE DELLA POESIA ITALIANA Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Silvia Ambrosetti Ha pubblicato il libro
Silvia Ambrosetti Palpiti e sussulti                 Collana I gigli (poesia)   14x20,5 - pp. 32 - Euro 5,30   ISBN 978-88-6037-403-5       In copertina fotografia dell'autrice Prefazione Poesie
Prefazione La poesia di Silvia Ambrosetti, in un continuo gioco di seduzione, mette a nudo l'universo di emozioni e i conflitti interiori che accompagnano nella vita, come a seguire una linea esistenziale che coniughi la poesia e l'esistere in una visione che smascheri le apparenze e la superficialità. Ecco allora che l'amore travolge la vita, i giorni sono contrassegnati da dolci contorni e amari baci, e, alla fine, "le grida rincorrono come cani affamati" mentre il tempo passa, si snodano le giornate solitarie, si vive la passione senza remore, si incontrano uomini che "sanno rubare un sorriso". Lo sguardo capta l'imprevisto e fa brillare le emozioni, segue i movimenti in spazi impossibili tra le conquiste e le perdite: e, infine, il desiderio di prendere e la gioia di donare si miscelano in una poesia che penetra nel profondo. Si devono fare i conti con l'illusione del gioco impalpabile della seduzione, forse solo uno "scorcio emblematico della vita": capita d'inciampare nella vita frenetica, di sentirsi addosso un "vivere incompiuto" e ci si può ritrovare a "consumarsi" in una stanza che lascia il mondo "fuori". Silvia Ambrosetti si spinge oltre i limiti, ricerca il ritmo nel corpo ansimante, esalta le emozioni, insegue la dimensione che attinge alle folgorazioni e rende efficacemente il suo modo di vedere, "dentro e fuori di sé", di vivere, di fare poesia. Sensuale e innocente, avverte la varietà dell'agire, in bilico tra immaginazione e mera constatazione, tra bene e male: come "musa piacevole e disdicevole", infonde energia alla sua poesia, miscela corpo e anima con frequenti riferimenti alla condizione umana, con il desiderio di ricercare una risposta: nelle sue parole traspare il piacere e il tormento, come in un lento avvicinarsi all'apoteosi dei sensi. Senza dubbio constata che la vita scalfisce, lacera e soffoca, ma la vera scommessa è rendere umano ciò che di disumano si avvicenda nel dramma esistenziale: ecco allora la necessità di condividere i giorni e le notti con la passione e le contraddizioni della vita forse a cercare un evento liberatorio "nel mio cuore un vento vi soffia e tanta pena è sollevata. Tra la vigoria dell'anima e l'eccesso dell'astio... La poesia di Silvia Ambrosetti viviseziona i palpiti e gli impulsi con una schiettezza che fa vibrare le parole che formano i versi taglienti e penetranti di questa silloge: alla fine, nel profondo della sua visione, restano la fugacità della vita, il continuo impegno per "restar sul saggio cammino" e, nell'ultimo tentativo di consolidare la propria identità, la volontà di ritrovare la forza per seguire la via giusta che appaga l'anima.   Massimo Barile
Palpiti e sussulti     Amanti Tu, mesto traditore! Lei s'incolpa, satura di sentimenti quale è. Dolce è il contorno dei suoi seni, ella travolge la vita dell'incauto con cieca speranza. Amari, i vostri baci, san dell'aria che non si scalda. Lei s'incolpa, ma sol la luna li scopre. Il mattino dopo non sono che polvere. Si strascicano per le vie insulse delle loro vite.         A colloquio con l'anima Non avevi detto, forse, che avresti cambiato la tua strada, anima mia?   Che gran buffonaggine la vita... Aspetti tanto, tremi se il cielo non t'è amico, ti senti stanco e grasso e i giorni non t'aspettano. Solo le tue grida ti rincorrono come cani affamati.   Uomini Uomini di tutti i giorni, quelli con cui condividi passioni e smoderatezze e quelli che tieni a braccetto in giornate insolite e solitarie. Uomini al limite e quelli spocchiosi, dai sentimenti sordi e vacui. Uomini di ieri, che il tempo ha graffiato col peso di guerre insulse e forte l'urlo del pargolo che s'avvinghia alla loro veste satura di sangue. Uomini di ora, del momento, dell'attimo che mai vorresti finisse e che, quando ti guardi indietro, il cuor ancor palpita per la smania dell'incontro venerando. Uomini solidi, che paion l'onda di un mare quieto e mansueto che dal dì alla notte, perseverante, lambisce l'amata spiaggia. Uomini che san rubarti un sorriso, anche quando tutto sembra finito e le luci del tuo palcoscenico si son spente su quel teatro delirante che è stata la tua vita. Ti catturano quando vogliono, gli uomini. E tu, resti ammaliata da un sol loro cenno perché sai, che lui ti avrà, ora.         IO     Io, che mi illudo di istigare un gioco di impalpabile seduzione, dove fantasie a me ignote sopravvivono e si trascinano in letti dominati dal nemico, che di carnalità si ciba e di ignobiltà vive. D'ardore cocente, di sempre vivida ispirazione, egli avanza nel mondo del malcostume.   Vecchio     Vecchio, amante di lunghe serate trascorse tra consumati sigari e stanze piene di cicalecci ed orpelli. Sorpreso ancor tu sei da aggraziate e senili gentildonne che ti allietano con balli complici e di antico candore.         Vèto   Scostati da me.   Or io dico a te che il nostro è l'amor punito, sconsacrato, annichilito, osteggiato, martirizzato!! Creatura di Dio, perché non ti elévi a superiore benevolenza?   Destati! L'elargìre i vasti sentimenti immune non è dai malanni del nostro tempo.     La morte dell'anima Nel mio cuore un vento vi soffia e tanta pena è sollevata. Tra la vigorìa dell'anima e l'eccesso dell'astio. Anima mia, dannata dai tuoi conflitti, il corpo tuo è già nella tomba ignuda e le genti al tuo cospetto si mortificano.   Oh!   Tanto è sofferta la morte tua! Mestizia Scorcio emblematico della vita.   Il mio viver   In questa stanza io mi consumo e la mia rabbia è lodevole quanto una pallina da golf che si è persa in buca. Fuori il mondo, dentro il caos. Inciampo in questa vita frenetica e non mi basta la voce di mia madre per risvegliarmi da un viver acerbo e incompiuto.     La vipera   Una vipera io ho tra le morbide cosce, scaltra e flessuosa si muove quasi fosse tra l'algida erba di un prato fresco di rugiada. Sensuali le cosce si sfregano e poi si abbandonano sulle tenere coperte che paion quelle dell'ospital culla del neonato dormiente, pensieroso nella sua innocenza. Scende ancor la vipera e l'accompagna il virgineo sussulto della mia voce, rotta dall'ambito dolore. Popeye Ch' io stèa con te! V'è l' àere chéta. È un nuovo albóre.   L'avanzàre dei passi tuoi è musica è il fervor di colui che crea. La movènza cadenzàta è l'àngel che zampetta,   tutt'oro divenìa ciò ch'egli tocca   e sale al paradiso come prodìgio dei re. Egli non ha eguàli,   è padrone nel regno,   ladro dei patiménti, li accoglie in sé.   Se sìmil creatura v'è, v'è fùria e pazzìa nel core.   La fine del mondo     Quando cadranno lacrime inaridite da un cielo egualmente tetro e languido, s'alzerà la notte torva e corvi sudici, ci lagneremo di colpe e di pianto periremo. Terra. Fomento di liti. Di soprusi minata. Più non sarà.
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