LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiHome Page di Simona Bellone
Simona Bellone è nata a Roma il 28-04-1968 (Toro Ascendente Sagittario), risiede dal 1982 a Millesimo, in provincia di Savona: esposizioni d'arte dal 2000.- È ragioniera e fondatrice nel 1997 dell'Ass.Culturale "Riofreddo Insieme", (Murialdo-SV) e nel 2001 dell'Ass. Culturale "caARTEiv" culturale associazione artisti riuniti per un turismo in esplorazione incantevole dalla Valbormida, con sede in Piazza Italia 5 a Millesimo www.caarteiv.it
- Dal 1998 organizza concorsi e mostre artistico-letterari in Valbormida. Scrive poesie (+ di 600) e racconti dal 1982 ed ha pubblicato un libro storico fotografico per scopi sociali: "Riofreddo, una piccola Inghilterra nel cuore dell'Alta Val Bormida" Ed.Le Stelle1998 -Cengio-.
- Ha all'attivo numerosi premi letterari internazionali e le sue poesie ed i suoi racconti sono inseriti in varie antologie e pubblicati su alcune riviste culturali.
- Si diletta anche in pittura su ogni tipo di base, in fotografia, in collage con varie composizioni di svariati materiali, in creazioni in miniatura con numerose tecniche, in collezionismo vario e canto.
- Libro letterario-artistico pubblicato: "Poesie di un ventennio" 1982-2002 - Oceano Edizioni - Sanremo - IM - 425 elaborati artistici premiati per raccontare in versi, con serenità e riflessione, un percorso di vita vissuta
- da Roma alla Valbormida.
- In progetto: "Valbormida in versi colorati" un nuovo libro dal titolo, abbinando la sua pittura alla sua poesia, opera dedicata ai 18 Comuni della Valbormida.
simona.bellone@tin.it
A Roma Le magie marmoree scolpite rubano sprazzi di luce fra giganteschi cubi chiusi come prigioni. Anche quei cubi hanno portoni, ma l'ingresso agli stolti non è proibito. Roma, persa fra i frastuoni, difendi la tua dote e non vederti inerme scemare l'anima, anche se i tempi vanno perdendo l'imponenza e il rispetto. Canta ancora stornelli alla luna e flebili giochi d'ombra colorata dalle tue colline ai tuoi ponti, dalle tue chiese alle tue fontane, dalle tue statue ai tuoi obelischi, dai tuoi giardini ai tuoi musei, ed anche le anime illustri ritorneranno a passeggiare con i nostri desideri.
È tardi È tardi per tornare a dilettarsi sull'altalena che offriva sguardi ad andirivieni rivolti alla pineta degli eterni passati ricordi infantili. È tardi per piangere al ricordo immortale del profumo colorito dei fiori inneggianti all'eterna primavera di romaneschi rintocchi Papali. È tardi per immergersi nel caos festaiolo di verdeggianti aiuole e placide acque melmose sovrastate da statue biancastre di quartiere. È tardi per l'alone pittoresco che potrei incorniciare tra i ricordi incoscienti ed insensati di ciò che non è mai stato mio e di una città che mi ha accolto solo per alienare il mio passato fanciullesco in un pianeta lontano ed inafferrabile.
Focolare Natale Ricordi vegliano nella memoria. Sospiri vagano nella coscienza. Ritorno nell'oblio della casa che mi vide, tra rintocchi Papali cullata, contenta e serena nel terrazzo delle meraviglie, adornato di colori e profumi romaneschi. Mi risveglia il richiamo di mamma, per la merenda in mia attesa, voglie e sembianze fiabesche, che non ritorneranno più ad esistere. Colletti bianchi su divise blu e bianche. Quanti ricordi... Eravamo mille e mille sul sagrato papale eravamo mille e mille speranze d'avvenire.
La poesia racchiude i ricordi di scuola dell'obbligo, frequentata a Roma presso le Suore della Provvidenza e le giornate nei gruppi Emmaus e Gen in visita al Papa Giovanni Paolo II (primi anni '80)
"Abbazia antica" Il cuore sobbalza fatiche, rimbocca guanciali caldi, echi di memorie antiche frastuoni dai volti spavaldi. Ritorna al remoto baluardo, cogli con lo sguardo ogni stelo un messaggio, anche se tardo, ma al cuor prezioso Vangelo: "Su quella sperduta vetta, messaggeri di Gloria Divina. eran d'un tempo di vedetta dei cuori custodia sopraffina. A scriver di tempo trascorso rieccoli vagheggianti custodi, riposar sul Sacro libro il dorso di mani oneste a cantar lodi. Quante buone pietanze, misere porzioni di Pace rieccheggian ancor nelle stanze fumanti di preghiere e di brace. File indiane di Carità porger modeste mani Sante operose di generosità accarezzar liete il mendicante. Da quelle virtuose mani rivolte al futuro della vallata, crebbero sani frutti quotidiani ancor grati per la risanata. Volle soggiornar Real minuta tal giovine fanciulla devota dalla Spagna su destrier venuta accolta da Bontà a tutti nota." S'ode dal fiume Bormida l'ebrezza, ritrovata, smaltita dal tempo, una nuova rocca di bellezza, ricostruita, imponente al vento. Vola gioioso cantor d'arte, ritorna stanco di giravolta festosa, ma porta la novella al viandante, per riposar in un libreria gloriosa. Per l'Abbazia dei Fornelli
Pallare - Savona - Italia
"Addio" La tristezza zufola fioca e a ritmi arpeggiati si disperde. È la certezza che per ogni altro addio ci sarà sempre come ora una rocca sperduta fra le boscaglie, uno sguardo penetrante d'immenso, una frase che ripercuote le tue lacrime, tremanti di pioggia settembrina. Spera con fervore come la mia speranza percorre lo spazio. Gioca all'amore quand'anche il viandante si destreggerà a farlo. Pensami come l'acqua fresca ai sassi, le felci ondulanti al vento, il tempo insinuo al destino e le nostre albe saranno sereni giochi d'acqua attorno alle barche sospiranti su mille gocce di sale.
"Il sole caldo della mia sera" Amo il sole caldo della mia sera quell'abbraccio fraterno, soffocato dal lieve filo di vento estivo, quell'eterno calore di un amore vicino, sperando che quell'ultima ora di luce morente duri per sempre sui miei occhi e rimanga nel mio pensiero anche quando sarà tutto coperto dalla neve dei nostri anni.
"Pietre lucenti" Quelle inferme stagioni sono rinchiuse nelle sagome di nere e friabili pietre di fiume or avide amiche, che diedero speranze accese a chi della valle ne respirò il fragore. Vigili guardiane di quegli alberi ricurvi che ben presto lasciarono i monti promessi al mare per altri venti. E da lontano vennero a scaldar di fuoco quei lingotti scuri e a decimar montagne di ciocchi neri fumanti di pensieri. Ma di artigiane meraviglie fu il figlio di quegli arbusti, nascer da mano esperta di grandi uomini robusti. Qual bel tavolo corteggiato, da leggiadri echi di bambini a sera era ricolmo stanco di manicaretti chiacchierini.
La poesia racchiude i mestieri antichi, tipici della Valbormida:
Miniera, Doghe, Ferro, Carbonaia, Segheria
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Agg. 02-02-2004