-
- Poesie di
- Licio Gelli
-
- Dal libro Il mio
Domani
-
- Il mio domani
- Passano gli anni e il
tempo affresca le rughe,
- scalfisce i segreti
remoti che durano nel cuore
- e traccia sulle pieghe
del viso il mio domani
- che sarà perenne
di giorni appena consumati.
- Gli occhi stazionano
sulla biblioteca, sui libri
- a pile che non ho ancora
letto e così penso
- al quadrante sbiadito
d'un orologio statico
- e mi chiedo tra me quanto
tempo mi rimane.
- Il tuo ricordo pare una
magia fuori del tempo
- dove la memoria ondeggia
su ciò ch'è perduto,
- scivoli sui silenzi il
vento acre dell'esistenza
- e sembra prodigio il seme
che diventa albero.
- Fischia sulle cime
l'alito ghiacciato della sera
- ed una tenerezza antica
si apre nel pensiero,
- spalanca un canto triste
nel vuoto della mente
- ed un sussurro di
tristezza girella nell'ignoto.
- Mi porto dentro
ascendenze di nomadi e fuggo
- dal destino malevolo che
ombreggia i ricordi,
- a novembre il vento cava
dal giardino le foglie
- e con esse trascina via
anche la gioia della vita.
- Il cuore defluisce nel
fiume quieto dei ricordi
- e ritorna la tristezza e
avanza il dolore cupo
- che tende l'anima con il
tocco d'una carezza
- e delinea inimmaginabile
il soffio della vita.
- Così mi abbandono
al volo d'un sogno quieto
- che pure si dilata nel
profilo delle ore buie,
- pure c'è ancora un
fremito di vita nella mente
- mentre con gli occhi
spalancati cerco il cielo.
- Aiutami a
soffrire
-
Stasera i pensieri sono simili a foglie
fatiscenti,
- nell'autunno che preme
sul cuore la malinconia
- ed io non ho più
nulla da pretendere e mi sento
- sperduto come Mosè
dentro un cesto di vimini.
- A volte credo di avere
già vissuto il mio tempo
- e cerco di catturare
l'integro dolore del mondo,
- l'inquietudine degli
uomini m'assale; e ti prego:
- in questo mio viaggio
aiutami a soffrire, Signore.
- Il freddo stasera ha
chiuso il cuore in una morsa
- e tu non sei più
con me per poterlo infiammare,
- non più un gesto o
una carezza per riaccendere
- la fiamma che un tempo
avvampava senza sosta.
- Stasera la solitudine ha
risvegliato dentro di me
- il dolore che era
nascosto nell'attesa di tornare,
- le lacrime scendono come
pioggia di primavera
- e si perdono nel buio che
si inoltra nella stanza.
- Ad ogni ora aggredisco
l'aridità del quotidiano
- cercando di equilibrare
il mio mondo spirituale
- e solo sulla strada del
dolore ritrovo me stesso
- ed impotente attendo lo
scoccare dell'ultima ora.
- La notte mi sorprende nel
silenzio dei pensieri,
- nei sogni che cedono
all'approssimarsi dell'alba
- in cui ti convoco con
richiami pacati di tristezza
- e il tuo ricordo è
onda che martella la scogliera.
- Invano tento di
frantumare questa mia solitudine
- ma riconosco nel dolore
l'unica verità della vita,
- ed anche se persisto in
questa dolce inquietudine
- ho paura che l'alba
sopraggiunga troppo presto.
- Eternità rubata
- Nel cuore cantano parole
di riconciliazione
- con gli uomini, il mondo
e i muri delle case
- che si distendono sotto
un sole semispento,
- posto a sud del rosso
velo di un crepuscolo.
- Nell'anima tornerà
la nozione della certezza
- e il segreto per invocare
i fantasmi del passato,
- per fare risplendere il
richiamo della speranza
- di ricevere nuove e forti
sensazioni di gioia.
- Stasera un'ansia
maltratta pilastri di speranze
- e traboccano di nuove
parole i soliti silenzi,
- poi sarà una sfida
rubare i resti della luna che
- ora mi affascina con i
suoi profumi struggenti.
- Ritrovare l'età
giovane spogliata dagli errori
- per tessere con nuove
maglie la tela della vita
- e continuare entro i
confini dell'umano sentire
- a curare le mie ferite
nella ragnatela dei sogni.
- Nasceranno nuove lune sul
fondo degli abissi
- quando il giorno
avrà compiuto il suo corso e
- la terra ospiterà
nel grembo il senso dell'uomo
- che ha lavato le sue
ferite con acqua di fonte.
- Le nubi vagabondano in un
cielo senza tempo
- le ombre vivono nel
respiro della tua presenza
- che ora s'affaccia oltre
i rami del crepuscolo
- a cantare nell'attesa le
prime stelle della sera.
- Sopraggiunge con forza la
soglia della notte,
- a riportarmi segreti
chiusi entro raggi di luce
- e nell'effimero richiamo
di un'eternità rubata
- infiammerò il mio
futuro in carezzevoli fuochi.
-
-
- Le perle della
sofferenza
-
- Quando di notte il dolore
si sposa col silenzio
- ed avvolge il cuore un
mantello fiabesco,
- è solo allora che
mi sboccia la fatica del vivere
- ed i miei pensieri si
posano in un'eco di preghiera.
- È il destino che
suona la canzone della vita
- con una musica forgiata
di storie senza nome
- e di tante parole
talvolta selvagge e solitarie
- che annunciano affanni in
una eco autunnale.
- Per tutti c'è una
luce da accendere nell'aurora
- e c'è un lume
fievole da spegnere al tramonto,
- per tutti ci sono nuove
promesse per l'avvenire
- e stormi di sogni lieti
che inseguono le rondini.
- Il dolore mi ha aiutato a
conoscere me stesso
- e mi sono prostrato nudo
davanti agli uomini
- e davanti a Dio come fece
il santo Francesco,
- così ho sofferto
però sono diventato uomo.
- Ho cercato la
verità socchiusa nel mio silenzio
- e ho dato un nome alle
perle della sofferenza,
- alle gocce che cadevano
dal cielo per bagnare
- e dissetare in abbondanza
i fiori della mia vita.
- Ho gradito la sorte che
qualcuno mi ha scolpito
- senza cadere nelle
ragnatele d'oro che vedevo
- nascere giorno per giorno
e che mi attiravano
- in un mondo formato di
illusioni e poca luce.
- Pure prima che nasca la
luna sono già inquieto:
- mi chiedo a cosa vale
vincere gli spazi del cielo
- per poi avventurarsi in
quell'emisfero senza fine
- simile ad una lepre che
corre verso la salvezza?
-
- Soltanto
illusioni
Mi lascio dietro
una traccia di ricordi nostalgici
- ed una vita equivoca e
disseminata di trappole,
- e così che mi
perdo nel tramonto appena nato
- e nei sogni mi si schiude
l'incertezza del futuro.
- La sera si avviluppa
dentro le fessure del cuore
- mentre la fede si rifugia
entro silenzi caliginosi,
- una frescura accarezza i
miei sogni ancestrali
- e le lacrime mi brillano
sotto la luce delle stelle.
- Precipita la notte sulle
ore mediocri del giorno
- e mi appresto a vuotare
il calice della nostalgia,
- dei miei sogni giovanili
resta solo un barlume
- a testimoniare approdi
perduti su isole lontane.
- Molte volte ho scelto un
nome da dare al dolore
- e come tanti ho sofferto
l'ingiustizia del mondo,
- più volte ho
stretto nel pugno le spine delle rose
- ed è stato
gradevole cantare al cielo la mia pena.
- Signore, spesso vedo il
tuo volto, il tuo perdono
- riflesso dentro una luce
di verità che non ha fine,
- ma raramente mi allontano
dalla mia solitudine
- come il cielo in
lontananza si impasta col mare.
- La vita in queste ore mi
regale soltanto illusioni
- come la rondine che al
ritorno non trova il nido,
- la sera mi dona un
brulichio di luci e penombre
- ma all'alba i miei
pensieri si riempiranno di luce.
- Cerco le pietre nascoste
negli anfratti del dolore,
- cerco echi d'amore appesi
ai grani di un rosario
- prima che il sole ferisca
i vetri della mia finestra
- e che io canti la mia
pena con la musica nel cuore.
- Ricordi
visibili
-
Pesano nel presente della vita immobili
felicità,
- pure pensieri brillano
nelle continuità dei giorni,
- mentre l'orologio batte
secondi e lampi di vita,
- scandisce la
vanità delle cose tra aliti di vento.
- Ho rimestato il fuoco
amico dei ricordi spenti
- e metaforiche immagini
hanno sfiorato la mente,
- le bugie avranno vita
effimera come le farfalle
- e come i sogni rinserrati
nel fuoco delle stelle.
- Così mi aggomitolo
tra le mie stesse braccia
- cercando di resistere
contro i brividi del tempo
- ed un profumo silvestre
mi accarezza il cuore
- e fa nascere un sapore di
lontani ricordi risibili.
- Con occhi di silenzio
rincorro faziosi confini
- e i pensieri rinnovano
stupori d'una fresca vita,
- questa sera ho impastato
una crema di ricordi
- formando una torta per un
ignoto compleanno.
- Ora gli occhi vagabondano
in cerca di profili
- e di lontano si dischiude
uno squarcio di mare,
- mentre i pensieri
diventano lacrime di perle
- infilate in ridente
corona per cingerne il capo.
- Di fronte ai monti e al
mare accendo i colori
- e suono le mie canzoni
per sconfiggere guerre,
- semino germogli di vento
in un mondo nuovo
- e trovo così la
saggezza coperta da vera luce.
- Ora minute analisi
trafitte da immagini diluite
- formano fantasmi dietro
l'arco dei miei sogni
- e dall'amore
nascerà un rumore più luminoso
- che si incastra in un
arco senza voce né tempo:
- Ultimi lampi di
vita
Ho cercato l'amore
nello specchio del passato
- e la tristezza ha
frantumato il guscio del cuore,
- e una muta pena ha chiuso
i ricordi in una cella,
- una vuota sofferenza li
ha privati della libertà.
- La sera s'appresta ad
oscurare le ombre cupe
- e nascono echi di vita
lontana e di pacata gioia;
- a chi importa se mi sono
comportato lealmente,
- a chi, se tutti hanno
profittato della mia onestà?
- Questa piovosa età
fa più forte la malinconia
- come un campanile che si
leva sopra un lago,
- specchio di acque
impigrite su cui dal cielo
- scende come un'ombra un
riverbero d'amore.
- E mi perdo nei sacri
sentieri della memoria
- per sfumare nel silenzio
i pensieri indefiniti,
- l'anima si denuda dentro
un ozio intorpidito
- e il cuore è
svogliato di fronte al cupo futuro.
- Una voce langue
nell'alone remoto dei ricordi
- spensierati e tediosi un
frinire di cicale,
- come una città che
tace nel silenzio d'agosto
- mentre la luna fa
crollare lacrime di rugiada.
- Appare una vita da cani
il tran tran quotidiano
- come l'erba divorata al
passaggio d'un gregge,
- l'anima è
già logora ancor prima della nascita
- in questo mondo che ha
spavento della verità.
- Mi rimane un sogno, un
pensiero imprendibile
- e il brusio solitario di
un dolore che si scioglie
- come l'eco di una musica
fievole che perisce
- mentre la notte soffoca
gli ultimi lampi di vita.
-
- Un vento senza
nome
Un'isola di incertezze irrita i segreti del
cuore
- quando approda il supremo
silenzio della sera
- e la mente ritorna ai
giorni del passato
- mentre il crepuscolo
scivola l'orizzonte.
- Col buio scende in terra
un vento senza nome
- e così affiora la
tua dolce eco nei miei ricordi
- come quando piantavi le
felci accanto alle rose
- con una
religiosità che mi lasciava sbigottito.
- Ora la mia mano attende
con ansia la tua mano
- come nelle nostre sere
scaldate dai baci d'amore,
- chissà
perché allora noi ci credevamo immortali
- simili ad un arcobaleno
subito dopo il temporale.
- Ci sentivamo tutto ad un
tratto euforici e liberi
- come il vento che
accarezza le ali dei gabbiani,
- ci sorprendevamo a
studiare le stelle nella notte
- e restavano in attesa del
mattino ancora lontano.
- Siepi selvagge ora
designano questo mio sentiero
- e proteggono i sacrifici
di una lunga sofferenza,
- come quando camminavo a
testa alta, nonostante
- mi avvertivo solo contro
le cattiverie del mondo.
- I pensieri disegnano
immagini nell'aria mielata
- della sera che fa
riapparire le ombre del passato
- e nella sera innamorata
nascono flebili carezze
- che con calma dolcificano
il cuore e la memoria.
- E' triste quando non vedi
più le cose come sono:
- il mare diventa acqua
dove poter solo annegare,
- il cielo è un
deserto sconfinato in cui annullarsi
- e i sogni diventano
incubi oscuri da dimenticare.
- Le cose amate
-
Il cuore indugia nell'attesa del calar del sole
- e comincia a tremare al
chinare delle ombre,
- il cielo si colora di
rosa e si spegne il giorno
- e un ricordo si sbriciola
nel cuore e nel vento.
- Sono lontane le cose
amate del tempo giovane:
- i soldatini di piombo, i
miei quaderni di scuola
- in cui scrivevo frasi per
i miei giovani amori
- che fiorivano nel cuore
ma che ora non ricordo.
- Ho camminato nei sentieri
d'una vita intricata
- fatta di ostacoli
compatti e di sogni deludenti,
- eppure ho vissuto i
giorni con la voce del cuore,
- ho lottato ma poche volte
sono stato vincitore.
- Troppe volte ho ceduto al
pianto, alla preghiera,
- ho combattuto i miei
nemici con schietta lealtà,
- troppe volte mi sono
lavato nel fiume della vita
- ed ogni volta ho
confidato di nascere di nuovo.
- Quante volte ho atteso da
altri un gesto di pace,
- vane aperture d'amore e
sereni spazi tra nuvole,
- quante volte ho cercato
tra compagni di viaggio
- un rifugio alla larga
dalle tentazioni del mondo.
- Ora non è
più il tempo di sirene e grandi draghi,
- di filamenti d'ombra che
ristagnano tra le erbe
- e nel silenzio la luna si
nasconde nel cuore che
- attende il peso dei
ricordi, il sollievo d'una gioia.
- Ora la carità si
tuffa in pascoli di incertezze e io
- continuo ad ingannarmi
sperando che il sonno
- giunga a spazzare via
questa odiata malinconia
- muta come un dolore che
si ingrossa nel silenzio.
Dal libro Spremute... al
tramonto
-
-
- Nel bosco della
vita
Signore, fammi
esultare allo sbocciare dei fiori
e fammi svanire la
tristezza nascosta nel cuore,
fa che rintracci un'oasi
sulla strada del destino
come un asilo che duri lo
spazio d'un mattino.
Fammi rinvenire nel
dubbio le speranze sopite
come l'aurora pallida
aspetta con timore il sole,
stasera sto affogando nel
buio pozzo della noia
e forse i miei sogni sono
stati già programmati.
Fa' che io possa godere
delle occhiatine del sole
che lambisce la terra con
un'aria di superiorità,
fammi conoscere i segreti
nascosti nelle nuvole
affinché io
intenda il tempo eterno della verità.
il cuore non è
più sufficiente a farle compagnia,
gli anni dilagano e
più m'unisco al Tuo grembo,
come un'eco m'infilo nel
tramonto di un sogno.
Scende la sera e mi
logoro nel bosco della vita,
ora il mio cuore è
sigillato in una stanza grigia
ed il dolore a volte
può essere lucido e intenso
come quando da fanciullo
credevo nelle favole.
Avverto a fatica il tuo
inquieto respiro, Signore
mentre manciate di luce
si spargono sugli occhi,
forse troverò
lacrime nelle palpebre della verità
e così anch'io
conoscerò le frontiere del mistero.
Dopo il declino della
notte nasce daccapo l'alba
ed il mio viso raccoglie
le Tue sensibili carezze,
torno con il cuore a
sperare in un mondo nuovo
e ad occhi chiusi
raccolgo il dono della serenità.
- Un sogno
lontano
Io mi approssimo ad un sogno lontano
dove la mia fede canta
inni al Signore
e fiabe sconosciute
regalano la fantasia
a quegli uomini rimasti
integri nel cuore.
Io arrivo da un sogno
alquanto distante
dove il bene scaturisce
da limpide fonti
e puri pensieri si
specchiano nelle stelle,
nella polvere antica che
copre i desideri.
Io procedo verso un lieto
sogno diverso
dove le cime dei monti
baciano il cielo
e tanti caprioli si
dissetano nel ruscello
che limpido nasce e
scivola tra le rocce.
Io provengo da un sogno
assai lontano
dove le margherite
ondeggiano nei prati
ed i mughetti profumano
sopra un altare
dove brilla da sempre
l'immagine di Dio.
Io mi avvicino ad un
sogno dimenticato
dove il dolore è
dignità e compostezza
e il volere di Dio
è aperto alla speranza
che resta in attesa di
confortanti risposte.
Io giungo da un sogno
discrepante dove
aumentano le croci nei
cimiteri di guerra
e le madri piangono
invano le loro perdite
nel silenzio di un'altra
tomba che è morte.
Come la luce che viene da
sogni lontani
resto fermo mentre tutto
il resto si muove
come l'uccello che vola
sul ramo più alto
per sentirsi il padrone
della vasta pianura.
24 maggio 2006
- Armonie di suoni
Sono nate nuove primavere
sui tralci della vita,
per l'aria si rincorrono
strane armonie di suoni,
io come l'acqua di fonte
zampillo tra i miei sogni
quando il tramonto spande
la polvere del giorno.
Un vento selvaggio
sospinge i ricordi appassiti
entro una inospitale
dimensione senza tempo,
pure lo sguardo
requisisce le dolci rimembranze
dentro i chiaroscuri
inconsci di una vita vissuta.
Il tempo ha già
cancellato la vivacità dei ricordi
e chissà se
potrò rivivere i momenti vissuti,
la vita ha forse
trasformato l'aspetto delle cose
che continuo a guardare
con occhi malinconici.
Ma la velocità
della vita frantuma i miei giorni,
il passato sì
rifugia dentro lo scrigno segreto;
e come potrò
ritrovare la mia esistenza perduta
se scrutando nello
specchio non vedo più nulla?
Se solo potessi ritornare
indietro nel tempo
quando le bizzarre
emozioni danzavano leggere,
quando le parole stavano
prigioniere nel cuore
e la tristezza si trovava
dietro un muro d'ombra.
Ora attendo che altri
sogni si possano avverare,
che il passato riaffiori
dalla sua stolta oscurità
e così ambisco di
proseguire nel mio cammino
dentro questa
realtà ancora avvolta nel mistero.
A volte mi smarrisco
nelle praterie del pensiero
e gocce di sole si
spandono dietro i miei occhi,
ma ora nella brezza
mattutina vola un'allusione
che danza leggera oltre
le mie strane emozioni.
21 aprile 2006
Volti
così
Da sempre, tu dirai, da sempre l'eco
d'una voce misteriosa
risale
dal cuore di un borgo
antico,
dal timore di risentire
il peso
degli anni, il vuoto
della memoria
che scruta le ombre del
colle vicino,
la solitudine senza vie
d'uscita,
la strana fusione di
candidi soprusi
e di invincibili
effetti.
Che cosa non darei per
rivedere
operoso l'antico mulino,
lo specchio
limpido, un verde mulino,
il volto
vagamente lieto di mia
madre.
Tra ronzii d'api l'onda
cristallina
della sua voce invadeva
un tempo
dilaniato come sempre dal
dolore.
Che cosa non darei per
rivedere
il paziente lavoro di mio
padre,
forte e libero, bianco di
farina,
per non cedere alle
lusinghe del potere.
In quale estinto specchio
si fermò
quel giorno memorabile lo
sguardo antico?
Volti così
più non esistono.
- Una stagione
migliore
Dopo l'alba le stelle hanno regalato il posto al
sole,
e così i sogni
sono sgattaiolati via senza rimpianti
per lasciare più
spazio ad una realtà più clemente,
così mi sono
irretito di mangiucchiare nuovi frutti.
Tra l'erba verde sulla
riva bagnata dei miei ricordi
si sono liquefatti gli
anni di una amata giovinezza,
tra vaghe penombre ho
perduto speranze e desideri
e ho pianto cocenti
lacrime risucchiate dal tempo.
Ho inzuppato nell'oblio
un ritaglio del mio cuore
mentre il velo della
notte cadeva sui miei pensieri
ed il mio corpo si
è trasformato molto lentamente
per indossare l'ornamento
di una noiosa vecchiaia.
Mentre i giorni
transitano m'accorgo che il destino
con infamia tende a
denudare gli anni che passano
ed il tempo scorre via
senza più rumore né colore
e si consuma mentre le
ceneri di un focolare sono spente.
Stamani il silenzio mi ha
sbiadito le amate immagini
che ancora resistevano
nell'animo da troppi anni
e un'ansia crudele mi fa
sentire solo in un mondo
che rilascia visibili
orme sporche intorno al cuore.
Alba dopo alba ho errato
tra i sentieri dell'amore
cercando di giovare al
mio prossimo e a me stesso,
ho guardato a occhi
chiusi un mondo di favole,
ho calpestato i sentieri
che portavano alla serenità.
Ed è sbocciato un
fiore nella primavera della vita
prima che l'estate
approdasse senza alcun rumore,
tra i miei ricordi
è spuntata una stagione migliore
che ha spezzato via le
lacrime chiuse negli occhi.
2 settembre 2006
- Un'ombra muta
Ecco: ora il
giorno sta morendo in solitudine
e nella sua penombra si
rinnova la tristezza,
tu sei più lontana
e mi guardi oltre le nuvole
mentre io con affetto
prolungo la mia mano.
Appare questa l'ora in
cui mitigano le pene
lungo il secolare
sentiero della malinconia,
un vento leggero sparge
dimenticate melodie
e sorgono le prime
solitarie ombre della sera.
Mi nascono versi uggiosi
e pensieri nascosti
che balzano in mostra dal
fondo dell'anima
come un ruscello che
mormora, come l'acqua
che leviga i sassi
scusandosi di dare disturbo.
E le ombre giocano a
rimpiattino con la luna
mentre l'anima reclusa
lancia inutili sospiri,
frammenti di sogni
trascinano ricordi lontani
e si portano via pezzi
sbiaditi di vita vissuta.
Avanzi di questa vita
aspra e avara di sorrisi
dove i giorni filano
sempre carichi di affanni
e i pensieri ritornano
testardi a parlarmi di te
mentre il vento respira e
danza sopra le foglie.
Amore, tu discerni i miei
sogni più nascosti,
li insegui nell'ombra e
nel silenzio più cupo,
li riporti a me ridando
loro rinnovata melodia
come il canto del gallo
che trafigge l'aurora.
Ora un'ombra muta vaga
nella stanza vuota,
si muove tremante nel suo
timoroso andare,
affonda nei miei ricordi
coperti di amarezza
e cerca di liberare la
solitudine del mio cuore.
- Una dolce fiaba
Ho provato ed azzardato
ad assaporare la vita
proiettando il cuore fin
oltre le stelle, ma poi
mi sono accorto che
l'impresa era impossibile
e così mi sono
impigliato nella mia solitudine.
Mi sono inibito ad
ascoltare il vento della sera
che ritaglia disegni
ritorti nei pressi del cuore,
sono un uccello chiuso
nella gabbia della vita,
là dove un fruscio
di vento gioca con le stelle.
Il cuore è
turbinante come le ali di un mulino
quando l'amore è
come l'acqua che ti disseta,
ma quel tempo è
sgattaiolato dalla mia realtà
e restano solo frammenti
perduti tra le lacrime.
Noi eravamo due grida
intrecciate dal destino
ma un giorno la vita fece
cessare le promesse
e ti trasportò
lontana con una vigoria inusuale
come una conchiglia
sbattuta contro gli scogli.
Allora osservavo fasci di
luce dentro i colori
quando pronunciavi il mio
nome con soavità,
poi d'improvviso mi
trovai da solo con la vita
e così caddi nel
buio di un silenzio senza fine.
Poi d'un tratto il futuro
si fece un po' confuso
e un'ombra vagò
nel mezzogiorno impaziente,
avrei voluto sfiorare le
tue palpebre vacillanti
quando i muri si ruppero
e le barriere caddero.
Nel gioco della vita la
partita è ancora aperta
e un giorno saremo uniti
nelle strade del cielo,
i nostri cuori vivranno
dentro una dolce fiaba
allora niente e
più nulla ci potrà ferire, amore.
- Volano i
sogni
E giorno dopo giorno scivolo sempre più
giù
sfiorando con gli occhi
la cornice del tempo
mentre gli spazi si
restringono sempre di più
e la vita si nasconde
nelle pieghe dell1 anima.
E così volano i
sogni di libertà e di avventura
oltre le vecchie colline,
oltre le nuvole bigie,
ora anche il mio cuore
passeggia lassù, vaga
fin dove lo sguardo
indirizza la mia fantasia.
Il sole scalda la terra
infreddolita dalla notte
e il giorno si apre come
un fiore sotto le api,
così mi dondolo
nell'attesa di vane speranze
dopo la fuga di sogni
irreali e di antichi tabù.
Non oso sciogliere i
longevi nodi del destino,
le parole sepolte nei
solchi remoti del tempo
e i rimpianti che
all'alba spirano come i sogni,
come quando sale la
nebbia e il sole svanisce.
Aspetto che una parola
giunga da lontano,
dalle terre dove tutto si
confonde, si disperde;
dalle avvizzite strade
abbandonate dal tempo
come ragnatela nella
cognizione dello spazio.
Il vento questa notte
spiffera con troppa furia
ed il cuore si rifugia
dietro le imposte serrate,
ora solo nei sogni
ascolto la tua voce soffusa,
una voce poco velata che
invoca il mio nome.
Signore, accompagnami
nella fatica della sera
mentre la vita fa nascere
e morire ciò che amo
e mentre Tu lassù
ascolti l'ansare del mio cuore
mi nasce la preghiera che
unisce gioia e dolore.
©1996-2007
Il club degli autori ,
Licio Gelli
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