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Mario Morelli
Laureato in Medicina e Chirurgia svolge l'attività di medico di base. Scrive poesie da vent'anni raccogliendo (finalmente) le poesie scritte dal 1976 al 1983 in un volume edito a settembre 1996 per le Edizioni Delta 3 dal titolo I fuochi di Leda. Nel 1989 è finalista con la poesia Ritorno al premio Calentano di Ruvo di Puglia. Ottiene il 3° posto per la poesia edita nel 1996 al premio E. Allan Poe di Avvenire d'Abruzzi e sempre nel 96 per lo stesso libro ottiene il premio Passaporto 2000. Menzione speciale per la poesia Sentimenti al premio F. Nuvolone di Caserta nel 1997. Selezionato per inserimento in prestigiose antologie sia per la poesia edita che inedita, ai premi Rudy de Cadaval e Omaggio a Gaetano Silveti. Menzione di merito per il libro al premio Città di Solofra 1997.
Attesa
Nell'ebbro saluto
del cielo che piove,
mi gode il giorno che vince
la ressa dell'attesa sera,
convoglia spiragli di sole
per lenire la cupa chimera,
sfiorando per caso
una mano restia:
onda piegata in marea.
Primo bacio
I buoi dal curvo giogo
i solchi fianchi arano
sfiorando la pelle arbusta
dei mori che si sporano.
Il fischio dei valani giovani
è aria di cambusa:
provvidi di forza erettile
ai guardiani finti elusa
la bella pettinaia dei giochi seducenti
pei cammini aperti affiora
sui romiti palpamenti
e il bacio cede alla buon'ora.
Vieni fuori
Vieni fuori dal nulla
che ti fa paura
sei un cuore abbandonato
per un tenesmo d'amore.
La tristezza implode
tra le mani giunte
e bagna il tuo bel viso
un esempio diaccio di piovane
mentre il mondo si pavoneggia
per costumi adamantini
vieni fuori
dal vuoto nostro domani
sei un bandito catturato
per l'avidità di un sogno.
Ciao
Ti ho detto ciao
dalle verdi imposte
e tu sei volata via
lasciandomi senza risposte.
Volevo dirti sali
vieni a sentirmi
ma sei andata via,
non è facile capirmi.
A sera mi consolo solo
tra la coltre nera
l'immagine che sfugge
è di una riviera:
tu che voli radente
su coste limate dal mare.
Passa in un baleno
sta voglia di sperare.
Prima
L'alba andando via
con il muso lungo,
la bestia è senza freno,
vuota ormai la dispensa dei sogni,
vivere e morire e poi niente,
vagamente innamorati di due occhi,
fischiando una canzone vecchia,
la strada si allunga come il tempo
giochiamo stanchi ad una guerra
di tentazioni:
allungare una mano
stringerti il cuore
e spremerlo forte:
prima che in un lasso di tempo
venga la morte!