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Ubriachi di vino, poesia e di
virtù...
-
- Fiorito
sulla nuda pietra
- racchiudeva
minuscole gemme,
- le gemme
preziose di momenti
- senza
fine e senza inizio
- che
vivevano nel territorio
incontaminato
- dell'anima
- dove
tutto è mobile
- eppur
immoto.
-
- Nella buia notte
dell'esistenza racchiusa tra insignificanti confini
senza vero perché, sedevi tra le mani, tra le
mani e le bottiglie; m'invidiavi l'innocente
incoscienza che osa essere semplicemente ciò
che nell'anima si è.
- Ero bella, sempre
così bella, sempre assai vicina eppur
così lontana nel territorio del coraggio del si
e del no.
- "Non appartieni a
questa terra - dicevi - sei come la poesia scritta sui
muri che si anima dal niente, nei magici momenti dei
pensieri che si incrociano".
- Già gli
incroci, chissà mai perché gli incontri
avvenivano nello stesso istante immaginato dietro gli
angoli di vicoli, di giardini o di portoni;
chissà mai perché, addormentati sui
banchi dell'ultima fila, sognavamo sempre le medesime
storie; chissà mai perché sorgevano
insieme le parole nelle risa del cuore quando, sulle
scale umide di quelle fredde notti senza fine, ci
sfidavamo negli ardenti duelli.
- Eravamo istrioni,
attori sgangherati, ballerini improvvisati, tra
sbronze, mercedes bianche e metallici rock senza
fine...
- Il caldo di quella
mattina era pulito; aleggiava il profumo di salsedine
che alla memoria l'estate riportava.
- Gli ombrelloni a
righe sulla riva rendevano retrò l'atmosfera
inducendo il presente al tempo del
passato.
- "Cos'è la
poesia?" - voltandoti chiedesti.
- "Lascia cantar
l'anima tua" - risposi - "ti insegnerà il dolce
canto di questo momento.
- Ti canterà
dell'illusione, anche se subito non t'apparrà
così.
- Posa lo sguardo sul
mare, sulle nuvole e prova a sorridere agli uccelli o
alle farfalle.
- Ascolta il profumo
dei fiori e lascia che ti attraversino mille stelle
cadenti, che ti pervada la forza del sole mentre
assapori le carezze della luna.
- Una, cento, mille
son le strade per giunger proprio là dove sei
sempre stato e quel che assai lontan t'appare
è, forse, solo dentro te.
- I tuoi occhi, il
tuo sentire rendono poesia ogni cosa.
- Ti basterà,
per questo, posare lo sguardo sul cielo e sulla
terra."
- Mutato era ormai il
caldo del mattino; l'intimo cielo d'azzurro e viola
striava ora d'argento il mare.
- Assaporando il
canto delle onde infrante sulla riva segnasti con un
dito l'orizzonte: "Acquamarina - dicesti - riflessi
d'infinito cielo, nel mare"...
- Nel colore del
giorno che ancor giorno non era, seduti sulla sabbia
umida dell'alba acre di salsedine, tra il pallido
riflesso della luna nel sole che nasceva correvano i
pensieri...
- Fradici i vestiti
dell'acqua fredda del mattino, fredda come la luna che
s'affievoliva ma caldo il cuore per le risa, caldo
come il sole che nasceva; ridevan gli occhi, rideva il
cuore, rideva forte il cuore incontro al freddo mare
del mattino...
- "Sì! il mio
corpo è oceano, si! oceano il cui potere corre
sino alle rive lungo le braccia per rompersi in mani
di schiuma... Sono il mare, sì! io sono il
mare!"
- New York era a
portata di mano quella mattina...
- Collocata sul
piedistallo dell'invidia, volavo da te sospinta a
recitar la parte della desiderata diva in un
inseguimento senza fine, pieno di
venerazione.
- Fu in quel giorno
chel'ardire tuo osò staccare insieme a me la
spina degli inutili pensieri; ospiti inattesi delle
magiche colonne avvolte d'edera, ci ritrovammo tra il
riso e lo stupore, a mandar pensieri fin quell'istante
assai riposti che cominciarono così a fiorir
come le gemme, tra le pieghe di quelle nude
pietre.
- Assaporasti per la
prima volta la bellezza vera dello schiudersi dei
fiori e nuovi ti sembrarono allora i suoni dei versi
improvvisati.
- Libero il pensiero
vagò nomade nelle regioni del c'è e non
c'è, dov'ero regina di fiori e di
perché, mentre accendendo stelle per spianar
sentieri, ti nominai re, o mio re!
- Spoon river ti
faceva compagnia nel tuo lavoro estivo quando, disteso
sul lacero divano, il richiamo dell'arcano
anniversario chiuse senza rimorso la porta delle
quotidiane responsabilità per festeggiar
così la festa, tra edere, lucertole, fiori e
ogni colore in un banchetto senza fine di odorosi
dolci melograni, pieni del profondo degli sguardi e
dei discorsi dalle mani intrattenuti.
- Ci scelse quel
dì l'ultimo piano invitandoci a danzar le nubi,
il vento e il sole, tra un brindisi, un sogno ed un
perché; avevo al collo un magico collier di
sogni, bacche, baci che aprivano le porte di noi e di
te. Eran pietre, fiori e foglie, ciottoli e farfalle i
paladini erranti che vagavano con noi per notti e
giorni nelle regioni dell'ardita fantasia dov'eravamo
il tutto e il niente che schiuse a noi quel che la
vita a pochi concedea...
- Giochi di rime
segnati sulla nuda pietra attraversavano le notti
avvolte di nebbie novembrine. Incuranti del domani,
sui rami e sulle foglie arrampicati, ci raccontavamo
di noi tra doni d'incoscienza e di saggezza, di
dolcezza e di pietà.
- Persi nella
bellezza del lontano mare riflesso nello sguardo,
lasciammo correre i riposti pensieri sul magico
sentiero che erto verso il cielo poteva toccar la
luna:
- "Sai? - come un'eco
mormorò l'anima tua - io una volta ho
incontrato gli angeli..."
- Forte era il vento
in un pomeriggio di settembre che recava con sé
la fine dell'estate.
- Dolci compagni
d'anime, in balia delle onde e della nostra vita, nel
silenzio rotto dal vento e dai pensieri che correvano
veloci, vivevamo piccoli spazi di profonde
infinità in compagnia della solita poesia, a
riuscir le fila delle banali storie a cui permettevano
di attraversarci sempre, chissà mai
perché.
- Tutto ci parlava di
noi realmente nell'infinito silenzio sotto quella
stella cinta dalla luna che attraversava il cuore
schiudendolo alle lacrime e alle risa.
- Magiche eran le
chiavi che aprivano quel territorio profondo e terso
come l'acqua quieta di un lago nella notte, remoto
sito dell'assoluta libertà che sa ignorar la
tirannia di tempo e spazio...
- Si respirava
l'odore della festa quel giorno. L'eco delle risa
vagava come il profumo di ciambelle, tra gli abbracci
scherzosi, i baci nascosti tra i rami dei ciliegi in
fiore e i soliti sollazzi.
- L'erba odorosa del
profumo della pioggia asciugata dal sole riportava
alla memoria le notti affollate di profonde rime che
intessevano piano le preziose trame degli animi
nostri.
- In quegli attimi di
eterno presente, pieni di quell'aria di semplice
allegria, giocavamo nel sostituirci l'un con l'altro,
immersi in un banchetto senza fine di fantastiche
ambizioni, nella complicità delle sottili
emozioni che vibravano come il frinire ininterrotto
delle cicale estive.
- I pensieri
attraversavano veloci gli sguardi nel rimare audace,
tenero e irriverente di chi vive una vita che ignora
ogni confine.
- Nel rossore del
volgere del giorno, attraversando gli umidi sentieri,
la prima lucciola riaccese lo stupore per la nuova
stagione che giungeva.
- Ci abbracciarono in
fretta quelle mille e mille luci ardenti e quiete, che
sopravvissero al quotidiano vivere in un angolo remoto
di paradiso in fondo all'anima.
- Trascorsi erano gli
anni quando un giorno all'improvviso comparve alla
memoria il canto di quei versi incisi sulla
pietra.
- Raggiunsi una volta
ancora la dimora del sogno per respirarla nell'aura
della magica irrealtà.
- Sospesa tra le
nuvole azzurrine, tratteneva le ultime luci del giorno
che scemava, lasciando entrar la luna come allora e
continuar a tessere gli orditi rilucenti degli eroi
dell'anima immortale.
- Mi accolse come un
tempo quell'arco di cielo azzurrocielo, trono
dell'anima e del cuore, per invitarmi a ritrovare il
perduto canto del fico che potea toccar le
stelle.
- Immerso nel
silenzio della notte, quell'arco di cielo azzurrocielo
pareva trattenere ancora l'eco del giorno che per la
sua strada andava, a suggellar l'inevitabile momento
in cui tutto in altro trasfigura e muta...
- Lì, in
quello spazio in cui il tempo pareva non conoscere
principio e conclusione i luminosicentri si spandevano
con la forza lieve del fiorir dei fiori.
-
- "Lì
la realtà era abdicata, splendidissima regnava
solo la vita immaginata..."
-
- "Domanda
al vento, all'onda, alla
stella,
- a tutto
ciò che fugge, a tutto ciò che geme e a
tutto ciò che scorre,
- a tutto
ciò che canta, a tutto ciò che parla,
che ore sia;
- e il
vento, l'onda, la stella... vi
risponderanno:
- è
l'ora di ubriacarsi.
- Per non
essere gli schiavi tormentati dal tempo,
ubriacatevi.
- Di vino,
di poesia o di virtù.
- A piacer
vostro..."
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