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- Se fossi...
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- Se fossi una pietra mi percuoterei il
petto
- per le vittime dell'intifada e dei
cavalcavia
- schiacciate nelle strade e sotto i
ponti...
- Se fossi un atomo nucleare andrei
- in ginocchio, baciando la terra
- bruciata di Hiroshima e di Nagasaki...
- Se fossi una pillola abortiva
- mi ribellerei d'ingoiare pur di
salvare
- una vita dalla morte nell'utero...
- Se fossi una droga mi rifiuterei allo
sballo
- che brucia il futuro dei giovani
- intontiti dall'ectasy del cocktail...
- Se fossi una cellula maligna
- congiurerei, con le cellule sane,
- contro la metastasi del cancro e
dell'Aids.
- Se fossi un forno crematorio
comanderei
- alle fiamme: «Indietro assassine!
- Gl'innocenti non si toccano!».
- Se fossi un pizzico di cenere
violentata
- dalla brace la cospargerei sul capo
- dell'uomo:«Ricordati che sei
polvere!».
- Se fossi una mela proibita direi no
- alla donna che mi offrisse
- solo piaceri e morte...
- Se fossi una zolla sismica griderei
- a madre terra: «Non tremare!
- I bimbi dormono nella culla».
- Se fossi l'uomo che vorrei
- riempirei un otre di lacrime
- per l'uomo che dovrei...
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- Strabismo
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- Arranca, arranca su per il Passo
- della Malora, raggiunsi esausto
- la vetta di Bellavista.
- Nella piana sottostante giaceva,
- sotto una coltre di nebbia, la
metropoli.
- Al suo centro il Palazzo di Giustizia.
- Oh! Quante volte vidi quella bilancia,
- sospesa dalla Signora, pendere
- sul capo dei senza nome, e dei senza
voce.
- «Giustizia è fatta» due pesi e
due misure.
- Più in là, il convento di S.
Francesco
- alla cui porta i poveri aspettano
- un mestolo caldo di minestra...
- Chissà se l'odore di quella
zuppa
- arrivasse alle case dei ricchi più in
là
- dove arriva, puntuale, la ricchezza
- mentre la fame, al di là delle loro
porte,
- fa strage di milioni di affamati,
- nati sotto il manto di un dio
minore...
- C'è nell'uomo - pensavo scendendo
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- lo strabismo di Caino, sempre pronto
- a sgozzare il fratello, adocchiando
- un piatto di lenticchie o, se gli
capita,
- strozzare il suo debitore per la
- bella faccia del signor Mammona...
- C'è, nel suo DNA, la miopia per il
diverso:
- bianco è il Superuomo,
- l'altro, una peste da scansare...
- Se mai tornasse tra noi il viandante
- di Emmaus, oh! quanti incontrerebbe
- che vedono la pagliuzza nell'occhio
- del vicino, e non s'accorgono della
trave
- che gli sfonda le orbite e le
cervella...
- Ahimè, tutta la saliva divina,
- impastata di terra, non basterebbe
- a guarire questo mondo di strabici!
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