- FAMMI
BELLA
-
- Era lì
Cipriana, guardava l'acqua del fiume che
scorreva veloce e minacciosa, emettendo nel buio
della notte un rumore fragoroso. Era fredda la
notte, anzi gelida ,Cipriana batteva forte i
denti, tremava quella creatura, e non solo di
freddo; ma malgrado quel freddo si tolse il
cappotto, lo piegò con cura, lo
posò per terra, poi tolse anche le
piccole scarpette, le capovolse e le
poggiò sopra il cappotto quasi a voler
proteggere quel suo indumento dal vento. Un
brivido di freddo percorse ancor più
tutto il suo corpo , ella strinse le braccia
intorno a se, come un abbraccio, ma un attimo
dopo con ferma decisione si fece il segno della
croce e con un esile voce disse: " Perdonami mio
Dio", poi giù in quell'acqua gelida che
minacciosa sembrava la stesse ad aspettare. Il
rumore di uno motoscafo sembrò quasi
sfidare il fragore del fiume, ma ad un tratto il
motore si fermò e qualcuno si
tuffò nell'acqua gelida. Per un attimo fu
silenzio, ma subito dopo dall'acqua emersero due
figure, l'uomo che si era buttato dal motoscafo
con in braccio un corpo inerte. Un ragazzo
rimasto sul motoscafo aiutò l'uomo a
salire, poi distesero la donna su una morbida
coperta. Sembrava morta Cipriana, ma l'uomo che
si era buttato in acqua le praticò prima
una respirazione artificiale, poi con forza le
sue mani si affondarono sul petto della donna a
premere quel cuore che sembrava non voler
battere più. L'uomo si fermò
soltanto quando il cuore riprese lentamente a
battere. Poi il ragazzo che l'aveva aiutato a
salire sul motoscafo gli portò una
piccola borsetta da dove l'uomo ne estrasse uno
stetoscopio, lo usò per visitare Cipriana
. Un sorriso addolcì il viso dell'uomo,
poi versò qualcosa in un bicchiere e a
piccoli sorsi lo fece bere alla donna. Quindi
tolse la gonna e il golfino che grondavano
d'acqua e avvolse quel corpo in una calda
coperta. Quando Cipriana riprese i sensi si
trovò avvolta in quella morbida coperta.
Si guardò attorno, immediatamente
ricordò quello che era successo e
pensò: " Di certo sono morta, ma dove mi
trovo?". Un rumore di passi la distolse da quei
pensieri, impaurita guardò verso quel
rumore, ai suoi occhi apparve un uomo, era alto
e robusto , ma la vigorosità di quel
corpo stonava con il suo volto, infatti egli
aveva soprattutto nello sguardo una dolcezza
infinita, e il suo sorriso dette a Cipriana
quasi la certezza che fosse al sicuro. Ella
notò anche che malgrado l'avanzata
età quell'uomo era
bellissimo.
- Egli vedendo
Cipriana con gli occhi aperti , si
avvicinò a lei, e prendendole tutte e due
le mani disse: " Oh Cara ! che gioia vedere che
ti sei ripresa , sapessi che paura ho avuto, ma
grazie a Dio ce l'ho fatta a salvarti" poi
continuò : "Io sono Davide e tu cara,
qual è il tuo nome? E perché quel
gesto tanto disperato?".
- Gli occhi
belli di Cipriana si riempirono di pianto, le
sue labbra ripresero a tremare, ma nessuna
parola uscì dalla sua bocca.
- Davide
impietosito si chinò all'orecchio della
donna e disse: "Non parlare cara se non hai
voglia e non avere paura, qui sei al sicuro, ora
vado a prenderti qualcosa di caldo".
- Davide si
avviò, ma mentre versava nella tazza un
po' di caffè caldo, dalla sua piccola
radio il cronista diceva: "Questa notte è
stato trovato gravemente ferito il conte Daniele
Bellavia, dalle prime indagini la polizia
sospetta che a sparare sia stata la giovane
moglie, perché tutti sono a conoscenza
dei tradimenti del conte e che malgrado le
apparenze il loro matrimonio era un disastro,
purtroppo si teme anche che la contessina
credendo di avere ucciso il marito si sia a sua
volta uccisa. Infatti il suo cappotto è
stato ritrovato in riva al fiume". Il cronista
continuò dicendo che gli uomini della
polizia avevano iniziato le ricerche, ma fino a
quel momento la contessina non era stata
ritrovata
- Ed ancora il
cronista continuò: " In questo momento ci
giunge la notizia che il conte è fuori
pericolo e che le sue condizioni non sono
così gravi come si era pensato, tanto che
la polizia lo sta già interrogando".
Davide posò la tazza che aveva in mano,
prese il suo cellulare e compose il numero della
polizia, ma prima che qualcuno rispondesse egli
chiuse la comunicazione, poi riprese la tazza
con il caffè e si avviò verso
Cipriana. Ella era ancora tremante, ma Davide
pur sapendo che quella donna aveva tentato di
uccidere il marito non riuscì a provare
un sentimento che non fosse pietà,
così con dolcezza le sollevò il
capo e le fece bere il caffè. Un po' di
colore spuntò sulle pallide guance di
Cipriana, le sue labbra smisero di tremare, il
suo corpo si rilassò, poi senza dire una
parola ella chiuse gli occhi, piano piano il
respiro prima affannoso divenne regolare e
finalmente si addormentò. Davide rimase
seduto vicino a lei, egli scrutava il viso della
donna, era bella Cipriana ma non di quella
bellezza che ovunque vada attiri l'attenzione,
no, Cipriana aveva una bellezza quasi celestiale
ma bisognava guardarla attentamente per
accorgersi di questo . La sua pelle somigliava a
quella dei bambini, tanto era candida e
delicata, i suoi capelli avevano il colore delle
castagne appena tolte dal guscio, erano lunghi e
lisci una frangia copriva la spaziosa fronte e
il collo lungo e fine faceva subito pensare a
collo del bel cigno. Un movimento brusco fece
sì che la coperta scivolò dal suo
corpo, così Davide vide lo splendore di
un piccolo e affusolato seno naturalmente libero
da ogni sostegno. Davide nell'estasiarsi di
così tanta bellezza pensò: " Ma
è possibile che una creatura tanto soave
si fosse macchiata di un delitto? Ci sarà
certamente un grave motivo e io non posso
mettere questa creatura nelle mani della polizia
prima di sapere la verità". Davide era un
medico in pensione, era stato un illustre
chirurgo vascolare, egli aveva dedicato tutta la
sua vita alla medicina e per questo non si era
mai sposato, anche perché nessuna donna
aveva colpito il suo cuore.
- E così
all'età di Settant'anni egli si ritrovava
solo ma sereno, non aveva nessun rimpianto, egli
si accingeva a vivere la sua vecchiaia con
infinita serenità, certo di aver dato
tutto quello che aveva potuto dare alla gente
che malata si era rivolto a lui, anzi, a volte
per la enorme povertà dei pazienti non
aveva chiesto nessuna ricompensa per i suoi
interventi e quelle prestazioni gli davano
più felicità di quelli che gli
fruttavano grossi guadagni. Quella notte Davide
aveva deciso stanco del fragore della
città, di rifugiarsi nella sua villa che
aveva al mare, quindi disse al suo giovane
cameriere di preparare il motoscafo per
affrontare quelle poche ore di viaggio. Mentre
lui sistemava molta roba nelle valigie
perché intenzionato a passare in quella
piccola isola non solo la primavera, ma anche
l'estate, in quanto quello era l'unico posto
dove in estate non era invaso dai turisti, basta
pensare che nell'isola non c'era neanche un
albergo, ma solo un piccolo bar, che faceva
degli ottimi dolci e un buon caffè. Quel
bar era frequentato da vecchi uomini con il
volto segnato dal tempo, con le mani che bastava
guardare per capire quanto avessero lavorato la
terra, tutti avevano uno sguardo onesto e buono,
era lo sguardo di uomini semplici che la sera
passavano qualche ora con un bicchiere di vino
davanti e un mazzo di carte per giocare e quando
rientravano dalle loro mogli che docili li
attendevano, trovavano il buon odore del cibo
fatto in casa. In quell'isola quasi fuori dal
mondo Davide si era fatto costruire il suo
Paradiso, così egli chiamava la sua
casetta che era una villetta quasi nascosta in
mezzo agli alberi , alberi che producevano ogni
genere di frutta e fiori. Entrando in casa si
notava subito il suo gusto raffinato, vi erano
mobili di una bellezza unica, la villa non era
molto grande, si capiva che Davide non amava
ricevere molta gente, infatti, la casa era
composta da un grande salone dove c'era di
tutto, divani, poltrone e mobili di gran valore,
un angolo del salone era adibito solo per
ascoltare la musica, quella era una delle grandi
passioni di Davide, infatti si potevano notare
dischi dei più famosi musicisti. Nella
villa c'erano anche oltre che la grande camera
di Davide altre due camere. Ogni camera aveva un
proprio bagno, poi una grande cucina che dava la
vista sul mare. Dalla camera di Davide si poteva
attraverso una piccola scala accedere nel grande
giardino dove egli aveva anche una scuderia con
due bellissimi cavalli, Zeus e Kelia, due veri
purosangue, un'altra sua passione quella di
cavalcare e amava farlo quando ancora il mattino
stesse per nascere. Davide decise di non
cambiare nulla dal suo programma, infatti mentre
ancora Cipriana dormiva il motoscafo si
fermò nella piccola isola, era quasi
l'alba e Davide senza pensarci due volte la
prese in braccio e scese dal motoscafo mentre il
giovane cameriere andava ad aprire il cancello
della villetta. Egli si diresse direttamente
nella sua camera , adagiò Cipriana sopra
il letto che intanto aveva aperto gli occhi e
ricominciato a tremare, mentre la sistemava
sotto le coperte cercò di rassicurala
dicendole: "Senti cara, io ti giuro che qui sei
al sicuro e per rassicurarti ti dico che io so
già tutto, l'ho appreso dalla radio. A
quella rivelazione Cipriana si coprì il
volto con le mani e ricominciò a
singhiozzare dicendo: "Perché mi avete
salvata? Io sono una assassina e di certo ora
chiamerete la polizia per arrestarmi, non
sarebbe stato meglio lasciarmi morire?". Davide
paziente gli sedette vicino e ancora una volta
le prese le mani tremanti, gliele strinse forte,
faceva male a Davide il dolore di quella
creatura , quindi tutto d'un fiato disse: "Tuo
marito non è morto e neanche corre
pericolo di vita, inoltre la polizia crede che
tu sia morta nel fiume e se tu vuoi cara noi
glielo faremo credere , spetta a te decidere".
Poi continuò: "Devi sapere anche che
questa fin da oggi puoi considerarla la tua
casa, ma, ora basta parlare, bisogna pure che tu
mangi qualcosa, poi se tu vuoi, ma solo se lo
vorrai, mi racconterai tutto, ora il problema
cara è cosa farti indossare, qui non ci
sono mai state donne, e i miei vestiti di certo
ti andrebbero grandi ma, non ti preoccupare,
oggi stesso manderò il mio cameriere a
comprarti quello che ti necessita, tu dovrai
annotare tutto perché io sono proprio un
asino per quanto riguarda gli indumenti da
donna". Quindi Davide prese carta e penna e li
porse a Cipriana dicendo: "Io intanto vado farti
preparare la colazione, a fra poco cara ".
Rimasta sola Cipriana si alzò dal letto ,
ella rimase solo in slip, immediatamente
andò a chiudere la porta a chiave, poi
aprì l'armadio dove sperava di trovare
qualcosa da potere indossare ma, come aveva
detto Davide c'era tutta roba maschile e davvero
molto grande, allora aprì il cassetto del
comò e li ben stesi vi erano dei pigiami
di seta, ne prese uno, era grigio a righe rosse
, indossò i pantaloni, ella disse fra se:
"Qui ci vogliono due Cipriana". Si guardò
attorno, poggiata su una sedia c'era una giacca
di pigiama di colore azzurro, si sfilò i
pantaloni e indossò la giacca azzurra che
la coprì fin sopra ai ginocchi, tolse la
cintura della giacca e l'avvolse attorno alla
sua esile vita, si guardò allo specchio e
malgrado il suo tormento la sua immagine la fece
sorridere. Cipriana aveva sempre rifiutato di
indossare le minigonne, ella le trovava
terribilmente volgari, e lei per indole odiava
tutto ciò che lo era, ma, in quel momento
guardandosi allo specchio non vide niente di
così volgare, anzi per la prima volta
ella si soffermò a guardare le sue gambe:
la caviglia era fine sopra una gamba affusolata,
alzò ancor più la giacca del
pigiama, scoprì la coscia lunga e diritta
senza nessuna imperfezione , poi si
guardò il volto, gli occhi color cielo
scrutarono tutto del suo viso ma, con una
smorfia delle labbra ella sussurrò: "Non
è servita a niente questa mia bellezza,
fossi stata brutta sarei stata più
fortunata". Il bussare lieve alla porta la
distolse da quei pensieri , ella andò ad
aprire, era Davide con un vassoio in mano colmo
di squisitezze, egli poggiò il vassoio
sopra il piccolo tavolo che era vicino al letto,
poi guardò Cipriana e le disse; "Sembri
un fiore azzurro", quindi invitò Cipriana
a sedersi per fare colazione, cosa che anche lui
fece . Spiluccò qualcosa ma in compenso
bevve molto latte e mentre lo sorseggiava ella
fermò il suo sguardo sul viso di Davide.
I suoi occhi fissarono gli occhi grigi di Davide
e all'improvviso istintivamente ella allungo la
mano e sfiorò con una carezza il volto
dell'uomo, a quel contatto Davide chiuse gli
occhi, mentre il sangue gli scorreva nelle vene
come se volesse andar via tutto, mentre il cuore
diceva "Dio mio, mi sembra di vagare nel vento ,
ho la sensazione che Cipriana non stia
carezzando il mio viso ma che stia passando la
sua mano dentro la mia anima e che questo mi dia
un senso di pace infinita". L'incanto
finì quando la mano di Cipriana si tolse
dal suo viso ma non finì l'enorme
emozione che quella carezza gli aveva procurato
, così temendo che Cipriana potesse
accorgersene disse: "Vado in giardino a fumare
una sigaretta, torno subito cara", Non
andò a fumare Davide, ma uscì in
giardino, respirò a pieni polmoni poi
disse sottovoce: "Vecchio rimbambito ti vuoi far
venire un infarto? Quando mai una carezza ti ha
turbato tanto?", Poi continuò "Stai cheto
cuore mio che non è più il tuo
tempo". Ma Davide non sapeva che nessuno ha mai
scritto quale è il tempo e l'età
per amare. Quando tornò da Cipriana la
trovò che stava ascoltando il notiziario
che diceva: "Il Conte Bellavia è ormai
fuori pericolo, egli ha dichiarato che il colpo
di pistola gli è sfuggito accidentalmente
mentre puliva il revolver, per quanto riguarda
la Contessina Cipriana il Conte con le lacrime
agli occhi a confessato che la moglie da qualche
tempo soffriva di crisi depressive e ora lui si
sentiva in colpa per non averla capita e
aiutata, ma che sperava con tutto il cuore che
almeno venisse ritrovato il suo corpo per
poterle dare una degna sepoltura ma soprattutto
per poter piangere sulla sua tomba. A quelle
parole Cipriana con un gesto di rabbia spense la
radio e quasi involontariamente dalle sue labbra
uscirono delle frasi sconnesse, infatti ella
stringendo i pugni diceva: "Ipocrita, vile,
mascalzone io torno e l'ammazzo non può
continuare a vivere un essere del genere, non
può egli ha ucciso me e poi mi ha
derisa". Davide capì che Cipriana non
connetteva più quindi le si
avvicinò e questa volta fu lui che le
carezzò il viso , poi le sfiorò i
capelli con lievi baci, la strinse forte al suo
petto e la cullò come se ella fosse una
bimba a cui le era stato fatto tanto male, poi
ancora le sussurrò: "Calmati cara, sappi
che ora ci sono io e nessuno oserà farti
ancora del male dovesse passare sul mio corpo,
tu ora sei al sicuro e ti giuro che
finché avrò un esile filo di vita
io ti proteggerò, ma tu cara dovrai dirmi
tutta la verità, qualunque essa sia". E
Cipriana parlò. Dovette andare indietro
nel tempo quando aveva solo pochissimi anni di
vita. Suo padre era il Barone Giorgio
Villagrazia, sua madre invece era una semplice e
umile ballerina, era bella Leda Allegri la mamma
di Cipriana, ed anche molto onesta. Un giorno
ebbe la sfortuna di incontrare il Barone
Villagrazia , che si infatuò della bella
Leda ed essendo egli abituato ad avere tutte le
donne che voleva pensò di poter
conquistare anche Leda con doni preziosi ma,
Leda rifiutò subito tutto ciò, il
Barone non poteva certo accettare che una
piccola ballerina si rifiutasse a lui. Allora
Villagrazia con furbizia cambiò tattica,
cominciò a corteggiare Leda con eleganza,
ogni sera assisteva in prima fila ai suoi
spettacoli e poi le mandava dei fiori nel suo
camerino accompagnati con scritti teneri ed
innocenti, e così piano piano egli prima
si conquistò la fiducia della ingenua
Leda e poi l'amore immenso di quella dolce
creatura. Ma, per averla completamente egli
dovette chiederla in sposa con il mal contento
di tutta la boriosa famiglia del Barone. Ma sin
dal primo giorno il Barone dimostrò a
Leda la sua vera indole, egli oltre ad avere il
vizio delle donne ne aveva altri, gli piaceva il
gioco e l'alcol e quando egli perdeva tornava a
casa più brillo che mai e se la povera
Leda si rifiutava ai suoi voleri veniva
picchiata selvaggiamente . Quando nacque
Cipriana , Leda sperò che il marito
potesse cambiare ma, non fu così, allora
crescendo a Cipriana toccò vedere la sua
bella mamma piangere e che in sua presenza
venisse picchiata, non poteva fare nulla la
piccola Cipriana per difendere la sua mamma ma,
piangendo ella prometteva a se stessa : "Giuro
che quando sarò grande porterò via
mia mamma e la renderò così felice
che dovrà per forza dimenticare tutto
questo male. La piccola Cipriana però non
ebbe il tempo di fare ciò perché
la dolce Leda da tempo sofferente un giorno se
ne andò per sempre lasciando la sua bimba
sola, disperata e nelle mani mercenarie delle
governanti, avrebbe voluto Cipriana stendersi
accanto alla sua mamma e andarsene via con lei,
avrebbe voluto che la sua mamma le tendesse la
mano e che avrebbe impedito a tutti di staccarsi
da lei ma, la sua mamma la portarono via. Suo
padre incurante del suo dolore portò
Cipriana in un collegio, affinchè lui
potesse continuare a vivere la sua vita
dissennata. Era un collegio svizzero istituito
da insegnanti severi e da rigide regole. Ma
malgrado ciò Cipriana fu da subito amata
da tutti perché era una creatura buona,
il male in lei non esisteva. Anche lei voleva
bene alle sue compagne ma in particolar modo
ella si era legata a Marzia Bellavia. Marzia era
figlia del Conte Bellavia , ella aveva un
carattere allegro, e a volte quando Cipriana era
molto triste, solo lei riusciva a farla
sorridere con il suo buonumore. Così
passarono gli anni, Cipriana divenne una
bellissima ragazza, ella vedeva poco il padre e
in casa passava solo il Natale con lui
perché in estate egli amava viaggiare e
tornava a casa quando esausto e distrutto dalle
troppe scorribande non ne poteva più. Ma
quando egli tornava Cipriana era già
ripartita per il collegio. Era quasi la fine
dell'anno scolastico quando la Direttrice la
fece chiamare nel suo studio, nel vedere il
volto triste della Direttrice che con lei era
sempre sorridente, a Cipriana le si strinse il
cuore, quasi presagisse qualcosa di tragico,
infatti con voce dolente ella disse: "Cipriana
,cara purtroppo devo darti un gran dolore ma ti
prego di essere forte", e poi con un filo di
voce continuò: "Tuo padre è morto
". Il cuore di Cipriana quasi si fermò ,
"suo padre morto". Venne alla sua mente il
triste pensiero di non aver mai detto a suo
padre: "Ti voglio bene" E ora pensò: "non
c'è più tempo per niente". La voce
della Direttrice continuò: "Tuo padre
è morto perché si è ucciso,
aveva perso tutti i suoi beni al gioco e non ha
resistito alla vergogna, devi essere forte cara
perché ora tu non possiedi più
niente, ma non ti preoccupare figliola finirai
lo stesso gli studi qui da noi". Quei ricordi
fecero tanto male a Cipriana, grosse lacrime
scesero dai suoi occhi, Davide si sentì
disperato, avrebbe voluto evitarle tanto dolore,
quindi disse a lei : "Cipriana, cara, mi duole
il cuore nel vederti soffrire ma per aiutarti ho
bisogno di sapere tutto, e poi vedrai, ti
prometto, farò di tutto per farti
dimenticare tutto questo dolore, perché
devi sapere che subito ho avuto fiducia in te e
devi sapere anche che ti ho voluto subito un
gran bene". Poi Davide per incoraggiare ancor
più Cipriana a continuare, la
guardò diritto agli occhi, ma in quegli
occhi belli Davide lesse tutto il dolore di
questo mondo, e la sua innata sensibilità
gli fece capire che qualcosa di molto grave
Cipriana doveva ancora confessargli. Infatti,
prima di continuare ella si strinse al petto di
Davide dicendogli: "nessuno può fare
nulla per me", e continuò il suo triste
racconto. Marzia, la sua amica le fu molto
vicina, e quando venne l'estate ella volle
portare Cipriana nella sua casa. Infatti fu
così che ella conobbe il conte Daniele
Bellavia, fratello di Marzia. Daniele somigliava
molto alla sorella sia in volto che per il
carattere gioioso. Daniele ebbe subito
un'attrazione particolare per Cipriana e quando
le vacanze finirono, ella fu molto triste nel
lasciare quella casa, perché il cuore
puro di Cipriana si era innamorato per la prima
volta. Anche Daniele più tardi gli
scrisse d'essersi pazzamente innamorato di lei e
che la voleva al più presto sposare. La
gioia di Cipriana fu qualcosa di inimmaginabile,
ella pianse, pianse così tanto che tutti
ne furono allarmati, ma ella rassicurò
tutti dicendo che piangeva di felicità, e
fu una risata collettiva. Finì la scuola
e anche stavolta Marzia la portò con se,
anche perché dovevano iniziare i
preparativi per il matrimonio. Furono giorni
frenetici e belli, anche se poi Cipriana si
sentiva stanca, perché non era abituata a
scegliere così tanti vestiti, e quando
venne il giorno delle nozze a Cipriana
sembrò che stesse vivendo sogno. Furono
belli i primi giorni, sembrava che finalmente si
era lasciata alle spalle tutto il dolore degli
anni bui, ma non fu così. Purtroppo dopo
un qualche mese Daniele cambiò
totalmente, cominciò ad uscire da solo la
sera lasciando Cipriana a casa e se chiedeva
spiegazioni Daniele con sarcasmo rispondeva:
"Dove io vado piccola non ti deve interessare, a
te deve bastare che ti abbia tolta dalla
miseria, e non chiedere di più". Ed ecco
cadere di nuovo un velo di tristezza nei begli
occhi di Cipriana, ella ripeteva a se stessa:
"La storia si ripete, la triste storia di mia
madre si ripete. Infatti per lei fu inutile
piangere, disperarsi ed implorare un po' d'amore
a Daniele, lui continuò la sua vita senza
più curarsi di lei. Daniele iniziò
a rientrare a casa ubriaco pretendendo da lei
quell'amore che lui da sobrio non le dava
più, ed era terribile sentire sul suo
volto quell'odore nauseabondo d'alcol e quel
corpo che emanava un profumo così
sgradevole che a volte Cipriana aveva sentito
addosso passando accanto a donne volgarissime.
Quando poi Daniele soddisfatto si addormentava,
lei riempiva la vasca da bagno di acqua calda,
vi metteva dentro tantissimi sali profumati e
sfregava la sua pelle così tanto fino a
screpolarla, ella voleva togliersi di dosso quel
fetore che il marito gli lasciava.
- E così
a poco a poco tutto l'amore che Cipriana aveva
avuto per Daniele si trasformò in
disprezzo. Una notte egli tornò
più brillo del solito, Cipriana dormiva,
ma lui non malgrado ciò, cominciò
a baciare la moglie per tutto il corpo, le sue
mani sudate cercarono di spogliarla , di scatto
Cipriana si svegliò cercò di
scappare ma egli la trattenne con la forza, le
strappo la camicia da notte e la prese nel
peggiore dei modi. Quando finalmente libera da
quel corpo che puzzava d'alcol Cipriana si
alzò, diede una spinta a quell'uomo che
sembrava un animale soddisfatto d'aver catturato
la sua preda e poi gli gridò: "Mi fai
ribrezzo, sei il peggiore degli uomini, domani
andrò via da questa casa e non mi vedrai
mai più". In quel momento Daniele
aprì gli occhi, la guardò e con un
sorriso beffardo le disse: "E dove andrai cara?,
non sai che non ti vorrà più
nemmeno un cane? Fra non molto tutti ti
scanseranno perché per te sarà
peggio che avere la lebbra". Cipriana si
fermò, poi indietreggiò impaurita
e con voce di pianto ella chiese: "Perché
mi dici questo?": E lui sempre con quel sorriso
fermo sulle labbra rispose: "Perché cara
per tutto questo tempo tu hai amato e fatto
l'amore con un malato di aids e tu fra non molto
ti ridurrai una larva di donna" . Cipriana
impietrita diceva a se stessa: "No non
può essere vero io sto sognando , non
è possibile che l'uomo che diceva di
amarmi e che io adoravo possa avermi fatto
questo, no non è proprio possibile": Poi
ripeteva le frasi del marito: "Diventerai una
larva di donna, tutti ti scanseranno come una
lebbrosa". Mentre si ripeteva queste orribile
frasi ella istintivamente aprì un
cassetto, non sapeva nemmeno lei cosa stesse
cercando ma, li proprio sotto ai suoi occhi
c'era la pistola, ella la prese, poi la
puntò sul corpo del marito che già
dormiva, ma sulle labbra aveva ancora quel
sorriso beffardo, sparò Cipriana poi
butto sul letto la pistola indossò un
golfino, scarpe e cappotto e andò via. Il
resto Davide lo sapeva già: Impietosito
per quel drammatico racconto strinse ancor
più a se Cipriana ma, era imbarazzato,
non sapeva trovare alcuna parola per consolare
quella creatura, poi l'esile voce della donna
disse: "Oh Davide, ora certamente tu vorrai che
io vada via, vero?". A quelle frasi egli si
ribellò subito dicendole: "Cipriana, cara
come puoi pensare questo di me? Ma pensi davvero
che tutti gli uomini siano vili e mascalzoni
come lo fu tuo padre e poi tuo marito, no povera
piccola io ti terrò per sempre accanto a
me ". Poi continuò: "Io non ho legami con
nessuno quindi sono padrone della mia vita e di
decidere quello che è giusto fare". Il
corpo di Cipriana era piegato in due ed era
tutto scosso per il gran pianto, e nel pianto
ella diceva: "Ti prego Davide fa che io non mi
riduca come quei poveri disgraziati colpiti da
questa malattia, io non voglio essere curata
perché purtroppo so che sarebbe inutile,
certo si, la medicina ha fatto grossi passi
avanti, ma alla fine si muore ugualmente
consumandosi giorno per giorno, quindi ti prego
Davide se vuoi che io resti mi devi giurare che
non mi porterai in nessun posto e che quando
capirai che è arrivata la mia fine , fa
che almeno nella morte io non soffra.". Poi
guardandolo negli occhi ella continuò:
"Giuralo Davide o sarò costretta ad
andare via". Davide rispose: "Lo giuro cara
rispetterò la tua decisione ma tu dovrai
affidarti completamente a me perché io ti
curerò solo perché tu non abbia
nessuna sofferenza, per il resto
rispetterò la tua volontà , ma per
fare ciò ho bisogno di prendere un po'
del tuo sangue". "Va bene" rispose docile
Cipriana. "Ma non voglio sapere più
nulla". Il giorno dopo Davide prelevò un
po' di sangue alla donna, immediatamente fece
gli esami, purtroppo il risultato fu disastroso
e mai egli aveva pianto per un esame fatto ai
suoi pazienti scoprendo che non c'era più
nulla da fare, ma in quel momento egli non seppe
fermare quel pianto irrefrenabile. Egli non ne
fece parola con Cipriana aveva deciso che quel
poco che le restava da vivere ella lo vivesse il
più serenamente possibile, doveva avere
quella pace che nel corso della sua breve vita
non aveva mai avuto.
- Davide
sentiva dentro se il desiderio immenso di
rendere felice quella creatura , anche
perché ella in poco tempo era riuscita a
fargli conoscere quel sentimento tanto bello che
era "L'AMORE". Si, egli amava Cipriana ed era un
amore totale perché ormai egli viveva
solo per lei , ogni gesto, ogni parola , ogni
pensiero erano per Cipriana. La primavera era
quasi alla fine , l'estate era alle porte, tutto
sembrava rinascere, Davide e Cipriana vivevano
insieme ormai da due mesi e mai Cipriana si era
sentita tanto amata, e mai Davide aveva pensato
di potere amare così tanto ma, pur
provando per lei un amore così grande non
aveva mai osato sfiorarla con un bacio che non
fosse diverso da tutti i baci casti che gli
dava, e questo non certo perché egli
avesse paura del contagio, no, egli desiderava
ardentemente poter stringere forte a se la donna
che ormai era diventata la ragione della sua
vita, ma non voleva che ella venisse turbata ma
che Cipriana capisse che il suo amore era
così grande, ma così grande che a
lui bastava averla vicina ,vicina e tenerla
stretta per darle tutta la sicurezza di questo
mondo, era così bello vederla sorridere.
Un giorno tornando dalla Città tese le
mani a Cipriana e stringendola a se egli le
disse: "Cara da oggi tu non dovrai più
avere paura ad uscire di casa temendo che
qualcuno possa riconoscerti, da oggi mia piccola
Cipriana il tuo nome è Laura Vieri".
Vieri era il cognome di Davide, poi egli tese
una busta alla donna dove conteneva il nuovo
documento. Quello stesso giorno ella
Tagliò i suoi lunghi capelli e da castani
essi divennero neri e quella folta chioma corta
diede a Cipriana un aspetto ancor più
delicato, mettendo in evidenza il suo viso
scavato e il suo gran pallore. Sapeva Davide che
la sua Cipriana a poco a poco se ne andava via e
sapeva anche che lui non avrebbe certo resistito
a così tanto dolore, tanto cara le era
diventata Cipriana per poter vivere anche un
solo giorno senza lei, ma, Davide si era
prefisso di non pensare alla fine di Cipriana ma
a quello di far vivere a lei ogni ora, ogni
attimo di quella breve vita senza nessuna
sofferenza, era un medico e sapeva bene cosa
fare per non far soffrire la sua Cipriana.
Infatti ella non soffriva fisicamente e passava
le sue giornate felice come non lo era mai
stata., aveva imparato a cavalcare, ella aveva
preferito cavalcare il cavallo di Davide - ZEUS,
e per lei era diventato il suo ZEUS, egli la
portava con delicatezza quasi avesse ascoltato
quello che il suo padrone gli aveva detto un
giorno all'orecchio: "ZEUS caro, ti prego abbi
cura della mia Cipriana, ella è la mia
vita, amala anche tu". Dal giorno della
confessione di Cipriana nessuno dei due aveva
più accennato alla malattia , Davide
aveva rispettato il giuramento fatto a lei di
non curare la malattia ma, anche se ella non
soffriva la terribile malattia avanzava
inesorabile ancor più veloce. Fu Cipriana
che un giorno riprese l'argomento dicendo:
"Caro, sento il bisogno di dirti che ti sono
immensamente grata per i giorni belli che mi hai
regalato, fossi stata tutta così la mia
vita potrei oggi dire di essere stata la donna
più fortunata e felice di questo mondo,
invece è durata così poco . Da
quelle ultime parole Davide ebbe un colpo al
cuore, egli pensò: "Cipriana sa che
è alla fine della sua breve vita ".
Infatti ella continuò dicendo: "Vorrei da
te caro un'ultima promessa, desidero che tu dopo
mi faccia bella , voglio arrivare nel mio nuovo
mondo bella come ero prima ". Nessuno dei due
parlò di morte ma Davide baciandole la
fronte disse a lei: "Prometto amore mio".
Cipriana adagiò il capo al petto di
Davide, strinse forte la mano dell'uomo e con un
sorriso felice disse: "GRAZIE DAVIDE".
Finì così la breve vita di
Cipriana. Davide fece quello che pochi minuti
prima ella gli aveva chiesto, con estrema
delicatezza le mise un abito rosa che a lui
piaceva tanto, ma che strana cosa anche se a lei
piaceva pure non lo aveva mai indossato , poi le
sistemò i corti capelli , non occorse
troppo per far bella Cipriana, era bella anche
nella morte. Dopo averla sistemata egli sedette
accanto a lei e come quando ella era viva le
prese le mani e disse: "Cipriana, cara, ti prego
dammi la forza di continuare a vivere anche
senza te, non ti ho detto mai quanto io ti
amassi, non volevo turbarti cara, ma te lo dico
ora piano piano, mio grande immenso amore sei la
cosa più preziosa che io abbia mai avuto
, tu vedi il mio cuore che sanguina per te, ti
ho amato da subito Cipriana mia, subito il mio
cuore è stato tuo, avrei voluto ridarti
la vita ma non è stato possibile, ho
potuto solo non farti soffrire". Egli poi
continuò. "Vorrei venire via con te e
devo dirti che l'ho pensato centinaia di volte
ma, non sono mai stato un vigliacco nella mia
vita , quindi affronto questo mio grande dolore
con dignità in attesa di raggiungerti e
spero che DIO mi chiami a se presto ., in attesa
tu amore dormirai qui vicino a me perché
io amore non ti porterò in un triste
cimitero, io ti terrò qui dove tutti i
giorni sarò vicino a te". Poi egli
chiamò il suo cameriere e disse a lui:
"Quello che sto per dirti dovrà rimanere
per sempre un segreto ". Il giorno dopo
all'imbrunire Davide e il cameriere scavarono
vicino a un grosso cipresso vi misero dentro una
cassa che sembrava fosse stata costruita per una
grossa bambola ma dentro c'era la bella
Cipriana, attorno al cipresso vi era un roseto
di rose bianche che piacevano tanto a Cipriana.
Quello stesso giorno Davide mandò a
chiamare dalla città un famoso
architetto, Davide disse a lui che voleva
costruito nel più bel posto del giardino
una piccola cappella con soli due posti e due
angeli attorno. Così in pochissimo tempo
l'architetto costruì un piccolo gioiello
di cappella, dove cipressi, gelsomini e roseti
vi facevano da culla, lì venne messa
Cipriana . Quando tutto fu completato Davide
disse al cameriere. "Un giorno tutti i miei beni
saranno tuoi, ma giurami che in questo giardino
tutto rimarrà come è ora". Il
povero cameriere con le lacrime agli occhi
giurò.
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