Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Lucio Figini
Ha pubblicato il libro
 
 
 

 

 

 

Lucio Figini - Essere sotto le stelle
Collana I gigli (poesia) 14x20,5 - pp. 72 - L. 15.000 - Euro 7,75 ISBN 88-8356-204-6 2

Dedico
questa raccolta
ad un desiderio
in quanto
a parte poche eccezioni
mi affascinano più i desideri
che le persone.
 
 
UN AMORE RUBATO AD AUSCHWITZ
 
Sette marzo 1941,
mi vedo settimo corpo
sul ciglio di una grande fossa;
sento sette passi, sette spari, dove sei?
 
Mai da un colle nascosto
ho spiato con te
i fantasmi della notte.
 
Mai in un mattino di maggio
mi sono disteso con te sella terra umida
ad assaporare i discorsi del vento.
 
Mai accanto a te
ho ascoltato le poesie
che le onde del mare bisbigliano.
 
Mai con te vicina
nel silenzio di una vecchia chiesa
ho percepito il respiro di Dio.
 
Qui tra lo sterco
e l'acre odore di carne bruciata,
in una strada senza alberi
ti ho incontrata.
 
Per un attimo è stato
di due ombre
un solo fiore,
di due anime
un solo giardino.
 
Poi nascono fili di pioggia leggera
sui petali del tuo dolce calice,
nessun timore, nessuna fame,
noi due per magia
su una piccola barca
 
ci siamo mossi ingenuamente
tra le onde del cuore
e nel nostro mare
fino all'orizzonte
solo un dolce crescendo.
 
Sette marzo 1941,
mi vedo settimo corpo
sul ciglio di una grande fossa,
sento sette passi, sette spari, dove sei?
 
Occhi verdi, pelle chiara, spalle strette, sesso nudo,
uno sparo, un tonfo.
 
Pelle chiara, spalle strette, sesso nudo,
uno sparo, un tonfo.
 
Spalle strette, sesso nudo,
uno sparo, un tonfo.
 
Sesso nudo,
uno sparo, un tonfo.
 
Uno sparo, un tonfo.
 
Un tonfo.
 
Silenzio.
 
Dove sei?
 
 
BIOGRAFIA DI UNO SCONOSCIUTO
 
Dal mattino in cui mi sono svegliato ad oggi
giorno non è trascorso
ove non abbia avuto accanto
la paura e la curiosità del sentire.
 
Sempre ho desiderato
ogni sensazione
e di ogni senso
ho avuto timore.
 
Ho avuto paura di amare
ma ho amato
per sentire
l'essere innamorato.
 
Ho avuto paura di tradire
ma ho tradito
ed ho saputo
quale fosse
l'essere traditore.
 
Ho avuto paura di soffrire
ma mi sono ferito
per il piacere
del dolor sapere.
 
Ho avuto paura d'esser muto
ma mi sono riempito
di carta la bocca
ed ho gustato
il non poter parlare.
 
Ho avuto paura di combattere
ma mi sono inventato un ostacolo
su cui primeggiare
per il solo dover volare.
 
Ho avuto paura di perdermi
ma mi sono coperto gli occhi
ed ho corso
per il sapore dell'inciampare.
 
Ho avuto paura d'esser solo
ma mi sono isolato
ed ho ascoltato che vuol essere
il solo essere.
 
Ho paura,
stanco e asciugato dalla curiosità del sentire
posso solo guardare le tracce
dei miei perduti passi.
 
Sento il cuore affannoso
e con respiri ingenui ancora sinceri
leggo le più liete pagine
del mio vivere.
 
 
LA PORTA
 
Poche volte aprii quella porta,
immerso nella frenesia della vita
regalavo il mio tempo
ad inutili stupide cose.
 
Essendo io nei rigogliosi anni
evitavo la piccola stanza,
i tristi discorsi dei vecchi,
le anziane premure e le coperte di lana.
 
Fuggivo visi rugosi,
mani scarne e striature rossovivo alle caviglie,
eludevo del tempo passato la dolce malinconia,
preludio di fine.
 
Preferivo le sfrenate risa,
il viso malizioso di certe giovani donne,
le luci abbaglianti del mondo
al tenue respiro di Dio.
 
Conosco il timore del perché sfuggivo,
più difficile è comprendere
quale sia il motivo
di tanto affetto oltre la porta.
 
Qual senso ha il gioire
quando ormai la giovinezza
è scomparsa
e nessun destino attende?
 
 
 
Eppur un vecchio marinaio mi disse:
"vi sono state, vi son e ancor vi saranno
cicloni, tempeste
e gigantesche onde
nel nostro mare,
poi lieta tranquillità
fino all'orizzonte.
 
Allora e ad ogni allora
più non sarà importante
ciò che non è stato,
ma ciò che è stato".
 
 
IL VIAGGIO
 
Sto aspettando
e nell'attesa navigo,
ma di te
neppure la sagoma ombrata sotto il mare.
 
Navigo di giorno in notte
tra quiete e tempesta
costeggiando isole inabitate
e grandi metropoli.
 
Sto aspettando
e nell'attesa scordo il tempo che passa,
le spiagge sempre più rare,
ma di te
neppure la sagoma ombrata sotto il mare.
 
Eppure quando ero a terra
un capitan veliero mi disse
che tu esisti, che ti aveva visto
e che da allora
non aveva più preso il mare.
 
Sto navigando
e sono solo,
i compagni fuggiti,
non più isole o spiagge,
solo la mia nave.
Ora non resta che il tempo passato,
e nel mio animo vi sono soltanto
curiosità e terrore
di qualcosa che sta
sotto questo maledetto mare.
 
 
IL DOLORE
 
È un sentire strano
dove ci si ferma un poco
e poi si dimentica.
 
Continuo a camminare,
ma lungo la strada nessun nascondiglio.
È sera, un sentiero senza case,
nessun albero, solo sassi e asfalto,
una notte senza luna,
nessun fiore su quest'isola,
nessun fiume attraverso questa valle.
Ora me ne rendo conto,
non sono solo,
ci sei anche tu,
centinaia, migliaia di persone con noi,
da ogni parte cadono
e si calpestano,
si trascinano in una sola direzione.
Non so dove sto andando,
vorrei fermarmi e domandartelo,
ma non posso,
la folla è ormai innumerevole
e mi trascinerebbe via.
Ho paura,
sono stanco e non posso riposarmi,
non posso neppure
guardare le maschere
dei miei giorni passati.
Mi sento sempre più debole,
osservo le mani rugose,
ascolto il cuore esitante
e attorno a me solo vecchi,
vecchi stanchi
che corrono e si spingono.
 
È un sentire strano
dove ci si ferma un poco
e poi si dimentica.
 
 
RICORDO DI VIAGGIO
 
12 Agosto 1997.
Il monastero mi accoglie.
Umili eroi
camminano in silenzio.
Sono stordito
piacevolmente inebriato
da tutto ciò
che sarebbe stato
e che ancora non è,
in una parola
il nuovo
che sempre per me
ha significato.
Spengo
il mio solito essere
e mi apro
pronto ad ogni che.
Mi offrono
una piccola stanza
un posto tra loro
un pasto
una semplice accoglienza
un gioco goliardico di presenze.
Sono solo
in mezzo a tonache e sandali
giovani visi
sorridenti.
Sto bene,
felice mi chiedo
perché non posso concedermi
l'esser sereno
cosa si nasconde dietro
cosa c'è oltre.
Non so
forse fede illimitata
limitata umanità
erotismo ascetico
timidi sorrisi
dolce piacevolezza
canti,
forse anche
intimi desideri
che nella vicina stanza
in solitudine
si accarezzano
regalando alla passione
tale intensità
a me sconosciuta,
cattivi pensieri
amori inespressi
femminilità negate.
Disteso
in un letto sconosciuto
non dormo,
godo di una notte di pensieri
e percepisco
tra queste mura
vite che iniziano
e finiscono
in silenzio,
morti e risurrezioni
dannazioni e santità
che si intrecciano
creando l'unica certezza
che sempre mi accompagna:
l'uomo.
 
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