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Tiziana Costa


Tiziana Costa È nata il 12 marzo 1977 a Latina. Si è diplomata all'I.T.C. G. Salvemini nel 1995, nonostante ritenga di non essere portata per "freddi calcoli matematici". Il 19 marzo 1993 perse il padre, Gioacchino Costa. La sua morte, come lei stessa la definì, "fu come la caduta di una grande quercia: ha lasciato vuoto un pezzo di cielo". A questo triste evento seguì, il 12 novembre 1996, la perdita della madre Carla Paolini, "terreno fertile dove l'amore pose il suo seme", conferendole una definitiva impronta pessimistica ed esistenzialistica. Costa infatti, si definisce "un essere stranamente infelice che si nasconde dietro un sorriso", ed è proprio questa solitudine interiore a portarla ad esprimersi attraverso l'arte sublime della poesia, unico mezzo, a suo avviso, per portare alla luce le recondità dell'anima e le sensazioni mistiche del cuore. Nel 1994 partecipò al concorso indetto dall'Accademia Artistica Pontina S. Paolo classificandosi al secondo posto con la poesia "Marijuana" e, due anni dopo, nel marzo '96, la stessa Accademia Artistica pubblicò due sue poesie: "A un piccolo mai nato" e "L'Amore" su un'antologia di Pittori & Poeti intitolata "Artisti Arte Italiana verso il 2000". Con il suo primo romanzo "La luce dopo il tramonto", pubblicato nel maggio 1997 dalla Casa Editrice Il Punto di Partenza, si è classificata al secondo posto nel concorso "Paolo Diffidenti" indetto dal Centro Culturale degli Artisti di Roma, che si è tenuto il 2 dicembre 1996 al Campidoglio. Per il medesimo romanzo, nell'anno seguente, le fu conferito, dall'Accademia Artistica Pontina S. Paolo, l'oscar per la letteratura.

"La funzione della scrittura è quella di mettere la realtà davanti agli occhi: evidenziare, cioè, quello che non si vede. L'incapacità di vedere la realtà costituisce l'ossatura del romanzo di Tiziana Costa. Una funzione essenziale in un epoca di "stolto ottimismo".

Prof. E. Salemme


"Nella poesia Costa trova la sintesi per esprimere i suoi più cari e profondi sentimenti, come nella lirica "A mia madre" che è un dolce ricordo dell'abbraccio materno prematuramente perduto, nonché dell'insostituibile visione del calore domestico. La poetessa si sposta su accenti di vitalità bruciante e passione vitale nonché di luce di conoscenza nella breve lirica "The fire", né si risparmia di impegnarsi in contenuti di ordine sociale come nella poesia "La guerra", che presenta una visione amara e tristissima della società odierna dove la guerra, realtà insensata ed assurda, è solo generatrice di morte"

Dott.ssa A. Esterni


"Il bisogno di scrivere nasce dalla necessità di esprimere pensieri ed emozioni che non riuscirei a comunicare diversamente, se non, appunto, con "l'arte della penna". È un mezzo per portare alla luce la malinconia opprimente che, in certi giorni più che in altri, sembra esplodere nell'animo, oscure recondità del mio essere mi costringono ad impugnare la penna, che , come fosse mossa da un'entità estranea alla mia stessa persona, getta sulla carta tutte l'emozioni e le sensazioni fino a quel momento celate.
I miei scritti sono il risultato della mia sensibilità ed esperienze personali, ma non solo, poiché spesso, sono il frutto di fantasie, sogni in cui rimango assorta nei momenti di solitudine.
Una musa ispiratrice in particolare, non l'ho mai avuta poiché è la vita stessa a fornirmi ispirazione. Si parla a volte, dell'esistenza di spiriti guida, in questo caso, volendo crederci, mi viene in mente una vacanza a Praga: visitando il cimitero ebraico, mi misero a conoscenza dell'usanza di deporre una pietra sulla lapide in segno di preghiera, tra le innumerevoli presenti ne scelsi una a caso e mi lasciò stupita, scoprire poco dopo, che si trattava del poeta Abigdor Kara la cui morte risale al 1439, non mi dispiacerebbe credere che ci sia un filo conduttore in tutto questo, che sia lui il mio spirito giuda.
Di sogni nel cassetto ne ho ancora molti, e spesso e volentieri mi lascio andare a "voli" di fantasia, ma preferisco aprire gli occhi prima di iniziare a crederci, sono state troppe e dolorose le delusioni per continuare a sperare in qualcosa di poco tangibile, preferisco vivere attimo per attimo, senza riporre troppe speranze in ciò che potrà essere il futuro.
Potrebbe apparire come un atteggiamento pessimistico e forse in fondo lo è, ma aiuta anche a vivere ogni secondo della propria vita, a gustare ogni attimo perché si diviene consapevoli che ogni istante che passa non tornerà."

T. Costa


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27-09-2004