- Free-Freedom
Libertà
-
- L'uomo
aveva lavorato tutta una vita, iniziando a 16 anni
come garzone di bottega per diventare poi un
dipendente comunque.
- Era
giunto sulla soglia dei 60 anni, si sentiva stanco,
stressato e nauseato.
- Sul
lavoro aveva sempre abbassato la testa, in famiglia
sia la moglie che i figli si erano dimenticati di lui.
- Aveva
una sola passione : viti, bulloni, dadi e
lamiere.
- Dopo
cena si rifugiava nella cantina mentre il resto della
famiglia era attirata dalla televisione o da altro e
lo prendeva per pazzo.
- Per
quarant'anni lì, rinchiuso con quel puzzo di
ferro e ferraglia, con santa pazienza era riuscito a
costruire una macchina particolare che gli permetteva
di avere e fare i percorsi che la vita vissuta poteva
offrire. Aveva suddiviso questo viaggio in undici
stanze, un vero e proprio labirinto.
- L'aveva
chiamata 'The Machine of Labyrinth'. Diceva
così per prendersi in giro perché ormai
tutto doveva essere chiamato in inglese, faceva
più chic, più alla moda, era più
roboante.
- Vennero
le vacanze, fu ben contento di vedere tutta la ciurma
familiare andare via perché così poteva
provare la Machine che era pronta.
- Quella
notte si mise i comandi di bordo. C'era solo un
piccolo dettaglio, che una volta entrato in una di
queste stanze per uscirne doveva trovare la parola
d'ordine.
- Volle
incominciare subito con quella della famiglia. Rivisse
tutta la sua vita, modificò dei passaggi per
renderla più felice,con meno problemi e
dinamiche da risolvere. Dopo un paio d'ore non ne era
soddisfatto perché si disse «Tutto qui
?»
- Questa
era la parola d'ordine, poiché si
ritrovò subito nella stanza della
religione.
- Lì
incontrò gente credente, che pregava molto e
che soprattutto gli sussurrava che un giorno tutti
sarebbero stati felici ed eterni. Ascoltate queste
parole gli venne però da dire «Tutto qui
?».
- E
così entrò nella stanza degli altri.
Tutti si ammiravano l'un con l' altro, tutti si
dicevano di essere belli. Anche lui veniva guardato in
un certo modo che lì per lì gli faceva
anche piacere, ma poco dopo anche in quel luogo non
potè fare a meno di dire «Tutto qui
?»
- Fu
sbalzato nella camera della droga. Divenne un tossico
incallito, provò altri tipi di emozioni,
sentiva il piacere che gli stupefacenti gli davano, ma
anche qui porcaccia della miseria gli venne da dire
«Tutto qui ?»
- Si
ritrovò nella stanza del lavoro. Beh
lui
aveva lavorato un'intera vita con uno stipendio quasi
da fame, allora decise di diventare un grande
industriale. Partì dalla gavetta,non
guardò in faccia a nessuno e diventò
nella giungla economica quello che aveva desiderato.
Era temuto e rispettato, ma anche qui non poteva fare
a meno di dirsi «Tutto qui ?»
- E
fu scaraventato nella stanza del sesso. Non faceva
altro che scopare bellissime donne dai corpi perfetti,
addirittura molte andarono dal chirurgo plastico per
lui, champagne a volontà. In breve passò
alle orge, scoprì tutto quello che c'era da
scoprire
Ma
ma
dopo un bel po'
chissà come gli venne da dire : «Tutto qui
?»
- E
così si ritrovò nella stanza delle auto
di lusso e veloci. Le provò tutte, persino
anche quelle di formula uno. Sentì le emozioni
del brivido, tutti lo invidiavano
Purtroppo
però non riuscì a stare zitto ed
esclamò : «Tutto qui ?»
- Entrò
nella stanza della natura. Trovò un prato verde
con tanti fiori, si distese e si rilassò un
poco. Girò per lungo e largo montagne, mari,
fiumi, laghi. Li visitò tutti
ma si
accorse quanto l'uomo era stato idiota a distruggere
la natura ed ebbe paura poiché tutta la terra
correva il pericolo di terremoti, Tsunami, alluvioni.
A fare la fine del topo proprio non ci teneva ed
urlò : «Tutto qui ?»
- Arrivò
alla stanza dei politici. Divenne un leader di
partito, televisione e stampa erano solo per lui, non
importava se diceva una cosa e poi ne faceva
tutt'altra. Diventò anche Presidente del
Consiglio
Ma accidenti, pieno di rabbia si disse
: «Tutto qui ?»
- E
vaffanculo si ritrovò in quella del denaro e
dei gioielli. Spendeva e spandeva dappertutto.
Crociere, viaggi, ville lussuosissime sparse in tutto
il mondo. Non sapendo come cazzo spendere tutto quel
denaro, comprò addirittura tre isole. Anche
lì
Accidenti
accidenti
«Tutto qui ?»
- Gli
restava l' ultima stanza ed era la più grande
di tutte le altre. Quando vi entrò non vi
trovò nulla, solo e soltanto buio.
Riuscì a malapena a vedere e sedersi su una
poltrona. Stranamente però in tutto quel mare
nero che lo avvolgeva iniziò a provare, sentire
emozioni diverse, difficili da spiegare. Soprattutto
sentiva che sia il corpo che il respiro si
abbandonavano dolcemente, come se volessero rilassarsi
e per davvero.
- Seduto
su quella poltrona si dimenticò la parola
d'ordine.
-
-
- VAFFANCULO
ALLA BIRRA.
- Ero
seduto al bar della piazza, erano le 15,30, oltre a
sopportare il caldo afoso e appiccicoso accidenti a
lui, mi si prospettava un bel pomeriggio del
cazzo.
- Poiché
l'uomo ubriaco diceva di essere mio amico, e le
quattro donne che sedevano vicino al nostro tavolo
dall'aria di borghesia incallita avevano molta, ma
molta puzza sotto il naso.
- Oltre
la loro età avanzata di decadimento facevano
sfoggio di anelli, gioielli, bracciali, sembravano
essersi portato dietro una boutique d'alta moda di
Ponte Vecchio.
- Le
tardone non ci cagavano, erano prese a parlare in
inglese tra di loro
Poi improvvisamente dopo un
bel po' di tempo 'ste stronze iniziarono a parlare in
italiano. Bah
veramente un grande pomeriggio da
brividi
pensai
- Già,
ero al massimo dello scoglionamento, quando dall'altra
parte della strada vidi un viso conosciuto, era la mia
amica.
- La
chiamai
" Signo', vieni che ci facciamo una
birra."
- Finalmente
un volto che sorrideva, vero.
- Lei
mi disse:
- "
Noi due c'incontriamo nei momenti che nemmeno
t'aspetti."
- Si
ordinò due birre.
- Lei
sa chi sono, e chi cazzo sono io?
Boh
- Iniziammo
a parlare, la cosa che veniva fuori si diceva, di
riprenderci il nostro tempo e spazio
Ognuno non
fa altro che correre la propria folle idiozia
In
questo fottuto mondo alla deriva
La misi al
corrente dei mio ultimo romanzo che ho scritto e che
dovrebbe uscire a settembre, ottobre.
- Già,
io sono uno scrittore, ma poi lo sono? E' questo il
dilemma
Che cosa vuol dire
scrittore
boh
sì, ho pubblicato il
primo romanzo
' Gli Imperi
La Storia
Continua ', ma in questo stronzo mondo di alta
modernità e tecnologia che significa essere
scrittore
boh
francamente mi è
difficile dirlo.
- Le
parlai anche delle mie difficoltà che incontro
nello scrivere, il bisogno di avere qualcuno che poi
corregge i miei cosiddetti lavori
un lavoro
faticoso, snervante.
- Lei
oltre a darmi delle dritte, mi diceva di star
tranquillo che mi avrebbe fatto conoscere delle
persone che potrebbero darmi una mano.
- Intanto
le birre erano finite, e ci apprestavamo a
pagarle.
- Volle
a tutti i costi offrirmi la bevuta, chiese il conto
alla cameriera.
- "
10 euro e 50 centesimi
" ci disse la cameriera.
- Caspita
due birre di merda alla spina e oltretutto piccole, 10
euro e 50 centesimi.
- "
Qui, ci mettiamo un crocione
" mi disse la mia
amica
- "
Sì
ma proprio un bel crocione
" le
risposi
intanto ripensai
a quello che
dicevamo poc'anzi, fermare il tempo
riprendersi
la vita
bah
- No
no
corriamo
ancora di più
sì, perché
più corriamo
più saremo vicino alla
nostra definitiva e finalmente morte.
- "
Vaffanculo birre del cazzo."
- Umberto
Arciero
-
-
-
- INCONTRO
AL FORTE DEI "NOI SIAMO I DURI E I
GIUSTI"
- TRA
LA DELEGAZIONE DEI CAPI BIANCHI: GENERALE CUSTER,
PECOS BILL, KIT CARSON, BILLY THE KID ( Detto anche il
fuorilegge chissà come mai e perchè ).
- La
delegazione dei capi bianchi si avallava anche di un
super esperto sulla guerra, soprattutto
sull'antiguerriglia, non si capiva se indossava una
maschera o meno e si faceva chiamare
ZORRO.
- E
LA DELEGAZIONE DEI PELLEROSSA: GERONIMO, TORO SEDUTO,
AQUILA NERA E CAVALLO SPEZZATO.
- Nel
forte dei " Noi siamo i duri e i giusti" il generale
Custer era su tutte le furie perchè la
delegazione dei pellerossa tardava ad arrivare e
più le ore passavano e più il nervosismo
del grande comandante saliva.
- "Quattro
ore, dico quattro ore di ritardo, non un minuto, una
mezzora, quattro ore di ritardo...Zorro li voglio
tutti morti,quei quattro straccioni."
- "
Generale vedrà che prima o poi arriveranno."
disse Kit Carson.
- Con
una grande occhiataccia il generale lo
fulminò...come a dirgli: " Ma che mi stai a
prendere per il culo?"
- Pecos
Bill scelse la strada per cavoli sua e decise la linea
del silenzio. L'unico che se la rideva sotto dei
grandi baffi, chissà come mai e perchè
era Billy The Kid.
- Il
sole picchiava all'impazzata sul forte "Dei duri e dei
giusti, i soldati cercavano rifugio quà in la
per trovare un po' di ombra.
- Ma
della delegazione dei pellerossa nemmeno
l'ombra.
- Nella
stanza di comando oramai l'agitazione, l'ansia, il
nervosismo era alle stelle.
- Zorro
avendo un'altro impegno dove non poteva assolutamente
mancare litigava ora con l'uno ora con
l'altro:
- Cazzo,
cazzo, perchè mi avete chiamato a fare cosa, la
bella statuina? Ho impegni urgenti da
sbrigare."
- "
Intanto moderi i termini signor Zorro, cazzo lo dico
io" gli rispose Pecos Bill e continuò: " Tutti
noi abbiamo degli impegni quì, lo sa signor
Zorro quanti bisonti avrei ucciso oggi? He...lo
sa...quindi moderi i termini."
- Il
generale Custer era allo stremo delle forze dopo aver
vociato per tante ore per tutto il forte appariva
sfinito a pezzi.
- L'unico
che appariva tranquillo beato, non si era scomposto
nemmeno di un millimetro chissà come mai e
perchè era proprio lui Billy The
Kid.
- Il
sole stava tramontando e per gli uomini del forte "
Noi duri e i giusti" era una vera liberazione, anche
perchè verso quell'ora incominciava a tirare un
po' di vento, ma della delegazione dei pellerossa
nemmeno l'ombra.
- Nessuno
osava andare a disturbare la sala del comando
poichè era diventata incandescente...Ora erano
passati alle parole grosse e la le pareti di legno
sembravano che volessero prendere fuoco.
- Accidenti
in tutto quel casino l'unico che se ne stava sereno,
tranquillo e se la rideva sotto i suoi baffoni
chissà come mai è perchè era
proprio lui Billy The Kid.
- Giunse
la sera e della delegazione dei pellerossa
nulla.
- UN
GRIDO SQUARCIO' IL SILENZIO DEL FORTE:
- "
Uomini, due, no...no...tre...quattro a
cavallooooo."
- Uscirono
tutti fuori come dei pazzi e incominciarono a disporsi
in assetto di guerra.
- UN
ALTRO GRIDO SEMPRE DEL SOLITO SOLDATO SQUARCIO' TUTTE
LE MANOVRE IN CORSO:
- "
ERRORE...MI SONO SBAGLIATO NESSUUUN UOMO A CAVALLO
ERANO SOLO 4 VOLPI."
- STRANAMENTE,
MA PROPRIO STRANAMENTE IL FORTE PIOMBO' IN UN SILENZIO
ASSURDO.
- L'unico
che se la rideva sotto quei baffoni neri chissà
come mai e perchè era sempre lui Billy The
Kid.
- Fu
il generale a rompere quell'assurdo e inquietante
silenzio.
- "
Uomini, preparatevi in rassegna e a cavallo andremo a
stanare i 4 straccioni...Aha e al ritorno voglio a
rapporto quella sentinella delle 4 volpi. Gli faccio
vedere oltre alle volpi tutti gli animali della
foresta in un colpo solo."
- Gli
uomini armati fino ai denti erano pronti.
- IL
generale sul suo cavallo bianco doveva solo dare il
segnale di mettersi in marcia.
- Billy
The Kid stranamente si fece serio chissà come
mai...
- si
avvicinò a Custer e gli disse:
- "
Scusi generale ma chi sono quei 4 indiani arrestati
ieri sera?"
- Custer
sapeva che Billy The Kid parlava pochissimo, ma era
temuto da tutti, forse per questo lo chiamavano anche
il fuorilegge.
- "
Come non lo sa Billy " rispose il generale per
aggrazziarselo e continuò:
- "
Quei 4 straccioni presi ieri sono: Geronimo, Toro
Seduto, Aquila Nera e Cavallo Spezzato."
- "
Già...Già " rispose Billy The Kid
abbassandosi il cappello sulla fronte e spronando il
nero cavallo prima di allontanarsi salutò
tutti:
- "Adios
Amigos"
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