Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Città di Monza 2002

Sommario
Prefazione a cura di Maria Organtini - Biografia di Casma - Ringraziamenti - Nicla Agostoni - Ketty Amadio - Patrizia Amoruso - Sindia Andretta - Silvia Angeli - Alessia Anguzza - Laura Appignanesi - Oliviero Arnone - Aromar - Alessandro Aschero - Antonia Astarita - Paul Bacosca - Annamaria Balossini - Caterina Barletta - Paola Barni - Giovanna Barnoffi - Marco Barone - Paola Basso - Michele Battaglia - Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò - Dario Bellini - Silvio Bendinelli - Francesca Bertazzoni - Daniela Bertelli - Fabrizio Bertolacci - Daniela Besco - Chiara Besozzi Valentini - Simona Betti - Antonina Bezziccheri - Francesca Bianchi Bosisio - Elisa Boggio - Marino Boirivant - Lucia Bolis - Luigi Bonamoneta - Gaetano Bonelli - Maria Bonfadini - Bertilla Bortolon - Massimo Boselli - Adriano Bottarelli - Clelia Brambilla - Elena Bregliano Lovelli -Francesco Buco - Daniela Buganza - Giuliana Buratti - Federica Burlando - Luca Antonio Callegaro - Daniele Candotto - Luigi Capozza - Silvia Cappiello - Antonio Capriotti - Lorenzo Carnevali - Diletta Caroscio - Franca Carta - Celestino Casalini - Giancarlo Castoldi - Cristiano Cavuto - Edoardo Cella - Chiara Chelini - Marco Chiovelli - Claudio Chisu - Alice Cimini - Giorgia Serena Cipelli - Anna Colombo - Riccardo Colombo - Paolo Comella - Cristiano Comelli - Silvia Compagnucci - Rita Coppola - Ernesto Cordella - Norberto Cordisco - Flavia Corradetti - Valentina Cristiani - Adriano D'Aloia - Elisa D'Andrea - Stefano Dal Ferro - Rita Danieli - Annalisa De Blasis - Sara de Canistris - Giovanna De Capitani - Graziella De Leo - Antonio De Lucia - Domenico De Palo - Francesca De Vincenti - Roberta Delmoro - Giuseppe Di Filippo - Anna Di Girolamo - Fabiola Di Martino - Dario Italo Di Nunno - Claudia Dinelli - Alice Dorattiotto - Veronica Fabbri - Giasmin Fabiani - Roberto Fabris - Stefania Fabris - Diego Fantin - Giovanna Faro - Paolo Federico - Maria Domenica Ferrara - Bianca Festino - Nicoletta Fiori - Massimiliano Floriani - Pino Forgia - Christian Fortunati - Cesare Foschi - Alessandro Franceschetto - Mariachiara Franceschini - Raffaella Frese - Piergiorgio Gambardella - Marco Gambuti - Ines Gastaldi Carretto - Alessandra Giannelli - Amedeo Giordani - Tiziana Girolomini - Mariateresa Giustiniano - Carlo Gnolfi - Alessandro Grassi - Cristina Grimaldi - Stefano Gualtieri - Barbara Gubinelli - Paolo Guerriero - Nicola Guidi - Albertina Insani - Marco Jaccond - Patrizia La Monica - Martina Lago - Laura Landi - Luca Lazzerini - Daniela Lefoer - Elena Lipari - Maria Antonietta Locati - Virginia Lonardo - Chiara Loseri Chiereghin - Mariano Luccero - Andrea Luccioli - Annalisa Macchia Cioni - Laura Malinverni - Luciana Malisani - Concetto Mangiafico - Cinzia Mappa - Aldo Marchionne - Giulia Marcolin - Stefania Marianini - Giuseppe Marotta - Claudio Masotto - Marina Mastrangelo - Riccardo Mauri - Costanza Mazzei - Miriam Meo - Bruna Merendi - Omar Miccoli - Roberta Milione - Gianluca Mollo - Sabina Moras - Laura Morelli - Mauro Moretti - Roberto Mori - Elena Musu - Maria Giovanna Napoletano - Mario Napolitano - Federico Nardi - Nina Nasilli - Antonio Nicodemo - Maria Luisa Nicodemo - Riccardo Nuziale - Giulia Occorsio - Rosa Oneto - Danila Olivieri - Vincenza Maria Olivo - Nicola Pace - Roberto Parola - Diego Pavan - Guido Pedroni - Susanna Pelizza di Palma - Silvana Penna - Eliana Perotti - Massimo Picca - Silvia Pizza - Alfonso Pollice - Nicola Pragliola - Bruno Previtali - Eugenio Principe - Caterina Pulita - Fabio Raimo - Manulea Ramundo - Vincenzo Randazzo - Caterina Ratti - Debora Ravaglia - Anna Maria Riccardi - Vittorio Ricci - Miranda Rigato - Katia Righini - Marilena Rimpatriato - Gianpaolo Ripamonti - Angela Rizzo - Paolo Rodriguez - Andrea Rota Nodari - Veronica Saba - Claudia Santamaria - Francesco Sassetto - Mariano Saturno - Arianna Scarano - Ines Scarparolo - Eros Schiff - Maria Sciuto - Sabrina Scolari - Giovanni Scribano - Roberto Silleresi - Giovanna Sollai - Daniele Tanoni - Maurizio Tantillo - Federico Tarallo - Milvia Tardito - Elisabetta Tiberi - Michela Torcellan - Vanna Valentini - Giovanna Valla - Anna Vanzi - Giuseppe Verdi - Kalpana Vespia - Giuseppe Vetromile - Umberto Vicaretti - Gianni Viganò - Antonio Zaccaria - Federica Zanatta - Isabella Zandri - Lina Cleufe Zanforlin - Roberto Zanobini - Matteo Zattoni

 
Antologia del Premio Città di Monza 2002 - formato 14x20,5 - pagg. 248 - Euro 18,00 - ISBN 88-8356-503-7

Risultati del concorso Città di Monza 2002

 
Come avere l'antologia
Prefazione
Dicono che l'usignolo si trafigga il petto con una spina quando innalza un canto d'amore. Tutti noi facciamo lo stesso, come potremmo cantare altrimenti?. È questo un aforisma di Gibran, un poeta che tutti conoscono, ma che ho scelto per parlare dei poeti che hanno partecipato alla quarta edizione del Premio Internazionale di Poesia «Città di Monza 2002» perché mai come in quest'occasione i partecipanti hanno dimostrato attraverso i loro lavori, di aver sofferto nel proprio cuore i sentimenti descritti nelle poesie. Amore, dolore, compassione sono gli elementi fondamentali dei versi che troverete in quest'Antologia come nella poesia «I colpevoli» di Giulia Marcolin risultata vincitrice per la sezione giovani, dove la giornata dei carcerati viene analizzata con sincera ed emozionata partecipazione nel segno di un'originalità capace di assicurare status canonico al testo: «La nostalgia, come una barca dimenticata dal sonno, trema nell'ombra...» sono parole che accendono subito una scansione di tempo indefinito dove l'occhio indiscreto del poeta fruga senza malizie, ma con senso responsabile delle sue emozioni. Sebbene con altre immagini più consuete, anche la poesia di Danila Olivieri vincitrice per la sezione adulti con «Accosto il volto alla tua scorza» ci parla di sentimenti vissuti con grande intensità nell'ambito degli affetti familiari.
La «famiglia» ha riscoperto il suo fascino poetico proponendosi come intermediaria nel fraseggio usato da diversi autori a volte con nostalgia, altre come motivazione trainante del ricordo ad essa legato,
Forse un bisogno d'estetica letteraria ha mosso gli autori dove l'ansia del quotidiano si sono sommate a quelle ispiratrici morali di una società alla ricerca di nuove immagini come nella poesia di Omar Miccoli «...A Zeshan N.», i cui versi sofferti in bagliori di ricordi di vita pakistana parlano di un'amicizia che valica il confine tra i popoli. La poesia è tutto questo e ancor di più. Il poeta è colui che sente l'imperativo a scrivere per comunicare quella solitudine che lo pone a confronto con se stesso; a meditare sui mali della vita per recuperare uno spazio che altrimenti verrebbe annullato insieme alla sua fragilità.
 
Maria Organtini
 
Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza
Ringraziamenti
Nel ricordare la quarta edizione del concorso internazionale di poesia dedicato alla città di Monza e la bellissima serata di Premiazione svoltasi il 7 dicembre 2002 presso il Teatrino di Corte della Villa Reale si ringraziano:
 
Il Comitato Promotore:
Arch. Michele Faglia, Sindaco di Monza
Dr.ssa Annalisa Bemporad, Assessore alla Cultura
Maria Organtini, Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza
Umberto Montefameglio, Presidente dell'Associazione «Il Club degli autori» di Melegnano
Dr. Luigi Losa, Direttore del settimanale «Il Cittadino» di Monza
Prof. Pier Franco Bertazzini, Critico letterario
Arch. Francesco De Giacomi, Associazione Pro Monza
Banca di Credito Cooperativo di Carugate Filiale di Monza
 
La Giuria:
Beppe Colombo (Presidente), già direttore della Biblioteca Civica di Monza
Maria Organtini, Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza
Anna Robiati, Vicepresidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza
prof.ssa Tina Beretta Trezzi, accredité a la Sorbonne
Mario Biscaldi, Poeta-Pittore
Elisabetta Bosisio, Pittrice
prof. Sergio Gandini, Poeta-Pittore
Maria Grazia Crespi, Musicologa
Antonello Sanvito, giornalista Capo servizio de «Il Cittadino»
Rita Corigliano Nobili, Segretaria
 
Gli Sponsor:
Studio Gianluigi Scotti, Monza
Signora Teresa Farina, Monza
Pasticceria Olmea di Paolo Panceri, Monza
Comunità Bahà'ì, Monza
Fototecnica Casati, Monza
Famiglia Robiati

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Nicla Agostoni
 
 
Un volto ...un'anima
 
Dentro ad un tempo
che soffoca le stagioni interiori,
che ti ingabbia nell'artificiosità
del tuo modo di essere e di pensare...
dietro ad una maschera
che pietrifica tutto ciò che sa
di ripetitivo, di abitudinario,
di apparenze svuotate di senso...
si offre a me pieno di riverberi
il tuo essere... il tuo mondo...
la tua anima
un ovunque senza dove,
senza filtri né formule
nella sua umanissima espressione
nell'annullamento di qualsiasi reticenza
 
Rimango trasognata a guardarla,
l'universo che è in te si libera
dispensando emozioni... fremiti... sentimenti.
Di riflesso m'illumino, mi ridesto
e...
riesci a far nascere quello che non vivrei
a cambiare quel che non saprei
è un'aurora libera da tramonti
mentre il possibile e l'impossibile
il visibile e l'invisibile
tessono trame pure d'amore
...ed è... purezza incontaminata.
 

Ketty Amadio
 
  
Opera 9a classificata Sez. Giovani
 
 
Frutti Amari
 
Nel crepuscolo si scorge odor di frutta,
maturata dopo i fiori,
dell'amara primavera.
Quei frutti del dolore
hanno un aspro sapore di passato,
di un fiore mai sbocciato,
ma,
ucciso dal vento,
dal tormento mai cessato,
dentro il corpo inanimato...
La morte sovrasta la vita,
come la notte nasconde il giorno,
come il tormento fa ritorno,
dopo il finire della pioggia,
non lasciando scorger
mai
l'atteso arcobaleno...
E mentre il corpo muore,
il sole non può rischiarare
il buio nella mente,
dopo una lotta vana
con l'ignoto finire
che l'uomo non può capire
e
non può fermare...
 


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Patrizia Amoruso
 
 
Silenzio
 
Cadono
leggere
le prime ombre
della sera.
 
Parlano
dei miei giorni
che si consumano
inafferrabili.
 
Ma io non le ascolto.
Tutto è vuoto,
tutto è spento,
tutto e nulla.
 
E si confondono
con le ombre
che, pesanti,
cadono sul mio cuore.
 
Ma ora non è tempo
di domande,
di risposte,
di pensieri.
 
Un interminabile silenzio
è tutt'intorno
ai miei sensi.
 

Sindia Andretta
 
 
Un assassino sentimento
 
Una beata voce
d'un angelico cuor,
a me vien
l'amor cantando.
Diavolo dall'animo angelico
quante pene soffrir farai ancor al mio cuor,
della tua scomparsa già dolente?
Come le sirene d'Ulisse
dolce sussurro diabolico,
l'ennesima spina tua
nel mio cuore
delicata, come un ago, porrai.
Rammenta:
udir non può
l'animo tuo
il disperato urlo
che dall'immenso mar, provvien.
 

 
Sogni
 
Onde
s'infrangono
sugli scogli,
simili a sogni.
Illusioni,
finché
non sorvolano
l'ostacolo.
 

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Silvia Angeli
 
 
Opera 6a classificata Sez. Giovani
 
 
Mi muovo entro i confini
spazio-temporali che dischiudono
le immagini ingiallite
e sorridono della dolce pena
di quello che è stato.
Mi muovo a destra e a sinistra
nel mio vasto presente asciutto,
e sorrido di quello che vedo e di quello che sento
perché sarà il mio passato:
ogni secondo veloce diventa
un immobile trascorrere.
Mi muovo piegata dall'attesa
verso il mio futuro illimitato
e sorrido mentre mi apro all'eventuale
a al possibile,
curvata sotto il peso di una risata che,
fragorosa,
esploderà in ritardo.
 

Oliviero Arnone
 
 
Walzer Triste
 
Di te lontana nel mio lungo tedio
un desiderio nasce - ed uno sguardo
mi riappare al di là del grande spazio.
 
La notte fredda muore, sopra i monti
le vette s'inargentano di luce
e la piana paziente, nella brina,
le membra strette e nel perlaceo gelo,
invoca le lucenti
nubi figlie dell'alba
perché sciolga le brume il nuovo sole.
 
Tu sai oltre la piana ed oltre i monti,
ov'io non so se albeggi o cada il giorno,
se il canto mattinale
levi, o la notte guardi
fiorita tra le stelle:
io non so, ché la vita
m'avvince alla mia terra
e mi toglie il respiro eterno.
 
 


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Aromar
 
 
 
All'alba un mattino
 
Un vento sferzante, ha sradicato
il ramo dell'amore.
È giunto inaspettato, all'improvviso.
Ha colpito con furore,
strappando quel ramo
da un tenero tepore.
È accaduto in un verde giardino,
all'alba un mattino.
 

 
Orrore
 
Sganciare una bomba
per errore.
 

 
Poesia
 
Privilegio quotidiano.
Attimi in cui lo spirito
regna sovrano.
 

Alessandro Aschero
 
 
Agonia
 
La mia vita non si snoda,
s'aggrappa a uno stelo e lo spezza.
L'angoscia del meriggio la inchioda
ad un muro di piombo
e la carezza
della notte
non la consola.
 
Le mie parole stanche
s'aggrovigliano
attorno al tuo corpo contorto
e tu, distante,
mi corri incontro
e non mi dai conforto.
 
Il mio respiro affannato
corrompe il silenzio della stanza
e solleva grumi di polvere.
 
Ho vissuto con il cuore,
vivrò anche senza
e morirò invano.
 
 


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Antonia Astarita
 
 
Inquietudine
 
Spiccioli di inquietudine
In questa notte fonda
Nemmeno l'estasi di un amore
Può farmi svanire
La rabbia addentrata dentro me
Sono troppo esausta
Per felicitarmi.
 

 
Amore ferito
 
Come i dardi
Le tue parole
Feriscono il mio cuore innamorato
Me ne resto in disparte anch'oggi
Per non perdere
La bontà di un'esistenza ribelle.
 

 
Cuore
 
Cuore che infrangi
Ogni regola d'amore
Appaga i tuoi desideri
Nei sogni presenti
Alla luce di ogni stella
Dimentica
Lo svanire della storia incominciata
Al nero della notte
Che mai più torna...
 

Caterina Barletta
 
 
 
Mi sentivo
le farfalle in bocca
e ridevo
e sotto il mio cielo
innamoravo
occhi da marinaio
 
 
 


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Paola Basso
 
 
Mamma Maria
 
Voglio raccontarti i desideri che
dopo il nostro incontro
sento dentro me.
L'anima mia vola più vicino a Te
apre la Tua porta e siede accanto a Te.
Mai così vicina ai miei pensieri che
cancellano i miei dubbi
e parlano con Te.
Desidero cantare e dire a tutti che
la verità che conta è credere che c'è
non solo questa terra in cui non vedi, non tocchi, non respiri
il profumo che c'è in Te,
Mamma Maria.
 
Insegnami a capire che in viaggio siamo già
e poi voleremo in alto in braccio a chi verrà.
Vedremo i nostri amici angeli di là
e finalmente dopo anche Te si abbraccerà.
Ma sempre ricorderò che ti ho incontrata già,
capelli mossi, neri e lunghi, occhi azzurri e un lungo
abito bianco, un sorriso
e dissi a me:
tu scriverai, se vorrai
tu scriverai.
Allora corri dolce anima, corri ancora più in su
e ruba due minuti dal mondo di quaggiù.
 
 

Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
 
 
Sempre delirio
 
È una festa
parlare con te...
Sentieri di vento
mi accompagnano
a questa ballata
di maghi e fate,
sabba di streghe
inferocite
da un incanto selvaggio.
Attraverso boschi
nati solo
nella memoria,
la tua mano amica
mi guida e spinge,
esorta e trattiene
ed ogni momento
è quello giusto
come in un rito atavico,
sensuale.
Vengo
verso di te
sospinta
da onde di desiderio
così simili
al frangersi
del mio mare
sul grigio della riva.
E sempre è sorpresa
sempre sofferenza
sempre delirio.
 
 


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Silvio Bendinelli
 
 
Vita da uomo
 
Un pianto.
Un gemito.
Ecco,
si nasce.
E solo, bambino,
gioisci del tuo
essere vivo.
Vivendo, tu vivi
momenti tuoi soli
e aspetti.
 
Che cosa?
 
Crescere.
Un uomo ora sei
e ancora cammini.
Vivendo, tu speri
felici momenti
ancora più vivi,
e passioni,
sia pur malcelate
da affannosi respiri,
scuotono l'aria.
 
E ora?
 
Anziano.
Cammini leggero,
tre gambe, due sole.
Morendo, tu speri
d'aver vissuto
felici momenti
e a pochi amici
tu chiedi
se sei stato te stesso.
 
 

Francesca Bertazzoni
  
Arrivare dalla terra,
investita di terra, oscurata e leggera
umida,
ancora la freschezza del cielo sulle labbra.
Arrivare dalla terra
al paradiso,
poi rigettarsi,
aggiungere stupidità alla gravità,
seminare giovinezza tra i sassi,
sporcare di rosso una terra nera.
Arrivare dalla terra
per rinascere tra pallori, sussurrati e veloci
su un sentiero di terra.
Ogni angolo sgusciato,
la terra calpestata
accorda ogni colore, ogni rumore.
Tornare alla terra
indurisce la pelle,
secca le lacrime negli occhi,
il sangue da azzurro ritorna
in un corpo terroso.
 

 
Non posso.
Foglie volare dal basso
pioggia scorrere dall'alto,
lungo questo marciapiede.
 
Lontananza...
 
Non posso.
 
 
 


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Antonina Bezziccheri
 
 
Luce ed ombra
 
E mi ritrovo spesso
In quelle condizioni
da cui rifuggo
 
E mi ritrovo
perché ci voglio andare
 
Ricerco il posto tranquillo
dei miei pensieri
Dove l'illumina il sole
e li rende esplosione di gioia
Ricerco quel posto
so che c'é
Come so
del velo della notte
Non posso comandare
il tempo o le stagioni
O solo la luce e il buio
 
Accetto luminosità e penombra
 
Così mi siedo e mi rialzo
Aspetto e corro
Mi affanno e mi riposo
 
Diritti e rovesci di una vita
Sfaccettature di luce
Contorni d'ombra.
 

Marino Boirivant
 
 
Autoritratto
 
I violini del vento
strapazzarono le piante
fino a sera
strizzando i fiori
le tenere foglie
- ancora intonse -
i rami novelli
scerpati
piansero linfa vitale
ingemmando le dure scorze
finché le note impazzite
caddero una ad una
pronte per essere mangiate
dall'esercito di vermi sonnacchiosi
in attesa
ai piedi degli alberi -
Il concerto fini lì
e il Maestro ripose
la bacchetta
nel portasigari d'oro.
 
 


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Clelia Brambilla
 
Premio Speciale della Giuria
 
Attesa
 
Sospesa e remota si leva
l'aria limpida del mattino
che intreccia lo sguardo del sole.
 
È qui che rinasce il mio giorno
e s'accende il mio cuore
nel ventaglio di colori
nel profumo di viole
che sbocciano sul mio balcone
condensato nel sapore di casa.
 
Amore mio
sei fugace come il tempo:
la tua viva carezza
acquieta l'anima
mi scioglie le vene
che lenisce ferite e attese.
 
Mi abbandono
nel tuo fremito di ciglia
che fa battere il mio cuore
nell'incanto che espande
un lampo di luce
e la primavera si effonde
alla luna accesa
sospesa tra noi.
 

Federica Burlando
 
 
 
Ti ho scorto in mezzo ai
limoni
assorto.
Non ho visto altro
che il tuo foglio bianco
scritto dalla rugiada
che in lei ti accoglieva.
Non ho udito altro
che un canto lontano
di vergini ninfe
che l'acqua a te
portava
come cullato dalle tue mani
di vento.
 

Ho il cuore che piange
cristalli
di neve
arido e freddo
qual'è.
L'acqua
mi scorre
nell'anima
pura e immonda
di tristi pensieri
gelata e
calda di rabbia.
Le mie gioie velate
sono spente.
La vivifica brace più non arde,
annegata
nella turbinosa tempesta
nel mio essere.
 


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Luigi Capozza
 
E fioriscono già il papavero e la margherita
 
Non voglio più tardare: troppo bello è il sole
e questa dolcezza montana che mi ondulano l'anima
come un'attesa sperata, come un giglio posato
su ginocchia umane che cullino il suo nome.
Il lago è azzurro e ho voglia di bere fino a smarrimento. Mi concedo
a me stesso e vago dove dolci sono i ricordi e docili
i profumi di donna e d'amico,
e insensata-sensata la vita, fragile indomita.
Vago dove Dio è Dio.
Da qui si scorge il mare e quasi arriva l'odore del sale
che incensa le case delle aspre colline. Il bosco ha ancora
mille colori:
bevo dunque amica-amore ed alla tua salute e alla salute del tuo amato sposo
anch'io sorpreso dall'amore.
 
(Non cercare il perché della disarmonia,
anima mia,
e vivi la tua giornata, domani
verrà la morte con la sua tignola
a bruciare le ali
d'un tempo e dei desideri,
infranti,
poiché la vita è breve
e la passione da sé s'alimenta
ingorda e succulenta,
senza fine.
Ora è l'armonia).
 
Ecco, mi espongo nudo
come agnello tosato in primavera e come uccello
alla muta implume
e fioriscono già il papavero e la margherita,
le fragili viole e la rosa canina.
Bevo dunque e addio. Fu
e davvero è troppo inumana questa
solitudine. Prego, genuflesso ora come non mai
a chiedere un piccolo dono.
 
 

Silvia Cappiello
 
 
Avari di amore
 
Sono avari di parole.
...Ma una parola mi può guarire.
Sono avari di gesti.
...Ma un gesto mi può salvare.
Non mi ascoltano. Mi feriscono.
...E non c'è nulla per la mia disperazione:
non solidarietà, non amore.
Io, a loro nulla chiedo.
Ma tu, Signore, folgorali,
rendendoli d'improvviso consapevoli
dello squallore della loro anima
con un rimorso
devastante e crudele.
 

 
Ti puoi salvare
 
Ti puoi salvare:
se leggi nello sguardo di un bimbo misero
il suo bisogno di nutrimento
e nelle pupille opache di un cieco
il suo dolore per non vedere il mondo
e sul volto di un ammalato
i suoi appelli inespressi,
la sofferenza per il tradimento
di chi amò
e che, immemore, lo trascurò...
Porgi tu la mano agli ignorati,
a chi soffre, agli ammalati,
perché a quello sguardo,
a quelle pupille,
a quella stretta di mano,
il Signore ha legato al dolore
il suo immenso amore.
 
 


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Franca Carta
 
 
Dedica alla "Nonna-Madre"
 
Come potrei scordare
Quegli occhietti lucidi e mobili
In quel viso
Solcato da rughe profonde
Abbronzato in parte
Incorniciato dai candidi capelli
 
Lo sguardo smarrito
In cerca di qualcosa.
 
Quanta forza in quella debolezza
 
E quelle mani calde
Io le cercavo sempre
Sotto il grembiule
Dinanzi al fuoco
Col gatto sotto la sedia
Vicino alle tue gambe
Che accoglievano il calore.
 
E i tuoi silenzi assenti e presenti...
E i tuoi scatti d'ira e di disperata rassegnazione (talvolta)
 
Amo ricordarti piena di sincero entusiasmo e di candore.
 
Come tu mi chiamasti
Nell'ora estrema
 
Tua figlia del cuore
Franca.


Celestino Casalini
 
 
L'ora che trascorre
 
M'avvicina,
la tua logica
d'eterno,
all'immagine
opposta
della vita...
 
Che dev'essere
sempre nuova
e costruita...
 
Per consentirci
di chiamare
"tempo"...
l'ora che
trascorre!
 

 
Nemesi...
 
Ci ha
lasciati
la vita
in sospeso...
Neve: che può
sciogliersi al sole
o diventare ghiaccio
al gelo. L'abituale
nemesi in attesa:
è necessaria
la spina- per
salvare la
rosa?
 


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Edoardo Cella
 
 
Tu ricordi questo luogo
dove la lucciola fuggiva
tra le mani leggere,
dove una corsa tra i campi
era il motivo per la carezza dei corpi;
qui il tumulto dei cuori
ci arrossava le guance
in una intesa sospesa.
 
Ora lo stesso luogo,
dietro la pareti di un tempo
non profuma di terra,
- s'è annebbiato di case -
Ma se ripasso, dietro il muro franato
della mia memoria, tra la
polvere che il tonfo ha sollevato,
naufraga il mio ricordo
tra il tappeto di foglie
che il vento ha raggruppato.


Silvia Compagnucci
 
Semplicemente parole
 
Come sia
che di tanta mestizia
un abbraccio si tinga di
luce immortale
io non so;
vero è
che la voce che spira
dal triste del marmo
richiama memorie
d'affetto lontane
e ora che
d'altri cieli
si spingono guardi infiniti
d'amore, tu
dimmi che c'eri
e consola il mio cuore.
 
Interpretazione: È la poesia che ho dedicato a mia nonna, quattro anni dopo la sua scomparsa. Ero al cimitero, quel giorno, ed in fondo al cuore ho sperato che potesse vedermi, lì in piedi, mentre mi ripassavano in mente le telefonate che mi faceva le volte che seguivano la Juve ognuna a casa sua, e un gol di Ravanelli o Vialli la faceva felice quasi quanto me. Ed io, qualche volta, sbuffavo. Mia nonna mi manca da morire, specialmente quando Trezeguet accompagna in rete un pallone e aspetto invano che squilli il telefono. Perché ci spero ancora, in fondo.
 

 
Per una mosca
 
Barbaresca follia
dispiegata
su un volo di vita.
 
Interpretazione: È una poesia piccola piccola proprio come la sua sfortunata protagonista. Un'anonima mosca, semplicemente spiaccicata sul vetro dell'autobus da una mano feroce. Voleva soltanto vivere, esattamente come tutti noi. E se venisse qualcuno più grosso e arrabbiato e ci spiaccicasse tutti?



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Ernesto Cordella
 
 
 Fioriranno d'inverno
 
Contemplerò ancora quella stella
ma non sarà che il sole, per me;
 
mi farò accarezzare dai suoi raggi
ma senza cercare, in essi, le tue carezze;
 
la priverò della tua luce
e le toglierò il tuo nome.
 
Non uscirò di casa
quando soffierà il vento,
 
perché questo non possa
sussurrare le tue parole
fra i miei ricordi;
 
e parlerò piano
affinché la mia voce,
intrisa di nostalgia,
non ti sfiori le guance
come petali senza uno scopo.
 
I miei alberi fioriranno in inverno
perché tu non possa più essere
la mia primavera,
 
e i loro fiori
appassiranno ai primi di maggio...
 
che le finte lacrime
si sciolgano
senza essere notate.


Norberto Cordisco
 
Nevica
 
Nevica sui monti, in pianura tace
la vita; son le fronde ormai piegate
al vento pesanti, e voci passate
giacciono in silenzio. Guarda che pace
vagabondo passero, pur lasciate
le gioie! Nel freddo passeggi solo,
in cerca di cibo, in cerca di un volo.
T'abbandona il corpo, or non farti forte:
rallegrati, è la morte
 

 
Amor mi prende
 
Amor mi prende quando con lei parlo,
e se di lei scrivo sotto la volta
stellata, qual desiderio d'averla
accanto! Quando a lei poi penso, ecco
il pianto dell'anima mia placarsi
lentamente, quasi disperso al vento.
La sua bionda chioma desio del sole,
gli occhi da cui traspare l'infinito,
la candida pelle, la sua bocca
di rosa, quale gloria immeritata
nella mia vita! Al tramonto devo
paragonar forse la sua bellezza?
No, piange il sole al calar della notte
la sua assenza. Forse alla dolce luna,
ma risplende solo per lei, il mio angelo,
mia gioia, mio tutto! Se nell'Olimpo
risiede la mia Musa, come posso
non lodarla? E tu Venere, chinati
al cospetto dei suoi capelli d'oro,
rimembra attraverso quei suoi occhi il mare
da cui nascesti. Guardo questa cupa
esistenza umana, ma quando il tempo
cesserà d'esser, dagli Elisi Campi
mi sovverrà il ricordo di colei
che per pria il dolor m'insegnò d'amor.



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Stefano Dal Ferro
 
 
Madre
 
Eterno sogno
di rosso e di giallo vestito
 
voce di rosa senza spine
in altre stanze vicine
invisibile
 
cuore che pulsa e che freme
che gode e che soffre
in sincrono ritmo
col cuore di figlio
 
rima baciata in verbo di popolo
 
picco di gioia o tristezza
senza grigia esistenza
 
silenziosa consapevole grandezza
dietro timida veste
 
incompresa agli occhi di stolta
venale ricchezza
povera d'emozione
 
umile gesto
di grande pienezza


Graziella De Leo
 
 
Il terrorista "Palestina 2002"
 
Cammini tra la gente, solchi di paura,
di odio, delimitano il tuo volto,
fuggi gli sguardi che incontri.
 
La tua anima è un mare in tempesta,
non c'è scogliera di rimorso che
l'arresta.
 
Ecco che dal tuo cuore nasce un sussulto,
ma tu lo soffochi, la memoria dei tuoi
ricordi vuoi cancellare, si hai vissuto
la gaiezza dell'infanzia, ma tu la vuoi
dimenticare, ormai solo un triste
evento la vorrà ricordare.
 
Ti scagli come un ciclone su quell'obiettivo
che forse nessuno ti impone.
Non c'è pietà o pena che ti ghermisce,
tu cerchi la morte, non vuoi fuggire,
è quella la tua sorte.
 
Giunge l'orrendo schianto tra la gente,
corre non ha scampo, grida confuse si
levano nel pianto.
Ora raccolgono morenti, i tuoi occhi
non esprimono più nulla, nudi rivolti
al cielo rimarranno, e nessuna mano pia
li chiuderà con rimpianto.


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Roberta Delmoro
 
Mediolanum
 
Sorride fuggitiva
mentre tu, Giorno,
spoglio d'amabil rito,
vesti nei suoi giardini di floreali incanti,
di intrecci di luce, di salici ombrosi,
ignoti al frettoloso passante,
cari solo a chi ti osserva
lungo viali e acciottolati tortuosi
di tigli odorosi.
Strisce di azzurro miran le Ore,
tacite amiche,
danzar su guglie,
riverberar
nei rosei marmi dell'ornato tempio
i mille colori,
infuocare il cotto degli edifici antichi;
e dall'ombre celesti di frescura
dei silenti cortili
invocare,
memori di fasti trascorsi,
in teste clipeate, di edere e fiori,
accesi rinascimenti.
Lo sguardo errante interroga gli avi
muti e solenni,
sofferma il passo nell'antro breve ove il passato,
ammantato di purpure e d'oro,
avanza
evocando antiche glorie: eroica stirpe,
ducato sforzesco.
E a gesta cortesi si intrecciano giochi di dame
e sorridenti salutano
leggiadri, inconsapevoli, i decori.
Silenzi estivi di intatto chiarore
percorrono i candidi chiostri:
pensose arcate tra smalti di cielo
sussurrano voci di quiete.


Giuseppe Di Filippo
 
 
Dio e il mondo
 
Meraviglioso mistero
di un orizzonte infinito
che ti perdi nella visuale
di un ritratto vero e sincero
 
Grande arcano impenetrabile
che arresti lo sguardo indiscreto
del Genio indagatore per svelare
la tua origine irraggiungibile
 
Barriera insormontabile
di ostinati Archeologi
che non arrivano a stabilire
la tua eternità invincibile
 
Sottosuolo granitico
che spezzi sforzi sovrumani
di intagliatori esasperati
del tuo inviolabile ombelico
 
Satelliti artificiali che girate
in orbita per molti anni in cerca
del Pianeta che abbia la eclatante
notizia che vi faccia primate
 
Ma sulla Terra è la vostra burbanza
insoddisfatti e pieni di delusione
per amore della scienza
vi sacrificate senza speranza
 
Tutto questo sei tu onni Deità
che rendi vano ogni sforzo
rendendo l'essere umano impotente
a valutare la tua grandiosità
 
Uomo non cessare la tua corsa
finché sarà premiata l'ultima rincorsa.


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Fabiola Di Martino
 
 
Quello che sento 20/11/1988
 
Silenziosa è la mia mente
non mi suggerisce niente,
loquace è invece il mio cuore
che mi parla in continuazione.
 
Scaturiscono dal mio profondo
le parole più belle di questo mondo,
ma non le so sfruttare
non mi piace tanto parlare.
 
Mi dà più emozione
mettere per iscritto
ciò che penso perché
rimane inciso sulla carta e dentro.
 

 
Hypnos 11/09/1999
 
E mi perdo
nel tuo oblio
affondo fra le braccia
del tuo silenzio
del tuo mondo oscuro
perché so che non c'è
nessun altro posto così sicuro.
 

 
Vivere dentro 11/09/2001
 
"Mi raggela l'anima il mio continuo pensare
alle cose che non avrei mai voluto scrutare,
scene lontane dalla mia piccola pace,
scene di terrore che anche se non sono vicino a me
mi scheggiano il cuore...
e se qualcuno potesse leggere quello che sto scrivendo
capirebbe che, non c'è morte peggiore
di quella che si può vivere dentro."

Veronica Fabbri
 
 
Filosofia d'un amore
 
Perché t'amai?... non riamata...
Selvaggio impeto furtivo nella notte di Luna,
stellata, senza nubi...
Ti rivedo ogn'or,
e detto a cuor t'amo davvero.
T'amo, per carità, nulla già offenderti vuole
E il rimorso... e il peccato...
Senza via, senza vita,
con fame infinita dei tuoi baci,
semplici voci nella notte d'estate...
...quiete, pace... morte, vita...
senza te, ne vita o morte udir voglio
Quel blu firmamento
che passa a rilento,
un turchino incanto,
gelido, e stantio... osservo...
mi confonde il pianto nei tuoi occhi chiari
senza rancori, antichi amori...
Tu,
solo tu nella mia mente
solo tu nel mio cuore
bellissimo fiore, sogno d'amore...
e se al risveglio più non ti vedrò
al mio sogno tornerò, e
se solo nel sogno avrò i tuoi baci,
se nell'illusione starò sempre con te,
nella realtà non c'è più posto per me
Ti vedo ogni giorno, vicino,
ma pur sempre lontano;
mi celi il vero col tuo mistero senza fine...
Notte incantata,
Verità sbriciolata,
mia Stella preferita,
bella ed infinita...


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Paolo Federico
 
Giovane Uomo
 
Adesso sei in alto nel cielo
giovane uomo il tuo sorriso d'incanto,
il tuo sguardo mai stanco,
e la tua voglia di vivere, è impressa li
nell'alto del cielo il tuo posto è li.
Il tuo posto è li
dove gli angeli danzano e in coro cantano
felici e giocosi il tuo posto è li dove anime pure
e colme d'amore riescano a vivere vivendo d'amore
tu giovane uomo dove sei
cosa fai giochi con gli angeli con loro canti
nel coro d'amore riempici il cuore
tu giovane amico stella tu
che segui i miei passi da lassù
con il tuo sguardo di luce e d'amore
sai noi non ti lasceremo mai
anche se sei lontano da tutti noi
e una lacrima nasce in fondo al mio cuore
è una lacrima d'amore
è una lacrima che ci da vita che sorride
e ci lascia il tuo amore è una lacrima che
ci parla di te e ci unisce più a te.


Cesare Foschi
 
 
Ancora ci sono lacrime
 
Ancora ci sono lacrime da versare e farle seccare
e tu hai grandi occhi,
laghi dietro boschi d'autunno...
Ci sono ancora labbra da stringere e farle sanguinare
e tu hai calici di labbra,
polpa di porpora e ciliegie...
Ci sono passi ancora da perdere e sentirli risuonare
e tu hai gambe di ballo e di luna...
 
Ma gli alberi vedranno nei riflessi del lago
le ciliegie ballare incontro alla luna
e anche questi giorni saranno le collane di perle
dei giorni che passano.
 
Se da me a parole rimangono,
quando di te a me non rimarrà che silenzio e ricordo:
tu fai come nel pozzo la fiamma, e ridi come nell'acqua

il riflesso.



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Mariachiara Franceschini
 
 
Gocce di pioggia
 
La pioggia
bussò ai vetri
chiusi.
 
Penetrò
la barriera
di cristallo
 
Cadde candida
sul mio volto
si ferì
e pianse dai miei occhi
amari di sale
 
Pianse fino a terra
e svanì
nel nulla di un istante
nell'eternità di un momento...
 


Luca Lazzerini
 
 
Il cielo e il mare
 
Vi voglio raccontare dell'epica questione,
un amore travolgente appassionante.
Milioni di anni or sono
nell'olimpo più remoto
vivevano due intrepidi amanti,
lei il cielo, lui il mare,
si godevano incantati la loro poesia d'amore;
ma nell'ombra il più potente,
Ahimè,
di cielo innamorato,
dalla rabbia infuocato
per non poterla avere,
ai due innamorati un sortilegio scagliò,
furono così eternamente condannati
l'uno a specchiarsi nell'altro.
Dal funesto dì
Cielo si sfoga piangendo,
la pioggia son le lacrime sue,
piange disperata il suo amor perduto mare,
piange per poterlo ancora accarezzare,
quando lacrime non ha più
il sole fa brillare
per poter ricominciare
e nell'acqua che risale,
ci son parole d'amore
del suo tanto amato mare.
Ma voi di certo non sapete
che il maligno potente,
innamorato sofferente,
per potersi riscattare
le donò le stelle,
stelle colme della luce più splendente,
che cielo fa brillare
solo per l'amato mare,
così vicino, così lontano...


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Maria Antonietta Locati
 
 
Sciogli i muscoli del viso
 
Sciogli i muscoli del viso,
delle spalle e le mani
riprendano a scrivere libere.
Sciogli i nodi del pensiero
e dell'immaginazione punita
ed imprigionata.
Riesci a vedere al di là della paura?
Il bagliore, attenta, è anche nella nebbia
se osservi coscienziosamente
e senza distrazione altra.
Allora, tu vedi il punto luce rosa
del fiore al culmine del suo stelo spinato,
e l'oro delle foglie, testimone di
una vita completamente vissuta,
e il rosso del sangue perché esse
hanno restituito la passione che
è stata loro regalata
sul nascere.
Stanno sul loro ramo, marrone,
che è forza, vigore, certezza e solidità
pronte al distacco;
immobili per quel che possono
perché la pioggia le gela, le accarezza
e le percuote;
immobili, respirano appena
e ricercano la pace della non esistenza
che tra non molto per loro verrà;
immobili, hanno sostenuto il cielo
con partecipazione e forza e muta speranza;
immobili, testimoniano il mistero della terra
che nutrendole nutre se stessa,
che amandole ama se stessa
e nel loro morire conosce il proprio morire.

Annalisa Macchia Cioni
 
 
Speranza di farfalla
 
Muta, rannicchiata
tra il vecchio gradino
di marmo ingiallito
e il muro crepato.
 
Nella luce accecante
di un'assetata estate
canti, gridii assordanti
di cicale impazzite.
 
Dietro il pigro ondeggiare
di ricadenti rami
confuse chiazze rosa
di oleandri lontani.
 
Sopra, squarci di azzurro.
 
Misuro il mio respiro,
arresa alla calura
e ad un filo di seta
che attorno a me si chiude.
 
Bozzolo invisibile,
speranza di farfalla
che ancora non è pronta
per spalancarsi al cielo.


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Aldo Marchionne
 
La scogliera
 
Il mare accarezza lo scoglio, con un suono lieve
I miei pensieri fendono il tempo
E mi ritrovo solo
A raccogliere i petali del fiore della vita
Ho poco tempo per essa
Come un fiore reciso accelera la sua fine, senza acqua
Così il mio spirito si estingue, senza amore
La notte avanza, l'umido penetra nelle ossa
E m'avvolge con una veste nera
Un uomo e una donna parlano,
Cercano comprensione reciproca
E mi fanno compagnia
Poi, si alzano e salgono la strada della vita
Ancora li vedo
La luce fioca dei lampioni m'illumina le loro sagome
Sono separati, non s'abbracciano
Cupido è avaro
L'amore è ormai un bene raro
Eppure, io offro al mondo ed alla mia icona russa
Un amore immenso e puro
Il cielo mi risponde in dialoghi russi: è un segno
Due uomini e una donna, parlano insieme al mare
Non comprendo i loro dialoghi
Ma sento la voce d'un giovane poeta russo: Esenin
Che parla al mare
E m'acquieto
Volando sulle onde di un ritmo lieve, continuo ed incessante
Poi, i figli della grande madre Russia
Mi passano accanto e si dileguano nel buio della notte
Giocando come elfi in armonia
Io resto solo e ascolto il mare
Domani apparirà ai miei occhi, con tutto il suo splendore
Il volto argenteo di un angelo
Con la maschera nera
 

 
Ad Angela
 
Ho l'impressione di essere un girasole
Lo sguardo e la mente sono sempre rivolti a Te
Ovunque Tu sia
 

Claudio Masotto
 
 
 
L'eco L'eco
 
Si specchiava a la finestra un uccellino,
come Narciso nel suo laghetto greco:
dolce l'immagine... com'era la sua eco,
parve compagna che vide a se vicino.
 
E lei... gemella al muover, l'avvinceva
con dolce canto. Lui... beccando il vetro,
tra note argentine d'un eguale metro,
parèa felice, chè amor gli sorrideva.
 
Soave cantò ugoletta amor che spera,
che per udir tacevan gli altri uccelli,
ed altri in coro giungevano fratelli
al richiamo d'amor, di primavera.
 
All'eco poi che dolce invito parve,
al connubio lesto volò pima di sera,
ma voltandosi... in volo, più non c'era...
chè alata euridice... pure lei disparve.


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Bruna Merendi
 
 
Il prato
 
Ha preso ogni parola
ogni remota -
consueta parola
Ne ha fatto un filo d'erba
 
Il fazzoletto di prato
steso tra le fabbriche
è germogliato senza perfidia
senza disincanto
 
Vecchio - così vecchio
il mio vecchio
 
Nel gesto puro e composto
di chi si prende un paesaggio -
un paio di scarpe in prestito
e non se ne scusa.
 
Disatteso ospite
di ogni stanza
Anche oggi ha orchestrato
per me - nell'aria
Il suo silenzio
 
Sacro come il segreto
intimo e solenne
racchiuso nel pulsare
di un tamburo.

Gianluca Mollo
 
Un bacio di vento
 
Perduto in un bacio di vento,
perduto e contento,
occhi pervasi di natura in tumulto,
m'abbandono al sussulto
del cuore invaso di bellezza,
ora colgo la profonda tenerezza
negli occhi puri d'un animale,
commosso dalla dolcezza innocente,
è solo un piccolo cane tremante
nella furia d'un temporale
che mi guarda implorante,
accoglie una carezza
come il dono d'un diamante,
una piccola bestiola fremente
più fragile d'una foglia
ha varcato la soglia
del mio cuore
e mentre lo porto al riparo
non mi sembra di ardire
se parlo d'amore.
 

 
Cascata di sogni in una notte d'estate
 
Il cielo è un nugolo di sogni,
Fermenti di vita,
Gioia a fiumi,
Euforica estasi;
Innocenze serbate e riposte
Vogliono esplodere
In prati assolati,
Cuori impetuosi di vita
Vogliono libertà infinite.
Perfidia della vita:
La notte dà giorno ai sognatori
Ed il giorno distrugge illusioni.


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Federico Nardi
 
 
Povere gioie
 
S'era in primavera
Di lustri giovanili:
S'aprì una scatola di vetro
Sbocciò un fiore biondo
Passione
Si prostrò danzando
In remorosa devozione.
 
L'istinto randagio
Ingoiò
Il mio niente in gola
Innalzandomi ad attore...
Annichilii fra le sue gambe
Le primitive voglie...
 
Nel pulviscolo della mia coscienza
Appare come faro
All'orizzonte
Rilievitando il nodo nella strozza
 
Povere gioie...
Nell'onda del destino!!


Nina Nasilli
 
Avverbi
 
Gli avverbi - eppure affamati di sostanza -
s'affannano falsi
come servi quasi liberti
a proclamare una nuova guerra santa:
per l'indipendenza dai ceppi immobili di un pensiero
- già tramortito.
Avvocati del nulla,
difendono circostanze - intorno senza stanze,
contesti - insieme senza testi;
e nella cucina degli orrori,
cuochi novelli,
friggono aria e scaldano acqua.
Così - case! - siete troppo squadrate,
e le morbide curve
umane
solo un pensiero neoclassico.
 

 
Caffè
 
Giudici buoni
in paradisi perduti
assolvono i mostri
addensati
sul fondo
di quei vasi
scheggiati
che siamo.
Formiamo nuovi
presagi
per chi sa leggere
gli spazi vuoti
e i residui di fango.
 

 
Cucire
 
Rammendo tempi migliori,
e con le pezze avanzate
coloro una storia
a venire.
Ma'l filo rosso è nero.



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Massimo Picca
 
 
La gioia
 
La gioia, mina che stilla il rovesciarsi del mare,
s'involve d'immane
come un accordo sospeso, non nato a cadersi...
...Quasi mancanza di suoni agl'orli del volto...
(intima amante speziata dei voli)
...e l'uomo che sfolla, sfondando il selciato nei passi,
mattone e se stesso
è un caprifoglio in profumo d'arrocco distante e nei muri
che sa passarle attraverso...
La gioia è un limpido guizzo nel fibrillarsi d'immagini
un percuotere strade e pilastri di un giorno al mercato
...Un mescere vita, rogge e cascate, bimbi e vecchi che ridono... insieme...
Un giocare di briglia
è accarezzare veloce tondità azzurre, screziate di bianco
...nel nascondino degl'occhi...
 
 
La gioia è un accordo che goccia,
appesa a lucernari viventi, in un piccolo borgo
la sera che non piove... e si rimane assenti
capaci d'assordarsi e fermi in altro luogo...
 
 
"I buchi nell'acqua (folletti dentro il lago)
servono a capire l'oscillazione delle sponde..."

Alfonso Pollice
 
Stelle!
Ornamento luminoso
di questo cielo notturno.
Immerso nei miei pensieri,
steso su questo lettino,
vi miro
e vi ammiro.
Voi siete lì, messe lassù
come diamanti incastonati
in un telo di velluto,
e splendete
brillando di luce propria.
Vi fate guardare
e nel contempo osservate
questo e tutti gli altri mondi,
intorno ai quali vivete
e per i quali siete la vita.
Al vostro apparir
le menti si annullano,
lasciando il posto
alle emozioni, ai sentimenti,
agli Amori.
Sotto la vostra fioca luce
gl'innamorati si amano...
le persone si innamorano
grazie alla vostra poesia... ed io?
Immerso nei miei pensieri,
steso su questo lettino,
mi guardo intorno
e vedo niente:
nessuno con cui poter dividere
questa serata di magia!
E per l'ennesima volta
in questa vita mia
comprendo e mi accorgo
di questa mia immensa solitudine.


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Caterina Pulita
 
Nostalgia d'amore
 
Scende la notte ed il mistero penetra nelle ossa,
la paura si insinua sempre più,
un brivido mi pervade,
chiudo gli occhi e vedendoti
assaporo la tua bellezza.
Tu sei il mistero ed il mio sogno proibito,
eri davanti a me ed io non parlai,
ti nascondevo le mie paure,
ai miei occhi eri oro puro.
Il blu del cielo immenso sopra questo deserto,
ti fa scivolare in un sogno ad occhi aperti.
Il vento è come un gran respiro che porta via malessere,
ti prego, entra in me e purificami.
Rosa d'inverno, rosa d'estate,
il tuo profumo leggero e strano,
soave come una melodia celestiale,
è qualcosa che mi induce a non cedere.
O rosa, tu che resisti al cambiar di stagione,
io resisterò al cambiare di eventi.
Il mio battito naturale di quel brivido di eternità,
si perde nell'infinito fissando il vuoto,
e ancora sogno quell'amore di cui ho bisogno,
prima o poi verrai a me e senza timore attendo.
Un bip interrompe il silenzio uggioso,
è un messaggio arrivato inatteso,
con stupore mescolato tra ansia e gioia,
leggo il tuo nome,
un tripudio di emozioni si manifestano in me,
ho atteso questo momento per così tanto tempo.
Sei il mio rimpianto ed il freddo della mia anima.
Sono ancora qui a pensare a te,
non so dimenticare il tuo sguardo,
ne la tua bocca, ne i tuoi occhi.
Non so dimenticare l'amore
consumato tra noi.

Claudia Santamaria
 
Moriturus
 
Ti ho visto agli antipodi del cielo,
là dove tu e la tua ombra camminate senza posa,
senza tregua, senza respiro alla ricerca
di un futuro inesistente, sbattuti qua e là dalla Provvidenza,
schiacciati dall'orgoglio e dai perché.
 
Ti ho visto pallido e con lo sguardo perso
nell'oscurità della notte, incapace di vedere quella luna
trionfante sopra il tuo capo reclinato sulla spalla,
luminosa, abbagliante perfino, bella,
infinitamente bella.
 
Non parlavi, non respiravi quasi più:
sembrava ti desse fastidio la mia presenza, ma non
volevi ancora mandarmi via. La cosmica volta ribolliva
di luci sopra di te e tu sapevi con una coscienza mai
avuta prima di non far parte
 
del meraviglioso mistero che ti avvolgeva.
Era tutto finito ed ora ne eri certo anche tu.
 

 
In silenzio
 
Deserti sperduti negli oceani del mondo,
nelle plaghe desolate della notte,
nelle distese brune della lava dura.
Ricordi di donna vissuta,
di maschere dipinte, di occhi spaventati.
Gioco di foglie morte nel vento
d'ottobre, di rami spogliati dal gelo.
E lacrime ghiacciate sui finestrini,
sulle ciglia di un uomo,
peccatore giudicato e punito,
e suoni lontani e ovattati,
quasi d'oltretomba e grida e stridi e urlii.
 
Passi in silenzio sul ciottolato
di una strada di paese e l'eco loro lontana,
unica testimonianza di te.


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Lina Cleufe Zanforlin
 
 
Resurrezione
 
Le lacrime hanno plasmato la mia figura,
il dolore ha scavato la mia carne ed il mio
cuore pietrificato si è rimesso a battere
all'improvviso, quasi per incanto, circondato
da una nuova aurora... L'aurora della mia
vita senza fine, carica d'amore per il sofferente
che ha urgente bisogno del mio cuore vivo,
della rianimazione della mia vita per il suo respiro
pieno di speranza.
 

 
Fine
 
La tua voce carica del tutto penetra il mio violino scordato
e, le corde emettono un lamento acerbo.
Tristi concerti echeggiano nell'infinito e si perdono nella
nebbia della crudeltà rinata.
Ormai la maschera gettata lungo il viale alberato di mille
sospiri prende fuoco e le flaccide membra si ritirano
in buon ordine nell'insano calore e scompaiono
nel nulla assoluto per poi librarsi liberi nell'ultima
meta.



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Ins. 24-06-2003