ASSOCIAZIONI CULTURALI L'Antologia dell'Associazione culturale savonese ZACEM
Livia Zagnoni Bernat - LIVIA ZAGNONI BERNAT (Cosseria-Savona): poetessa contemporanea e mamma a tempo pieno, scrive dagli anni della giovinezza ed ha riscosso notevoli successi e premi in campo nazionale. E' apparsa, tra l'altro, diverese volte alla trasmissione "Maurizio Costanzo Show" dove le sue liriche sono state molto apprezzate.
- Ha partecipato ad innumerevoli serate e pomeriggi letterari in diverse località liguri oltre che al Teatro Chiabrera di Savona.
- E' stata protagonista della manifestazione "Incontri con l'autore" organizzata dalla Provincia di Savona.
- Brani di alcune opere di prosa sono state citate nella tesi di laurea della Dott. Benedetta Briano discussa presso l'Università degli studi di Genova nel 1998.
- Ha pubblicato raccolte di versi sia in lingua che in dialetto savonese:
- "Alle soglie dell'anima" Poesie edizioni Ibiskos 1991
- "Poesie scritte sul passetto" edizioni Tigullio 1992
- "Poesie dialettali savonesi" edizioni Delfino Moro 1993
- E' in corso di pubblicazione "Nel dolore e nella gioia" edizioni Tigullio.
- Ecco alcuni dei più importanti premi ricevuti.
- 1° premio nazionale "Massimiliano Kolbe" Savigliano
- 1° premio "Noli Streghetta" (due volte)
- 2° premio "Noli Streghetta"
- 3° premio "Noli Streghetta"
- 16 volte finalista "Noli Streghetta"
- 2° premio "Olevano-Romanoo"
- 2° premio "S.Margherita Ligure"
- 2° premio Coronata-Genova (due volte)
- 1° premio "Alta Val Bormida" (due volte)
- 2° premio "Alta Val Bormida"
- Finalista al Premio Lerici
- 4° premio Valle Senio Riolo Terme
- 2° premio "A Campanassa" Savona
- 3° premio "A Campanassa" Savona
- 3° premio "Le Stelle"
- 3° premio "Città di Savona"
I GELSOMINI DEL RICORDO
- Tralci di gelsomino
- a piombo di muri riarsi, grappoli di stelle
- tra i capelli:
- è intatto il ricordo
- del profumo stordente
- negli assolati meriggi
- di estati lontane.
- Bianche suore
- mormoranti lunghi rosari
- in ombrose cappelle...
- Riaffiorano, sul filo della memoria
- i giochi spensierati
- tra gli alti muri
- di un piccolo giardino:
- illusione di toccare il cielo
- a volo d'altalena...
- Ora ti riconosco, immagine lontana;
- eri tu, era questa oscura vita,
- erano questi duri giorni di pena
- celati
- in fuggitive e smaglianti
- immagini di sole!
- CONCLAVE
- Come assisi
- in muto conclave
- stanno attorno a me
- coloro che amai
- e più non sono.
- Mi fissano dall'ombra
- con sguardo
- che viene dall'eterno;
- pesano i miei pensieri,
- i miei silenzi
- colmi di ricordi.
- La mia vita
- come fiume in piena,
- scorre ai loro occhi
- istante per istante.
- E mi pare di cogliere
- il muto assenso
- che benedice i miei giorni
- e li accompagna.
- SARA' MIA LA SERA
- Lascia che io viva fuori
- da quest'orgia di suoni,
- nel silenzio
- che l'anima ristora.
- Lascia ch'io mi perda
- e smemori
- nell'assolo di una capinera
- che intona stornelli
- antichi quanto il mondo.
- Sarà mia la sera
- che si avvolge in cieli di cobalto;
- sarà mio ancora
- questo tempo di speranza
- e di preghiera.
- UN SOGNO A COLORI
- Era la piazza dei tigli,
- per un coro di passeri, le soste
- sul sagrato, e quel velo
- di polvere bianca
- da strade di memoria.
- Ora, una colata di cemento
- su vecchie radici,
- rattrista il volto delle case:
- ristagna uno squallore lunare
- su spazi grigi
- e l'ampio respiro per morte meridiane.
- Anche ai passeri, dai bordi
- d'un tetto di tegole stinte,
- rimane soltanto il richiamo dei cortili.
- Ma ho sognato paesaggi
- con i colori della vita,
- e il respiro di lontane stagioni...
- Un calendario senza date
- ha fermato il tempo;
- resta il silenzio
- e l'erba
- in recinti di nebbia.
- Recentemente l'artista si è cimentata per la prima volta con la prosa pubblicando il volume "Storie di vita minima", una raccolta di racconti per le edizioni Tigullio.
- da "Arcobaleno" settimanale ligure del 6 febbraio 1999:
- Scrive il critico torinese Guido Pagliarino che ha curato la prefazione del volume (la postfazione è del critico letterario ligure prof. Francesco Gallea):- Se già non avessi saputo che la signora Livia Zagnoni Bernat è poetessa -affermata poetessa- l'avrei intuito comunque nel leggere questa sua prima opera in prosa, una raccolta di racconti e di cammei dove il poeta che è in lei non s'è affatto messo in disparte.-
- Infatti i racconti della Bernat si snodano emozionalmente tra i ricordi del passato: la guerra, un'infanzia certo diversa da quelle di oggi, i cantieri navali, il tribunale... Tutte storie animate da personaggi semplici, protagonisti di fatti quotidiani, incontri che scavano l'anima e non si possono dimenticare. Il dolore, così come la gioia, unito al tocco poetico della natura e dei sentimenti, si stempera in una prosa semplice, chiara, soffusa, come l'atmosfera savonese, del "profumo di salmastro" e "degli oleandri in fiore". E' una "poesia", appunto, delle piccole cose, dei valori veramente importanti, della terra dove lei vive.> ( Renata Rusca Zargar)
- Il volume è stato adottato come testo di narrativa dal liceo classico "Calasanzio" di Carcare ed è in visione presso una notissima casa editrice nazionale per eventuale ripubblicazione.
- Da "Storie di vita minima":
- 8 MARZO '44
- Quel mattino, era l'8 marzo del '44, un'aria umida e fredda metteva le ali ai piedi.
- Io, ancora intabarrata nel cappotto, percorrevo a passo svelto i portici di via Paleocapa, diretta in banca.
- E fu proprio all'ingresso dell'Istituto di Credito che incontrai Giorgio, mio ex compagno di scuola nonché, per un certo tempo, anche vicino di casa.
- Con lui avevo condiviso compiti, merende e scorribande lungo la scarpata della ferrovia che passava dietro casa: era uno del "gruppo", uno di Via degli Orti.
- Poi la guerra ci aveva divisi; entrambi sfollati in paesini dell'entroterra ci eravamo, come suol dirsi, "persi"; perciò fu grande la mia sorpresa nel trovarmelo improvvisamente davanti.
- Il primo moto fu di gioia, subito smorzata alla vista della divisa che egli indossava. Mille domande si affacciarono alla mia mente: "Chissà - mi dicevo - dietro a quali impulsi si era arruolato nella Guardia Repubblicana! Chissà quali conflitti interiori aveva dovuto superare lui, generoso e leale, per aderire ad un esercito che veniva usato per tiranneggiare, in tragica alleanza coi tedeschi, la popolazione inerme."
- Superai abbastanza in fretta la sensazione di disagio che mi aveva afferrata e lo salutai col calore di un tempo.
- Fu allora che mi avvidi di un giovane - poco più di un ragazzo - che gli stava accanto, trattenuto da una catenella che allacciava i polsi di entrambi.
- Più con lo sguardo che con le parole gli chiesi chi fosse: "E' un partigiano" disse "lo abbiamo catturato questa notte e lo sto accompagnando al Comando Tedesco."
- Un senso di gelo e di dolorosa impotenza mi colse, ma subito, come salita dal cuore, una domanda si fece strada: "Perché non lo lasci andare? Non pensi a sua madre?"
- Ci fu un momento di imbarazzato silenzio.
- Giorgio, ora, sembrava impietrito; fece per dire qualcosa, poi con uno scatto voltò le spalle e, senza salutarmi, se ne andò col suo "prigioniero".
- Quel giorno passò come tanti altri; un paio di allarmi aerei, il lavoro interrotto e ripreso. Poteva sembrare un giorno come mille altri, e invece, dentro di me, un groviglio di sentimenti contrastanti, impediva di essere me stessa, quella di sempre.
- Ora, le parole che avevo detto a Giorgio, in un impulso di compassione verso quel ragazzo, che certamente sarebbe stato torturato e forse ucciso, mi risuonavano ben chiare: avevo corso un grosso rischio senza rendermene ben conto, perché erano un seme gettato in un terreno ormai sconosciuto. Giorgio non era più il ragazzo che giocava con me; era un uomo che aveva fatto la sua scelta e quella lo portava troppo lontano dal mio sentire.
- Passarono pochi mesi. La bella stagione era giunta, col suo splendore di alberi rifioriti; la natura soltanto poteva dare l'illusione di una normalità che era ben lontana.
- Qualcosa serpeggiava fra la gente minuta, quella che aspettando il ritorno di mariti e figli sognava tempi di pace laboriosa e serena.
- Non potevamo sapere che ancora lungo sarebbe stato il patire di tutti, che un'altra primavera ci avrebbe portato finalmente la fine di una guerra lunga e devastante.
- Io stessa non potevo sapere che due ragazzi che avevo incontrato in una fredda mattina sulla mia strada sarebbero venuti insieme a salutarmi e a ringraziarmi per averli messi - quasi a mia insaputa - sulla strada dell'onore e della libertà.
- Insieme erano fuggiti, insieme avevano combattuto sui monti ed erano tornati pronti ad iniziare una vita da uomini liberi.
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