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ASSOCIAZIONI CULTURALI
L'Antologia dell'Associazione culturale savonese ZACEM

Mario Siri

MARIO SIRI : (Carcare-SV): ex insegnante, ha partecipato a diversi concorsi letterari ottenendo importanti premi. Ha pubblicato tre volumi di poesie: "La ragione dei sentimenti" (1987), "Anima nuda" (1989) e "Linea d'ombra" (1999)
 
Dalla prefazione a "Linea d'ombra":
 
"Nel viaggio che la carovana ha intrapreso...
io voglio essere l'ultimo della fila
ma esserci."
Nell'universo del progresso, dove il genere umano ha conquistato le più ardite tecnologie e la memoria è diventata "formato tessera", l'uomo Poeta d'oggi sa afferrarne con coscienza critica l'importanza anche quando si domanda quale sarà il nostro futuro. E' il classico dilemma di ogni era: la specie umana è in estinzione trascinata dalle innovazioni del presente (o, peggio, del futuro!) o la fiducia saprà rallentare il filo della Parca e "l'umile sassolino quotidiano" potrà "costruire una cattedrale"? D'altra parte anche Orazio, testimone d'una paura del presente che colpiva già i nostri antenati, lamentava che il pubblico rimanesse innamorato degli antichi e rifiutasse ciò che era nuovo. Addirittura per lui il critico era colui che "misura il talento secondo gli anni e non ammira se non ciò che un funerale ha consacrato"!
Ambivalenza, dunque, dell'uomo di oggi tecnicamente avanzato ma, come l'uomo di ogni millennio, timoroso delle novità ed ugualmente assetato di sensazioni, emozioni, sentimenti...
La linea della storia si snoda, allora, tra i versi: il Poeta filosofo esamina ogni aspetto della vita, si interroga sull'ingiustizia del male, del dolore del mondo. Copernico, Keplero, Darwin, Einstein ne tratteggiano tappe fondamentali che sono poi, ancora una volta, il coraggio di distinguersi come uomo, la semplice gioia di vivere, l'orgoglio delle proprie radici dell'essere.
-Io penso-- scrive il Cardinal Carlo Maria Martini - che siano rari, nella nostra vita, i momenti di assoluta e solare chiarezza. E altrettanto rari, credo, i momenti di assoluta oscurità e disperato scetticismo. Potremmo dire che il regime abituale della nostra esistenza, così come l'esercizio della conoscenza, è piuttosto il chiaroscuro: una chiarezza che trova un percorso, faticosamente grazie a non pochi dubbi.... credenti e non credenti, accomunati dalla fatica della ricerca, pronti a sostenere il peso delle vere domande.-
Ed è il Poeta una piccola fiammella che pare non voglia mai finire: il punto d'arrivo è la serenità di una conquistata saggezza che riconduce a Dio anche attraverso vibranti immagini di bellezza vicina e lontana, "pezzi di pensiero" che illuminano le esperienze vissute. Il linguaggio diventa il ponte tra il sapere che ci giunge dal passato ed il nuovo che ci attornia: parole moderne, odierne, pratica quotidianità del nostro tempo anche se non è facile, oggi come ieri, cogliere la verità nascosta da un "massmediatico labirinto".
Così non possiamo che concludere, insieme al Poeta: - nel viaggio che la carovana ha intrapreso / non si sa, / forse per trovare un tesoro nascosto o sottratto, / forse il santo Gral; / io voglio essere l'ultimo della fila / ma esserci.-
Questa tematica è, da sempre, terreno di riflessione per i poeti e pittori dell'Associazione Culturale Savonese "Zacem". Il fascino dell'epoca in cui viviamo e le sue incertezze, la nostalgia di un passato che ci appare (ma forse non era) migliore e l'attrazione per un futuro che porterà, chissà, l'uomo alla sospirata conquista dell'immortalità plasmano i nostri pensieri e le nostre azioni.
Perciò la lettura di questi versi non può che esserci di aiuto nella nostra Ricerca.>
(Renata Rusca Zargar)

 
 
 
VIAGGIO
 
Sento che viviamo
ma nulla cambia nella vita,
forse sono cambiato io, una indifferenza poco tranquilla domina il mio cuore,
incontro un uomo
e guardandolo in faccia trovo le necessarie stigmate
della comune umanità;
forse per questo ci salutiamo come fossimo due amici;
ora la via è deserta
e forse un pallido raggio di sole
ce la farà a resistere ad illuminare il giorno;
forse anch'io ce la farò a non piegare sempre il capo,
a nascondere le lacrime
e ad asciugarlòe di nascosto
per un senso di intimità nei sentimenti
che oggi sembra negato dalla società mass mediatica
che ci fa vedere tutto di tutti a tutti.
Io amo la vita
e nel viaggio che la carovana ha intrapreso
non si sa,
forse per trovare un tesoro nascosto o sottratto,
forse il santo Gral;
io voglio essere l'ultimo della fila
ma esserci.
 

 
 
IL GIORNO DEI MORTI
 
Nell'aria illimpidita dal sole
mi crogiolo come un gatto persiano
con le palpebre semichiuse
e vedo il mondo dal basso in alto.
Con gli occhi socchiusi
vedo ingranditi
il vaso di gerani del davanzale
e il panno steso per asciugare
dell'umile massaia
che canticchia una canzone,
come dolce musica che conosco
e mi fa ritornare fanciullo,
quando andavo alla festa del paese
e riodo quella musica
ingrandita dagli ottoni della banda
e alla fine la gente che gettava l'applauso.
Ora nella quiete delle prime luci dell'alba
che un altro giorno aggiunge ai giorni,
forse rivivono i nostri sogni
di una festa ormai passata
e che si è quasi fermata
e stereotipizzata
in questi attimi di dolce abbandono.
E mi coglie l'idea che i poveri morti
incalzino con fretta
il nostro moto inerziale e il perimetrale abbandono
che percorre un cerchio
e poi scuote un'ansia primordiale di ciò che avverrà
come questa leggera nebbia mattinale
del giorno dei morti.
 

 
 
FRAMMENTI DI VITA VISSUTA
 
Ho paura, o Signore, del mio essere frale,
come fuscelli travolti da rapide correnti.
Comparo i dati dell'esperienza vissuta
in un'incredibile sarabanda
di avventure,
decisioni,
successi,
fallimenti
che come residui mnestici
emergono ora alla mia coscienza,
forze demoniche che scatenate
in una proterva ribellione
assalgono il mio essere
che si divide,
per meglio contrastarle
in una serie impersonale
di nuove personalità,
di tic,
di nascondimenti,
per non cadere,
per salvare
nell'insofferente cosicità della realtà
una capacità aleatoria
di possesso
e di dominio
e questo frangersi
di relitti dispersi
e disperanti
alla fine, pietoso, raccolgo.
 

 
LA CAROVANA
 
A te ritorna la mia anima rinsecchita
da sterili abitudini
come un beduino arabo
chino a suggere l'ultima stlla
da un rigagnolo di sabbia;
anch'io cercherò una particella di te,
la carovana funeraria dei miei pensieri
passerà veloce
ma in quell'attimo
facce note io vedrò,
i miei poveri morti
che si sbracciano per richiamarmi:
Marioooo
che te ne fai lì da solo;
ti abbiamo sempre voluto vicino,
vieni, affrettati.
Questo deserto a poco a poco ti ucciderà.
Mariuccio, ti imploriamo, non lasciarci,
salta sulla carovana,
ti racconteremo l'ultima favola della vita
e finalmente ti acquieterai.
Salto,
ma la carovana è già sparita
al limite dell'orizzonte
gialla per l'ultimo riflesso del sole.
Indice
Copertina
Prefazione
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Agg. 15 ottobre 1999