ASSOCIAZIONI CULTURALI L'Antologia dell'Associazione culturale savonese ZACEM
Zahoor Ahmad Zargar - ZAHOOR AHMAD ZARGAR Nato a SRINAGAR (KASHMIR - INDIA) il 6 aprile 1954 dove si è laureato ed ha collaborato attivamente con diverse Associazioni culturali e con la rivista "Mountain Valley Kashmir". Risiede a Savona da una decina d'anni e si è inserito brillantemente nella vita culturale della città.
- Legge, scrive e parla: urdu,inglese,italiano.
- Parla: hindi, kashmiro.
- Fondatore e Presidente del Centro Culturale Islamico Savonese e della Liguria.
- Membro fondatore, organizzatore e sostenitore dell'Associazione Culturale Savonese "ZACEM".
- Sue poesie, lettere e brani sono stati inseriti su giornali ed antologie.
- Scrive di lui il settimanale "Arcobaleno": -L'autore si sta guadagnando una fama ormai a livello nazionale...-
- Pensieri vagabondi
- Lunghe camminate
- solitarie sotto la pioggia
- voglia d'impazzire
- brillìo negli occhi
- preghiere del cuore
- innamorarsi perdutamente
- nuvole bianche e nere
- fitta nebbia
- perdersi nel nulla...
- o la profondità della notte
- fuori della finestra
- a guardare il cielo
- luna - stelle
- mentre la mente vola
- e gli occhi sono in cerca
- di una stella diversa dalle altre
- che gioca a nascondino...
- e in primavera
- il profumo del bosco
- sveglia nel cuore
- i desideri.
- Chiudo gli occhi,
- appare un Angelo
- sul cavallo volante
- che mi porta lontano
- nella valle dei sogni:
- passi lenti ma sicuri
- danzano al magico ritmo
- di un'arietta,
- la mia testa sul Suo petto
- seduti sotto l'albero
- dei millefiori.
- Tenerezza
- dolcezza
- felicità
- da non finire mai!
Caro figlio...
- ...con gli occhi spalancati
- fissi fuori al di là
- dei muri di questa casa
- cerco di ritrovare il tuo volto
- a braccia aperte incessantemente
- raccolgo la gioia della tua esistenza.
- Giorni-mesi-anni sono passati
- uno dopo l'altro
- feste-cerimonie-dolore
- tutto e tu non c'eri.
- Adesso il mio corpo è debole
- e la candela della vita sta per esalare
- l'ultima fiamma.
- Desiderio ardente di una madre:
- ti supplico, vieni a casa,
- hai dimenticato la tua patria
- le vie, i prati, i fiumi;
- insieme gli amici dell'infanzia
- ti aspettano.
- Dimmi quando verrai,
- senza di te la casa sembra un deserto.
- Ma tu vieni solo per poco tempo
- lasciando i nostri cuori irrequieti.
Cara mamma...
- Oh, vento!
- Quando attraversi il mio paese,
- ti prego!
- porta questo messaggio a mia madre
- con rispettoso inchino
- e dolce tocco...
- spiega
- che il cuore di suo figlio è irrequieto
- come un pesce fuor d'acqua,
- non ha dimenticato nulla!
- Quando nelle lunghe - fredde - mute
- notti
- il silenzio raggiunge la massima profondità,
- i miei occhi vuoti
- si riempiono di immagini,
- mamma,
- e mi riportano nella tua culla:
- le tue braccia tenere - calde,
- le tue dita che carezzano il mio corpo,
- tu che canti una ninna nanna
- che mi porta nella valle del sonno.
- Non ho dimenticato nulla!
- I tuoi occhi piccoli piccoli
- amorosi - profondi
- dietro cui nascondi un mare di storie
- tristezze - angosce - desideri,
- non ho dimenticato!
- le vie, i prati, i fiumi,
- gli amici dell'infanzia,
- i muri delle case
- che mi hanno accompagnato fino alla gioventù!
- Ma i semi del tuo fiore
- hanno coltivato un altro giardino
- dove sono nati dei piccoli piccoli
- splendidi fiori
- che hanno bisogno di me
- per crescere e proteggerli.
- Quando li guardo,
- sorge il tuo volto nel mio giardino:
- le mie braccia si aprono a raccoglierli
- e mi sento in pace.
IN QUESTO MONDO NO!
- Petali di fiori
- dolci
- teneri
- sorridenti
- innocenti
- stelle degli occhi
- futuro delle nazioni
- motivo dell'esistenza
- sono stati
- mutilati
- molestati
- frustati
- Sono privi di caste
- religioni
- razze
- colori
- lingue
- cittadini del mondo
- L'egoismo dell'uomo
- ha strappato via l'infanzia
- a chi giocando nel prato
- è colpito dalle mine
- senza gambe
- senza braccia
- o cacciato via dalla casa
- nel fango e nella polvere
- sotto la pioggia od il sole
- in marcia
- verso una terra estranea
- gli occhi vuoti
- le mani tese a raccogliere
- una manciata di riso - una caramella
- e nascosto sotto il braccio
- un giocattolo di peluche
- unico compagno a consolare
- Scene di crudeltà
- massacri
- spari
- bombe
- fuoco
- urla - pianti
- Poi un lungo silenzio...
- L'uomo ha dimenticato che anche lui
- era un bambino!
PIETRA NERA
- Quando soffia il vento del ricordo,
- il sonno va via dalla testa
- ed il cuore balza alla gola.
- Cos si aprono gli occhi dell'anima
- che prendono forma di uccelli
- e volano lontano
- dalla convulsa vita di città.
- Ecco, laggiù, un piccolo paese
- dalle dolci case:
- campi sterili,
- pance vuote dei bambini,
- polvere e fango
- che pongono domande fisse
- alla tua mente. Desiderio di una vita migliore,
- cercata di porta in porta
- in una terra estranea.
- Tagliata dentro il petto della montagna,
- a centinaia di piedi di profondità,
- la miniera di carbone
- ti ha aperto le sue braccia,
- quando raccogli la pala
- ed il corpo debole arranca
- lungo ruvidi e neri cunicoli
- mentre la polvere ti entra nei polmoni
- e ti fa tossire,
- fai sempre più fatica a vedere
- e pensi a tanti altri, come te,
- che hanno perso la vita.
- Dolore, tristezza, angoscia
- dietro cui si ravvisa la speranza:
- carbone nero
- facce nere,
- tutte uguali,
- nei giorni che nascondevano la felicità.
- Adesso dicono che tutto è cambiato
- ed il mondo è migliore.
- Ma sento ancora voci strane:
- immigrati
- in cerca di nuove min
- Zahoor Ahmad Zargar è anche presente sulla grande antiologia virtuale dei poeti italiani contemporanei
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