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                   Lontano nel buio di casespente al languoredel giorno,eri distesoalla pacedell'ora. Forse dormivi sommessoal chiarore di un lumeacceso nell'ombra. L'occhio era fermo;inchiodato nel vuotodi un rantoloche non ti apparteneva.   Al mattino spuntavano avvolteda lenzuola virili: coscerimando in peluria, tesenei muscoli leggeridell'infanzia, si ritraevanoin natiche lisce ed acerbe,annuvolato nel pigiamagravido dell'erezionecaduca: aprivi gli occhi grevi d'un torpore circense. Scoprivi il corpo all'umidorespiro del mese, frastornato,malinconico in cucina sedeviassaporando un caffè empiodi solitudine, il retrogustodel sogno vacillava,poi discendeva smaltendola realtà, e ripensaviai casi clinici del cervello,al nuovo giorno d'insonnia,al cuore non amato.   Elastico tramontavi nell'inerziadella mia stanza, strusciandosu di un letto pagano, prontoal sacrificio supremo delle carni, che assaporavoricoprendole di sudore,caldo nel nerbo come un semesterile, mi agitavo terrorizzato dal desiderio,disponibile a esploderenel richiamo crudo di quellapelle: l'odore bieco e asciuttoogni volta bramava del trauma,felice di me che piangevola sete innata del male.   Vieni al capezzale del giornodel mese, dell'anno, traditoamante degli ingenui pianti,vieni dove attendo alacrel'assassinio; e al silente e paziente altaresacrificale, che vide insonnel'innocenza andare,vieni...e resta solo un tuo bacio di ferroa regnare nel cuore come l'acrescia del ricordo ormai lontano. Poi ti consumi al frusciocacofonico di pagineironicamente bianchecome l'atonia di parole ferreeche cerco di abbracciarecon la lingua chiusa a sublimitoni. Ci accomuna la
                  fatalitàe la rassegnazione volutanelle membra a scrutaree distruggere struggeretrafiggere l'io ch'ionon riconosco mio. Ma la genesi di miae tua distruzioneal peccato sommessa,al cupo rintoccodel cuore defraudato, fa sorgere l'alba delle colpenel martoriato petto di lusinghe,e desideri mai desiderati.   Entro turgide fialedall'odore di sognoucciso, s'agitaval'assenza di avvenire. Guardavo l'insonniainstallarsi nel corpocol ritmo ascendente della nausea chein testa risuonavacome una vertigine. 
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