- Grandi
mani
- Guardavo la
statua; rispondeva pienamente alla sua eccellente
fama: concepita con materia di alta qualità, di
proporzioni perfette, solida, tecnica cromatica di
alto valore, corporeità impeccabile. L'ossequio
delle forme era stato compiuto nella maniera
più accurata. L'espressione, per certi versi
misteriosa, esaltava un'armonia che racchiudeva in
sé una sorta di celestialità
rasserenante. Il suo sguardo eloquente scrutava ben al
di là della realtà circostante, sembrava
che racchiudesse la consapevolezza del tempo, il
pulsare della vita.
- Sprizzava
dignità da ogni poro, ed io l'ammiravo con una
curiosità lancinante; avvertivo un'esigenza
istintiva di interrogarla. Ma cosa mai potevo chiedere
a quella statua?
-
- Tornai in quel
luogo più volte, l'arcano di quel "corpo" mi
attraeva al punto da farmi sentire inquieto; sembrava
che emanasse sensazioni di rapimento contemplativo. E
tutte le volte, quella sensazione mi sovrastava, mi
sconvolgeva in misura esponenziale.
-
- Una mattina ignoti
teppisti l'abbatterono a picconate; il gesto vandalico
di chi trova sfogo alle proprie rimozioni facendo
danno ovunque capiti, contro qualunque cosa, anche
contro l'anima che il maestro aveva voluto racchiudere
in quell'opera: la sua arte-anima, ovvero, l'anima che
trova la sua sublimazione nell'espressione
artistica.
- Corsi a
vedere.
- Rimasi
allibito.
- Un cumulo di
cocci: quella scultura non sembrava demolita, ma
mortificata nel suo spirito; pezzi inermi dall'anima
smessa.
-
- Aveva perso tutto,
da quei detriti sprigionava il nulla in cui l'avevano
prostrata, il suo ergersi si era estinto, era
svanito...
-
- Pensai
istantaneamente alle sensazioni dei giorni andati,
alla profonda ammirazione...
- Ciò
nondimeno, osservando quei cocci con più
attenzione, ebbi la convinzione che ancora
trattenessero l'antico spirito che, pur mortificato,
come dicevo, faceva cogliere la sua
immortalità. Quei cocci, nonostante tutto, non
ritraevano la distruzione totale, l'annientamento,
come si evinceva di primo acchito; qualcosa restava
incorrotta pur tra la polvere, trascendendo il
disfacimento che altri avevano tentato di attuare in
maniera irreversibile.
-
- Un individuo dal
viso altero, aperto, si fece avanti.
- Era coperto da un
mantello dal colore indefinibile. Sui trent'anni,
sguardo penetrante, esaltato da profondi occhi bruni,
espressione ineffabile, incedeva con portamento
deciso. Guardavo ammirato quella figura che
imprevedibilmente si era presentata in quello
spiazzo.
- Si diresse verso
il punto ove era prima la statua; guardò quei
pezzi. Assunse un atteggiamento di profonda, intima
sofferenza. Sembrò che avesse annullato
qualsiasi contatto con l'ambiente circostante, parve
proiettarsi in una dimensione indefinita, che
precludeva a chiunque qualsiasi coinvolgimento alla
sua apparizione.
-
- La gente radunata
intorno, non riuscì a capire da dove fosse
venuto. Presa da un istintivo senso di rispetto
frammisto a curiosità, si scostò
rapidamente, facendo cerchio intorno a
lui.
- Questi, liberatosi
del mantello, rimase coperto da indumenti
semplicissimi, i quali lasciavano intravedere con
evidente nitidezza, un corpo scultoreo
perfetto.
- Fissò
ancora con profonda intensità quei resti,
quindi, genuflesso, assunse un atteggiamento di
intensa partecipazione nell'osservare quanto restava
di quell'opera prima così
magnifica.
- Prese alcuni
pezzi. Le sue grandi mani incominciarono a metterli
insieme, con tenerezza, con religiosità, l'uno
insieme all'altro, pazientemente.
- Non potei fare a
meno di cogliere in quei gesti, che si susseguivano
nel silenzio più profondo, una sofferta
testimonianza di umanità indescrivibile, io la
tradussi nell'intimo come la manifestazione mai colta
del più ineguagliabile amore.
- Quell'intensa
atmosfera, trasfigurò lo spazio creando
sensazioni che non trovano descrizione esauriente
nelle parole. Ognuno faceva esperienza di un fatto
straordinario, al di sopra di ogni immediata
possibilità di comprensione, di... umana
comprensione.
- Nessuno ritenne di
proferire parola, o di fare il più
impercettibile movimento; regnava la consapevolezza di
non perdere quell'imprevista presenza che si
preannunciava irripetibile.
- Trascorse un certo
tempo.
- Quelle mani
lavorarono bene sino alla fine: la statua era tornata
nuovamente integra, perfetta, ma aveva qualcosa che la
rendeva ancora più unica. Il viso, in
particolare, aveva assunto una luce nuova, effondeva
un'espressione inusuale che gli conferiva in quel
momento resosi quasi trascendentale,
un'esteriorità diversa da quella precedente,
più enigmatica.
- L'uomo si
scostò e disse con un timbro di voce soave che
colmò di stupore tutti, fino al più
distante dei presenti:
- <<Ecco,
è nuova!>>
- Riprese il
mantello, si girò. Quindi, dopo avere posato lo
sguardo su tutti i presenti, intenso ma amorevole, che
sottintendeva un paterno saluto, si allontanò
lasciando in tutti l'alone di un indefinibile stato
d'animo.
-
- Tutti si mossero
mormorando meraviglia e sbigottimento.
- Lentamente
svanirono nel buio delle strade guadagnando le loro
case, chi nella solitudine, chi proponendosi di
riuscire ad esprimere ai propri cari quanto aveva
avuto il privilegio di assistere: un evento
assolutamente imprevisto ed inspiegabile. Ognuno,
certamente, portò seco i propri dubbi, i propri
interrogativi, le proprie
perplessità.
-
- Rimasi immobile,
solo. Scrutai in silenzio quella figura scolpita dal
volto rinnovato che esprimeva un'interiorità
nuova: nel silenzio della mia solitudine. Desideravo
carpire il segreto di quell'immagine appena
realizzata, il mistero che l'aveva riportata ad
esistere, risorta a vita nuova.
-
- Non riuscii a
darmi una risposta, quel giorno.
-
- Tornai molte altre
volte in quel luogo. Giorno dopo giorno provavo
un'incontrollabile attrazione verso quella
statua.
-
- Passarono gli
anni, cercai una spiegazione sull'arrivo di quella
eccezionale figura che si era presentata creando un
evento che superava ogni immaginazione. Una spirale di
pensieri mi portò verso proiezioni di carattere
escatologico, facendomi cogliere sensazioni che non
riconducevano ad esperienze di vita
ordinaria.
-
- Ancora oggi porto
il mio pensiero a quegli occhi; vorrei scrutarli
ancora intensamente, con insistenza. Contenevano in
tutta la loro dolcezza l'arcana origine della
vita.
- Ritorno con
impulsiva attrazione ad essere sovrastato come nei
primi giorni... Però ora avverto un'acuta
consapevolezza: non resterà irraggiungibile il
momento in cui capirò.
- Riportando il
pensiero a quel viso, mi sento rassicurato da una
serena certezza: la mia anima saprà,
capirà; la sua essenza elettiva mi rassicura,
certo che capirà:
- un
giorno...!
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