LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordientiHome page di Carmine Palmieri
- Carmine Palmieri.
- È nato a Siano (SA) il 20 aprile 1949, dove risiede. È sposato, con tre figli. Insegna Lingua e Civiltà Inglese all'IPSSCT di Siano, sede coordinata di Cava de' Tirreni.
- È un assiduo lettore di letteratura nazionale ed internazionale, oltre che appassionato di poesia. Scrive poesie per hobby fin dall'età di quindici anni, e in questi ultimi due anni si è dedicato alla composizione di opere a carattere religioso, che tiene tuttora racchiuse in un cassetto.
- Non ha mai pubblicato i suoi scritti. Ha partecipato finora ad un solo concorso letterario, e precisamente al 3° Concorso Nazionale di Poesie "Aniello Califano" (Sorrento) nel 1978, ottenendo una menzione di merito. È solo dall'anno scorso che sta partecipando con una certa regolarità ai vari bandi di concorso. Alcune sue poesie sono state inserite nelle antologie dei premi letterari: "Olimpya" - Montegrotto Terme, edizione 2000-2001; "Poesia a Chiaromonte", edizione 2000-2001; "Città di Monza", 2001; "Poeti dell'Adda" 2001; finalista all'8° Premio Letterario "Il Club degli autori", 2001-2002.
È stato inserito nell'antologia del Premio Il Club degli autori 2001-2002
- Chiedi e ti sarà dato
- Che tu venga o no in nome
- di Cristo a chiedere amore,
- amore ti sarà dato, fratello.
- Ma se in nome di Cristo
- chiedi che chi semina vento
- debba raccogliere tempesta,
- t'allontanino tempeste d'amore.
- Assurda giustizia quella in cui credi.
- Tendi la mano ad un tuo nemico.
- Vedrai, ti tenderà la sua
- ed abbracciandoti esulterà di gioia
- per aver ritrovato chi credeva
- d'aver perduto per sempre.
- Enigma
- Non saprò mai delle tempeste
- sugli astri, né del senso
- della loro occhieggiante presenza
- nel Cosmo immune da imperfezioni.
- Fedele sagrestano
- al tempio esistenziale
- la sera li scopre raccolti
- all'altare lunare
- in profonda meditazione.
- So delle tempeste planetarie,
- e di quelle dell'uomo
- che è come in un pozzo
- vorticato dal nulla.
- La vita è come una fionda
- vibrante di prodigi
- e di insondabili richiami.
- Come sassi levigati dall'Immenso
- ci lancia verso l'immortalità.
- Pasqua 2001
- Ecco il freddo
- che non t'aspetti,
- le piogge impetuose
- e i venti del Nord
- mugghianti come mandrie
- disperse da un predatore.
- Vuote sono le strade,
- e le case fumano
- di raggelante squallore
- nella trama estenuante
- dei cieli plumbei
- e dell'impietoso richiamo
- della solitudine.
- Ecco la mia Pasqua,
- il mio vecchio album
- delle foto di famiglia
- e la sgorgante ansietà di luce
- di questi tramonti
- ingrigiti dalla bruma
- e dai buchi dell'ozono.
- Il mio dramma
- è di non avere drammi,
- malgrado queste colline
- piegato dai fiori
- di ciliegio e dalla neve.
- E queste mani, le mie mani,
- piegate da mani che non lasciano
- altri segni che non siano
- di assuefazione allo sfruttamento.
- E di brividi di morte.
- Kabul 2001
- Le notti a Kabul sono lunghe
- come gli inverni artici
- e hanno un respiro enigmatico
- che fa tremare i polsi dei cieli
- di tutti i Continenti.
- Là, il tempo si logora
- come nel suo morbo
- un malato terminale,
- e si misura con il numero
- dei missili e dei morti
- che svuotano la città,
- delle fughe e dei profughi
- che non sanno dove andare.
- Là, ogni giorno che passa
- è un passo verso il Big Bang
- conclusivo dell'estinzione
- antropica e biofisica.
- Là, dai tetti sclerotizzati
- delle vecchie case
- si alza lo stesso sole
- cui non sarebbe dispiaciuto
- portare in giro per il mondo
- anche il sorriso eliotropico
- e rassicurante delle Torri Gemelle.
- Là, il dolore è globale.
- E vibrante come il mio cuore
- che non sa più come amare.
- Né come morire, per non veder morire.
- Dopo la prima morte
- Ti annidi tra le fumide
- pietraie del dolore
- e dell'insondabile, morte,
- e come un avaro ammassi
- i tesori della vita nella polvere
- di sguardi insignificanti
- e di subdole carezze.
- Con alleato l'amore bambino
- ho lottato destabilizzando il nulla
- e le sue squallide teorie.
- Amore e odio
- L'odio
- è un bacino naturale
- di raccolta dell'idiozia
- e dell'arroganza.
- L'amore
- come un cavallo
- scalpita
- sollevando zolle
- di sofferenza.
- Immutabile come la risacca
- Immutabile come la risacca
- l'Universo si frange
- sui crinali dei monti
- impigliando nella sua rete
- lunare come pesci gli astri.
- Pescatore solitario
- sul fondale della terra,
- l'uomo, soltanto l'uomo,
- è travolto dai vorticosi
- flutti dell'Immenso.
- Autocritica
- Sono venuto al mondo
- e non ne faccio drammi.
- Qualcuno mi ci ha voluto.
- E guida i miei passi
- lungo il cammino
- che dal nulla porta all'Eternità.
- Ma io ho fatto di me
- uno stagno di perdizione
- e dubito che la mia presenza
- possa servire a qualcosa.
- Nel braciere dell'esistenza
- non sono che un carbone
- riarso dai peccati.
- Utopia
- Non ci sono dubbi.
- Un seme intona il suo canto
- di fiori e di ansietà di luce
- attraverso lo stelo
- stalagmitico del dolore.
- La vita
- è un patto di infelicità
- con la morte.
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- Se ha una casella Email gliela inoltreremo.
- Se non ha casella Email te lo diremo e se vuoi potrai spedirgli una lettera presso «Il Club degli autori - Cas. Post. 68 - 20077 MELEGNANO (MI)» inserendola in una busta già affrancata. Noi scriveremo l'indirizzo e provvederemo a inoltrarla.
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Agg. 13-04-2002 - Ult. agg. luglio 2002